Buon Pomeriggio, ho dei sintomi che purtroppo da un pò di mesi mi causano malessere perchè mi sento

24 risposte
Buon Pomeriggio, ho dei sintomi che purtroppo da un pò di mesi mi causano malessere perchè mi sento come distaccato dalla realta, come se vedo tutto distante, o dentro una bolla...
ma quello che mi preoccupa ancora di più da un po' di tempo si e no 1 settimana poco più, ho paura di essere paranoico (schizofrenia paranoide), anche se non so se si tratta di paranoia oppure di pensieri intrusivi, tutto è iniziato con la paura forte di impazzire ed ho iniziato ad avere timore di avere le allucinazioni, anche se non ne ho mai avute..
Ero venuto poi a conoscenza dei "deliri" paranoici negli schizofrenici e ho iniziato ad aver paura che fosse il mio caso, addirittura una sera avevo l'impressione di essere osservato nonostante sapessi non ci fosse nessuno.
Ho iniziato poi a pensare che potessi iniziare a pensare che tutto intorno a me fosse finto, che io fossi in coma e le mie fossero allucinazioni, di iniziare a credere che gli altri volessero uccidermi (ovviamente non ci credevo davvero).
Ieri, però, ho toccato il fondo, mentre bevevo una bevanda ho pensato: "pensa se fosse stata drogata e tu impazzissi per gli effetti della droga", mi sono agitata talmente tanto da arrivare ad avere un attacco di panico.
La mia paura non era tanto quello che fosse stato drogato, ma che io potessi impazzire per gli effetti della droga.
Ora ho paura di iniziare a pensarlo per qualsiasi cosa, che questo sia un inizio di paranoia. perchè ho letto che la paranoia e un sintomi di psicosi..
in più mi vengono pensieri del tipo e mi mettono anche paura, che durante il giorno a lavoro mi viene che non ho voglia di fare nulla essendo che mi sento così, quindi mi passa per la testa chissà se il mio collega mi fa la spia che ielo dice al datore di lavoro che io sto seduto certe volte e quindi mi licenzia...
ho avuto anche altre paure che per adesso non ho più per esempio che io potessi fare del male a chi avevo vicino, oppure mentre guidavo di buttarmi nella corsdia opposta, oppure di aprire lo sportello della macchina e buttarmi, però ripeto questi pensieri non li ho più per adesso ho tutti i sintomi e paure che ho scritto sopra... infatti la mia paura più grande che tutte queste paure mi possono portare in psicosi, lo so che online non si possono fare delle diagnosi, ma almeno posso sapere queste paure da cosa possono essere causate...
Secondo voi, nel DOC, si possono avere queste manifestazioni? oppure e tutto deliri o paranoia... grazie
Dott. Rocco Ressa
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Palagiano
Gentilissima, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso ciò che sta vivendo. Comprendo benissimo che i sintomi che descrive la costringono a vivere momenti di grande angoscia, tuttavia, è importante sottolinearle che lei non è solo e che esistono delle spiegazioni e dei percorsi terapeutici efficaci attraverso cui lei può affrontare questo momento. I sintomi che descrive sembrano compatibili con un Disturbo Ossessivo Compulsivo, disturbo caratterizzato, fra l'altro, da ossessioni mentali senza comportamenti compulsivi palesi. Le persone che soffrono di questo disturbo sono tormentate da pensieri intrusivi e, spesso, dalla paura di impazzire oppure di far del male a se stessi o ad altri. Voglio dirle che questi sono pensieri che non rappresentano un suo reale desiderio e che non fanno parte della sua volontà. Non avere voglia di far nulla, sentirsi come "in una bolla" o vedere tutto come se fosse lontano, sfumato, rientra nel fenomeno noto come derealizzazione o depersonalizzazione, spesso collegato ad ansia intensa o attacchi di panico. Questi sintomi sono la risposta del cervello al forte stress e alla paura che prova, ma non sono sintomi psicotici. Ascolti il mio consiglio, il suo Disturbo è molto frequente ed è assolutamente trattabile anche con buoni risultati. Si rivolga al più presto ad uno psicologo o a uno psichiatra, chieda aiuto e supporto, vedrà che il percorso di cura che le sarà proposto la tirerà fuori dall'incubo che sta vivendo. un ultimo consiglio, lasci stare internet che può essere anche utile per informarsi, ma non serve assolutamente a comprendere quel che sta succedendo in lei. La saluto.

