Salve, sto cercando un aiuto che non riesco a trovare da nessuna parte. Sto vivendo in casa mia una

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Salve, sto cercando un aiuto che non riesco a trovare da nessuna parte. Sto vivendo in casa mia una situazione molto difficile con i miei genitori. Ho 24 anni, sono sempre stata la figlia modello, la figlia maggiore, timida, insicura di se stessa, con poca autostima, seria, che studiava solo e usciva poco, con due amiche contate, che tornava presto la sera e parlava spesso con i suoi genitori. In realtà ho sempre nascosto un disagio dovuto alla mia sessualità, ho capito di essere lesbica ma celavo questo mio essere per paura di essere giudicata dalla mia famiglia e di conseguenza dalla gente del mio piccolo paesino. Un anno e mezzo fa ho conosciuto una ragazza su un’app di incontri di cui mi sono innamorata e per cercare di affrontare questa situazione ho cominciato un percorso di terapia (dicendo ai miei che il motivo per cui lo facevo era la mia timidezza). Con l’aiuto della mia psicologa e l’amore di questa ragazza sono riuscita a “sbocciare”, ho riscoperto me stessa, il mio vero io e la persona gioiosa che ho sempre voluto essere. Sono riuscita a confessare ai miei questo mio essere, ma di conseguenza è proprio in quel momento che è cominciato l’inferno. Io cambio, cresco, comincio ad uscire, a fare tardi la sera e questo non sta bene ai miei genitori. Dicono che sono cambiata, che sono distante, che non parlo più con loro, che li faccio stare male perché “non ti importa più di noi, non esistiamo più nella tua vita”, tanto da farmi interrompere la terapia, perché secondo loro non mi stava più aiutando. Ora stanno incolpando la persona che ho conosciuto, che poi è diventata la mia fidanzata “perché ormai esiste solo lei, noi non siamo più nessuno..lei ti sta cambiando, non sei più quella di una volta”. Ho cercato molte volte di parlargli e fargli capire che questo mio cambiamento non è dovuto all’influenza di questa persona (che anzi mi ha sempre sostenuto e ha sempre ritenuto che dovessi fare solo quello che ritenevo giusto, senza forzature), ma ad una mia crescita personale, rafforzata anche grazie alla terapia. Non so più cosa fare, mi sento costantemente in colpa di vivere la vita che vorrei, perché per loro io dovrei essere contenta di vivere la vita che loro vogliono per me. Non riescono a capire che io per una volta sono felice, sto combattendo le mie insicurezze e sto scoprendo me stessa. Pensano che io in realtà sia trasportata da altre persone, ma non è così e vorrei tanto lo capissero. Grazie mille in anticipo se qualcuno risponderà a questa mia richiesta.
Dott.ssa Elisa Taverniti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, dal modo con cui espone la sua richiesta è percepibile il momento di difficoltà che sta accettando. Credo che il percorso psicologo intrapreso sia la soluzione migliore in questi casi. Tramite un’attenzione rivolta principalmente a se stessa e alle sue emozioni riuscirà a stabilire la giusta relazione con gli altri in modo da non venirne completamente assorbita. Un caro saluto
Dott.ssa Elisa Taverniti
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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo importante riprendere il percorso psicologico al fine di trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
'Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dr. Michele Arnaboldi
Psicologo, Psicologo clinico
Bovisio Masciago
Buon pomeriggio,
Il percorso che stai facendo sicuramente ti sarà d’aiuto per affrontare questa situazione difficile, credo che la difficoltà maggiore sia quella da parte dei tuoi genitori di accettare il fatto che tu sei cresciuta e quindi ti faccia la tua vita e che di conseguenza le abitudini e i punti di BP vista cambiano.
Cordialmente
Dott. Michele Arnaboldi.
Dott. Eugenio Pagliarulo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve.
Sentirsi a disagio per chi si è può essere molto doloroso. Per i motivi più disparati (personali, sociali, culturali, ecc.) ci si può sentire non al sicuro ad essere semplicemente se stessi, anche con alcune delle persone che amiamo di più nella nostra vita.
