salve sono un ragazzo di 33 anni che da un pò di mesi soffro di derealizazzione (credo), che tutto q

24 risposte
salve sono un ragazzo di 33 anni che da un pò di mesi soffro di derealizazzione (credo), che tutto quello che mi circonda lo vedo come distante, oppure come se non sono connesso, solo che non so se la causa sia stato questo senso di distaccamento, ho paura di perdere il controllo di me (ad esempio immagino che potrei fare del male a qualcuno o a me stesso) oppure con la paura di perdere il contatto con la realtà (immagino di avere allucinazioni o deliri ) anche se non ne ho mai avute, paura di non conoscere più i miei, paura di svegliarmi e non sapere più dove mi trovo... tutte paure che mi causano tanta ansia e purtroppo mi portano a cercare rassicurazioni, cercando su internet o in questo caso fare il post qui... tutto questo da cosa può essere causato? c'è il rischio che tutte le paure che ho siano un inizio di qualcosa di brutto? grazie
Dott.ssa Debora Versari
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Forlì
Buongiorno, alla base del suo sintomo c’è ansia.. di che cosa ha paura di perdere il controllo? C’è una motivazione inconscia probabilmente alla base della sua derealizzazione più profonda rispetto a ciò che giustamente ha riportato lei nella sua domanda..le consiglio un percorso terapeutico per cercare di capire tra le varie ipotesi quella che potrebbe risolvere il suo stato di questo momento della sua vita. Cordiali saluti. Dottoressa Versari Debora.

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Giuseppe Mirabella
Psicologo, Psicologo clinico
Modica
Salve, quello che descrive – la sensazione di essere distaccato dalla realtà, la paura di perdere il controllo, i pensieri intrusivi, l’ansia intensa e la ricerca costante di rassicurazioni – è una condizione che molte persone sperimentano, soprattutto in periodi di forte stress o ansia prolungata. La derealizzazione e la depersonalizzazione sono spesso reazioni del sistema nervoso a un sovraccarico emotivo: è come se la mente, per proteggersi, “staccasse la spina” dalla realtà circostante.
Le paure che descrive (di fare del male, di impazzire, di non riconoscere più le persone care o di perdere il contatto con la realtà) sono molto comuni nei disturbi d’ansia, specialmente in forme come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o il disturbo di panico. Non indicano necessariamente l’inizio di una “malattia grave” o psicotica, soprattutto se non sono mai presenti veri episodi di allucinazioni o deliri. La paura di "impazzire" è, paradossalmente, un segnale che la persona è ben ancorata alla realtà e che teme di perderla, non che l'abbia persa.
È importante però non restare soli in questo tipo di vissuti. Il circolo vizioso tra ansia, sintomi dissociativi e ricerca di rassicurazioni può alimentarsi nel tempo. Un percorso psicologico può aiutarla a comprendere meglio cosa sta accadendo, a gestire i pensieri intrusivi e a recuperare un senso di stabilità e sicurezza.
La buona notizia è che queste condizioni sono trattabili, e molte persone ne escono con maggiore consapevolezza e forza interiore.
Dr. Giuseppe Mirabella
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Buongiorno,
Capisco la tua richiesta e il desiderio di chiarezza: non posso fare diagnosi da qui. L’unico modo per comprendere davvero cosa stai vivendo è intraprendere un percorso con uno specialista.
Per affrontare queste sensazioni e paure, è essenziale iniziare un percorso psicologico. Solo con un professionista potrai:

Comprendere cosa stai vivendo

Capire se c’è una causa precisa (stress, ansia, vissuti passati)

Imparare strategie concrete per stare meglio, come grounding e tecniche di consapevolezza. Qualora volessi rimango a disposizione. Cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la descrizione che fa della sua esperienza riflette un vissuto molto frequente in chi si trova in uno stato prolungato di ansia o stress emotivo intenso. Quella sensazione che definisce come “derealizzazione” (vedere le cose come lontane, ovattate, poco reali) è in effetti un sintomo piuttosto comune nelle condizioni ansiose, e rappresenta una risposta del nostro sistema nervoso che, in condizioni di allerta prolungata, si disconnette temporaneamente dalla realtà per “difendersi”. È un meccanismo paradossalmente protettivo, che però può risultare molto spaventoso.