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Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, comprendo bene quanto questi vissuti possano essere sconvolgenti e quanto destabilizzi trovarsi in balia di pensieri così intensi e spaventosi, soprattutto quando non si riesce a dar loro un significato rassicurante. Il sentirsi "distaccato dalla realtà", come se si fosse dentro una bolla o si guardasse il mondo da lontano, è una condizione che chiamiamo derealizzazione, e che spesso si accompagna a uno stato di ansia molto elevata o di forte stress psico-fisico. Si tratta di una risposta difensiva della mente, un po' come se, in un momento di sovraccarico, cercasse di "scollegarsi" temporaneamente dalla realtà per proteggersi.

Le paure che descrive (il timore di impazzire, di perdere il controllo, di avere pensieri assurdi o pericolosi, di vivere in un'illusione o di sviluppare una malattia mentale grave) sono comuni nei disturbi d’ansia, in particolare nel Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) ad alto tono ansioso e con contenuti cosiddetti egodistonici, cioè pensieri che la persona riconosce come propri ma che non sente affatto in linea con ciò che è, che desidera o che crede. È importante sottolineare proprio questo: il fatto che lei provi paura e disagio di fronte a questi pensieri è già un segnale fondamentale che non si tratta di deliri o di un'esperienza psicotica. Nella psicosi, infatti, la persona non riconosce l'assurdità o l'irrazionalità dei suoi pensieri, e tende ad aderirvi completamente come fossero reali.

Nel DOC, invece, accade esattamente il contrario: pensieri assurdi, spaventosi o inaccettabili si presentano in modo ricorrente e intrusivo, generando ansia e dando inizio a una spirale di controllo mentale, verifica e tentativi (spesso fallimentari) di rassicurarsi. È questo il meccanismo che spesso alimenta il circolo vizioso, perché più si cerca di scacciare o "analizzare" i pensieri, più questi tornano.

Anche la paura che gli altri possano pensare male di lei, che possano danneggiarla o "farle la spia", se vissuta con consapevolezza e disagio, senza una reale convinzione o adesione, rientra nel campo dell’ansia e non della paranoia clinica. Il fatto che lei riconosca di avere queste paure ma non ci creda davvero è un altro elemento chiave. Lo stesso vale per i pensieri aggressivi o autodistruttivi che ha menzionato: nel contesto ansioso-ossessivo, sono comuni e non indicano un rischio reale di agire ciò che si teme.

Il suo quadro merita certamente attenzione e una valutazione approfondita, non perché faccia pensare a una psicosi, ma proprio per darle l’opportunità di trovare un modo efficace per comprendere e gestire ciò che sta accadendo. L'approccio psicoterapeutico evidence-based (come la terapia cognitivo-comportamentale integrata, eventualmente in collaborazione con un medico psichiatra) può aiutarla a riconoscere i meccanismi che alimentano questi stati e fornirle strumenti per interrompere il ciclo dell’ansia e del pensiero ossessivo.

