Bulimia ormai incurabile in uomo adulto: come si risolve? Ho quasi 40 anni e ormai il mio disturbo

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Bulimia ormai incurabile in uomo adulto: come si risolve?
Ho quasi 40 anni e ormai il mio disturbo alimentare (bulimia con compenso di vomito) va avanti da oltre un decennio, con periodi di reimissione piu o meno lunghi ma mai definitivi. La causa sembrerebbero essere (da analisi CSM) conflitti familiari irrisolti nell'infanzia... infatti il disturbo si ripresenta e peggiora non appena torno in contatto con i miei genitori, che mi creano irrimediabilmente quella reazione che poi sfogo mangiando e vomitando.
E' piu che altro una reazione di "sdegno", 'per quella che la sento: non ho bisogno di riempirmi e dunque faccio mai abbuffate (mi darebbero fastidio), ma piccole assaggiatine ripetute di cibo vario, vomitando poi tutto subito in modo da non assorbire calorie. In questo modo il mio peso resta sempre solo di poco al di sotto della norma... e questo è un danno ulteriore perchè non risulto abbastanza grave da poter essere preso in considerazione come caso da curare con una certa urgenza, da nessun centro DCA che ho sentito.
Una psichiatra mi ha detto che ormai a questa età, specialmente in casi cosi atipici e clinicamente non gravi, ma di lunga durata, il disturbo rimane per tutta la vita inesorabile. Della serie ormai il disturbo ce l'ha, e se lo tiene così fino alla fine dei suoi giorni.
Non c'è davvero nulla da fare? Farmaci e psicofarmaci non hanno funzionato... psicoterapie nemmeno perchè piu che dirmi "rimuova dalla sua vita la causa" non fanno (e per ovvi motivi devo purtroppo restare in contatto con i miei genitori)
A questo punto sono ormai arrivato a considerare questo disturbo come parte di me... insomma, non saprei vedermi senza.Non mi vergogno ormai nemmeno di dirlo in giro, che ne soffro - e quasi nessuno ci crede, se non per l'evidente usura dentale provocata negli anni. E' come avere un naso con il setto deviato... è scomodo perchè mi porta via tempo e pensieri.... ma pur sempre meglio un naso deviato che stare senza naso completamente, perchè mi sentirei completamente spaesato.... non pongo piu quasi speranze nel fatto di poter riaddrizzare questo "naso" con un'operazione, perchè sarebbe troppo complicata e forse non risolverebbe nemmeno la mia respirazione.

Come potrei uscirne? Che passi potrei fare a questo punto? grazie
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentilissimo buongiorno, la bulimia come molti altri disturbi del comportamento alimentare è caratterizzata dall'eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo. Certo la sofferenza per la sua situazione familiare ha contribuito a creare questa dipendenza, ma vorrei chiederle se si apprezza fisicamente. Se pesasse di più si accetterebbe? Ci sono parti del corpo che vorrebbe cambiare? Perché vomita? Voglio dire, perché non si limita a mangiare senza preoccuparsi dell'eccesso di calorie introdotte durante gli episodi: sarebbe inaccettabile ingrassare un po' ? Queste e altre domande sarebbero importanti per affrontare il suo problema in maniera diretta. Ho già curato con beneficio adulti affetti da disturbi alimentari, non so se lei sia davvero privo di speranza, come mai sono arrivati a questa affermazione così perentoria? Un caro saluto, dott.ssa Manuela Leonessa
Buonasera e grazie per la condivisione. Ognuno di noi ha una storia di vita che difficilmente può essere riassunta in una pagina, e poichè noto alcuni elementi mancanti, non so se una risposta approssimativa Le possa essere utile. Le consiglierei di darsi la possibilità di intraprendere di nuovo un percorso di psicoterapia che possa aiutarLa a comprendere le radici di questi suoi disturbi e trasformarli, per vivere al meglio e in serenità. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti o per terapie online. Un caro saluto, D.ssa Cristina Sinno
Gentile utente buonasera.
Mi dispiace per la situazione che sta vivendo che sicuramente si ripercuote sulla qualità della sua vita.
Ci sono però delle cose che ha scritto che vale la pena guardare da una prospettiva diversa.
Il primo aspetto riguarda la durata del disturbo che lei manifesta: se non c'è un correlato fisico dimostrato (per esempio a livello gastro-enterico), ed è quindi un disagio di tipo psicologico, non è assolutamente vero che deve conviverci per tutta la vita! E non c'entra nulla l'età della persona. Ventenne o quarantenne che sia, tutti hanno la possibilità di regredire da uno stato di disturbo psicologico (ripeto, se non ci sono cause organiche e/o genetiche).
Il secondo aspetto riguarda l'approccio con cui affrontare il suo disagio: aver stabilito la causa del problema (attenzione, le cause possono anche cambiare e modificarsi) di per sé non determina nulla. Come dice lei, non può certamente rinunciare a frequentare i suoi genitori, ma ciò non implica rinunciare a elaborare meglio la sua relazione con loro, dal punto di vista emozionale e cognitivo, introducendo strategie idonee a gestire la situazione, rimodellando abitudini comportamentali scorrette.
Il terzo punto riguarda proprio le abitudini, in particolare quelle alimentari, che sono la maggior fonte di disagio psicologico che lei manifesta nella sua richiesta. Il comportamento alimentare, nel caso dei DCA, ma anche in casi come il suo (tendenti al DCA), è una serie di routine, di schemi abitudinari che svolgono una qualche funzione psichica, che seppur è evidentemente errata, determina una forma di ricompensa psicologica.
La possibilità di uscire da questi schemi esiste eccome. Ma non si tratta di cessare l'abitudine sbagliata, bisogna trovare abitudini migliori, più convenienti e più gratificanti.