Mi sento di dirle che lei è stata molto coraggiosa e saggia nell'aver intrapreso un percorso che l'abbia sostenuta in una prima fase, per poter sentirsi pronta ad essere se stessa anche con i suoi genitori e per poter vivere la sua relazione sentimentale.
Nessuno dovrebbe sentirsi in colpa per chi è e per la vita che vuole condurre, seguendo i propri desideri. Credo che sia utile in questa nuova fase intraprendere un nuovo percorso per continuare il processo di crescita personale che lei stessa si è riconosciuta.
Sono a disposizione qualora volesse fare un colloquio, in quanto Psicologo esperto anche di tematiche lgbt.
Un saluto,
Dott. Pagliarulo Eugenio
Dott.ssa Giulia Vuono
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile utente,
la situazione che descrive è sicuramente complessa, il cambiamento che è riuscita a portare avanti e di cui parla è indicativo di una fase molto delicata, questo perchè si inserisce all'interno di un contesto familiare, che da quanto racconta, sembra invece essere rimasto uguale, probabilmente non è riuscito a riconoscerlo, accettarlo e di conseguenza rimodularsi in base ad esso. Questo accade molto spesso, perchè il cambiamento, di qualunque natura sia, spaventa.. e probabilmente le cose di cui viene accusata dai suoi genitori sono quelle che loro temono possano verificarsi.
Quello che mi arriva è che è come se lei si senta ad un bivio: scegliere tra la vita che vuole lei o quella che vorrebbero i suoi genitori, dove in entrambi casi perde qualcosa, o la sua felicità o quella dei suoi genitori.
Credo che il primo passo debba essere quello di scardinare una visione così assolutistica, sicuramente oggi è difficile da immaginare, ma può diventare un percorso da affrontare insieme ad un professionista che possa aiutarla a ritrovare un nuovo equilibrio, non solo in lei ma anche all'interno del sistema familiare.
Resto a disposizione.
Saluti, dott.ssa Giulia Vuono
Dott. Emiliano Perulli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lecce
Salve,
Credo che lei possa trarre giovamento da uno spazio personale dove poter fare chiarezza dentro di sé aprendo spunti di riflessione profondi, ragionare sui suoi vissuti, cercare risposte ragionevoli a domande molto importanti che in questo particolare momento della sua vita sono fonte di sofferenza e disagio. Domande che andrebbero affrontate con calma e con più informazioni.
Un percorso psicoterapeutico potrà certamente aiutarla.
Cordialmente,EP
Dott.ssa Elisa Manfredi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione che può essere di aiuto a molte/i/*.
Ha mostrato molto coraggio. Nel chiedere aiuto quando è il momento e nel gettare le basi per la propria autenticità. Conosce il documentario "Due volte Genitori"? dell'Associazione AgeDO? potrebbe essere utile ai suoi genitori. Non perda di vista il suo obiettivo. troverà la misura. Un caro saluto.
Dott.ssa Erika Castiglione
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Prato
Buonasera, la ringrazio per questa sua preziosa condivisione e per la preziosa testimonianza che ha portato, facendo emerge l'importanza di rivolgersi ad un professionista per intraprendere un percorso personale per conoscersi e nascere per la seconda volta.
Molto spesso la difficoltà dei genitori è proprio quella di accettare la crescita del figlio e la propria indipendenza che porta per loro un riassestamento della loro vita e questo li può portare a mettere in atto dei comportamenti poco funzionali. Pertanto consiglio di prendere in considerazione questa visione per provare a comprenderli ed aprirsi ad una comprensione dei loro stati d'animo. Questo sicuramente potrebbe essere facilitato dell'aiuto di un professionista che svolga magari un colloquio familiare.
Dott.ssa Marianna Quattrocchi
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Palermo
