Dott.ssa
Alessia Giangregorio
Psicoterapeuta,
Psicologo
Psicologo clinico
Altro
Roma 1 indirizzo
Esperienze


È iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio N. 18618.
Ha conseguito la Specializzazione quadriennale in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale presso l’APC – Associazione di Psicologia Cognitiva di Roma, sotto la guida diretta del Prof. Giovanni Liotti e della Dott.ssa Lucia Tombolini.
Terapeuta EMDR.
Ha conseguito il Master in Psicodiagnostica presso il Consorzio Inter Universitario Humanitas.
Opera da anni come Psicologo scolastico.
Svolge percorsi di Psicoterapia individuale per adolescenti e adulti.
Si occupa di valutazioni diagnostiche per l’età evolutiva (DSA, ADHD e altri BES).
Svolge inoltre attività di Consulenza psicologico-forense in ambito civile ed ecclesiastico in qualità di Consulente Tecnico di Parte (CTP).
Aree di competenza principali:
- Psicologo
- Psicologia clinica
- Psicodiagnostica
- Psicologia giuridica
- Psicoterapia cognitivo comportamentale
Indirizzi (2)
Studio AISME - Intervento Psicopedagogico
Pazienti senza assicurazione sanitaria
Colloquio psicologico clinico • 70 €
Consulenza online • 60 €
Psicoterapia • 70 € +10 Altro
Accompagnamento in gravidanza (descrizione) • 70 €
Accompagnamento in gravidanza • 70 €
Consulenza psicologica di coppia • 70 €
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Accompagnamento in gravidanza • 70 €
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Punteggio generale
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Michela M.
Io e mio marito ci siamo rivolti alla dottoressa per una valutazione di disturbo dell'apprendimento per nostra figlia, su consiglio di conoscenti che già si erano rivolti a lei. La dottoressa è stata capace di tranquillizzare noi genitori spiegandoci in modo chiaro il percorso ed è stata molto attenta e disponibile a rispondere a tutte le domande. La bimba si è trovata molto bene ed è sempre uscita serena dagli incontri, cosa per noi preziosa. La relazione è stata di grande aiuto e apprezzata anche dalla scuola come strumento per capire meglio quali strategie usare.
R.C.
Ho portato mio figlio presso lo studio AISME per una valutazione psicodiagnostica relativa a difficoltà di apprendimento, seguiti dalla Dott.ssa Alessia Giangregorio. Fin dal primo incontro ho avuto modo di apprezzare la sua competenza, professionalità ed empatia. La valutazione è stata condotta con grande attenzione e delicatezza, mettendo mio figlio a proprio agio durante tutte le fasi del percorso. La relazione conclusiva è risultata estremamente dettagliata, chiara e completa, fornendo indicazioni utili e concrete per il proseguimento del percorso scolastico ed eventualmente terapeutico. Consiglio vivamente la Dott.ssa Giangregorio a chiunque necessiti di una valutazione approfondita e di un supporto serio e qualificato.
E.G.
Ho intrapreso un percorso con la dottoressa e posso dire con sincerità che è stata un’esperienza trasformativa. Con grande empatia, professionalità e competenza, mi ha guidato attraverso momenti molto delicati, utilizzando anche la terapia EMDR, che si è rivelata estremamente efficace per rielaborare ricordi dolorosi e ridurre l’intensità delle emozioni negative.
Mi sono sentita sempre accolta e mai giudicata, in un ambiente sicuro dove poter esplorare il mio vissuto con fiducia. La consiglio vivamente a chiunque stia cercando un aiuto serio, competente e umano.