Il mio consiglio è di individuare un tipo di intervento psicologico basato sulla consapevolezza e sulla crescita personale. La Psicologia Positiva offre strumenti molto interessanti per imparare ad elaborare correttamente il presente e a gestire le emozioni. Migliora i processi decisionali e motiva alla sostituzione di schemi comportamentali dannosi con altri più utili e funzionali a una maggiore qualità di vita.
Lei ha bisogno di un percorso di crescita personale, di rinnovata autostima e fiducia nel mondo circostante. Non può accontentarsi di convivere con il suo disagio, merita ben altro. Per cambiare però è necessario uno sforzo iniziale di consapevolezza e di motivazione, ma sono certo che dentro di lei questo desiderio è forte.

Sarei lieto di aiutarla ad affrontare questo problema. Mi contatti pure per ulteriori informazioni o chiarimenti, anche tramite consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Salve, comprendo la tua situazione e la tua ricerca di soluzioni. Contrariamente a quanto affermato, però la bulimia non è necessariamente incurabile in età adulta. La psicoterapia, in particolare quella fenomenologicamente orientata o psicodinamica, può essere efficace. Sarebbe utile affrontale la situazione e le dinamiche familiari irrisolte in seduta.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Cordiali saluti, DM
Buongiorno, mi trovo a non concordare pienamente con il professionista che le ha comunicato l'incurabilità del suo disturbo. Non penso nemmeno sia corretto eliminare le cause, sia perchè come giustamente afferma non è possibile, sia perchè comunque eliminare le cause non significa risolvere il problema. Credo che con un percorso psicologico serio possa gradualmente arrivare ad esplorare i conflitti che vive e depotenziarli al fine di non necessitare di fare ricorso a strategie compensatorie come quelle da lei descritte. A disposizioni, cordialmente. Dott.ssa Sofia Bonomi
Buongiorno.
Dire che il disturbo alimentare è causato da conflitti familiari irrisolti è forse troppo semplificativo e nemmeno troppo corretto. Certamente la sua storia evolutiva è alla base del suo disturbo ma più che per la conflittualità, per il significato che le ha attribuito a quel rapporto, al suo modo di sentirsi visto dai sui genitori, agli sforzi che sentiva di dover fare per essere visto e apprezzato e al senso di sdegno (per usare la sua stessa definizione) e rinuncia che a un certo punto della sua vita ha provato.
Nel disturbo alimentare è proprio l'essere visti la chiave e nella versante bulimico le emozioni di tristezza alimentano la sintomatologia.
Nelle sue parole "insomma, non saprei vedermi senza", nella vergogna che ormai non prova più e nel non avere quasi più speranze che si ritrova tutta l'essenza del suo disturbo.
Rimuovere le cause non serve assolutamente a niente.
Comprendere il significato che attribuisce alle esperienze e come ha imparato a farlo, è la chiave per affrontare il disturbo.
Rimango a disposizione.
Cordiali saluti
Dott. Andrea Calasso
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Buongiorno! Le sue poche righe mi hanno colpito e la ringrazio per la condivisione, che è stata stimolo di numerose riflessioni. Nonostante i limiti del contesto e dello strumento, proverò a darle un mio piccolo contributo di pensiero. Sembra che il disturbo alimentare la accompagni da sempre, che senza non si riconosca, che in qualche modo la renda unico (il "naso" di Cyrano de Bergerac). "Non ho bisogno di riempirmi e dunque non faccio mai abbuffate, ma piccole assaggiatine ripetute di cibo vario, vomitando poi tutto subito"... Sembra fare eco alla sua esperienza di paziente (figlio?), che offre assaggi ripetuti di se stesso (al CSM, al centro DCA, allo psichiatra, all* psicoterapeuta) per poi sentirsi rifiutato, non accolto, non riconosciuto (vomitato senza essere assorbito). Ho l'impressione che tutto quello che racconta abbia a che fare con qualcosa di profondo, antico, viscerale. Forse, potrebbe giovare un percorso di psicoterapia ben strutturato e di lungo respiro in cui sentirsi accolti, contenuti, digeriti, per imparare ad accogliere, contenere, digerire (con le relative scorie). In bocca al lupo
Gentile utente,
Mi spiace per la situazione che descrive.
Ci tengo a sottolineare come non esistano difficoltà incurabili, ma solo interventi o trattamenti che non hanno funzionato.
Nel suo caso potrebbe essere utile un trattamento che metta insieme diverse figure professionali come psicologo, psichiatra e nutrizionista.
Esistono dei centri specializzati dove può trovare un'offerta integrata di questo tipo.
Cordiali saluti
Alberto Binda
Gentilissimo, grazie per la condivisione. Innanzitutto mi preme dirlo che non è vero che c'è un limite di età oltre il quale il disturbo non può essere risolto: la bulimia può essere trattata e rimossa.
