Buon pomeriggio Vi scrivo nella speranza di ricevere un aiuto diverso dai tanti ricevuti in questi

15 risposte
Buon pomeriggio
Vi scrivo nella speranza di ricevere un aiuto diverso dai tanti ricevuti in questi lunghi anni
La mia storia inizia da piccola, quando mio padre (maniaco del controllo e molto narcisista), comincia a mettere le basi per ciò che sarebbe diventata la mia infanzia/adolescenza. Controllo, privazioni, violenza, sia fisica che psicologica: erano tante infatti le occasioni in cui mi veniva detto che ero una persona orribile, manipolatrice, falsa, doppiogiochista, e che se non fossi cambiata e non fossi diventata una persona migliore, nessuno mi avrebbe mai amata, nessuno sarebbe mai rimasto al mio fianco.
Non sto qui a raccontare nel dettaglio tutti gli eventi che si sono presentati, ma perché si capisca al meglio la mia situazione, sostanzialmente mio padre mi ha sempre voluta e desiderata come la rappresentazione di un’immagine che lui si era creato su ciò che doveva essere sua figlia. Brava a scuola, obbediente, rispettosa, diligente. Non appena io mi allontanavo da questa immagine, (andavo male a scuola o rispondevo in modo scortese, o volevo fare una delle tante cose che lui mi proibiva, come truccarmi) allora iniziavano le botte e le vessazioni psicologiche.
Quando mia madre provava a prendere le mie difese, lui ci guardava con disprezzo e la incolpava di essersi fatta manipolare e prendere in giro da me.
Tutto questo è durato fino ai 17 anni, quando ho smesso di parlargli e ho preso in mano la mia vita, cominciando a fare le cose che mi erano sempre state vietate, come uscire con le mie amiche o frequentare un ragazzo. Questo ha comportato una separazione in casa tra i miei genitori che è durata per 4 anni.
Contemporaneamente, io ho iniziato un percorso di psicoterapia che mi ha aiutato pian piano a perdonare mio padre e ricominciare a parlare con lui, tentando di ricostruire un rapporto. Ho imparato a gestire il suo carattere e a farmi rispettare, tant’è che adesso abbiamo un rapporto civile e quasi affettuoso (nei limiti dell’affetto che entrambi riusciamo a dimostrare).
Io mi sono laureata, lavoro, e sono andata a vivere da sola.
Sembrava che tutto si fosse rimesso a posto. Invece è stato proprio a causa di questa transizione, che le cose hanno iniziato ad andare veramente male.
Ho conosciuto un ragazzo all’università, e sono andata a convivere.
Da lì, i miei comportamenti autodistruttivi hanno piano piano logorato il nostro rapporto, portandoci alla fine ad una rottura (che non so se sia definitiva). Il problema è iniziato con una mia diagnosi di DOC da relazione, continuato con una diagnosi di Disturbo borderline, che è sfociato poi in periodi di profonda depressione.
Io mi sono spesso interrogata sul perché fosse successo tutto questo, e l’unica risposta a cui sono arrivata è la seguente: per tanto tempo non ho avuto niente di ciò che desideravo, un abbraccio da mio padre, il suo sostengo, un suo incoraggiamento, un suo “ce la puoi fare!” “Tu sei una bella persona”, non ho mai avuto qualcuno che mi amasse incondizionatamente e basta, che perdonasse i miei errori da adolescente, che mi capisse e semplicemente continuasse ad amarmi anche quando non ero esattamente la persona migliore del mondo. Quando ho incontrato il mio ragazzo, ho iniziato a pretendere tutto questo, come se mi fosse dovuto. Come se avessi iniziato letteralmente a mangiare con voracità l'amore che mi veniva dato, come se non mi bastasse mai: pretendevo che mi si perdonassero tutti gli errori perchè io poverina ero malata, che lui si annullasse per me solo perchè io ne avevo bisogno. Gli ho rovinato intere serate, l’ho fatto piangere, l’ho fatto allontanare, e ogni volta mi riavvicinavo a lui con la promessa che sarei stata migliore. E migliore non lo sono mai diventata. Non importava quanto mi dimostrasse: non bastava mai.
Se mi portava la Luna, io volevo Marte. Se per una sera invece che stare con me voleva guardarsi un film, allora lo accusavo di non amarmi davvero. Lui mi ha più volte manifestato il suo disagio, più volte si è allontanato da me e ha provato a lasciarmi, ma alla fine tornava sempre. Io dal canto mio non ho mai ascoltato i suoi avvertimenti, i campanelli d'allarme, me ne sono sempre fregata fino a che lui è arrivato al limite e mi ha lasciata.