Le assicuro che molte persone, in situazioni simili alla sua, sono riuscite a tornare a una vita serena e centrata grazie a un percorso di cura adeguato. Il primo passo, quello che lei ha appena fatto chiedendo aiuto, è già parte fondamentale di questo processo.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Cristina Ciambella
Psicologo, Psicologo clinico
Viterbo
Capisco quanto tu stia vivendo un momento davvero difficile. Quello che descrivi, come il sentirti distaccato dalla realtà e i pensieri che ti preoccupano, è qualcosa che molte persone sperimentano quando sono sotto stress o vivono periodi di ansia intensa. La sensazione di essere “dentro una bolla” o come se il mondo intorno a te non fosse reale, può essere legata proprio a uno stress emotivo molto forte.
Queste esperienze, non significano che stai impazzendo, anche se è normale che possano far paura. Possono essere il risultato di un corpo e una mente che stanno cercando di far fronte a una pressione emotiva enorme. La tua paura di “perdere il controllo” è una risposta naturale all’ansia, ma il fatto che tu sia preoccupato per questo e che riconosca i tuoi pensieri come irrazionali è già un buon segno.
Le paure legate ai pensieri come temere di fare del male a te stesso o agli altri sono estremamente comuni in chi affronta ansia o stress.
L’aspetto positivo è che stai cercando di fare chiarezza su ciò che stai vivendo. Non sei sol* in questo, e la tua ansia è qualcosa che può essere gestito con il giusto supporto.
Se senti il bisogno di parlarne, sono qui per ascoltarti.
Dott. Marco Romani
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Difficile fare una diagnosi ma Lei si è espresso molto bene ed in modo chiaro. Nel suo caso non parlerei in termini psichiatrici. Le paure fanno parte di tutti noi e chi non ha mai pensato di buttarsi dall’auto in corsa oppure da un dirupo? Fantasie comuni che forse addirittura prevengono un atto distruttivo. Io metterei più l’attenzione su alcuni aspetti della sua vita che sono insoddisfacenti. Ma quali siano non si evince dalla sua mail. Grazie
Dott.ssa Melissa Marchionni
Psicologo, Psicologo clinico
Colleverde
Gentile paziente,
ha bisogno di rivolgersi a un consulto psichiatrico, vedrà che anche il solo colloquio la aiuterà a tranquillzzarsi, sono sitnomi che si possono trattare, non aspetti. E magari porti con sè questa descrizione che mi sembra molto chiara e lucida. Vedrà che sarà la scelta migliore, può rivolgersi anche al CSM della sua zona e prendere così una visita nel pubblico.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buon pomeriggio,
da quanto racconti emerge una condizione di profondo disagio che si manifesta con sintomi molto intensi, come la sensazione di irrealtà, il timore di perdere il controllo, pensieri intrusivi disturbanti, paure legate alla percezione della realtà e la preoccupazione per la propria salute mentale.

Questi vissuti possono essere spaventosi, ma è importante sottolineare che il solo fatto che tu riconosca l’assurdità o l’irrazionalità di questi pensieri (per esempio: “so che non ci credo davvero”, “so che non c’era nessuno”) rappresenta già un elemento significativo, che distingue condizioni come il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) da quadri psicotici veri e propri.

Nel DOC è possibile sperimentare ossessioni di tipo persecutorio o aggressive, come la paura di far del male a sé stessi o agli altri, o pensieri su situazioni irreali (“e se fossi in coma?”, “e se tutto fosse finto?”), pur mantenendo consapevolezza del fatto che questi pensieri non corrispondono alla realtà, seppur fonte di forte ansia. Anche la paura di impazzire, di perdere il controllo, o di sviluppare una malattia mentale sono molto comuni nel DOC e fanno parte della cosiddetta “ossessione da contaminazione mentale” o da timore di danno.

La sensazione di irrealtà o distacco dalla realtà che descrivi è nota come derealizzazione o depersonalizzazione: non è un sintomo psicotico, ma una risposta ansiosa intensa, frequente nei disturbi d’ansia e nei momenti di forte stress.

Detto ciò, solo un incontro diretto con uno specialista della salute mentale può chiarire meglio il quadro, distinguere tra disturbo d’ansia, DOC o altre condizioni, e offrirti un percorso di aiuto personalizzato. È importante non restare da soli in questo momento: parlare con un professionista può fare la differenza.