Gentile utente, quello che sta vivendo, che con dolorosa puntualità, descrive così bene, è sicuramente il frutto di un processo familiare che definirei “bloccato”. Bellissima l’espressione che ha usato: è “sbocciata”. Ha cominciato un processo di crescita e di differenziazione che la vede costruire le solide basi di una personalità adulta capace e centrata. La sua battaglia per l’affermazione della sua identità sicuramente è molto sofferta, perché è osteggiata da un sistema familiare che, probabilmente, per paura, ansia, desiderio di protezione, non riesce ad accettare. Mi permetto di darle qualche piccolo suggerimento: qualora la diatriba si spostasse ancora su terzi (la sua fidanzata, ad es.) provi a riportare il focus su di sé, su come si sente lei, sulle emozioni che provava prima e su quelle che prova adesso, nella sua nuova pelle. Riprendere un percorso personale può esserle utile per rafforzare le sue spinte all’autonomia, così congrue e in linea con la sua età. Inoltre un percorso familiare, che coinvolga lei con la sua famiglia può aiutarvi a comunicare meglio, a comprendervi e ad accettarvi a vicenda. Le mando un augurio per questo suo percorso di crescita.
Cordialmente, Dott.sa Annamaria Pipitó
Dott.ssa Valentina Zanlari
Psicologo, Psicologo clinico
Parma
Cara utente,
il tema che porta con la sua preziosa condivisione è quello dell'accettazione della diversità, così tanto centrale quando si parla di orientamento sessuale e molto meno quando si parla di relazioni. Sono del parere che l'accettazione dell'altro e quindi del suo essere per definizione diverso da noi, nelle relazioni si dia molto per scontata, ma non lo è affatto e la sua storia ne parla in modo molto chiaro. Penso che i suoi genitori possano essere molto spaventati, ma forse anche lei che ha smesso di aderire all'ideale di figlia dei suoi genitori e che si trova a cercare nuove coordinate per orientarsi su questo nuovo sentiero. L'abbandono della psicoterapia, criticata dai suoi genitori, mi sembra che possa esprimere proprio il senso di disorientamento che lei può provare percorrendo questa nuova strada: se si sente troppo disorientata ecco che allora rischia di ritornare nella posizione di prima attraverso la messa in atto di azioni come questa più in linea con il ruolo di figlia accondiscendente che ha tanto patito e quindi più corrispondente al desiderio dei suoi genitori piuttosto che al suo.
Ci si ritrova?
Le auguro di continuare a procedere sulla sua strada e se le occorre un aiuto se lo prenda, mi creda, se lo può legittimare da sola!
Rimango a disposizione.
Saluti
Dott.ssa Valentina Zanlari
Dott.ssa Sonia Cannavò
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Buongiorno, grazie per aver condiviso i suoi vissuti. Le faccio intanto i complimenti per il suo percorso e per i traguardi raggiunti: ha scoperto e accettato se stessa e da quel che ha descritto, sta iniziando a sperimentare anche la sua indipendenza e la sua vitalità. Quello che mi sento di consigliarle è di riprendere il percorso e lavorare sul suo rapporto con le figure genitoriali e i relativi suoi vissuti, riuscirà così a spiccare il volo. Un caro saluto
Dott.ssa Zena Ballico
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, lei ha fatto un percorso coraggioso e con grandissimi risultati, le faccio i miei complimenti. Non perda di vista i suoi obiettivi. I suoi genitori, se lei dimostra fermezza e maturità, non potranno che accettare la sua evoluzione. Immagino che la pressione sia tanta… le suggerisco di riprendere il percorso psicoterapico, magari concordando con la terapeuta una frequenza per lei economicamente sostenibile.
Un caro augurio!
Dott.ssa Teresa Montorro
Psicologo, Psicologo clinico
Marsciano
Buongiorno carissima,
è stata molto coraggiosa e la ringrazio per aver condiviso con noi i suoi sentimenti. Conoscere e accettare se stessi è un grande traguardo da raggiungere e lei ci è riuscita. Accettare i cambiamenti che porta il diventare adulti, per i genitori, non è mai molto semplice. La vita che i suoi genitori vogliono per lei, non necessariamente deve coincidere con quella che vuole lei per se stessa e, secondo me, continuare il suo percorso e magari integrarlo anche con degli incontri che includano anche i suoi genitori è la cosa più indicata; così da poter capire i punti di vista di tutta la famiglia.
Le auguro il meglio!
Dott.ssa Claudia Castellani
Psicologo, Psicoterapeuta
Forte dei Marmi
Buonasera