Jasmine
È una psicologa molto professionista,ti aiuta a lavorare il tuo percorso e ti sa dare tantissimi, con lei sono anni che mi segue nelle mie terapie e mi ha aiutato tantissimo non la cambierei in nessun' altro al mondo.. è psicologa molto disponibile e mi ha aiutato ad affiancarmi ad altre colleghe sugli studi della patente... Sono molto contenta di essere la sua paziente
G.G
La dottoressa è una professionista seria, disponibile e sintonizzata
Con grande professionalità e umanità mi ha aiutata nel mio percorso di crescita emotiva e cognitiva. La consiglio sinceramente a chiunque senta il bisogno di un aiuto competente, umano e profondamente rispettoso.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore
Ciao, vi disturbo per una domanda sciocca lo so. Non sto male per questo che sto per descrivere ma vorrei capire se mi sto muovendo nella direzione giusta, anche se l argomento non lo è più di tanto. Riguarda un'amicizia. La conosco da circa 4 anni. Stesso per sua ammissione, e io lo confermo, è un'amicizia sincera e profonda sebbene vissuta sporadicamente, non di circostanza insomma, infatti ci confrontiamo spesso su "noi" stesse. Da diversi mesi si è avvicinata una terza ragazza a lei e ho percepito che lo stesse facendo per intromettersi a mio discapito, fatto sta che ho stoppato queste immaginazioni per non sfasciarmi la testa. Dopo alcuni mesi, parlando con un altro amico del gruppo, mi ha detto -spontaneamente- che ha la sensazione che lei abbia qualcosa nei miei confronti e da quando ha percepito che lui va d'accordo con me, lei ha intensificato i contatti con lui come volesse intromettersi ma che lui gli ha chiuso i rubinetti evitandola quando può, perché non ha riscontrato conferma tra parole e fatti nei suoi confronti e anche perché stima me e non ha intenzione di farsi condizionare. Quindi indirettamente ho avuto un po' la conferma di quella mia immaginazione che ho avuto di quella mia amica.
Detto ciò, ho fatto una cosa che raramente faccio in questi casi, in genere cambio aria e vissero tutti felici e contenti, invece ho voluto parlare alla mia amica, con gentilezza e fermezza le ho detto di aprire gli occhi e fatto capire che la frequento perché sto bene con lei ma se quel posto tranquillo viene infestato, deve sentirsi libera io non la condanno ma farei un passo indietro perché il mio benessere viene prima di tutto. Lei si è scusata se ha potuto ferirmi e al tempo stesso mi ha garantito che seppure quella persona vovesse incrinare i nostri rapporti, la sua opinione non cambia nei miei confronti e che la lascia fare e semmai glielo fa credere. Ecco, come dovrei interpretare quest'ultima frase secondo voi? Personalmente non mi suona bene. In effetti nei miei confronti è sempre la stessa, ma a quella persona sta dando sempre più spazio e confidenza, che la tipa usa vantandosi nei miei confronti.. Ovviamente ognuno fa quel che vuole della propria vita e non sento il bisogno di cambiarla, non la condanno perché le voglio bene, ma anche per me vale lo stesso principio. Quindi quando tendo a ridurre il rapporto lei se ne accorge e inizia a ricercarmi perché sono io ne sono consapevole che tiene a me, però penso anche che nella vita non sempre si può avere due piedi in una scarpa. Grazie,Lorenza
Buongiorno Lorenza,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità una situazione che, sebbene possa apparire semplice, tocca dinamiche relazionali molto comuni e delicate.
Dal suo racconto emerge una buona consapevolezza di sé e dei propri bisogni, e la scelta di esprimere con chiarezza e rispetto il suo punto di vista alla sua amica è sicuramente un segno di maturità relazionale.
È normale che, nel corso di un’amicizia, l’ingresso di nuove persone possa generare cambiamenti e sensazioni contrastanti. In questi casi è importante fare proprio ciò che lei ha già iniziato a fare: ascoltare il proprio benessere, comunicare in modo aperto e valutare quanto il rapporto continua a essere fonte di serenità.
L’ultima frase della sua amica potrebbe riflettere un tentativo di gestire più relazioni contemporaneamente senza voler creare conflitti; tuttavia, è comprensibile che a lei non suoni del tutto chiara o rassicurante.
Continuare a prestare attenzione a come si sente nella relazione e mantenere i confini che la fanno stare bene è un approccio sano e rispettoso sia di sé che dell’altro.
Le auguro di proseguire su questa strada di ascolto e cura di sé.

