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Elisa Ruggieri presso il Centro clinico crocetta
corso galileo ferraris 110 , Torino

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Esperienze

Su di me

Sono una psicologa laureata all'Università degli Studi di Torino e sto attualmente terminando la mia formazione in Psicoterapia Cognitiva e Sessuologi...

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Specializzazioni

  • Sessuologia
  • Psicologia Clinica
  • Psicoterapia

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ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su psicoterapia

Buonasera gentili dottori,
Volevo chiedere se la sensazione di sentirsi esaurito, sentirsi distaccato dalla propria persona, sempre con la testa sulle nuvole, mai concentrato del tutto o che si dimenticano di fare delle cose è attribuito da una forte stress accumulato nel tempo... Ho iniziato una cura farmacologica con ansiolitici e antidepressivi da un mese e quelle sensazioni che ho descritto prima sono relative a prima che iniziassi la cura... Ho avuto 2 o 3 attacchi di panico per ragioni sentimentali, e per altri motivi personali convivendo da 3 anni insieme alla mia attuale ragazza, la quale sento che già da un anno e mezzo è finito quell amore che c era all inizio... Questo mi ha portato sempre a sopportare situazioni di finzione nei suoi confronti, ma non ho mai avuto il coraggio di dirle veramente le cose che pensavo e di mettere fine alla storia...Lei mi ama tantissimo, ma io a 26 anni sento di dover fare altro, o altre esperienze, come se non mi accontetassi più di lei e vorrei altre esperienze,anche lavorative. Il mio psichiatra attribuisce questi fattori ansiosi al fatto che l amore è finito per me ma non riesco a prendere una decisione, non riesco a trovare la forza di dirle le cose che penso. Anche Un lavoro che non mi soddisfa è correlato a questi fattori di ansia secondo me Tutto questo fino a quando lei è stata male e li ho somatizzato tutto il suo dolore pefche avevamo il presentimento che avesse qualcosa di brutto per varie volte che stava male (giramenti di testa, vertigini, dolore alla cervicale, senso di nausea)... Tutte queste cose le ho subite anch io perché le sono stato vicino in quel momento stando da soli fuori casa a Roma, con tutti i pensieri che portano due giovani a provvedere ad essere indipendenti.. La mia domanda è si può guarire definitivamente da queste sensazioni e paure o dovrò prendere ansiolitici a vita e antidepressivi.. Sono ignorante in materia e anche un po' ipocondriaco e quindi evito di leggere su internet siti inutili.
Grazie

Buongiorno, quello che ci descrive in questo post appassionato è un piccolo frammento della sua vita e la ringrazio per essersi voluto aprire così. Mi sembra che abbia capito anche da sè, con questo piccolo iniziale tentativo che parlare della propria vita agli altri aiuta a mettere in ordine gli eventi, comprenderli più profondamente, ampliare le prospettive e cercare di potenziare le risorse dentro di sè che le permettono di fronteggiare gli eventi. Questa è una cosa che può fare rivolgendosi ad uno psicologo iscritto all'albo e facendo con lui/lei un percorso di supporto. Se invece desidera intervenire in maniera più mirata sulla comprensione ed il cambiamento delle cause del suo malessere, se vuole creare nuove risorse dentro di sè (ad esempio trovare la forza di interrompere una relazione in cui non si sente autenticamente felice) o capire come mai tende a sviluppare sintomatologie come gli attacchi di panico e ridurne l'insorgenza, allora può intraprendere un percorso più approfondito con uno psicoterapeuta. Questi percorsi possono affiancarsi a quello farmacologico e potrebbero incrementare il suo benessere in maniera da ridurre o modulare, in accordo e collaborazione con il suo psichiatra, il farmaco. Lei ha già intrapreso un primo percorso di cura ed ha fatto bene, adesso se come dice lei "io a 26 anni sento di dover fare altro" può scegliere di non affidarsi unicamente e passivamente alle sostanze ma di mettere in gioco un pò di determinazione, volontà concentrazione e perseveranza per intraprendere un nuovo percorso psicologico o psicoterapeutico in cui scendere in campo direttamente. Credo che se non vuole accontentarsi questo momento della sua vita può essere quello giusto per provare ad ottenere di più per se stesso e per il suo benessere.

Dott.ssa Elisa Ruggieri

Domande su sessuologia

Buon giorno, vorrei sapere come affrontare il problema del desiderio in una coppia, mi spiego... É normale non avere più desiderio sessuale o pochissimo verso il partner? Nel senso provo sentimenti forti per lui... Ma a livello intimo é andato sempre più a calare quasi da farne anche a meno per me.... E non capisco da cosa possa scaturire.... Come devo comportarmi o cosa posso fare?

Buongiorno! il calo del desiderio è una problematica purtroppo molto comune ma non è una condizione a cui ci si deve rassegnare in quanto non è nè "normale" nè immodificabile. Bisogna però saper riconoscere che anche il desiderio come il resto della sessualità matura e cambia sia in relazione alla coppia che alla nostra storia di vita e di coppia. Se però è scarso la prima cosa da fare è escludere che ci siano delle motivazioni mediche che vanno ad incidere sul desiderio come possono fare ad esempio la disregolazione di alcuni ormoni o problematiche tiroidee. Come prima cosa ne può perciò parlare con il medico di base che le prescriverà gli esami necessari ad accertare che il calo del desiderio non sia un sintomo di disequilibri di natura organica. Se non viene rilevato nulla dagli esami di tipo medico allora può affidarsi ad uno psicoterapeuta che abbia anche il titolo di sessuologo. Con questo professionista potrete riconoscere l'origine del calo del desiderio e modificare questo aspetto. Purtroppo la nostra mente non ci rende immediatamente accessibili tutte le risposte ma stia sicura che con la guida di un professionista potrete arrivare ad una comprensione più profonda dell'accaduto e grazie a questo individuare l'azione terapeutica più efficace per voi.

Dott.ssa Elisa Ruggieri

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