Buongiorno, ho 33 anni. Ero un persona abbastanza solare e piena di vitalità. Ora no ... Non riesc

21 risposte
Buongiorno, ho 33 anni.
Ero un persona abbastanza solare e piena di vitalità. Ora no ... Non riesco a instaurare relazioni profonde. Ho provato attrazione per il fidanzat di una mia amica che a sua volta mi è stata molto vicina quando ho lasciato il mio compagno dopo 10 anni circa. L'ho ferita ed è da tre anni che sono chiusa in questo loop e non riesco a uscire di conseguenza ne ho sempre parlato con lei per chiarire ma io ho peggiorato le situazioni provando invidie e gelosie. E tutt'ora quando sto con lei o altri amici insieme non riesco più ad esser me stessa e mi chiudo, mi isolo.ho pensieri negativi tante domande che mi frullano nel cervello e mi sto isolando. Non riesco ad agire positivamente. Non riesco ad uscire fisicamente con loro o prendere io iniziative. Scrive solo messaggi ciao come stai ma poi non ho argomenti su come approfondire i discorsi. Ho dolore al petto dall'ansia penso e causa conati di vomito. Dicono che faccio da vittima, mi hanno aiutato molte volte ad uscire in queste situazioni ma io mi butto giù. E quando le persone mi stanno vicino energeticamente le faccio sentire stanche. Nessuno vuole stare con me. E io voglio uscì da questa situazione ma non riesco nemmeno più ad essere sincera ed esprimere veramente la mia opinione o pensiero xk tanto so che è sempre sbagliato. Chiedo aiuto... Mi crogiolo sempre mi butto giù e sono sempre triste. Non riesco a parlare visis a vi per ho paura del giudizio paura anche di un confronto o litigio con i miei amici. Mi sento male
Dott.ssa Maria Grazia Antinori
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Vivere un momento di grande sconforto dopo una situazione difficile che non si riesce ad accettare ed elaborare, come la fine di una relazione molto lunga ed importante, è un incidente che può accadere ad ognuno di noi.
Ad un certo punto non servono più gli incoraggiamenti generici, i rimproveri per essere tristi, non si riesce più a trovare l'energia necessaria per andare avanti,
Le persone intorno che sottolineano la "bellezza della vita" fanno soffrire ancora di più ed aumentano il senso di solitudine e di disperazione.
Non importa se gli altri non considerano il motivo del dolore, chi lo vive non trova motivi di consolazione.
Tutto questo descrive uno stato depressivo che può essere affrontato e superato ma è necessario riconoscerlo superando il senso di vergogna e rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa aiutare a dare riconoscimento e valore al vissuto della persona e magari, se necessario, integrare la cura con l'intervento di uno psichiatra per i farmaci.
Ognuno è diverso e ognuno ha bisogno del suo speciale percorso di cura.
Maria Grazia Antinori, Roma

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Dott.ssa Giulia Virginia La Monica
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trento
Salve,
spiacente per il vissuto che riporta. Emergono differenti temi a cui bisognerebbe dare ordine e priorità. Non ho compreso se l'aiuto che ha cercato sia stato professionale o dalle persone vicine, comunque l'invito è di intraprendere un percorso di supporto psicologico. Questo permetterà di inquadrare meglio la situazione e cos'ha tentato di fare per stare meglio, timori, risorse ecc. Il primo passo, con cui si può iniziare, non è tanto raggiungere il benessere, ma "spostarsi" da malessere (azioni, atteggiamenti, credenze, aspettative ecc) che si vive e in tal senso ognuno di noi ha possibilità di costruire qualcosa di differente.
Buon pomeriggio
Dott.ssa Ivana Cerruti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile utente,
mi dispiace per quanto esprime e per come si sente. Credo che un percorso di psicoterapia possa essere una scelta significativa per poter condividere e sentire accolti i suoi pensieri, le tante domande, la sua opinione ed essere supportata da un professionista in un processo di sostegno e comprensione e riconoscimento di come si sente e di quello che accade.
Cordialmente,
dott.ssa Cerruti
Dott. Vincenzo Carbone
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
San Giuseppe Vesuviano
Ciò che descrivi ha un peso emotivo importante, che non può essere semplicemente “superato” con la forza di volontà o con qualche consiglio esterno. Proprio perché hai già provato a uscirne da sola, ed è evidente quanto tu ci stia mettendo impegno anche solo a raccontarlo, credo che il passo più utile e rispettoso verso te stessa ora sia quello di iniziare un percorso terapeutico strutturato.
Uno spazio protetto, stabile, dove poter esplorare questi vissuti con profondità, senza giudizio. Un percorso che ti aiuti a comprendere meglio le dinamiche interne che ti stanno bloccando, a rielaborare ciò che è accaduto e, piano piano, a costruire un modo nuovo di stare in relazione con te stessa e con gli altri.
Affidati a qualcuno che ti accompagni in questo processo di trasformazione, con continuità e cura.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che stai vivendo: già questo è un passo importante. Quello che descrivi è un momento di profonda sofferenza emotiva, in cui sembra che si sia rotto un equilibrio interiore e relazionale, generando solitudine, sensi di colpa, pensieri negativi ricorrenti e sintomi fisici legati all’ansia.