Rivolgersi ad uno specialista è utile e consigliato per approfondire in modo accurato e ricevere il giusto supporto terapeutico.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dr. Vincenzo Cappon
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Castiglione delle Stiviere
Salve, pensieri ossessivi comi I suoi possono far parte del D. O. C..
Cerchi uno specialista che la possa aiutare, la soluzione potrebbe essere più vicina di quanto crede.
Un caro saluto
Salve, i sintomi che descrive, come la sensazione di essere “distaccato dalla realtà”, i pensieri intrusivi e le paure ricorrenti, sono molto comuni nei disturbi d’ansia, in particolare nel DOC con componenti ossessivo-paure intrusive e derealizzazione/depersonalizzazione legate all’ansia elevata. La sua consapevolezza "so che non è reale", "non ci credo davvero" è un segnale importante, nei deliri veri manca questa consapevolezza di malattia, mentre nei disturbi ansiosi si è spesso tormentati proprio dal dubbio e dalla paura di impazzire. Tutte le paure che riporta, di perdere il controllo, di impazzire, di essere osservato, di diventare pericoloso, possono rientrare nel quadro di un DOC ad alta componente ansiosa o in una fase acuta di ansia generalizzata. Non indicano necessariamente una psicosi. Tuttavia, per trovare sollievo e avere una valutazione accurata, è importante rivolgersi a uno specialista psicologo e psichiatra, che potranno accompagnarla in un percorso di comprensione e gestione dei sintomi. Nel frattempo, non si isoli, eviti di cercare risposte continue online (che aumentano l’ansia). Un caro saluto
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio innanzitutto per la fiducia e per aver condiviso qualcosa di così intimo e doloroso. È importante che sappia che non è solo nella sua sofferenza: tante persone si trovano a sperimentare vissuti simili e spesso non hanno il coraggio di parlarne. Lei invece lo sta facendo e questo è già un passo significativo. Quello che descrive, per come lo racconta, mostra molte caratteristiche che possono far pensare a un disturbo d’ansia di tipo ossessivo-compulsivo. La sensazione di sentirsi distaccato dalla realtà, come in una bolla, è un fenomeno che chiamiamo derealizzazione o depersonalizzazione: può comparire soprattutto quando l’ansia è molto intensa, come meccanismo di difesa della mente per ridurre lo stress emotivo. Non significa affatto che si stia “impazzendo”, anzi, spesso è proprio il contrario: è un segnale di quanto lei stia cercando di proteggersi da una sofferenza troppo forte. I pensieri che descrive, come la paura di impazzire, di poter perdere il controllo, di fare del male o di diventare paranoico, sono tipici dei pensieri intrusivi ossessivi. Si tratta di idee che irrompono nella mente in modo improvviso, indesiderato e che spesso sono in totale contrasto con i propri valori. Proprio perché sono inaccettabili per lei, generano angoscia e paura. Chi soffre di DOC spesso si spaventa di poter perdere il contatto con la realtà, ma la vera paranoia o la psicosi funzionano in modo molto diverso: in chi soffre di psicosi, questi pensieri non vengono messi in dubbio, vengono creduti veri senza la consapevolezza di quanto siano irrazionali. Lei invece mostra una chiara capacità di mettere in discussione queste paure, di rifletterci sopra e di riconoscerle come qualcosa di spaventoso ma estraneo. Questa consapevolezza è un segno importante di quanto sia presente a se stesso. La paura di essere osservato, la paura che la bevanda potesse essere drogata o che qualcuno possa farle del male, quando vengono vissute con dubbio e ansia, fanno parte di quella che in ambito cognitivo-comportamentale chiamiamo “ipervigilanza” legata all’ansia. Più si spaventa di questi pensieri, più la mente li controlla, più diventano forti. È un circolo vizioso: cercare di scacciarli li rende più potenti. Comprendo anche la paura di poter perdere il lavoro o di essere spiato: non è che lei ci creda davvero, ma teme di poter iniziare a crederci davvero. Questa è la natura del pensiero ossessivo: la mente prende l’ipotesi più catastrofica e la mette sotto esame continuamente. Vorrei rassicurarla sul fatto che queste manifestazioni non significano automaticamente che ci sia una psicosi in atto. Anzi, la caratteristica centrale del DOC è proprio la paura di perdere il controllo, di diventare “matto”, di fare del male o di avere pensieri inaccettabili. È proprio questa paura a distinguerlo dai disturbi psicotici veri, dove manca la capacità di riconoscere l’assurdità del pensiero. Naturalmente, per avere una valutazione più precisa, è fondamentale confrontarsi di persona con uno specialista: un percorso di terapia cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla moltissimo a capire come funzionano questi pensieri, a interrompere il circolo vizioso della paura e a ritrovare un senso di stabilità interiore. Nei casi in cui l’ansia sia molto intensa, talvolta può essere utile anche un supporto farmacologico, che uno psichiatra potrà valutare insieme a lei, sempre se lo riterrà opportuno. Non è facile affrontare tutto questo da solo. Si dia il permesso di chiedere aiuto: non è un segno di debolezza ma di coraggio e di rispetto per se stesso. Se vorrà, resto a disposizione per qualsiasi altro chiarimento o approfondimento. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Dott. Francesco Paolo Coppola, psicologo e psicoterapeuta (Napoli on line o in presenza)
[psicologinapoli org per info vedi il PROFILO su MioDottore]