Sono stata profondamente egoista. E quando sembrava che lo avessi capito, in realtà durava solo qualche settimana, e dopodiché ricominciavo con il mio modus operandi.
La mia domanda è: come rendersi migliori nonostante le ferite che si hanno dentro?
Io da sola proprio non ci riesco. Sono cosi concentrata sul mio dolore che vedo solo me stessa e mai l'altro, con il risultato di aver distrutto un bellissimo rapporto.
Grazie a chiunque mi risponderà.
Buonasera,
mi dispiace molto per la sua situazione, capisco che sta soffrendo molto. Dal lungo messaggio scritto, è chiaro che una risposta scritta qui in poche righe non apporterà il sollievo necessario, ed il mio invito è quello di cercare soluzioni diverse. So che ha già affrontato percorsi psicoterapeutici, ma si ricordi che comunque ogni terapeuta può darle un punto di vista diverso ed è comunque un arricchimento. Inoltre è normale, siccome la vita è un cambiamento e possono sorgere situazioni spiacevoli, rivolgersi nuovamente ad uno specialista, con cui approfondire e rispondere alle sue domande più profonde
Le auguro il meglio.
dott Tealdi

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Salve, sono d'accordo col collega, non rinunci all'idea di intraprendere un nuovo percorso psicologico. Ogni professionista le darà uno spunto nuovo su cui poter ragionare.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve. Il dolore per le ferite subite, per poterlo superare e per potersene liberare, va vissuto fino in fondo. Altrimenti continuerà a condizionare la vita, nonostante la volontà e desiderio di cambiamento. Il cambiamento avviene quando, indipendentemente dalla volontà ed impegno, non si è più come prima, perché il dolore per le ferite subite, pian piano che si attenua, non attiverà più la stessa modalità reattiva. Si conceda la possibilità di proseguire o riprendere un percorso psicoterapeutico con una persona che possa accompagnarla un pó più in profondità nel vissuto del dolore, per poter stabilire in futuro, relazioni affettive senza il condizionamento dei vissuti passati. Distinti saluti
Buongiorno, premettendo che è difficile dare indicazioni senza conoscere bene la situazione, la prima cosa che mi viene in mente è che nel rapporto con il suo ragazzo lei ancora richieda la presenza di suo padre, in una sorta di identificazione con lui, anche se l'ha fatta tanto soffrire, che le fa ripetere continuamente quei comportamenti, come se lui fosse ancora vicino.
E' necessario che lei torni su quel padre interiorizzato, distruttivo, che ancora parla dentro di lei. Ha ancora bisogno di lavorare su se stessa. Tanti auguri
Buongiorno, la storia di sviluppo che racconta, intrisa di umiliazioni, svalutazioni, di anaffettività, perlomeno da parte paterna, ha comportato una serie di ferite traumatiche che spesso convogliano nei disturbi che le hanno diagnosticato. Spesso si rivive, si ri-agisce - in estrema sintesi - il triangolo drammatico carnefice-salvatore-vittima, per cui chi ha subito abusi, diventa a sua volta carnefice. Anch'io le suggerisco di intraprendere un nuovo percorso psicoterapeutico, che potrà terminare quando riterrà più opportuno, proprio per poter riparare insieme ad un professionista, quelle ferite dello sviluppo che ancora fanno molto male e attivano schemi procedurali del tutto disfunzionali.
Nel rendermi disponibile ad aiutarla, la saluto cordialmente.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Prenota subito una visita online: Colloquio psicoterapeutico - 60 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Buonasera,
la sua è una domanda profonda ed importante, alla quale è molto difficile rispondere sinteticamente.
A volte può capitare di inciampare nuovamente quando le cose cambiano, ma la sua buona capacità di autoanalisi può essere una risorsa d'aiuto importante, associata alla ripresa di un percorso psicoterapeutico.
Valuti la possibilità di riprendere ciò che l'ha fatta stare meglio.
Cordialmente, EP
Salve, il fatto di riuscire a vedere come si agisce ed esserne consapevole è il primo passo. Le suggerirei di intraprendere un percorso psicologico non tanto per comprendere il passato quanto per agire sul presente. Il disagio che prova va compreso nella sua storia di vita attuale, nelle dinamiche emotive che sorreggono questo suo malessere oggi.