Il fatto che tu ti senta bloccata, isolata, e inadeguata nei confronti degli altri, indica una ferita che ha bisogno di essere accolta e compresa, non giudicata. Il dolore che esprimi, la difficoltà a sentirti "giusta", la paura del giudizio, il senso di non riuscire più a essere davvero te stessa... sono segnali importanti che parlano di un bisogno profondo di riconnessione con te stessa e con il tuo valore personale.

È normale, dopo situazioni complesse e relazioni conflittuali, provare vergogna, invidia, senso di colpa o frustrazione. Ma questi vissuti non ti definiscono come persona: sono emozioni che possono essere esplorate con delicatezza e che, se comprese, possono trasformarsi in occasioni di crescita.

Il fatto che tu desideri uscirne dimostra una grande forza, anche se in questo momento ti sembra di non averne. Hai già cercato il dialogo con gli altri, hai chiesto aiuto e sentito il bisogno di cambiare: questi sono segnali molto importanti. Ma quando il peso è troppo grande, affrontarlo da soli può diventare davvero difficile.

Per questo sarebbe utile e consigliato approfondire il tuo vissuto con l’aiuto di uno specialista, in un contesto protetto e senza giudizio, dove potrai essere ascoltata e accompagnata con rispetto nel tuo percorso di consapevolezza e guarigione.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Daniela Benvenuti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Sarebbe il caso do sbrogliare tutto questo malessere attraverso un serio percorso di psicoterapia, non crede?
Probabilmente le cause ci sono, ma potrebbero affondare le radici in uno schema mentale assai disfunzionale sedimentato da esperienze negative. Il tutto andrebbe approfondito.
Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi sentimenti e le sue difficoltà. Capisco profondamente quanto sia doloroso per lei trovarsi in questa situazione, sentendosi intrappolata in un ciclo di negatività e isolamento. Percepisco la sua sofferenza nel descrivere il cambiamento che ha notato in sé stessa, passando da una persona solare e piena di vitalità a sentirsi ora chiusa e isolata. I pensieri negativi e le tante domande che le affollano la mente possono generare un’ansia molto forte, manifestandosi anche a livello fisico con dolore al petto e conati di vomito. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione anche per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Brescia
Dott. Giulio Ciccia
Psicologo, Psicoterapeuta
Bergamo
Buongiorno, è abbastanza probabile che se lei sente un forte cambiamento da tre anni a questa parte sia opportuno “tornare sul luogo del delitto” come si dice in gergo, cioè cercare di capire cosa sia successo in questi ultimi tre anni .
Non sempre esistono cause precise per il nostro malessere, tuttavia può accadere che sottovalutiamo aspetti apparentemente superati o che immaginiamo di poco conto, ma che in realtà possono essere elementi costitutivi del nostro disagio.
Lei ad esempio ha riportato una separazione dopo diversi anni di fidanzamento, mi domando quindi quanto questo lutto sia stato effettivamente elaborato e quanto le persone che in qualche modo hanno interagito con lei (se pur positivamente) in quel periodo, possano paradossalmente rappresentare dei ricordi sgradevoli che riaffiorano alla coscienza.
Forse sta continuando a cercare delle risposte in persone, come la sua amica, che non sono in grado ora di darle quello che cerca ed è opportuno distogliere l'attenzione da relazioni che solo apparentemente possono sembrare nutrienti ma che in realtà ci spingono a covare sentimenti negativi come invidia o rabbia. In questo quadro anche sentimenti di attrazione che possiamo provare verso qualcuno, possono in realtà sorgere da emozioni di rabbia non elaborate che si trasformano in desiderio di possesso come forma di risarcimento.
Per il resto tutti gli elementi che lei riporta rimandano ad una cornice generalmente depressiva, in cui l'assenza di desiderio o la voglia di mettersi in gioco sembrano essere sintomi tipici, tuttavia conseguenti a qualcosa che lei sembra non aver elaborato del tutto, come un cerchio che rimane aperto e attende di essere chiuso per ricominciare.. da qualche parte.
Non so se lei abbia già preso in considerazione di iniziare un percorso terapeutico, penso che forse anche in poche sedute lei riesca in questo modo a mettere a fuoco quali siano gli eventi traumatici che la inducono a permanere in questo stato. Si tratta quindi di conoscere meglio se stessi, le cose che ci fanno stare male e trovare il coraggio di cambiare strada anche se questo può significare fare scelte inizialmente dolorose, ma certamente costruttive e positive più a lungo termine.
Cordialmente.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
i temi che qui porta potrebbero essere affrontati in una psicoterapia. Prenda in considerazione la possibilità di affidarsi ad uno specialista, la aiuterà a superare le difficoltà qui riportate.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, ha fatto bene a scrivere. Si trova in un evidente stato di blocco e prostrazione per le motivazioni che ha spiegato. Dovrebbe al più presto cercare uno spazio psicoterapeutico in modo da dare voce senza particolari censure ai suoi conflitti ed alle sue paure, in questo modo potrà iniziare un percorso di ricostruzione del Sè che la porterà a vivere meglio e con maggiore consapevolezza.
Dott. Francesco Miniati