Salve, sono una ragazza di 20 anni fidanzata da un anno e 8 mesi con un ragazzo di 24 e conviviamo da quasi otto mesi. È da 5/6 mesi che sono cambiata un po’, ho capito che davo troppo e il modo in cui amavo era troppo e mi sono data una calmata. Questo perché il mio ragazzo è una persona buona con un cuore gentile ed è premuroso, ma quando si tratta di sentimenti ed emozioni è freddo e razionale e prende i dialoghi in cui gli spiego cosa c’è che non va come un attacco personale, e non capisce spesso come io mi senta nonostante comunichi nel modo più trasparente possibile, tende a sminuire la situazione insomma. Comunicando con lui, è migliorato un pochino durante quei mesi, io gli lasciavo più spazio e lui invece cercava di imoegnarsi di più. Il fatto è che quando io amo, lo faccio intensamente, credo all’amore come nei film romantici perché io amo cosi, e vorrei che la persona con cui sto fosse più simile a me da questo punto di vista. Prima di convivere ci vedevamo solo il weekend e avevamo rapporti quei 2/3 giorni di fila, con la convivenza la frequenza di rapporti non è cambiata, anzi forse peggiorata. Non mi sento desiderata, voluta come dovrei essere, ho solo 20 anni e voglio qualcuno che che mi guardi e voglia appassionatamente. A volte abbiamo fatto a meno anche per due settimane. Due settimane fa gli ho scritto una lettera di 4 pagine dove ho messo a nudo i miei sentimenti e pensieri riguardo a un po’ di cose, tra cui il non sentirmi desiderata, è stata una lettera impegnativa e piena di sentimento, immensa. Ho aspettato due giorni dopo avergliela data affinché mi parlasse, durante i quali l’ho visto molto giù di morale, e quando abbiamo parlato però non capiva cosa avrebbe dovuto fare. Mi aveva detto che avrebbe cercato su forum e cose simili il perché della mancanza di desiderio a volte. Qualche giorno fa gli ho chiesto se aveva trovato qualcosa e mi ha risposto “si qualcosa ma velocemente, poi non ho più guardato mi sono dimenticato”. Li mi sono sentita come se non valessi abbastanza per lui, come se quella lettera immensa di sentimenti e dolore non fosse abbastanza prioritaria per lui, mentre per la sua macchina o per il lavoro è sempre stressato, sempre con il pensiero li. E perché io no? Non conto abbastanza forse? Sono scontata e pensa che ormai mi ha e non potrei andarmene via? Il fatto che sia sempre io a trovare cose mi fanno male, perché lui nemmeno si accorge, (non si è nemmeno mai “lamentato” con me su qualcosa che magari faccio o dico che non gli potrebbe andare bene, e quando gliel’ho fatto notare ha detto che in realtà non ha nulla di cui lamentarsi), il fatto di essere cosi giovane (sono obiettivamente una bella ragazza) mi ha fatto dubitare di me stessa, di non essere abbastanza attraente ai suoi occhi, di non essere magari il suo prototipo e cose così. Io sono stufa di chiedere, e di vedere il minimo indispensabile cambiamento. Per l’amor del cielo è un ragazzo bravissimo, ambizioso e di buona famiglia, anche dal punto di vista economico (io studio all’università e lui lavora) paga soprattutto lui per quanto riguarda la spesa o le uscite che facciamo (niente regali però se non per compleanno e natale ecc), ha un buon cuore ed è intelligente e sappiamo entrambi cosa portiamo in tavola. Lo amo tanto, anche se al momento mi sento un po’ anestetizzata. Non so se il desiderio nei miei confronti possa mai aumentare, la comprensione dei miei sentimenti e il fare qualcosa a riguardo per farmi stare tranquilla siano cose che nel futuro prossimo lui possa acquisire. Quindi la mia mente e il mio cuore come autodifesa hanno come centro il rompere la relazione, confrontarmi con lui e capire se in futuro gli elementi che cerco ci potranno VERAMENTE essere o se è meglio chiuderla qui. Vorrei tanto una vostra opinione e un consiglio. Vorrei parlargli a breve, dentro di me non voglio veramente rompere con lui ma il mio cuore e soprattutto la mente hanno bisogno di pace, il mio stress dovrebbero essere gli esami universitari non questo. Grazie a tutti, scusate per il lungo testo.
Gent.ma,
ho letto con attenzione ed è chiaro il disagio e la sofferenza che sta vivendo a fronte di tanti dubbi che emergono nella situazione che descrive. L'intimità è certamente un aspetto essenziale nella coppia, ma è anche altrettanto delicato e caratterizzato da una molteplicità di dinamiche che riguardano la relazione quanto il singolo. Non deve però cadere nell'errore di attribuire a sè, a una sua mancanza o incapacità, il comportamento del suo compagno, nè interpretare la difficoltà che lui mostra nell'affrontare l'argomento come assenza di interesse nei suoi confronti. L'estrema delicatezza del tema lo rende spesso particolarmente difficile da toccare, a differenza di argomenti a minore impatto emotivo (come le macchine o il lavoro) sui quali risulta quindi più agevole concentrarsi. Aprirsi al dialogo è sicuramente sempre una buona strada, ponendo attenzione ad evitare attacchi all'altro ma lasciandogli lo spazio e il tempo per parlare di qualcosa che può costargli molta fatica. Se siete entrambi d'accordo essere inoltre utile consultare una terapeuta di coppia esperto in sessuologia.
Spero che questa breve risposta possa offrirle qualche utile spunto e che la situazione trovi presto una positiva risoluzione.

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