Buongiorno. Ho 53 anni. Sono sposato da 2 anni con una donna che aveva già tre figli, di 23, 20,14.

18 risposte
Buongiorno.
Ho 53 anni. Sono sposato da 2 anni con una donna che aveva già tre figli, di 23, 20,14. Il padre di questi 3 figli manco sa di averceli, pertanto ha portato avanti lei assieme a sua madre, la famiglia.
2 anni fa, è nato il nostro bambino.
La mia figura è totalmente messa da parte. Con gli altri 3 figli, c'è pochissimo dialogo, e con ns figlio non mi è possibile averlo.
Solo lei può prenderlo in braccio quando si sveglia, io non posso parlargli appena sveglio. A pranzo non si può parlargli perchè senò si agita. A cena stessa cosa.
I rari momenti che sono in casa, o c'è lei che lo fa giocare, o viene passato ai fratelli. Se ci gioco io, mmi dice che devo lasciarlo da solo a giocare, così impara prima.Loro lo lavano, loro gli fanno vedere video sui social eccecc.
Mia moglie continua a dire che devo aver pazienza, ma a me, questa cosa non convince affatto.
Da precisare che gli altri figli hanno già loro dei problemi. Il terzo vive da solo, gli altri 2, con noi.
Almeno 10 volte al gg, a testa chiedono alla madre se gli vuole bene, la stessa cosa chiedono al bimbo di 2 anni.
Urlano costantemente, dicono parolacce, atteggiamenti irrispettosi e villani.
Ora, io sono molto preoccupato per mio figlio, ma sono nel dubbio se essere duro e fermo, reclamando i miei compiti o devo subire senza dire nulla. Che ne pensate?
Grazie e scusate per lo sfogo
Buongiorno. Innanzitutto le voglio dire che non si deve scusare, questo spazio è fatto apposta per esprimere i propri problemi e per chiedere aiuto. Le vorrei poi esprimere il mio dispiacere per la sua situazione di sofferenza. Riterrei utile per aiutarla al meglio approfondire il rapporto con sua moglie in primis, e poi con i tre figli di lei in modo da fare comprendere il meglio possibile la situazione familiare e capire insieme come ci si potrebbe muovere.
A sua disposizione. Buona giornata.

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo innanzitutto fondamentale che lei possa ritagliarsi un suo spazio personale con questo bambino, secondo i suoi modi e i suoi tempi e non secondo quelli solamente dettati dalla mamma; ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buon pomeriggio,
non si preoccupi per lo sfogo questo è il posto giusto dove chiedere aiuto e portare quelli che sono i propri problemi, quello che penso è che lei debba pretendere di svolgere il suo ruolo di padre e la sua funzione educativa e impedire di venire messo in un angolo ad assistere a quello che succede.
Qualora voglia approfondire la problematica resto a disposizione per dei colloqui online.
Dott. Michele Arnaboldi.
Buonasera, mi colpisce che lei sia in dubbio se reclamare il suo ruolo di padre oppure subire. Credo che le sarebbe utile parlare con sua moglie e farle presenti le sue difficoltà e i suoi desideri in modo chiaro. Ma prima che nascesse il piccolo come andavano le cose?
Resto a disposizione se può esserle utile, anche online.
Dott.ssa Franca Vocaturi
Buongiorno, il suo sfogo è più che giustificato e questo è l'ambente più idoneo. Sarebbe bene approfondire le dinamiche di questo rapporto.
Ci sono molte variabili da prendere in considerazione che potrebbero spiegare il comportamento di sua moglie e dei suoi tre figli. Stabilire il giusto canale comunicativo sarebbe proficuo per lei, in quanto, si percepisce un iniziale senso di frustrazione per la possibilità negatale di esercitare il suo ruolo di padre.
Rimango a sua disposizione, anche per una consulenza online.
Un caro saluto
Salve, credo che lei abbia tutto il diritto di reclamare i suoi spazi con suo figlio. Consideri che la figura paterna già ha piu difficoltà ad entrare nella diade madre /figlio, partecipando da subito all'accudimento del piccolo. Immagini lei che a due anni dalla nascita, non ha possibilità d'interagire con lui. Se vuole sono disponibile per maggiori chiarimenti anche online. Buona giornata. Dr. ssa Gabriella Cascinelli
Salve, penso che lei debba intervenire nella situazione ma non necessariamente nelle due modalità: essere duro e fermo o subire. Attraverso un percorso psicologico si può trovare un'altra modalità che soddisfi le sue esigenze di padre da una parte e le permetta dall'altra di vivere serenamente il rapporto con sua moglie e i figli di lei
Salve. Mi dispiace per la difficoltà che sta vivendo. Ho l’impressione che Lei voglia prendersi un po’ più di spazio con Suo figlio e, allo stesso tempo, mi par di capire che Lei fatichi a prenderselo. In quest’ottica credo che un lavoro psicologico possa aiutarLa a sciogliere il suo dubbio. Grazie a Lei per la Sua domanda. Un cordiale saluto.
Gentile utente, grazie per lo sfogo, è molto importante riuscire a chiedere aiuto nel momento del bisogno e qui è anche il posto adatto. Si percepisce chiaramente la sua sofferenza e mi dispiace molto per la situazione difficile. Da come ha scritto, mi sembra di capire che la sua paternità sia un po' negata o offuscata un po' dagli altri figli e un po' da sua moglie, come sono i rapporti con lei? Sarebbe importante approfondire le dinamiche con sua moglie anche per comprendere come mai non c'è spazio per la sua figura nella relazione con il bambino. Ha tutto il diritto di volere il proprio rapporto con suo figlio, sarebbe necessario trovare le giuste modalità di comunicarlo essendo una situazione così delicata. Rimango a disposizione e le mando un caro saluto
Sembrerebbe che in questo nucleo familiare il maschile non entra perciò la paternità è assente, del resto l'altro, il primo, come lei racconta , i suoi tre figli neanche li conosce dunque, senza il padre si è instaurato nel sistema familiare la legge del matriarcato, le donne decidono cosa, quando, come educare i figli e naturalmente anche il suo bambino. A questa situazione sembra che lei non riesca ad opporsi in qualche modo, di cosa ha paura? Cosa le fa pensare che questi ragazzi chiedono costantemente alla mamma se li ama e suo figlio? Anche lui fa domande di questo tipo?
Buongiorno, la prima cosa che le dico è quella di non scusarsi perché questo è uno spazio per parlare delle proprie difficoltà e cercare di risolverle. Il suo "sfogo" è più che giustificato. Credo che le sarebbe utile parlare con sua moglie e raccontare le sue difficoltà e preoccupazioni. Una cosa importante è creare un corretto canale comunicativo. Rimango a disposizione se può esserle d'aiuto. Un caro saluto GP
Buongiorno, grazie della sua condivisione. Non deve essere per nulla semplice sentirsi non considerato in questa casa. Sicuramente c'è qualcosa che è rimasto fermo nell'assenza di quel padre e che non permette di far entrare la figura paterna come una figura di accudimento e presente. Penso che riuscire a parlare con sua moglie, portando una comunicazione che parli di lei, di come si sente, di ciò che vorrebbe per suo figlio ecc. possa essere un canale. Lo spazio di terapia può essere un posto in cui lei può entrare in contatto più chiaramente con ciò che vive e sente rendendolo comunicabile all'altro.