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, la situazione da lei descritta sembra compatibile con difficoltà relazionali e pattern relazionali di dipendenza. Spesso le difficoltà relazionali hanno origini antiche all'interno della nostra storia. Le consiglio di rivolgersi ad un/a terapeuta che possa seguirla e aiutarla a riconnettersi con i suoi bisogni individuando delle modalità positive per prendersene cura, oltre alla gestione dell'ansia da lei nominata e dei pensieri negativi che ne derivano. Buona giornata!
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Chiara Quinto
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Carissima,
quello che stai vivendo potrebbe essere letto come un circolo vizioso di colpa, ritiro sociale e autosvalutazione. È come se ogni emozione negativa generasse pensieri duri verso te stessa ("non valgo", "faccio solo danni", "sono sbagliata") e questi pensieri, a loro volta, ti portassero a chiuderti ancora di più, a temere il giudizio e a isolarti. In questo meccanismo, più cerchi di proteggerti dal dolore, più il dolore cresce.
Credi che il senso di colpa ti serve o ti blocca?
Sentirsi in colpa per aver fatto del male a qualcuno è umano e può essere utile... se porta a comprendere, a riparare, a crescere. Ma se diventa un'identità ("sono una persona che sbaglia sempre"), allora non ti aiuta più: ti imprigiona. Ti sei già scusata? Hai provato a spiegarti? Forse ora il lavoro va fatto dentro di te, non più fuori.
Inoltre, il dolore al petto, la nausea, l’ansia… parlano di un corpo che chiede ascolto.
A volte il corpo dice quello che la voce non riesce più a esprimere. La tua ansia è forte, ma è anche un segnale: ti sta dicendo che hai bisogno di rallentare, accoglierti e ricostruire. Non in solitudine, ma con un aiuto concreto.
Ti suggerirei di valutare un percorso di terapia per imparare a riconoscere e interrompere il dialogo interiore auto-svalutante, imparare ad affrontare gradualmente il confronto con gli altri e riattivare il tuo senso di valore personale!
Rimango a disposizione su Roma ed online, un caro saluto
Dott.ssa Lucia Taddei
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Quando si ha un problema psicologico è bene provare ad uscirne da soli. Se la situazione permane è il caso di rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
Dott.ssa Stefania Pasquadibisceglia
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Lentate sul Seveso
Le dinamiche relazionali che racconti, i sensi di colpa, la fatica a comunicare e il dolore fisico legato all’ansia sono segnali importanti che meritano ascolto e cura. Un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a comprendere meglio il significato di quello che stai vivendo, rompere questo isolamento e ritrovare uno spazio in cui poter essere vista senza giudizio.
Dott.ssa Sara Baraccani
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Cesena
Da come descrive la sua situazione sembra vivere un profondo senso di tristezza e senso di colpa; si sente sbagliata e più si chiude in sé meno smentite ha di questo fatto. La psicoterapia, eventualmente con l'aiuto di qualche farmaco, potrebbe aiutarla a spezzare la ruota.
Dott.ssa Dafne Zikos De Santis
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, dalla situazione che lei descrive mi sempre di capire che c'è in lei una condizione di disagio e malessere. Sarebbe importante capire e approfondire le cause e le origini di queste sue difficoltà nel relazionarsi con gli altri.
La invito a prendere in considerazione di iniziare un percorso di psicoterapeutico per tornare ad essere una persona "solare e piena di vitalità" .
Per qualsiasi cosa rimango a disposizione,
un saluto,
Dott.ssa Dafne Zikos
Dott.ssa Liza Bottacin
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Padova
Ringrazio della condivisione; immagino che si senta sola, avvertendo la difficoltà a creare relazioni in cui possa manifestarsi autenticamente, e che si senta addolorata per la ferita inferta all'amica consolatrice. Attualmente il suo ritiro potrebbe essere una modalità per proteggere se stessa da ulteriori ferite (visto la lunga relazione tossica ) e/o gli altri dall'"esaurimento energetico" che sembrano subire in sua presenza. Naturalmente queste sue supposizioni sarebbero da indagare ancorandole a indizi, per coglierne l oggettività. Se teme il giudizio, potrebbe essere che sia proprio questo che blocca la sua possibilità di esporsi spontaneamente e profondamente. Provi a bypassarlo dicendosi che non può piacere a tutti e che le altrui opinioni su di lei non rappresentano la verità assoluta.
Coraggio non è una missione impossibile entrare in relazione, basta pensare che non è necessario fare sempre la mossa giusta, o ottenere l'approvazione altrui. Un passo utile è smettere di svalutarsi, e questo implica lavorarci; se non fa terapia, contatti qualche professionista che la possa sostenere in questo processo di valorizzazione di Sè.
Saluti
Dott.ssa Claudia Lotti
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera,quello che racconti è il vissuto di una sofferenza profonda e prolungata, che ha intaccato la tua capacità di sentirti libera, spontanea e in connessione con gli altri. Il senso di colpa, la paura del giudizio, l’ansia fisica e l’isolamento che descrivi non sono segni di debolezza, ma indicatori di uno stato di sovraccarico emotivo che merita ascolto e cura.

