Buongiorno gentili dottori. Ho cambiato lavoro un mese e mezzo fa, da lì la caduta. Passo le giorna

12 risposte
Buongiorno gentili dottori.
Ho cambiato lavoro un mese e mezzo fa, da lì la caduta. Passo le giornate tra ansia e tristezza catatoniche perché ho il peso di aver sbagliato questa scelta. Me ne sono andato perché avevo un capo e dei colleghi abbastanza tossici e qui è praticamente la stessa cosa. Soltanto che dov’ero prima avevo talmente tante cose da fare e tanto stress che le giornate mi volavano, qui invece non riesco a farmi passare le ore. Mi hanno isolato e mi stanno sottoimpiegando, nonostante lo stipendio sia alto (2200 euro/mese).
Il piacere dell’aumento di stipendio l’ho sperimentato forse per un giorno, poi sono ricaduto di nuovo nel circolo della depressione.
Qualche giorno fa la mia ragazza, stufa di vedermi arrivare a casa con il morale giù, mi ha detto che questo mio malessere sta influenzando il nostro rapporto di coppia e che devo darmi una “svegliata”. È vero, piacerebbe anche a me, ma mi sto rendendo conto che sono ancora legato al posto dov’ero. Ho anche provato a ribussare nuovamente alle loro porte, ma ho fatto soltanto la figura del perdente.
I problemi li riassumo brevemente: sono sottoimpiegato, non ho una posizione ben definita e quindi devo in qualche modo crearmi il lavoro (in un ambiente che non conosco), la persona che dovrebbe lasciarmi un po’ del suo lavoro non lo vuole fare perché sennò poi rimane lui senza (detto a voce a me). In tutto ciò aggiungo un responsabile assente che è qui da 4 mesi e che lavora soltanto a riunioni.
Tutte queste cose stanno influenzando pesantemente la mia vita: sono apatico, dormo o tanto o poco niente, salto i pasti e poi mi abbuffo, ho smesso di fare attività fisica.
La vedo proprio nera, sono sull’orlo di un esaurimento. A queste condizioni preferivo stare dov’ero prima.
Come posso sistemare questa cosa?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile utente, mi dispiace per la situazione faticosa che sta vivendo e per i vissuti che sperimenta.
Non esiste un prontuario pronto all'uso con le indicazione di cosa è giusto fare. Le difficoltà che sta vivendo, molte delle quali anche di natura relazionale, andrebbero approfondite in un percorso di psicoterapia. Uno spazio come questo la aiuterebbe a contattare i proprio bisogni, attivare le sue risorse e vivere meglio nei vari contesti della sua vita.
Se lo desidera, ricevo anche online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Salve, mi spiace davvero che stia attraversando un momento così duro, ma posso dirle che i cambiamenti qualche volta possono essere difficili da vivere, anche quando li abbiamo cercati attivamente. Questo perché, sebbene possa sembrare il contrario, spesso ci portiamo dietro il nostro vero Sé che ci porta a guardare il mondo sempre con gli stessi occhi. Allora occorre acquisire uno sguardo diverso per farci apparire le cose sotto una luce nuova, ma questo richiede un buon lavoro su se stessi.
Spero che queste poche parole le siano state utili. Un saluto, PF
Gentilissimo. Sta vivendo una situazione estremamente faticosa, aggravata dall’idea di aver commesso un errore e, verosimilmente, connessa a un processo di disadattamento dovuto ad un importante cambiamento di vita come quello che può derivare da un nuovo lavoro, peraltro non particolarmente appagante e soddisfacente. Sicuramente il tempo potrà fare molto ma, al momento, ci sono dei campanelli d’allarme che non devono essere sottovalutati e che meritano di essere ascoltati, come la disregolazione del sonno/alimentazione etc. Ha pensato di effettuare un primo colloquio di consulenza così da valutare se un supporto psicologico possa fare al caso suo in questo delicato passaggio della sua vita?
Buongiorno,
è proprio vero che l'ambiente di lavoro e il proprio ruolo lavorativo sono per molte persone un aspetto fondamentale della propria identità, quindi è comprensibile che abbia un impatto così forte sul suo umore, sulle sue abitudini e relazioni quotidiane. Allo stesso tempo, forse sarebbe interessante per lei capire se in questa dinamica, che porta a senso di isolamento e non riconoscimento e che si è ripetuta anche sul nuovo luogo di lavoro, gioca una parte anche lei, probabilmente in modo non consapevole. Ad esempio, come influisce l'immagine che ha di sè: come mai si definisce "un perdente?" Come hanno già suggerito i colleghi, e dato lo stato di malessere che lei riporta, potrebbe esserle utile una consulenza più approfondita con un professionista, che la aiuti a definire meglio il problema che sta affrontando e che le sia vicino in questo momento di difficoltà. Un saluto
Buongiorno. Si comprende a pieno la sua frustrazione da ciò che ha raccontato Ognuno di noi può vedere sè stesso, gli altri e la relazione di sè con gli altri con lenti colorate diverse. Questo può avere i suoi pregi ma ha anche il suo lato negativo: quando queste lenti sono "rotte", iniziamo a interpretare sia eventi esterni (ad esempio, le dinamiche sul luogo di lavoro) che pensieri intrusivi, sensazioni e esperienze interne in un modo maladattivo, mettendo in atto varie strategie di coping (che possono consistere anche in un rimuginio intenso) che ci fanno stare peggio. Tutto ciò può essere alimentato da emozioni come ansia e tristezza. L'ideale sarebbe intraprendere un percorso terapeutico che la possa aiutare ad avere più auto-consapevolezza, con ad esempio l'utilizzo di tecniche che permettono di cambiare il modo con cui si relaziona ai propri pensieri, vivendo più serenamente e aggiustando le "lenti rotte" con cui guarda sè stesso e gli altri, oltre a capire come affrontare al meglio contesti che ad oggi la fanno sentire a disagio.
In ogni caso, le faccio un grande in bocca al lupo per tutto.
Dott.ssa Lo Re Chiara
Psicologa Psicoterapeuta
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Salve, la sua ragazza ha ragione, deve darsi "una svegliata", ha tempo per organizzarsi anche online nella pausa di lavoro con una terapia online altrimenti in presenza ma inizi prima che questa sua modalità faccia altri "danni". Forza
Gentile utente, mi dispiace per quel che sta vivendo ma forse questo stato depressivo che sta vivendo è il sintomo di qualcosa che più profondamente la logora dal suo interno e la fa star male. Probabilmente dovrebbe riaffacciarsi al mondo con più vitalità ma andando a ricercare, e comprendere perchè è sparita, quell'energia compressa al suo interno. A mio avviso avrebbe necessità di un percorso di psicoterapia per iniziare a smuovere quanto ad oggi ai suoi occhi sembra così immobile. Se desidera io ricevo sia in presenza che on line. Cari saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
Buonasera a lei, ho come l'impressione che il tempo le sfugga di mano. Come se ogni cosa che accada comprometta fortemente l'immagine che lei ha di sé stesso. Ho l'impressione che lei abbia tanti riflettori puntati addosso e tante persone che non vuole assolutamente deludere, e seppure avrà soddisfatto tutti, resterà sempre il giudice più severo, lei stesso. Ho avuto questa impressione perché penso la sua struttura di personalità sia impostata sul raggiungimento di vette molto alte, senza mai abbassare il livello di altitudine. Tuttavia anche i volatili più maestosi del cielo sanno prendersi momenti di bassa quota per poi risalire, come un fisiologico meccanismo di ripresa. Per lei non è un meccanismo di ripresa, ma un supplizio. Lei non ha problemi con le alte quote, ma a bassa quota. Un percorso terapeutico sistemico-familiare che valuti i nodi della sua storia e del suo presente che generano in lei queste irrequietezze potrebbe esserle utile.
Resto a disposizione per le sue necessità.

