Buongiorno, mi chiamo Mattia, io sono in una fase molto

15 risposte
Buongiorno, mi chiamo Mattia, io sono in una fase molto critica della mia vita, ho 24 anni ne faccio 25 quest'anno, io ho perso il lavoro come cassiere, ma non me ne importava, non mi piaceva, avevo trovato un possibile lavoro in consulenza patrimoniale, ero in periodo di prova ero felice come una pasqua ma, i miei genitori, mi hanno distrutto l'esistenza, hanno fatto in modo da non farmi andare più in questa azienda, io sono martoriato, triste e distrutto, perchè è un posto di giovani sia della mia età sia un po' più grandi e un po' più piccoli, mi hanno minacciato di farmi cacciare via di casa solo perchè mi volevo far stipulare un assicurazione con loro, per pianificare la mia vita e il mio futuro, oltre al fatto che ho pochisssimi amici e sono ancora vergine, io sono dispiaciuto della mia situazione, ai miei di me della mia situazione adesso non gliene frega niente. Io sono disperato nn so cosa fare. un consiglio?
Buongiorno Mattia, mi spiace per la situazione che sta vivendo, dal suo messaggio traspare confusione e paura, e trasmette la sensazione di non saper dove sbattere la testa. Immagino si senta svilito, con un futuro incerto che non sa bene come prendersi e fare suo. Sembrerebbe che una parte di sé voglia staccarsi dal nucleo familiare, ma qualcosa, oltre alle richieste dei suoi genitori, glielo impedisce. Anche la sua sfera sessuale è ferma, e ci sono quindi varie sfere della sua vita da indagare per dare un senso a quanto le accade e capire quali sono i meccanismi che non la lasciano slegare da tutta questa situazione che le dà solo stress e frustrazione. Prima che la sua condizione degeneri in un annientamento di sé stesso, le consiglio di iniziare un percorso psicoterapeutico ad approccio psicodinamico o psicoanalitico, in modo da andare in profondità e capire cosa la tiene legato a questa situazione.
Un caro saluto,
Dr.ssa Lucia Marzano