Le consiglio di ricominciare il percorso psicologico che ha interrotto in quanto mi sembra che abbia contribuito a legittimare la sua crescita.
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Dott.ssa Angela Merella
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Sassari
Buonasera, la ringrazio di avere condiviso la sua storia così chiara ed emozionante. Le dinamiche familiari spesso inconsciamente prevedono che il figlio possa fare parte del sistema familiare solo se è come i genitori vogliono, una sorta di dinamica "dentro o fuori". E'una situazione che genera molta sofferenza nella persona, perchè sente che il prezzo da pagare per essere sè stessa è la rinuncia all'amore dei genitori. Il percorso di terapia aiuta a superare anche questa fase, come ha già visto dal suo percorso e dai risultati ottenuti. Se è arrivata fin qua con successo continui, riconoscendo i suoi bisogni come primari rispetto a quelli che hanno i suoi genitori per lei. Nel rapporto genitori-figli, i genitori danno e i figli prendono. Buon proseguimento di percorso, Angela Merella.
Dott.ssa Violeta Raileanu
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera cara utente del Mio Dottore, come hanno detto i miei colleghi prima di me, lei è stata molto coraggiosa ad affrontare i suoi genitori, il coming out e ad aver avviato un processo di differenziazione verso di essi. Gli esseri umani hanno bisogno di idealizzare le persone da cui dipendono emotivamente. Ma in questo momento è ancora più importante portare a termine un processo di individuazione che lei aveva già iniziato insieme alla sua terapeuta.Migliorare la sua vita è uno scopo legittimo e tale impresa assume in questo momento una rilevanza particolare. Le auguro il meglio, D.ssa Violeta Raileanu
Dott.ssa Angela Ricucci
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bergamo
Buonasera cara utente, grazie per essersi rivolta a noi in maniera così diretta, sincera e coraggiosa. Quanto condivide è il diritto di ognuno: essere accettati per ciò che si è. Ma quanto è difficile se si deve passare al vaglio dei propri genitori, parenti, o della società tutta!
Ha scritto che sta cercando un aiuto che non riesce a trovare da nessuna parte. Deve farsi forza e cercarlo dentro se stessa: ha già cominciato grazie alla sua preziosa terapia (che mi sembra stia funzionando molto bene) e grazie all'amore. Capisco che possa essere disorientante accorgersi che nessuno intorno a lei la vede davvero: significa che dovrà tracciare altre strade, abbandonando il ruolo di figlia modello ed essere soltanto ciò che vuole essere. Le auguro il meglio, le auguro di essere felice. In bocca al lupo
Dott.ssa Erica Farolfi
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno, innanzitutto congratulazioni per il suo coming out e per la riscoperta di se stessa! Sono cose che si danno per scontate, ma come lei ha ben descritto nelle sue righe, così non è. Allo stesso tempo mi spiace molto che i suoi l'abbiano obbligata a stoppare il suo percorso di terapia che a parole sue l'ha aiutata (insieme alla sua fidanzata) a "sbocciare", tuttavia lei è adulta e se vuole continuare il suo percorso si ricordi che nessuno glielo può negare. Pensi che i suoi genitori, come d'altronde lei fino a qualche tempo fa, non avevano mai conosciuto la vera lei. Si risponda a questa domanda: si sentiva più a suo agio con se stessa prima o come è ora? Purtroppo è normale che i genitori, o le persone in generale, accettino l'altro solo se si comporta come loro vorrebbero o pensano che sia. Il percorso suo di cambiamento ha innescato inevitabilmente un cambiamento nel suo nucleo familiare, lei sta ancora cambiando e ci vorrà tempo, come anche per la sua famiglia. Non demorda, non smetta di comunicare con loro come si sente, ma soprattutto non smetta mai di impegnarsi per il suo benessere! In bocca al lupo per tutto
Dott.ssa Aurora Quaranta
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Grazie per aver condiviso la tua storia con me. Capisco quanto questa situazione sia difficile per te, e apprezzo molto il coraggio che hai dimostrato nel cercare aiuto e nel compiere questo percorso di auto-scoperta.