A quanto si evince dal suo racconto, ormai considera la bulimia come un suo tratto caratteriale, un modo quasi che ha per riconoscersi e descriversi. Potremmo entrare in questo tratto e vedere cosa significa per lei, al di la del disturbo. Altro elemento su cui si potrebbe andare a lavorare è la sua immagine e quindi la sua identità. Infine come si è inserito questo disturbo nella relazione con i suoi genitori dato che, evidentemente, si pone come scudo tra lei e loro.
Se la sente come disturbante e limitante, non smetta di cercare di rimuoverla. Ha mai pensato come sarebbe lei e come sarebbe la sua vita senza bulimia? Se volesse intraprendere un percorso terapeutico online io sono a disposizione, dott.ssa Anastasia Giangrande
Caro Utente, grazie per aver condiviso il suo vissuto. Leggendola, sono stata colpita da come lei si descrive e si presenta ormai attraverso la bulimia, come se fosse diventato un suo biglietto da visita, anche se non sembra ancora sufficiente per essere ascoltato ( In questo modo il mio peso resta sempre solo di poco al di sotto della norma... e questo è un danno ulteriore perchè non risulto abbastanza grave da poter essere preso in considerazione come caso da curare con una certa urgenza, da nessun centro DCA che ho sentito). La domanda che le pongo è da chi vorrebbe essere ascoltato, visto? Io ripartirei da lei. Il percorso psicologico non è un percorso semplice, spesso anzi è doloroso riportare alla mente vecchi dolori, ma non farei questo lavoro se pensassi che non ci possa essere cambiamento e crescita personale. Se volesse darsi una nuova possibilità, non esiti a contattarmi! Nel frattempo le auguro una buona serata.
Dott.ssa T. Sole
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza dolorosa e toccante. Ci tengo a dirle che non è affatto vero che non c'è una cura per i disturbi alimentari. Sicuramente, essendo una problematica di lunga durata, si è cronicizzata e sembra quasi impossibile farci qualcosa. Ma non è così. I DCA sono un sistema chiuso che si autoalimenta. La terapia cognitivo-comportamentale è consigliata sulle linee guida come il gold-standard per le problematiche alimentari. Si interviene proprio sui fattori che mantengono il disturbo, con un protocollo creato ad hoc.
Rifletta sulla possibilità di rivolgersi ad un professionista adeguatamente formato. Per qualunque cosa resto a disposizione. Forza!In bocca al lupo!
Cordialmente,
Rebecca Volpes
Gentilissimo utente, comprendo i suoi sentimenti di frustrazione e remissività dovuti ai tanti tentativi effettuati per risolvere la difficoltà e alle risposte ottenute non risolutive.
Mi chiedo, anche, chi sarebbe lei senza il suo disturbo.
Probabilmente un percorso psicologico potrebbe aiutarla a slegare dei nodi irrisolti e a non dare tutto per perduto.
Le faccio i miei migliori auguri,
Dott.ssa Abbas.
Mi dispiace sentire che sta lottando con la bulimia da così tanto tempo. È importante ricordare che ogni individuo è unico e la prognosi può variare. Tuttavia, ci sono ancora opzioni da considerare. Cerchi un team di professionisti esperti nel trattamento dei disturbi alimentari, che possano fornirle una valutazione accurata e un piano terapeutico personalizzato. Potrebbe essere utile esplorare approcci terapeutici specifici. Non si arrenda, cercate aiuto e supporto.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Gentile utente, innanzitutto vorrei ringraziarla per aver raccontato la sua storia, ho notato anche quanta sofferenza ha dovuto attraversare in questi anni ma io non andrei verso la strada della rassegnazione, sono certo che con un giusto supporto psicologico e magari integrato da un équipe multidisciplinare, può avere miglioramenti.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Buongiorno, le terapie farmacologiche e psicoterapie fatte fino ad ora sono state associate o svolte in momenti differenti?
Non è possibile sapere da cosa derivi l'opinione dello psichiatra, ma la psicoterapia sicuramente non consiste nell'"eliminare la causa", ovvero i suoi genitori, quanto piuttosto nel lavorare sulle relazioni, sull'immagine che ha di lei e della sua famiglia, sul perdonare sè stessi e imparare ad accettare l'altro per ciò che è, per ciò che fa al meglio delle sue possibilità.
Potrebbe iniziare una terapia familiare con i suoi genitori, e lavorare sull'intero sistema familiare, oppure una terapia individuale ad orientamento sistemico per poter affrontare le tematiche che le ho descritto, e molte altre.
Le auguro buona fortuna, e di prendersi cura di sè, dopo anni di sofferenza.
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Mi dispiace sentire che stai affrontando questo disturbo alimentare da così tanto tempo. È importante notare che la bulimia è una malattia seria e può avere conseguenze gravi sulla salute fisica e mentale. Nonostante la tua percezione di incurabilità, ci sono opzioni e risorse che potresti esplorare per cercare di migliorare la tua situazione.