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile Mattia mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. Credo che se avesse la possibilità di intraprendere un percorso psicologico la potrebbe aiutare per affrontare le aree della sua vita che mi sembra richiedano attenzione: ad esempio il rapporto con i suoi genitori, la sessualità bloccata e l'area delle amicizie insoddisfacenti. Un percorso che la porti ad affrontare le proprie emozioni e riflettere sugli obiettivi della propria vita potrebbe aiutarla per il futuro. Con cordialità
Salve Mattia,
ovviamente come i miei colleghi le suggerirei con urgenza un percorso con uno psicoterapeuta per trovare una forma di emancipazione familiare gestibile e rispettosa delle sue possibilità.
Capisco che sembra utopistico vista la sua dipendenza economica dalla famiglia di origine. Sarebbe impensabile chiedere ai suoi genitori un aiuto economico per intraprendere un percorso.
Il blocco sessuale credo sia difficilmente non ancorato al suo rapporto con i genitori, se hanno così tanto controllo sulla sua vita, posso dedurre che anche questo impedimento dipenda molto dal suo rapporto con essi.
Le amicizie insoddisfacenti sicuramente aggravano la situazione già di per se frustrante.
Quello che le posso dire è di "assecondare" il volere dei suoi genitori per il momento.
Non mi fraintenda, è ovvio che sarebbe meglio distaccarsi da essi ma dobbiamo anche guardare in faccia alla realtà e valutare le possibilità.
Per ora, senza lavoro è impossibile cercare una casa in affitto, senza lavoro è impossibile iniziare una terapia ( se non con lo psicologo della ASL che è gratuito ma spesso sono oberati ed è difficile essere seguiti adeguatamente) .
Quindi per ora cerchiamo di essere intelligenti ed affrontare un problema alla volta.
Quindi, assecondiamo i nostri genitori e cerchiamo un lavoro che possa andare a genio anche a loro. Vivendo con i suoi e con uno stipendio fisso potrà mettere da parte un pò di soldi, da li inizierei subito un percorso terapeutico che le porterà via circa 120/200 euro al mese,
Con un buon supporto terapico potrà capire il da farsi per potersi distaccare in maniera più possibile sana dal suo nucleo familiare ed intraprendere una vita amicale, sessuale e lavorativa soddisfacente.
Questo è il consiglio che mi sento di darle.
Spero di esserle stata utile.
Un caro saluto.
Salve Mattia, è evidente che sta attraversando un momento di stallo e di confusione, nel quale probabilmente si percepisce limitato nel suo raggio d'azione e impotente di fronte alla sua famiglia. Al di là di ciò, per poterle fornire osservazioni più pertinenti, avrei bisogno ovviamente di maggiori dettagli sulla situazione. Qualche chiacchierata con uno psicoterapeuta potrebbe sicuramente giovarle.
Rimango a disposizione
dott.ssa Nadja Pagliaro
Salve Mattia, mi sembra che stia attraversando un momento di stallo e di confusione, nel quale probabilmente si percepisce impotente con la sua famiglia. la famiglia rappresenta il nostro piccolo mondo, sarebbe opportuno fare un lavoro terapeutico rispetto ai suoi vissuti e alle dinamiche familiari per poi guardare il mondo fuori.
in attesa di un suo riscontro le auguro. cordialmente Laghi S.
Mattia, iniziare un percorso potrebbe aiutarla ad entrare in quelle stanze della sua vita che sono ancora chiuse e con la luce spenta. Spesso è solo così che riescono a "sbloccarsi" anche le altre aree della vita, compresa quella dell'indipendenza economica.
Resto a disposizione per una prima consulenza per confrontarci meglio sulla cosa. Nel frattempo, le mando un caro saluto.
Gentilissimo, grazie per la sua condivisione. Pare davvero un periodo difficile per lei; parla di fatiche in vari ambiti, molto importanti nella realizzazione di sé; nello stesso tempo tutti questi ambiti non li sentirei slegati l'uno dall'altro ma con probabili collegamenti; la sua età si colloca in un periodo importante per poter vedere aspetti personali, avendo lasciato l'adolescenza e dovendosi collocare nel mondo degli adulti; le consiglio di darsi del tempo per vedere questi aspetti; in molte città ci sono dei consultori pubblici in cui poter fare riferimento se non si vuole dipendere economicamente dai propri genitori per un percorso psicologico; nel caso invece avesse la possibilità di farlo, le consiglio di fare riferimento ad un professionista nel privato che possa affiancarla in questa fase della sua vita.
Cordialmente, dott.ssa Nicoletta Balestra
Buongiorno avrei bisogno di ulteriori elementi per poter fornire un consiglio o esprimere un opinione.
Sarebbe utile e interessante un percorso di psicoterapia sistemico familiare in cui vengano coinvolti anche i suoi genitori in modo tale da prendere in considerazione anche il contesto in cui si manifesta il suo disagio.
Buona serata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi
Buon giorno, immagino la fatica di stare all'interno di questi vissuti. Penso sia importante per lei poter avere uno spazio all'interno di un legame psicoterapeutico sicuro e protettivo per affrontare e gestire le sue dinamiche interne. Per ulteriori informazioni può contattarmi! A presto
Buongiorno Mattia, mi spiace per quello che sta vivendo, come i colleghi concordo sull'importanza di intraprendere un percorso di psicoterapia che possa permettergli di esplorare meglio i suoi vissuti. Rimango a disposizione online, qualora lo ritenga opportuno.
Le auguro una buona giornata.
Dott. Roberto Gungui
Forse i suoi genitori volevano solo proteggerla da qualcosa che poteva somigliare ad un approfittamento nei riguardi di un giovane ancora troppo poco esperto nel ramo delle assicurazioni che, in base alla mia esperienza, per essere un buon investimento necessitano di molti anni e a volte neppure questo è sufficiente. Poteva restare in quell'ambiente se le piaceva e rimandare ad un momento successivo una decisione importante che comporta un esborso economico. Per tutto ciò che è orientamento al lavoro esistono psicologi dedicati, ma anche qualsiasi professionista potrebbe aiutarla molto sia per l'orientamento che per le relazioni familiari, anzi per queste ultime è consigliabile uno psicologo psicoterapeuta che non sia del settore "lavoro".
Buona sera Mattia

provi ad esprimere ai suoi genitori come si sente e che forse ha bisogno di essere guidato e supportato nelle varie esperienze lavorative nelle quali si troverà ad agire piuttosto che criticato. Se i suoi genitori fossero disponibili, sarebbe opportuno per voi alcuni incontri di terapia familiare così da essere aiutati tutti nella vostra comunicazione ed espressione delle vostre emozioni al fine del benessere di tutti i membri.
Se necessita di ulteriori indicazioni non esiti a contattarmi, saluti

dott.ssa Letizia Muzi
Gentile utente
Mi sembra che lei stia vivendo una situazione invischiante rispetto alla sua famiglia dove i confini tra lei e i suoi familiari non sono ben definiti.
Per rendersi indipendente la priorità è trovare un lavoro, successivamente le consiglierei un percorso terapico per far emergere parti di se’ vitali, per conoscersi e capire meglio quali sono i suoi desideri per realizzarsi come soggetto unico e autonomo.
Cordialmente
Sara Chiara Pompili
Salve, si faccia aiutare da uno psicoterapeuta a tagliare il cordone ombelicale, ad esplorare i suoi vissuti recenti e passati, ad analizzare i sentimenti che la legano ai suoi. Forse con il tempo riuscirà a recuperare immagini genitoriali diverse, o a liberarsi della condizione di figlio a cui si può dire di no anche se è ormai adulto.

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