Le paure che descrive (il timore di perdere il controllo, di poter fare del male, di impazzire, di non riconoscere più le persone care) sono tutte manifestazioni tipiche dell’ansia, in particolare dell’ansia generalizzata o dei disturbi legati al controllo del pensiero come alcuni aspetti del disturbo ossessivo-compulsivo. Non sono segnali di imminente follia o “qualcosa di brutto”, ma espressioni di un sistema emotivo sotto pressione, che ha bisogno di trovare un modo più sano e regolato di funzionare.

Molte persone che provano queste stesse paure non sviluppano alcuna forma di psicosi o disturbo grave. Il fatto che lei mantenga un alto grado di consapevolezza (si accorge di ciò che le succede, riesce a descriverlo con chiarezza, ha il dubbio critico su ciò che sente) è un segnale rassicurante. Le persone che perdono davvero contatto con la realtà non hanno di solito la lucidità di interrogarsi su questi vissuti come sta facendo lei.

Questa ricerca di rassicurazioni che descrive (attraverso internet o rivolgendosi ad altri) è comprensibile, ma rischia di alimentare un circolo vizioso: più cerca di controllare, più l’ansia cresce e più questi sintomi diventano centrali. Sarebbe importante, per uscirne, affiancare a questa consapevolezza un percorso di supporto psicologico specialistico, meglio se orientato su approcci integrati ed evidence-based come la CBT (Terapia Cognitivo Comportamentale), che lavora in modo efficace su questi sintomi.

La invito a non restare solo con questi vissuti. Non sta perdendo la ragione, ma il suo sistema nervoso e psichico sta mandando un segnale che è tempo di prendersi cura di sé con serietà e delicatezza. Può davvero stare meglio, e con l’aiuto giusto può tornare a sentirsi centrato e sicuro.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver trovato il coraggio di raccontare in modo così aperto ciò che sta vivendo. Quello che descrive è qualcosa che può sembrare molto spaventoso, ma cerchi di ricordare che non è solo né il primo a sperimentare pensieri di questo tipo. È importante sapere che la derealizzazione, quella sensazione di sentirsi distaccato o come se l’ambiente intorno fosse irreale, è spesso una risposta dell’organismo a uno stato di ansia molto intenso e prolungato. Il cervello, quando è sottoposto a un alto livello di stress, può mettere in atto questo meccanismo come se fosse una forma di protezione. Per quanto riguarda i pensieri che descrive, la sua osservazione è molto lucida: quando parla di paure improvvise, immagini di pericolo, situazioni improbabili che però si presentano alla mente in modo ripetitivo, sta descrivendo quelli che in psicologia si chiamano pensieri intrusivi. I pensieri intrusivi sono idee o immagini che si impongono senza essere desiderate, spesso contrarie ai propri valori o prive di senso logico. Non sono convinzioni, non sono cose in cui si crede davvero, ma arrivano e creano disagio proprio perché non si vogliono avere. Molto spesso questi pensieri sono legati a una forma di ansia ossessiva, come accade nel Disturbo Ossessivo Compulsivo, in cui la persona riconosce che il pensiero non ha fondamento ma non riesce a fermarlo e tende a rimuginarci sopra. Più si cerca di combatterlo o di allontanarlo, più tende a ripresentarsi. È proprio questo meccanismo che alimenta l’intensità e la frequenza di questi pensieri, generando ancora più ansia. Lei chiede se questi pensieri possono diventare deliri. La differenza fondamentale è che chi soffre di pensieri ossessivi o intrusivi mantiene la consapevolezza che si tratta di idee irrazionali o assurde, che non corrispondono alla realtà. Nei deliri, invece, la persona è convinta che ciò che pensa sia vero, anche di fronte a prove evidenti del contrario. Dal modo in cui descrive la sua esperienza, lei mostra di distinguere bene tra i pensieri che le arrivano e la realtà dei fatti, il che è un segnale importante di lucidità. Questo significa che non sta sviluppando un delirio ma sta vivendo un forte disagio ansioso con contenuti ossessivi. Un altro aspetto che ha condiviso riguarda i pensieri di fare del male o di fare gesti pericolosi. Anche questi possono essere pensieri intrusivi e non vogliono dire che lei abbia davvero intenzione di metterli in pratica. Spesso proprio il fatto che la spaventino così tanto indica che non li desidera affatto, ma l’ansia li fa sembrare più minacciosi. Tuttavia, la loro presenza merita attenzione e un supporto professionale per ridurre il peso che hanno sulla sua vita quotidiana. In questi casi la terapia cognitivo-comportamentale può aiutarla molto, perché lavora proprio sulla gestione dei pensieri ossessivi, sull’accettazione del fatto che la mente può produrre immagini o idee indesiderate senza che questo significhi che diventino realtà o che dicano qualcosa di lei come persona. Un percorso di psicoterapia può offrirle tecniche pratiche per affrontare questi pensieri in modo diverso, riducendo l’ansia e la sensazione di perdita di controllo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve, grazie per aver condiviso la sua esperienza così in dettaglio.