Consulenza specialistica: Considera di consultare uno specialista in disturbi del comportamento alimentare (DCA) o un nutrizionista esperto in questo campo. Possono aiutarti a sviluppare strategie per affrontare la bulimia e a pianificare una dieta equilibrata.
Terapia psicologica: La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è stata dimostrata efficace nel trattare la bulimia. Potrebbe essere utile cercare un terapeuta specializzato in DCA e lavorare su strategie per affrontare le radici emotive del tuo disturbo.
Sostegno sociale: Coinvolgi amici e familiari di fiducia nella tua lotta contro la bulimia. L'aver persone a cui confidarti può essere un sostegno prezioso.
Gruppi di supporto: Partecipare a gruppi di supporto con persone che affrontano le stesse sfide potrebbe offrire comprensione e solidarietà.
Medicinali: In alcuni casi, la combinazione di farmaci può essere parte del trattamento. Parla con uno specialista o uno psichiatra che possa valutare l'opportunità di farmaci.
Continuare a cercare aiuto: Nonostante le difficoltà incontrate finora, continua a cercare professionisti qualificati che possano aiutarti. Ogni persona è diversa, e ciò che funziona per uno potrebbe non funzionare per un altro.
Ricorda che anche se sembra difficile ora, con il giusto supporto e impegno, è possibile fare progressi significativi nella gestione della bulimia. Cerca aiuto da professionisti specializzati e fai piccoli passi, un giorno alla volta.
Comprendo che Lei stia affrontando una situazione molto complessa con la bulimia che perdura da così tanto tempo.

È evidente che Lei abbia manifestato una volontà forte di cercare soluzioni e migliorare la propria situazione, il che è un passo significativo. La bulimia è una condizione complessa e potrebbe richiedere un approccio multidisciplinare. Se non lo avesse già fatto, potrebbe essere utile consultare uno specialista in disturbi alimentari, come un nutrizionista o uno psicologo specializzato.

Sarebbe altresì importante sottoporsi a controlli medici regolari per monitorare la salute fisica, dato che la bulimia può avere conseguenze gravi sulla salute a lungo termine. La terapia psicologica potrebbe rivelarsi fondamentale per il trattamento della bulimia, e potrebbe essere utile esplorare diverse modalità di terapia con uno psicologo specializzato, sebbene uno dei metodi più efficace sia l'approccio familiare.

Il supporto sociale, inoltre, proveniente dagli amici e da persone fidate, può costituire un elemento importante nel Suo percorso. La condivisione delle proprie esperienze con chi le è vicino può essere utile e contribuire a creare un ambiente di supporto.

Inoltre, potrebbe essere importante riflettere su come il passato e le dinamiche familiari possano influenzare il rapporto con il cibo. L'autoconsapevolezza può rappresentare un passo fondamentale verso la comprensione e la gestione del comportamento alimentare.

Se farmaci e terapie tradizionali non hanno sortito gli effetti desiderati, potrebbe essere utile esplorare nuove opzioni di trattamento, come il

partecipare a gruppi di supporto con persone che affrontano situazioni simili. Ciò potrebbe offrirle un senso di connessione e comprensione. Ricordi che il percorso di guarigione può essere un processo complesso, ma è possibile trovare modalità di gestione e supporto. Per un piano di trattamento personalizzato, è preferibile consultare un professionista della salute mentale. Resto a sua disposizione per eventuali dubbi o perplessità, un caro saluto, dott. Daniele D'Amico.
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