Senso di irrealtà (derealizzazione) e senso di distacco da sé (depersonalizzazione) sono sintomi comuni di ansia e stress prolungato, non di psicosi.
La paura di impazzire, di avere pensieri assurdi o di perdere il controllo è tipica del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) ad esordio ansioso, non della schizofrenia paranoide. I pensieri intrusivi (es. “e se impazzisco?” “e se mi buttassi?”) sono ossessioni, non deliri. Nel DOC chi li vive sa che non sono veri, ma non riesce a smettere di pensarli. Questo è un segno di preservata aderenza alla realtà — e fa una grande differenza clinica. La paura di essere osservato, anche se angosciante, non è un delirio paranoide se viene messa in dubbio e vissuta come fastidiosa, ma non creduta davvero. Il panico che hai provato dopo il pensiero sul “bere qualcosa di drogato” è una catastrofizzazione tipica dell’ansia, un cortocircuito tra immaginazione e paura, non un sintomo psicotico. Questi sintomi, molto frequentemente, non indicano un disturbo “mentale” in senso stretto. Sono piuttosto segnali di allarme del sistema nervoso, che ci comunica che qualcosa, nel nostro stile di vita, ha superato la soglia di tolleranza. Troppo stress, poche pause, ritmi che non ci somigliano: è lì che può nascere il disagio, non necessariamente da una “malattia”, ma da un equilibrio perduto. Mi verrebbe da chiederti: da quanto tempo non vai in vacanza? Quanto tempo passi sui cellulari? Quanto nel traffico? Fai una vita simile a quella che vorresti? Hai mai avuto il tempo, il coraggio o la possibilità di darti una tregua nel verde, o in silenzio, senza stimoli?
Una terapia serve proprio a questo: non solo a calmare i sintomi, ma a rimettere in ordine il tuo stile di vita, la tua interiorità e il tuo modo di vivere i pensieri.
A volte, può servire anche un farmaco per alleggerire un sistema nervoso troppo contratto, ma ciò che cura davvero è il lavoro su di te, con chi sa aiutarti senza giudizio.
Queste parole, da sole, restano teoria — lo so.
Senza un lavoro costante su di te, una spiegazione non basta.
I cambiamenti non avvengono in un giorno, ma passo dopo passo.
E io ci sono, se vuoi farli insieme.

Si consiglia a tutti anche una valutazione medica o psichiatrica di fiducia, per escludere eventuali cause fisiche, metaboliche o neurologiche che possano influenzare lo stato emotivo e percettivo. Avere un quadro clinico chiaro è sempre un aiuto concreto per orientarsi meglio.
Dott.ssa Federica Gigli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
comprendo quanto i sintomi e i pensieri che descrive possano essere fonte di grande preoccupazione e paura. La sensazione di distacco dalla realtà e la paura di “impazzire” sono vissuti che spesso accompagnano stati di ansia elevata, e possono portare la mente a generare scenari catastrofici o pensieri intrusivi che aumentano ulteriormente il disagio.
È importante sapere che il fatto di accorgersi di questi pensieri e metterli in discussione è già un segnale positivo: generalmente, nelle condizioni psicotiche come la schizofrenia paranoide, le convinzioni deliranti vengono percepite come completamente reali e non vengono criticate dalla persona che le vive. Tuttavia, per comprendere meglio la natura di ciò che sta sperimentando e ricevere un supporto adeguato, è fondamentale un confronto diretto con uno specialista.
Desidero sottolineare che non è possibile formulare diagnosi online, poiché per farlo è necessario un colloquio approfondito in cui valutare la storia personale, il contesto e il funzionamento quotidiano. Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo o a uno psichiatra, che potrà aiutarla a chiarire se questi vissuti siano legati a un disturbo d’ansia (come il Disturbo Ossessivo-Compulsivo o fenomeni di depersonalizzazione/derealizzazione) o se sia opportuno considerare altri approfondimenti.

Se lo desidera, mi rendo disponibile per un consulto, in modo da poter valutare insieme con più calma la situazione e aiutarla a ritrovare maggiore serenità e chiarezza.