Resto a disposizione per qualsiasi cosa!
Le auguro una buona giornata
Gentile Utente,
concordo con i feedback dei colleghi.
Le suggerisco, inoltre, di riflettere sul suo bisogno di sentirsi autorizzato (da chi, poi? e a quale titolo? succede in altri ambiti della sua vita, per es. extrafamiliari?).
Le auguro una buona giornata,
Luisa
Buongiorno, è giusto che lei riprenda il suo ruolo di padre e ristabilisca regole e confini anche nella coppia. Sarebbe opportuno convincere anche sua moglie ad avere un colloquio di coppia dove poter chiarire il ruolo , le funzioni della coppia genitoriale. Mi sembra opportuno rivedere il sistema familiare e capire come il vissuto di attaccamento dei tre ragazzi possa influire sull'andamento della nuova famiglia. Sono a disposizione Dottoressa Ponziani
Buongiorno caro utente, non si deve assolutamente scusare per il suo sfogo, questa piattaforma serve a questo. Lei ha il diritto di partecipare alla vita di suo figlio in maniera attiva, su questo non c'è dubbio. Questa donna ha cresciuto tre figli da sola e sicuramente non è stato facile per lei, ma per suo figlio lei vuole esserci, e questa è l'unica cosa che conta ora. Non so se ha già parlato con sua moglie di ciò che sta vivendo, in caso contrario le suggerirei di farlo, proponendole anche un percorso psicologico e nel caso non trovasse terreno fertile, potrebbe provare con uno individuale. Rimango a disposizione e le auguro buona giornata
Buongiorno. Quella che descrive sembra una condizione frustrante, per lei. Mi associo a quanto già riportato dai colleghi precedentemente, in particolare sul comunicare ciò che vive in questo momento e sul crearsi alternative tra subire o attaccare. Non mi è chiara la motivazione per cui si sia instaurato un rapporto del genere, sia con l'ex di sua moglie, sia tra lei e suo figlio. Credo che queste tematiche possano essere approfondite in un percorso individuale o di coppia. Penso che manchi qualche informazione nella vostra comunicazione, sia in un senso che nell'altro e mi chiedo se in questa dinamica ne risenta anche la vostra relazione. Mi dispiace per la situazione e le auguro una buona giornata.
Buongiorno,
la invito a mantenersi fermo sul suo diritto di padre e sul diritto di creare un rapporto con il proprio figlio, dovrebbe infatti accadere proprio il contrario e cioè la madre dovrebbe cercare di coinvolgere il più possibile la figura paterna.
cerchi un confronto aperto e se ha bisogno di chiarimenti rimango a disposizione anche online.

Vittoria Savini Zangrandi
Buongiorno, non si deve preoccupare di sfogarsi, questo è il contesto giusto. Probabilmente sua moglie è abituata a crescere suo figlio come ha fatto con i precedenti, senza la figura paterna, sarà difficile per lei uscire da questo schema ma se lei le da fiducia comprenderà che vuole essere un padre presente al contrario del precedente compagno. Per quanto riguarda la situazione in casa, se pensa che non sia un contesto funzionale ci si può lavorare sopra se ce n'è intenzione da parte di tutti. Onestamente le suggerirei di agire per quello che lei ritiene sia il suo bene ed il suo volere, nonchè il meglio secondo lei per suo figlio. Ovviamente nonostante le cose che dirà a sua moglie siano per lei giuste, la modalità con cui esprime i suoi bisogni e sentimenti è fondamentale. Una modalità assertiva sarebbe auspicabile, quindi a metà tra il "duro e fermo" e il "subire senza dire nulla". Se non è a conoscenza di cosa sia o come si metta in atto una comunicazione assertiva le consiglierei di non basarsi solo su internet ma di intraprendere un percorso psicologico e quindi poter così comprendere quale sia secondo lei la mossa più adeguata in questo momento, prendendosi tempo, ed allo stesso tempo comprendere come metterla in atto. Rimango a disposizione, anche online.
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