Lo affronti prendendosi cura di sé, della sua storia. Non c'è nulla che determina il futuro a priori, nemmeno un passato difficile.
Rimango a disposizione, anche online.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Salve è una buona possibilità per lei contattare nuovamente uno psicoterapeuta per continuare il lavoro che ha iniziato. Allo stato attuale non è possibile prevedere con precisione gli esiti di un lavoro di questo tipo ma la letteratura in materia conferma che sono possibili dei cambiamenti negli equilibri fra le varie parti che compongono la nostra personalità, Pertanto valuti ora lei se rimanere in questa situazione e riprendere un percorso di cambiamento. Un cordiale saluto
Buongiorno. Concordo con il suggerimento di riprendere un percorso psicoterapico, per affrontare i vissuti psichici che tanto hanno interferito nel suo legame di coppia. Inoltre la consapevolezza, che lei manifesta a proposito delle sue responsabilità nell'aver sabotato il proprio rapporto di coppia, rappresenta un requisito importante dal punto di vista prognostico e, pur avendo già effettuato un percorso psicologico, ravvedo l'utilità di iniziarne un altro, per affrontare/superare i suoi conflitti interiori, che la relazione di coppia ha fatto riaffiorare.
Cordialmente.
M.M.
Buongiorno, la sua lettera mi ha commossa sia per il dolore che ne trapela sia per la sua consapevolezza. Il fatto di avere compreso alcune nostre dinamiche relazionali non implica necessariamente un cambiamento emotivo e un cambiamento nel comportamento. La sua storia è stata una storia di relazioni traumatiche( almeno quella con suo padre) che le ha lasciato delle ferite, e le ferite vanno curate. A volte un solo percorso terapeutico non è sufficiente. Si dia il permesso di iniziarne un altro ma non per essere una persona migliore, perchè ciò già implica un giudizio negativo su se stessa, ma per essere la persona che lei può essere. Rimango a disposizione
Un caro saluto, dott.ssa Laura Tavano
Buona sera gentile utente, la sua consapevolezza rispetto alle sue fatiche e alle sue aree di criticità le saranno molto utili nel momento in cui deciderà di riprendere il percorso psicologico con il suo terapeuta passato o nel momento in cui valuterà di iniziare un nuovo percorso con un terapista differente.
rimango a sua disposizione per qualsiasi necessità. Cordiali Saluti Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, sembra che lei abbia una grande consapevolezza di sé stessa e sei suoi meccanismi. Il consiglio è di intraprendere di nuovo un percorso psicoterapeutico per affrontare questo momento. In passato è riuscita a costruire un rapporto con suo padre, dopo tanto dolore, credo che riuscirà a superare w gestire questo suo senso di vuoto.
Un saluto
Claudia m
Buongiorno, bene avere razionalmente chiara la situazione, ma qualcosa nel suo vissuto amoroso riporta ad una dinamica amorosa di una bambina che vuole per se tutto per non sentirsi ancora una volta " non amata". Se scrive qui probabilmente è arrivato per lei il momento di permette a questo amore di maturare in un modo in cui si può permettere di guardare l'altro, il suo ragazzo, non come qualcuno che appaghi un suo antico bisogno affettivo, ma qualcuno con il suo modo di essere, i suoi bisogni, desideri, qualcuno da amare nonostante la paura. E' importante che quella bambina cresca, permettendole di chiarire le emozioni che si attivano nella sua relazione di coppia che la travolgono in un modo autodistruttivo, rovinando la sua relazione. Ha bisogno ancora di una mano avanti se mi scrive di dov'è le posso consigliare qualcuno che può essere incisivo su queste dinamiche.
Salve, da quel che leggo sembra che il suo problema di rapporto con suo padre non sia stato risolto e lo ha trascinato nella relazione con il suo nuovo compagno, logorando la cosa. Le consiglio una nuova terapia psicologica per analizzare il tutto. Saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentilissima, la ringrazio per averci contattato. Quello che ci descrive sono probabilmente ferite antiche che sono in qualche modo riemerse nella sua ultima relazione. Le consiglierei di iniziare un nuovo percorso individuale di psicoterapia, in modo da rinforzare la sua autostima e sviluppare un diverso modello di relazione affettiva, lavorando sui suoi vissuti di vuoto che necessitano di profonda elaborazione. Resto a disposizione per un consulto, Cordiali Saluti.

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati o richieste di una seconda opinione.
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.