Un cordiale saluto
Dott. Luca Ballerin
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Varese
Buongiorno. Come lei giustamente afferma che online non si possono fare delle diagnosi, le suggerisco di contattare uno psichiatra e in un successivo momento uno psicologo per iniziare eventualmente un dialogo conoscitivo. Buona giornata
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
le manifestazioni di cui parla sono l' espressione di un disturbo di matrice ansiosa. Dai disturbi d' ansia è possibile guarire attraverso l' ausilio combinato di psicoterapia e farmacoterapia. Si affidi quanto prima ad uno specialista, la aiuterà ad uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
SAlve, forse sbaglio ma ho come l'impressione di aver già risposto alla sua richiesta formulata in modo diverso e ho come l'impressione che lei continui a scrivere continuamente di questi suoi problemi ,sempre formulando in modo diverso. Forse sbaglio io e in questo caso mi scuso. Ma se non è così io credo che, come me, altri le avranno già consigliato di rivolgersi ad un professionista. Scrivere qui ha lo scopo di cercare un parere o un consiglio, ma non risolve i suoi problemi. Cordiali saluti
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Dott. Michele Scalese
Psicologo, Neuropsicologo
Galatina

Gentile utente, ciò che descrive è molto intenso e capisco quanto possa essere angosciante vivere con questi pensieri ricorrenti e spaventosi. Tuttavia, da quanto scrive, emerge con chiarezza che la sua sofferenza è caratterizzata da una forte consapevolezza, dalla paura di “impazzire” e dalla costante analisi dei propri pensieri, elementi che non sono propri delle psicosi ma che si ritrovano frequentemente nel Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), specie nelle forme in cui la persona sviluppa una forte paura di perdere il controllo, di fare del male, di avere allucinazioni o di sviluppare deliri. I pensieri intrusivi, anche se disturbanti, non riflettono la realtà ma generano ansia proprio perché sono contrari ai suoi valori e alla sua volontà. La dissociazione che descrive – il sentirsi dentro una bolla o distaccato dal mondo – è un sintomo ansioso molto comune e spesso accompagnato da attacchi di panico o stati di allarme prolungato. Anche i dubbi come “e se quella bibita fosse drogata e io impazzissi?” oppure “se inizio a credere che gli altri vogliano farmi del male?” non indicano paranoia clinica, ma sono pensieri ossessivi ad alto contenuto catastrofico. Il fatto che lei se ne accorga, che ne parli, che ne sia spaventato, è proprio ciò che distingue il DOC da una psicosi, dove manca la consapevolezza del pensiero irrazionale. Le consiglio un consulto con uno psicoterapeuta esperto in disturbi ossessivi e d’ansia, perché con il giusto supporto può trovare un enorme sollievo e imparare a gestire questi pensieri senza lasciarsene sopraffare. Le faccio un caro augurio e resto a disposizione.

Dott. Michele Scalese
Psicologo
Dott.ssa Marta Bruno
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, capisco il momento di difficoltà e le preoccupazioni manifestate in merito alla sua attuale situazione sintomatologica. Sarebbe importante che si rivolgesse ad uno psicologo per approfondire al meglio la sintomatologia corporea che percepisce. Sopratutto per indagare se l'esordio dei sintomi, che riporta essere di qualche mese fa, corrisponde qualche evento stressogeno. Non è necessario incasellare i sintomi in una etichetta clinica ne pensare subito a qualcosa di grave perchè la disconnessione percepita può concludersi nel momento in cui se ne capiscono le cause profonde, senza quindi avere un peggioramento. Informarsi online può essere utile ma controproducente a volte perchè si rischia di guardare alla propria condizione sotto forma di "patologia" e non di difficoltà transitoria che può essere accettata come momentanea per poi essere risolta.
Dott.ssa Silvia Visentin
Psicologo, Psicologo clinico
San Donà di Piave
Buongiorno capisco la sua preoccupazione rispetto al contenuto di questi pensieri, ma nel DOC il contenuto di essi può essere molto variabile. In questo momento, da quello che mi dice, sente la paura di poter diventare psicotic* o paranoic*, ma non è altro per l’attenzione costante che dedica al suo pensiero che peró è solo pensiero e non ha mai effetti pratici nella realtà. Come dice lei, online è difficile fare diagnosi e ci sarebbero altri fattori da visionare per poter essere più precisi, ma posso invitarla intanto a trattare i suoi pensieri come tali, cioè come prodotti della sua mente, ma che non hanno poi effetti pratici nella realtà. La vorrei però rassicurare dicendole che ci sono delle strategie e tecniche per poter stare meglio.
Dott.ssa Federica Battista
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buon pomeriggio,
grazie per aver condiviso con così tanta chiarezza e sincerità quello che stai vivendo. Capisco quanto possa essere spaventante convivere con questi pensieri e sensazioni, soprattutto quando si ha la percezione di perdere il controllo o di non riuscire più a distinguere cosa è reale da cosa non lo è.

