Salve vorrei chiedere una paio di domande, essendo che sono in cura da una psicoterapeuta da 3 sedut

16 risposte
Salve vorrei chiedere una paio di domande, essendo che sono in cura da una psicoterapeuta da 3 sedute, vorrei chiedere se è normale che parli maggiormente lei e non io che ho tante cose da dire ma a causa dei 50 minuti che abbiamo disposizione non posso dire.Lei non si pronuncia su come mi vede e che idea si è fatta di me se sono depresso e se ho bisogno di psicofarmaci ma continua sempre a parlare e a fare domande su come la vedo su certi aspetti.Inoltre mi sono gia molto affezionato a lei perché è una donna bella ed affabile anche se lo so che lo fa solo per fare il suo lavoro ,il fatto di essermi quasi innamorato di lei e che la penso e vorrei incontrarla anche al di fuori dello studio devo rivelarglielo o me lo tengo per me ? Ho paura che questo possa influire sulla psicoterapia e che mi cacci ,ma io voglio liberarmi di questo peso.Ultima cosa vorrei chiedere se anche dopo che non sono piu in cura da lei ,lei abbia diritto di dire i fatti miei non essendo piu suo paziente e avendo finito la cura o il segreto professionale permane per sempre ?
Buongiorno. La terapia è uno spazio di incontro di due persone, una con una professionalità, esperienza e competenza nel campo della psiche umana, l'altra con la sua narrazione, la sua storia, le sue difficoltà e la motivazione a cambiare. L'incontro però è sempre tra due persone, due esseri umani, e la terapia serve per lavorare sull'esperienza dell'essere insieme in uno spazio autentico, aperto e coinvolgente.
Detto questo, tutte le domande che si è posto sono assolutamente lecite e il fatto che si ponga molti dubbi su come agire dice già qualcosa di lei e della sua paura di essere rifiutato. Tutto ciò che ha scritto qui ha assolutamente senso espresso all'interno della sua relazione terapeutica. Si ricordi che lei è parte attiva della terapia, e se sente, ad esempio, che ha bisogno di parlare di più, può dirlo in seduta alla sua terapeuta. Noi terapeuti non siamo infallibili e la terapia si costruisce sempre in due. Perciò, da questo punto di vista, tutto ciò che lei porta in terapia sarà utile per la sua terapeuta e sarà utile per la sua cura. Le emozioni che si vivono in terapia sono anche quelle oggetto della terapia, perché dicono qualcosa di lei. Può esprimere le sue emozioni, può fare domande, può raccontare come si sente. Per rispondere alla sua domanda, sicuramente quello che avrà una influenza sulla psicoterapia, ma non in senso negativo come immagina lei. Infatti, sarà materiale terapeutico utile per lei, così come tutte le emozioni che proverà (potrà sentirsi, nel corso della terapia, non capito, non voluto, non amato, non ascoltato, ma tutto questo fa parte dell'esperienza di essere in contatto con l'altro) saranno altrettanto utili.
Da ultimo, il segreto professionale non ha scadenza. Tutto quello che dirà alla sua terapeuta sarà sotto il vincolo del segreto professionale anche quando finirà la terapia. Usi bene quello spazio, esprimendo se stesso: sei lo merita!
Saluti e buon proseguimento di terapia.

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Gentile paziente,
per quanto sia una relazione professionale, la relazione con il proprio psicoterapeuta resta sempre una relazione tra due esseri umani: per questo, ci saranno alcuni sentimenti, sensazioni ed emozioni legate che lei si può portare dal suo passato e dalla sua storia, mentre altre possono essere legate a ciò che si sviluppa nel presente con la persona che è lì con lei e hanno comunque diritto di trovare spazio nei vostri incontri.
Come ha già scritto il collega, lei ha la facoltà e anche il "dovere" di dire quello che sente, mentre la sua terapeuta ha il compito di prendersi cura dello spazio di terapia, stando attenta a preservare quei delicati confini che fanno rimanere la relazione terapeutica efficace per il paziente. Tra questi c'è anche il segreto professionale, che è tenuta a mantenere anche al termine del vostro percorso. Quindi, con i suoi tempi, dica quello che prova alla sua terapeuta: vedrà che ci saranno sviluppi interessanti per il suo benessere. Un saluto!