La situazione che stai vivendo con i tuoi genitori è estremamente comune in famiglie dove i cambiamenti personali (specialmente legati all'identità sessuale e alla crescita personale) possono essere percepiti come una minaccia o un segnale di distanza emotiva. Voglio sottolineare alcuni punti importanti che potrebbero aiutarti a capire meglio la situazione e a trovare un modo per affrontarla.

1. Crescita personale e resistenze familiari
Quello che descrivi è una tipica reazione di resistenza al cambiamento che molte famiglie mostrano quando un figlio o una figlia "esce dal ruolo" che ha sempre interpretato. Nel tuo caso, hai interpretato per molto tempo il ruolo di "figlia modello", ma ora stai esprimendo il tuo vero io. Questo cambiamento può risultare sconvolgente per i tuoi genitori, perché non rientra nella loro visione di chi tu dovresti essere. È importante riconoscere che il loro dispiacere non deriva necessariamente da un rifiuto di te come persona, ma dalla difficoltà a confrontarsi con un'immagine diversa da quella che avevano di te.

2. Il senso di colpa
Il senso di colpa che provi – il pensiero che la tua felicità sia in qualche modo sbagliata perché fa star male i tuoi genitori – è una reazione emotiva molto comune. I tuoi genitori stanno cercando di mantenere il controllo su un’immagine di te che ormai non corrisponde più alla realtà. Ma ricordati che la tua felicità e il tuo benessere non dovrebbero essere sacrificati per conformarti alle aspettative altrui. Il senso di colpa spesso nasce dall'amore, ma può anche essere il risultato di dinamiche familiari in cui l'indipendenza non è incoraggiata.

3. Confondere la crescita con l'influenza di terzi
I tuoi genitori vedono il tuo cambiamento e lo attribuiscono alla tua relazione, pensando che la tua fidanzata ti stia “trasformando”. Questo può essere il loro modo di dare una spiegazione esterna a qualcosa che li destabilizza, piuttosto che accettare che tu, come individuo, stai cambiando autonomamente. È un modo per mantenere il controllo, perché se la causa è “esterna”, possono sperare di invertire il cambiamento separandoti da quella persona. Ma tu sai che questo cambiamento è parte della tua crescita personale.

4. L’importanza di continuare il percorso terapeutico
Il fatto che ti abbiano spinto a interrompere la terapia è un segnale che stanno cercando di fermare il cambiamento, forse perché lo associano a una perdita di controllo su di te. Tuttavia, la terapia ti stava aiutando a esplorare te stessa, a sviluppare una maggiore consapevolezza e sicurezza in te. Riprendere il tuo percorso di supporto psicologico potrebbe essere essenziale per continuare a vivere la tua vita in modo autentico, indipendentemente dalle loro paure o convinzioni.

5. Comunicazione con i tuoi genitori
Continua a cercare di comunicare con loro, ma tieni presente che non puoi costringere qualcuno a capire una realtà che non è pronto a vedere. Puoi spiegare loro, come hai fatto, che il tuo cambiamento è frutto di un percorso interiore e non di un’influenza esterna. Tuttavia, se loro non sono pronti ad accettare questo, devi considerare anche che potrebbero avere bisogno di tempo per elaborare e accettare la nuova realtà.