Dott. Festa Simone
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Capisco il peso del cambiamento lavorativo e come la situazione attuale le stia causando ansia e tristezza. Questa situazione potrebbe essere un periodo di transizione e adattamento, amplificato da dinamiche problematiche simili al precedente ambiente lavorativo. Il senso di isolamento e sottoimpiego può generare facilmente frustrazione. Le consiglio di valutare l'idea di vedere un terapeuta per affrontare queste criticità. Nel frattempo, definisca meglio il suo ruolo attuale, comunicando ai responsabili le sue competenze e la volontà di contribuire maggiormente alle dinamiche lavorative. Riprenda gradualmente le attività fisiche e sociali che le davano benessere. Ogni fase di cambiamento richiede tempo, ed è normale sentirsi disorientati. Se lo desidera sono disponibile per ulteriori riflessioni e approfondimenti. Coraggio! Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Ciao
Sembra che tu stia attraversando un momento molto difficile e sento quanto sia pesante la situazione che stai affrontando. È normale sentirsi così sopraffatti quando ci si trova in un ambiente lavorativo tossico e non soddisfacente.
Prima di tutto, voglio dirti che non sei solo e che ci sono modi per affrontare questa situazione. È importante prendere in considerazione alcune azioni che potrebbero aiutarti a trovare un equilibrio e a migliorare la tua situazione.
1. Parla con il tuo datore di lavoro o con un superiore: esponi apertamente le tue preoccupazioni riguardo alla tua posizione attuale e alla mancanza di soddisfazione nel lavoro. Potrebbe essere utile comunicare le tue aspettative e discutere la possibilità di assegnarti compiti più stimolanti e significativi.

2. Esplora altre opportunità di lavoro: se la situazione attuale non migliora e ti senti costantemente sottovalutato e sottoutilizzato, potresti valutare la possibilità di cercare un nuovo lavoro. Prenditi del tempo per esplorare altre opportunità che potrebbero essere più in linea con i tuoi interessi e le tue capacità.
3. Cerca supporto professionale: considera l'opportunità di parlare con uno psicoterapeuta per affrontare i tuoi sentimenti di depressione e ansia legati al lavoro. Un professionista può aiutarti a esplorare le tue emozioni, sviluppare strategie di coping e prendere decisioni consapevoli per migliorare la tua situazione.
4. Fai attenzione al tuo benessere emotivo e fisico: cerca di mantenere un equilibrio tra lavoro e vita personale dedicando del tempo alle attività che ti piacciono e che ti fanno sentire bene. L'attività fisica, una dieta equilibrata e il riposo sono fondamentali per il tuo benessere complessivo.
5. Comunica con la tua partner: condividi apertamente i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni con la tua ragazza. È importante mantenere una comunicazione aperta e sincera nel vostro rapporto e cercare supporto reciproco durante i momenti difficili.
Ricorda che è importante prenderti cura di te stesso e cercare il supporto di cui hai bisogno per affrontare questa sfida. Non esitare a cercare aiuto e a prendere le misure necessarie.
Spero di essere stata utile. Sono disponibile anche online.
Cordialmente
Dott. Tiziana Vecchiarini
Gentile utente, quando cerchiamo i cambiamenti sono nella realtà esterna e “fuggiamo” poi arriva la delusione.. perché la maggior parte delle volte ci ritroviamo comunque in schemi disfunzionali. Il vero cambiamento parte da dentro o comunque è lì che va preparato. Anche quando ci sentiamo “vittime” c’è una quota di responsabilità in noi.. ed é quello di cui dobbiamo diventare consapevoli.
Provi a parlarne con un professionista.
Dr.ssa Damiano Maria

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