Gentilissimo,
innanzitutto la rassicuro sul segreto professionale. questo deve persistere anche oltre i tempi di terapia. Rispetto agli altri dubbi che manifesta, non vi è luogo più giusto come il setting terapeutico dove manifestarli per poter cambiare le cose. Sarà la sua terapeuta a trovare il modo adeguato per aiutarla
Buon pomeriggio, le consiglio di parlare in seduta con la sua terapeuta dello stato di transfert amoroso in cui si trova. Per quanto riguarda il segreto professionale, correttezza vorrebbe che restasse per sempre. Saluti dott.ssa Agostini Maria Grazia
Buongiorno, la prima cosa che mi verrebbe da dire è che il rapporto terapeutico è un rapporto umano, anche se non convenzionale e come in tutti i rapporti umani è importante darsi il tempo di costruire la fiducia, attraverso la conoscenza "reciproca". Capisco la difficoltà a condividere alcuni suoi vissuti, ma credo sia molto importante parlarne...lanci il cuore oltre l'ostacolo e parli di quello che prova alla sua terapeuta. E' buona norma deontologica mantenere il segreto professionale anche se il rapporto si interrompe. Cordiali saluti Dott.ssa Ilaria Michelini
Gentile utente, la ringrazio per la condivisione, su cui mi permetto di fare alcune riflessioni.
Premettendo che il segreto professionale va sempre rispettato; stando a quanto raccontato, mi pare di capire che ci siano diverse questioni in gioco, quali: mancanza di una reale possibilità di confronto fra entrambi, ruolo passivo nella terapia e coinvolgimento emotivo. Tuttavia, sorgono spontanee una serie di domande fondamentali: la terapia che svolge da tre anni è efficace? Le sta dando beneficio? Quanto può essere funzionale, se da parte sua c'è un coinvolgimento emotivo?
Personalmente, consiglio di condividere con la terapeuta il suo vissuto e i suoi dubbi, così da poter fare le tutte le valutazioni del caso, ma soprattutto per uscire da questa condizione di stallo che la destabilizza, ostacolando pertanto la buona riuscita del percorso. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Buon pomeriggio. La prima cosa che mi colpisce è che abbia tanti quesiti alla terza seduta: le prime sedute servono proprio per una conoscenza reciproca, e sono uno spazio sicuro in cui esprimere le proprie paure, le proprie aspettative e le proprie perplessità su quello che sta accadendo.
Crede ci sia qualcosa che fa Lei personalmente per favorire il "parlare di più" della psicoterapeuta? Ad esempio: Lei tende ad osservare lunghi silenzi? Tende a fare domande per cui richiede risposte articolate? Ha difficoltà a raccontarsi?
Si senta libero di confidare alla Sua terapeuta, consapevole di star semplicemente esprimendo quello che Lei sente, i suoi quesiti su quello che sta accadendo in questi primi tempi di terapia.
Cordiali saluti, Dott.ssa Micaela Bozzetti
Salve, grazie per questa condivisione.
Le suggerisco di parlarne con la sua terapeuta su come la fa sentire il fatto che lei parla molto e su quello che prova e pensa sulla sua terapeuta.
In bocca al lupo
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Gentile utente,
Nella psicoterapia la cura avviene proprio attraverso la relazione, il ponte con cui sperimentare e correggere le nostre modalità relazionali. É fondamentale dunque che possa condividere con la sua terapeuta pensieri e vissuti sia personali che relazionali e che insieme possiate affrontarli ai fini terapeutici.
Per il segreto professionale la risposta é che questo permane anche quando il rapporto terapeutico si conclude.