6. Creare dei confini
È essenziale che tu impari a stabilire dei confini sani con i tuoi genitori. Il loro dispiacere non può determinare la tua felicità. È una situazione complessa, ma se continueranno a insistere nel voler controllare la tua vita, sarà importante difendere con fermezza il tuo diritto ad essere chi sei. Questo non significa rompere i rapporti o tagliare i ponti, ma piuttosto proteggere te stessa e il tuo benessere, mentre dai loro il tempo e lo spazio per adattarsi al cambiamento.

7. Supporto esterno
Oltre alla terapia, potresti trovare utile cercare gruppi di supporto per persone LGBTQ+ che stanno vivendo situazioni simili alla tua. Parlare con altre persone che hanno affrontato l'opposizione familiare può darti forza e prospettiva.


Non è sbagliato essere felice, né crescere in una direzione che ti fa sentire autentica. I tuoi genitori probabilmente ti amano e sono preoccupati, ma il loro amore, al momento, è espresso attraverso il desiderio di mantenerti in un ruolo che non ti appartiene più. Potrebbero volerci tempo e pazienza per far sì che capiscano chi sei ora, ma nel frattempo devi continuare a proteggere il tuo benessere e a vivere la tua verità.

Spero che queste parole ti possano essere d’aiuto e che tu riesca a trovare la forza di continuare nel tuo cammino di crescita, proteggendo te stessa e i tuoi diritti di vivere una vita autentica.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, che trasmette quanto sia difficile e doloroso vivere un conflitto così profondo con le persone che ama, pur cercando di essere fedele a se stessa. Voglio rassicurarla sul fatto che quello che sta affrontando non è solo normale, ma rappresenta un aspetto cruciale del suo percorso di crescita e di affermazione personale. La situazione che descrive riflette un fenomeno comune nelle relazioni familiari quando una persona, soprattutto un* figli*, inizia a ridefinire la propria identità e a distanziarsi dalle aspettative genitoriali. Il cambiamento, anche se positivo, può essere percepito come una minaccia da chi è abituato a un determinato equilibrio. Questo può scatenare paura, senso di perdita e un bisogno di "riconquistare" quella figlia che sembrava così prevedibile e conforme. Le emozioni di colpa che prova sono comprensibili, ma è importante ricordare che non è sbagliato desiderare una vita autentica e soddisfacente. Questo percorso di scoperta di sé, sostenuto dalla terapia e dalla relazione con la sua fidanzata, non è una rinuncia alla sua famiglia, ma un passo verso una versione più vera e appagante di sé stessa. Lei sta dimostrando coraggio e resilienza, non solo nel riconoscere la propria identità, ma anche nel difendere la propria felicità, nonostante la resistenza dei suoi genitori. La difficoltà che i suoi genitori incontrano nel comprendere il suo cambiamento può essere legata alla paura di perdere il controllo e il legame con lei. Per loro, vedere una trasformazione così radicale, per di più accompagnata da un aspetto della sua vita che forse non comprendevano o accettavano pienamente (la sua sessualità), potrebbe essere destabilizzante. Questo non giustifica il loro comportamento, ma può aiutarla a vederlo sotto una luce diversa: spesso le reazioni rigide nascono dal timore, più che dalla mancanza di amore. Un approccio che potrebbe essere utile è cercare di comunicare loro non solo ciò che sta cambiando, ma anche ciò che resta immutato: il suo affetto per loro, la gratitudine per ciò che le hanno dato e la volontà di mantenere un legame. Potrebbe dire qualcosa come: "Capisco che vediate questo cambiamento come una perdita, ma per me è un guadagno: sto trovando chi sono veramente. Questo non significa che voglio allontanarmi da voi, ma che sto cercando di costruire una vita che mi renda felice. Vi voglio bene, e voglio che facciate parte della mia vita in questo nuovo capitolo." Allo stesso tempo, è importante che lei continui a proteggere il suo spazio personale e il diritto di vivere una vita