Buonasera! Ho 25 anni e soffro di pesante depressione, ansia, attacchi di panico che sfociano nell'a

20 risposte
Buonasera! Ho 25 anni e soffro di pesante depressione, ansia, attacchi di panico che sfociano nell'autolesionismo e istinti suicidi. Prendo il LORANZEPAM, PAROXETINA e HALDOL da cinque anni, ma penso non facciano più effetto perché non provo più piacere nel fare niente. Gli unici momenti in cui sto "bene" sono quando abuso di Lorans fino ad essere assuefatto. Vi ringrazio in anticipo

Cordiali saluti
Dr. Davide Livio
Psicologo, Psicoterapeuta
Rho
Buongiorno, vista la situazione farmacologica complessa, si rivolga al suo medico. Potrebbe chiedere a lui se ritiene opportuno iniziare un percorso di psicoterapia o rivalutare la terapia farmacologica.
in bocca al lupo
Davide Livio

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Dr. Sergio Poletti
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Verona
In effetti è possibile che dopo un certo tempo i farmaci assunti non facciano più effetto,sia perché può essersi verificata una forma di assuefazione,sia perché la patologia nel tempo si è modificata.
Premesso,come dico sempre,che nessun farmaco risolve ma contiene la sintomatologia e/o coadiuva una psicoterapia seria e fatta bene,nel suo caso non avrei dubbi a richiedere una consulenza farmacologica aggiornata alla situazione attuale. Da lì poi riflettere su cosa si vuole fare
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, ritengo utile esporre la questione al medico che ha prescritto i farmaci, figura professionale più competente in materia.
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere l'efficacia dell'intervento combinato ossia costituito da farmaco più psicoterapia dunque la invito, qualora non lo avesse fatto, a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Orianna Miculian
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trieste
Salve, grazie per aver condiviso il suo disagio, è un buon inizio per iniziare ad affrontarlo. E' possibile che il suo organismo, ormai abituato a quei farmaci, non risponda più, si rivolga al suo medico affinché valuti la situazione. Tuttavia le consiglio di affrontare il problema non soltanto farmacologicamente, un percorso psicologico le permetterebbe di costruirsi uno spazio tutto suo in cui raggiungere, con l'aiuto del terapeuta, una migliore autoconsapevolezza e di identificare quei pensieri, rigidi e disfunzionali, che le impediscono di stare bene, individuando anche le strategie più adatte a modificarli.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente
dott.ssa Miculian
Dott.ssa Daniela Chieppa
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Salve, parlare con il suo medico di riferimento di questi suoi sintomi è molto importante. Inoltre, affianchi a psicoterapia ad orientamento cognitivo comportamentale per lavorare sulla sintomatologia che riferisce.
Resto a disposizione per approfondimenti.
Un saluto.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Dott.ssa Sabrina Scarpetta
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Salerno
Buonasera mi dispiace per la situazione , per quanto riguarda l'uso dei farmaci deve parlarne con il medico che glieli ha prescritti . Le consiglio di affiancare alla terapia farmacologica una psicoterapia cognitivo-comportamentale . Per qualsiasi altra informazione resto a sua disposizione . Cordiali saluti
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, in merito ai farmaci deve assolutamente parlarne col medico che l'ha prescritti e che la segue. Le suggerisco di affiancare alla terapia farmacologica un percorso psicologico per analizzare e se possibile risolvere le cause del suo disagio. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentile utente, in materia di medicinali, è utile che lei si rivolga direttamente ad un medico in modo da approfondire con esso i suoi dubbi,
Cordialmente, AV
Dott. Antonio Panza
Psicoterapeuta, Psicologo
Marano di Napoli
Buonasera, probabilmente è necessario rimodulare la terapia, si rivolga allo psichiatra che le ha prescritto i farmaci o se non le è possibile ad un'altro di fiducia. Le consiglio inoltre di prendere in considerazione l'idea di intraprendere una psicoterapia per provare ad esplorare le ragioni del suo disagio ed ottenere il sostegno umano di un professionista, sono a sua disposizione per domande più specifiche in proposito. Dott. Antonio Panza