Dr.ssa Damiano Maria
È comprensibile che tu abbia delle preoccupazioni e delle domande riguardo al processo terapeutico e alla tua relazione con la tua psicoterapeuta. Inizialmente, è importante riconoscere che ogni terapia ha il suo ritmo e che può richiedere del tempo per stabilire un equilibrio nella comunicazione tra il paziente e il terapeuta. Tuttavia, se ti senti sopraffatto dalla quantità di tempo che la psicoterapeuta dedica al parlare rispetto a te, potrebbe essere utile esprimere apertamente questa preoccupazione durante le sessioni. La relazione terapeutica dovrebbe essere un processo collaborativo, quindi è importante che tu possa sentirti ascoltato e supportato nel tuo percorso. Quanto alla tua preoccupazione riguardo ai sentimenti che provi per la tua terapeuta, è comprensibile che possano emergere sensazioni di affetto o trasferimento durante il corso della terapia. Tuttavia, è importante mantenere chiare le dinamiche della relazione terapeutica e distinguere tra sentimenti personali e il rapporto professionale con il terapeuta. Se senti di avere difficoltà a gestire questi sentimenti, potrebbe essere utile esplorarli durante le sessioni terapeutiche. Quanto alla tua domanda sul segreto professionale, è importante sapere che il segreto professionale è una componente fondamentale dell'etica professionale dei terapeuti. Anche dopo la fine della terapia, il terapeuta è tenuto a mantenere la riservatezza sulle informazioni condivise durante le sessioni, a meno che non ci sia un consenso esplicito da parte del paziente per divulgarle. Tuttavia, ci sono eccezioni legali in cui un terapeuta potrebbe essere tenuto a rompere la confidenzialità, come nel caso di minacce di danno a se stessi o agli altri. Spero che queste risposte possano fornirti un po' di chiarezza e supporto durante il tuo percorso terapeutico. Se hai ulteriori domande o preoccupazioni, non esitare a condividerle con la tua psicoterapeuta durante le prossime sessioni.
Salve, quello di cui parla si chiama transfert ed molto comune nei pazienti; le consiglio di parlarne con la sua terapeuta. In riferimento al segreto professionale è un segreto per sempre!!!
Buongiorno
le consiglio di parlarne liberamente con la sua terapeuta perchè ciò che sta provando parla di lei e forse anche delle motivazioni che l'hanno spinta a rivolgersi ad un professionista. La sua terapeuta saprà accogliere le sue riflessioni ed emozioni ed insieme potrete lavorarci affinchè lei possa continuare nel suo percorso. Se ha ulteriori domande, non esiti a contattarmi. Dott.ssa Letizia Muzi
buongiorno,
per quanto riguarda le domande che le pone la sua terapeuta, probabilmente si tratta di una raccolta anamnestica quindi sta cercando di raccogliere diversi dati ed aspetti di lei per farsi poi un'idea del lavoro che potreste svolgere insieme. Se ha la necessita' di rallentare questa fase e parlare di piu' lo esprima pure, come per il dubbio riguardante l'attrazione che prova..come hanno gia' benissimo esposto i miei colleghi, potrebbe essere un aspetto importante sul quale lavorare. Per il segreto professionale la rassicuro anch'io sul fatto che questo durera' anche quando il rapporto terapeutico si concludera''
tanti auguri
Salve, le si è invaghito della terapeuta senza conoscerla: si tratta di transfert. Ne parli in terapia e tenga presente che il segreto professionale dura per sempre.
Buongiorno,
credo che in questa fase della terpia si tovi un pò in confusione.
Spesso il pziente trasferisce sul terapeuta fantasie che possono anche essere in relazione alla sessualità e l'innamoramento che devono essere tradotte e comprese all'interno dela seduta col proprio psicoterapeuta.
Non si preoccupi ogni professionista è tenuto a mantenere il segreto professionale anche dopo la cnclusione della terapia.
Quando si inzia un percorso è legittimo che ci siano dubbi o domande su come sta andando. Non tutto si iesce a fare subito, avvicinarsi è un processo, occorre trovare l paole per dire ciò che non si è mai detto, sperimentare e costruire sicurezza nella relazione per affidarsi a un altro. D'altro canto è significativo che si chieda se anche quando il percorso sarà terminato il segreto professionale si mantiene. Questo ci dice che ha ancora bisogno di concedersi tempo per fidarsi e affidarsi alla sua terapeuta. Non c'è un modo giusto sbagliato di stare in terapia così come non c'è un tempo prestabilito per "fare le cose". E' il suo spazio e può costruirlo oome preferisce, l'obiettivo è solo il suo benessere. Buon percorso

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