autentica. Se sente che la colpa o il bisogno di compiacere i suoi genitori stanno compromettendo il suo benessere, potrebbe essere utile riprendere la terapia per rafforzare la sua resilienza e trovare strategie per gestire le pressioni familiari. Ricordi che la sua felicità non è un tradimento verso i suoi genitori, ma un regalo a se stessa. Il tempo e la coerenza con cui vivrà questa nuova versione di sé potrebbero aiutare i suoi genitori ad accettare, gradualmente, chi è diventata. E anche se la loro comprensione dovesse tardare ad arrivare, il valore di vivere una vita in cui si riconosce resterà sempre la sua conquista più grande. Dott. Andrea Boggero
Dott. Giuseppe Zucaro
Psicologo, Psicologo clinico
Corato
Capisco quanto sia difficile per te affrontare questa situazione con i tuoi genitori, soprattutto dopo aver fatto il coraggioso passo di esprimere la tua autentica identità. Il cambiamento che stai vivendo è frutto di una crescita personale importante, e purtroppo, a volte, i genitori faticano a comprendere e accettare i cambiamenti che riguardano la vita dei propri figli.
È normale sentirsi in colpa quando si cerca di vivere una vita che ci rende felici, ma ricorda che meriti di essere te stessa, senza dover soddisfare le aspettative degli altri. La tua felicità e il tuo benessere sono essenziali. Ti consiglio di prendere un momento per riflettere su come comunicare con i tuoi genitori in modo che possano comprendere che questo cambiamento è positivo per te, e che non è influenzato da nessun altro.
Se senti di non riuscire a gestire tutto da sola, potrebbe essere utile approfondire questa dinamica con un supporto psicologico. Fissare un appuntamento potrebbe darti gli strumenti necessari per affrontare questi conflitti in modo sano e consapevole.
Dott.ssa Anna Asia Forino
Psicologo, Psicologo clinico
Trapani
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso su questa piattaforma la sua difficoltà. Immagino, dal suo racconto, che il percorso di crescita ed evoluzione che ha affrontato e sta ancora affrontando sia molto complesso. Comprendo che "tradire" i propri genitori e seguire una vita lontana da quello che loro vorrebbero per noi non è semplice. Tuttavia, non è sempre detto che riusciranno a comprendere e il punto non è neanche quello. Avendo lei già svolto un percorso terapeutico, anche se interrotto, immagino sappia che non è possibile lavorare su chi è fuori dalla terapia (i suoi genitori), ma esclusivamente sul modo in cui lei si approccia a loro. Mi faccio la fantasia che il senso di colpa che prova in questo momento sia un sentimento legato alla figura di figlia perfetta che è stata presente in questi anni. Potrebbe essere utile per lei lavorare su questo ruolo che ha assunto, che inj parte ricopre ancora oggi e sulla sua possibile chiusura, con tutte le conseguenze che questo comporta, come la disapprovazione da parte dei suoi genitori. Comprendo che potrebbe essere molto complesso per lei, ma immagino che questa figura di "figlia perfetta" che cerca ancora di incarnare, sia ciò che la separa dalla vita che sente buona per lei.
Dott.ssa Anna Asia Forino
Dott.ssa Paola Schizzarotto
Psicologo, Psicologo clinico
Limena
E' proprio così cara utente, i tuoi genitori non riescono a capire che tu ora sei felice poichè trovando la strada per esserlo, sei cambiata, ti sei evoluta, come è giusto che sia. Ma, molto spesso, le persone non riescono ad accettare i nostri cambiamenti perchè cambiando non siamo più come andavamo bene a loro. Non colpevolizzare i tuoi genitori, forse spaventati da questa tua nuova e ritrovata identità sessuale che poco comprendono. Forse devono ancora metabolizzare e sedimentare la tua "confessione" e si appigliano su fatti che non hanno molta importanza.
Rimani fedele a te stessa, rimani felice e lavora su questo. Se hai bisogno torna in terapia e non sentirti in colpa. Per nessuno, nemmeno per i tuoi genitori

In bocca al lupo

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