Dott.ssa Maria Zaupa
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Vicenza
Gentile paziente, è importante che lei si rivolga al suo medico per un'eventuale rimodulazione della terapia. Non è chiaro se oltre all'aspetto farmacologico abbia intrapreso un percorso di terapia personale; iniziare un trattamento psicoterapico la aiuterebbe non solo a sostenere la terapia farmacologica dal punto di vista psicologico ma anche e soprattutto a cogliere ed approfondire gli aspetti di disagio profondo collegati alla sintomatologia da lei descritta. Le auguro di poter vivere la sua giovinezza. Dr. Maria Zaupa
Dott. Marco Filippini
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Acerra
Salve, si rivolga ad uno Psichiatra per rimodulare la terapia, inoltre le consiglio una psicoterapia per esplorare proprio il suo vissuto e come si sente nel "Qui ed ora" anche in riferimento ai farmaci che prende
Dott.ssa Valentina Di Giovanni
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, attualmente è seguito da un medico psichiatra per la questione farmacologica? Le consiglierei di affiancare al piano farmacologico una consultazione psicoterapeutica che possa esserle di aiuto e sostegno.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Luisa Anibaldi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Senigallia
Buongiorno avrei bisogno di ulteriori elementi per poter esprimere un opinione o fornirle un consiglio.
Per prima cosa sarebbe utile rivolgersi ad un medico psichiatra per rimodulare la terapia farmacologica; in aggiunta sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia sistemico relazionale al fine di prendere in considerazione anche il contesto in cui si manifesta la sua sofferenza
Dott.ssa Ombretta Di Teodoro
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Ariccia
Buongiorno, chieda un parere al suo medico riguardo gli effetti che sta provando e, nel caso, modificare la terapia farmacologica. Le consiglio di associare un percorso psicoterapeutico alla terapia coi farmaci. Cordiali saluti, Ombretta Di Teodoro
Dott.ssa Arianna Corotti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Non ho capito se lei accompagna il trattamento farmacologico con una psicoterapia. A volte i farmaci da soli non bastano. Parli con il suo psichiatra e valuti con lui l'opportunità di essere seguito anche psicologicamente.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, se ha preso per 5anni i farmaci senza unire ad essi un percorso di psicoterapia é normale che accada quello che descrive.
Per l’azione del farmaco si deve rivolgere al medico di riferimento, tuttavia una psicoterapia è fortemente consigliata, Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Antonella Cramarossa
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bari
Gentile utente, potrebbe valutare insieme al suo medico di modificare la terapia farmacologica, così come scegliere di integrarla ad un percorso di psicoterapia. Spesso, l'assunzione dei farmaci è necessaria, ma non sufficiente per curare la condizione patologica di cui soffre; un percorso di psicoterapia sarebbe sicuramente utile per affrontare ciò che nella vita l'ha destabilizzata fino a questo punto. Cordiali saluti, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Dott. Mauro Vargiu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Milano
Gentile utente,

Intraprendere un percorso di psicoterapia rappresenta un atto di profonda cura verso se stessi. È uno spazio sicuro e riservato dove poter esplorare pensieri, emozioni e comportamenti in modo autentico, senza timore di giudizio. La psicoterapia non è soltanto uno strumento per affrontare difficoltà o disagi, ma anche un'opportunità per conoscersi meglio, sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e costruire strategie efficaci per affrontare le sfide della vita quotidiana.

Un percorso terapeutico è personalizzato: si adatta ai suoi bisogni e alle sue esperienze, permettendole di lavorare su ciò che ritiene importante, con il supporto di un professionista che la accompagna nel suo cammino di crescita personale. Il primo passo è spesso quello più difficile, ma può essere anche il più significativo.