Tuttavia, è importante sottolineare che non è possibile fornire una diagnosi seria e attendibile sulla base di quanto scritto in un messaggio online. Per comprendere a fondo l’origine, il significato e la natura dei sintomi che descrivi (che possono avere diverse cause e manifestazioni) è fondamentale intraprendere un percorso psicologico o psichiatrico personalizzato.

Paure come quelle che racconti, pensieri intrusivi, timore di impazzire, derealizzazione, ipervigilanza e ansia intensa possono essere presenti in diversi quadri clinici
Per questo motivo, solo attraverso un percorso di ascolto e valutazione è possibile fare maggior chiarezza e ritrovare un senso di equilibrio e di sollievo.

Resto a disposizione per ogni altra domanda o chiarimento.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, i sintomi che lei descrive non necessariamente sono ascrivibili ad un quadro psicotico. Occorre la valutazione di un professionista che, dopo alcuni colloqui, può ipotizzare cause e descrivere il suo funzionamento.
Questo potrebbe tranquillizzarla. Io le suggerisco, in ogni caso, di prendersi cura di sé onde evitare che la situazione peggiori. Vivere quotidianamente pensieri intrusivi non è cosa semplice né piacevole.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Quello che descrivi – sentirti “distaccato dalla realtà”, paura di impazzire, pensieri del tipo “e se stessi avendo allucinazioni?”, immagini intrusive su possibili catastrofi (essere drogato, fare del male, essere osservato, essere denunciato dai colleghi…) – rientra in modo molto coerente nel funzionamento ansioso-ossessivo, non in un esordio psicotico.

Ci sono alcuni punti che aiutano a chiarire:

– Pensieri intrusivi vs deliri. I pensieri intrusivi sono immagini o idee che arrivano senza volerlo, fanno paura e generano dubbi continui (“e se fosse così?”). Tu li vivi come spaventosi e cerchi conferme che non siano veri. Nel delirio invece manca il dubbio: la persona è convinta della propria idea e non la mette in discussione. Il fatto che tu scriva qui per chiedere “e se stessi impazzendo?” è già la prova che non sei dentro un delirio.

– La derealizzazione (sentirsi in una bolla, vedere tutto distante) è un sintomo molto comune di ansia prolungata e di ipercontrollo, non un segno di schizofrenia. È una reazione del cervello sotto stress che tende a “disconnettersi” per proteggersi dall’iperattivazione.

– Le paure di danneggiare qualcuno o di farti del male (buttarti dalla macchina, colpire un familiare, ecc.) sono classiche ossessioni del DOC. Non indicano desiderio reale, ma proprio l’opposto: la paura di perdere il controllo.

– La paura che i pensieri ti portino alla psicosi è essa stessa un pensiero ossessivo. Nel DOC il contenuto cambia (paura di ammalarsi, paura di fare male, paura di contaminarsi, paura di impazzire…), ma il meccanismo è sempre lo stesso: un pensiero si trasforma in minaccia e diventa un circolo di ansia e ricerca di rassicurazioni.

In sintesi: sì, nel DOC si possono avere manifestazioni come quelle che descrivi, e sono molto più frequenti di quanto pensi. Non stai “scivolando” in psicosi, ma sei bloccato in un circolo ansioso-ossessivo che amplifica le paure fino a farle sembrare reali.

Il passo giusto è lavorarci in terapia (soprattutto cognitivo-comportamentale, che è molto efficace per questi pensieri) ed eventualmente con un supporto farmacologico se l’ansia è troppo alta.