Non sei ‘sbagliata’: stai attraversando una fase complessa in cui i tuoi bisogni emotivi e relazionali sono rimasti senza risposta. La psicoterapia può aiutarti a riconoscere i meccanismi interiori che ti bloccano e accompagnarti verso un modo nuovo di stare con te stessa e con gli altri, più autentico e meno giudicante. Il fatto che tu abbia trovato le parole per raccontarlo è già un primo passo importante.”
Dott. Marco Romani
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Capisco bene la sua sofferenza e ho letto attentamente quello che ha scritto. Io lavoro online e tra i vantaggi che questo metodo presenta e’ proprio quello di evitare rapporti ravvicinati e che tendono poi a poter diventare “pericolosi” ed inconcludenti favorendo la fuga. Mi contatti pure se vuole saperne di più. Buona serata
Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
sicuramente emergono tanti tempi: giudizio, le relazioni, vittimismo...
A volte ci diciamo che "vogliamo" stare bene, ma non facciamo niente di diverso.
Freud disse che l'essere umano ha barattato la sicurezza per a felicità.
I sintomi ci danno anche dei "vantaggi", qual è il vantaggio per lei?
Una psicoterapia penso che potrebbe aiutarla ad intraprendere un viaggio CON e DENTRO se stessa.
Sono esperta in RELAZIONI DISFUNZIONALI, formata con la dott.ssa Canovi.
A disposizione.
In bocca al lupo!

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