Cordiali saluti,
Dottor Mauro Vargiu
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Buonasera, mi dispiace molto per quello che stai attraversando. Quello che descrivi sembra essere una situazione complessa e dolorosa, che merita attenzione e un supporto adeguato. La depressione, l’ansia, gli attacchi di panico e il ricorso all’autolesionismo sono segnali di un forte malessere psicologico che non dovrebbe essere ignorato.

Il fatto che tu senta che i farmaci non siano più efficaci potrebbe essere un indicatore che è necessario rivedere il trattamento, ma è fondamentale farlo sotto la supervisione di un professionista. Abusare di farmaci come il Lorazepam può essere pericoloso e aggravare ulteriormente la tua condizione, portando anche a dipendenza, quindi è importante che tu ne parli con il tuo medico o psichiatra. La sensazione di assuefazione che provi potrebbe significare che il tuo corpo si è adattato al farmaco, riducendo il suo effetto terapeutico, ma l’autosomministrazione in dosi più alte è un rischio serio per la tua salute fisica e mentale.

In questo momento, ti consiglio di cercare supporto immediato. Potresti iniziare parlando con il tuo medico, che potrebbe indirizzarti verso un aggiustamento del trattamento o una terapia alternativa. Se ti senti in pericolo, per te o per gli altri, non esitare a cercare supporto da un pronto soccorso o a contattare una linea di emergenza per la salute mentale.

Oltre ai farmaci, la psicoterapia può essere molto utile, in particolare la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) o la Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT), che sono spesso utilizzate per trattare problemi legati alla depressione e agli attacchi di panico. Queste terapie aiutano a cambiare il modo in cui pensiamo e reagiamo agli stimoli emotivi, fornendo strumenti per gestire meglio le emozioni.

Non affrontare questo percorso da solo: anche se può sembrare difficile, la cosa più importante è chiedere aiuto. Spero che tu possa trovare la strada giusta per stare meglio, e ti auguro di ricevere il supporto che meriti.
Dott.ssa Denise Cavalieri
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Ravenna
Buonasera sono la Dott.ssa Denise Cavalieri di Ravenna. La ringrazio molto per aver condiviso con noi la sua esperienza. Sembra che Lei stia attraversando un momento difficile e complesso. Trovare momenti per stare "bene" solo attraverso l'abuso di Lorazepam è un segnale di una sofferenza profonda che necessita di attenzione.
È importante considerare che l'abuso di farmaci può avere conseguenze pericolose per la salute e creare una dipendenza che rende ancora più difficile affrontare i problemi di base. I farmaci psicotropi, sebbene utili, possono avere effetti collaterali e la loro efficacia può diminuire nel tempo. È fondamentale che qualsiasi cambiamento nella terapia farmacologica o qualsiasi valutazione sull'efficacia dei farmaci avvenga esclusivamente sotto la supervisione di un medico.
Il "non provare più piacere nel fare niente" è un sintomo comune in diversi stati di malessere psicologico e può essere molto debilitante. Affrontare questo stato richiede un percorso che può includere diverse strategie.
Considerare un supporto professionale può essere un passo importante.
Esistono diversi approcci psicoterapeutici che potrebbero aiutarla a esplorare le cause profonde del suo malessere, a sviluppare strategie di coping più funzionali e a ritrovare un senso di benessere e piacere nella vita.
Un terapeuta può aiutarla a comprendere meglio i suoi stati emotivi, a gestire l'ansia e a lavorare sui pensieri e comportamenti che contribuiscono alla sua sofferenza.
Non è necessario affrontare tutto questo da solo. Cercare aiuto è un segno di forza e un passo cruciale verso il recupero. Ci sono professionisti pronti ad offrirle il supporto di cui ha bisogno. Se è interessato ad un colloquio mi può contattare, ricevo anche online. Resto a disposizione. Cordiali saluti. Denise

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