Non sei condannato a “impazzire”: sei intrappolato nell’ansia e nell’ipercontrollo, e con gli strumenti giusti è possibile ridurre la forza di questi pensieri e tornare a sentirti presente e sereno.

Dott.ssa De Pretto
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, la sua narrazione mette in rilievo un forte conflitto tra il desiderio di stabilità e la paura quasi incombente di perdere il contatto con la realtà. È tutto molto comprensibile, specialmente considerando l’intensità e la molteplicità di queste sensazioni e pensieri che si insinuano nella sua quotidianità. La sensazione di essere distaccato e di vivere in una specie di “bolla” può essere interpretata come una protezione inconscia da ciò che si percepisce troppo come minaccioso, come un modo per sospendere o bloccare l’angoscia legata a un senso di perdita di controllo. I pensieri di poter impazzire, di essere osservato o di poter diventare un pericolo per chi le sta vicino sono spesso l’espressione di un bisogno di sicurezza, ma anche di una fragile percezione di sé che si tenta di difendere attraverso schemi ossessivi. La paura di un’incombente psicosi, anche se alimentata da letture e preoccupazioni, rappresenta un tentativo di mettere ordine a un caos interno che si attiva in forme di pensieri intrusivi o di allucinazioni possibili. In un percorso analitico, si esplorano queste dinamiche come manifestazioni simboliche di bisogni più profondi, spesso legati a un senso di mancanza che non si riesce ad tollerare. La possibilità di riconoscere questi segnali come parti di un processo psichico in atto, e non come un’etichetta definitiva, può aprire a una strada di ascolto più autentica e poco giudicante.
Se desidera, posso offrirle uno spazio di ascolto in cui approfondire questi temi, aiutandola a ritrovare un senso di sicurezza e di integrazione in sé stessa.
Sono qui per ascoltarla senza giudizio e con attenzione.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.

Gentile utente,

Grazie per aver condiviso la sua esperienza. Immagino la sua angoscia di fronte a questi vissuti che alterano la sua percezione della realtà e la interrogano sulla sua sanità mentale.

Mi chiedo:
Quale "trama" sta tessendo attorno al tema della sua salute mentale? Quali "figure" emergono in questo racconto? Quali "metafore" utilizza per descrivere la sua esperienza?
Come ha imparato a "navigare" le acque incerte della paura e dell'incertezza? Quali "mappe" ha utilizzato finora per orientarsi?
Cosa significa per lei "normalità"? Quali sono i "confini" che definiscono ciò che considera accettabile e ciò che teme di oltrepassare?
Da dove nasce l'idea che potrebbe essere affetto da schizofrenia paranoide? Chi le ha insegnato che la sua situazione potrebbe essere definitia "schizofrenia paranoide"?

Comprendo il suo desiderio di etichettare ciò che sta vivendo, di trovare una diagnosi che possa spiegare i suoi sintomi. Tuttavia, vorrei invitarla a considerare la sua esperienza come un'opportunità per mettere in discussione le certezze, per esplorare le zone d'ombra della sua psiche e per costruire una narrazione più personale e autentica.

Se desidera proseguire questa esplorazione, le consiglio di rivolgersi a un professionista della salute mentale che possa accompagnarla in questo percorso di scoperta e trasformazione.

Un saluto
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
i vissuti che descrive — la sensazione di essere “distaccato dalla realtà”, la paura di impazzire, i pensieri di poter perdere il controllo o di avere sintomi psicotici — sono esperienze molto frequenti nei periodi di ansia acuta. Si tratta spesso di fenomeni legati alla derealizzazione e a pensieri intrusivi che si alimentano proprio della paura che possano diventare reali.
Quando l’ansia è elevata, la mente entra in uno stato di allerta e tende a controllare continuamente se qualcosa “non va”: questo circolo di iperattenzione e paura genera sensazioni irreali e pensieri spaventanti, ma non significa che stia sviluppando una psicosi. La consapevolezza con cui racconta ciò che vive è già un segnale importante di contatto con la realtà.
In questi casi è utile continuare il percorso psicologico, imparando strategie di grounding e di gestione dei pensieri catastrofici. Se l’ansia resta molto intensa, può essere utile anche una valutazione psichiatrica di supporto, non per una diagnosi grave, ma per modulare meglio la risposta ansiosa.

Dott.ssa Sara Petroni

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