Quello che descrive – la sensazione di irrealtà, di essere “distaccato” da ciò che la circonda, unite a pensieri intrusivi (come la paura di poter perdere il controllo o di fare del male, o di non riconoscere più i propri familiari) e a un forte bisogno di rassicurazioni – è compatibile con fenomeni di derealizzazione e ansia elevata.

La derealizzazione e la depersonalizzazione possono comparire in momenti di forte stress, ansia o stanchezza psicofisica. Non sono di per sé segni di “pazzia” né preludono necessariamente a malattie gravi come psicosi o schizofrenia. Spesso fanno parte di disturbi d’ansia o di disturbi ossessivo-compulsivi, dove la persona si spaventa molto per le proprie sensazioni e pensieri, temendo di perdere il controllo o la ragione.

Le paure che racconta (paura di avere allucinazioni, di impazzire, di non riconoscere le persone care) sono molto frequenti nei disturbi d’ansia. Anche la ricerca continua di rassicurazioni (su internet o parlando con altri) è tipica dell’ansia, ma purtroppo tende a mantenere e alimentare il circolo vizioso dell’ansia stessa.

Da cosa può essere causato tutto questo?

stress psico-fisico prolungato

periodi di forte ansia o attacchi di panico

eventi di vita difficili o traumatici

disturbi d’ansia (come disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo d’ansia generalizzato)

C’è il rischio che sia l’inizio di qualcosa di “brutto”?
Nella grande maggioranza dei casi, no. I sintomi che descrive sono più spesso legati all’ansia e non rappresentano l’inizio di malattie psicotiche. Tuttavia, è importante non restare da solo con questi sintomi né basarsi unicamente su rassicurazioni online.

Cosa fare?

Eviti di cercare continuamente risposte su internet, perché questo aumenta l’ansia.

Cerchi di osservare i sintomi senza giudicarli come “pericolosi”: sono segnali di un disagio, non di pazzia.

Si rivolga a uno specialista (psicologo o psichiatra) per un inquadramento preciso e un aiuto mirato. Un percorso psicoterapeutico può essere molto utile per comprendere le cause del suo malessere, gestire meglio l’ansia e ridurre le sensazioni di irrealtà.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Sara Anderlini
Psicologo, Psicologo clinico
Gualdo Tadino
Buonasera, intanto mi dispiace per queste spiacevoli sensazioni. Il primo passo lo ha già fatto prendendo consapevolezza che c'è qualcosa a cui prestare attenzione, non tanto perchè debba necessariamente sfociare in qualcosa di brutto, come dice lei, quanto per permetterle di ritrovare un po' di serenità e benessere. Può iniziare a valutare un percorso psicologico per depositare ed esplorare insieme cosa accade e come mai si sente così. Rimango a disposizione.
Dott. Michele Scalese
Psicologo, Neuropsicologo
Galatina
Gentile utente,
le sensazioni che descrive – il sentirsi “distaccato” dalla realtà, come se tutto fosse irreale o lontano, la paura di perdere il controllo o di impazzire – sono esperienze che, sebbene molto spaventose, non sono rare in chi vive stati di ansia intensa o derealizzazione/depersonalizzazione.

Questi stati non indicano necessariamente un disturbo psicotico: anzi, la sua capacità di riconoscere che “qualcosa non va”, di interrogarsi su ciò che prova, di cercare spiegazioni e rassicurazioni, è incompatibile con un vero episodio psicotico, dove spesso manca consapevolezza critica.
La paura di impazzire, di perdere il contatto con la realtà, o di fare del male a sé o ad altri, è spesso presente nei disturbi d’ansia, in particolare nei disturbi ossessivo-compulsivi e negli attacchi di panico, e nasce da un eccesso di controllo e ipervigilanza verso le proprie sensazioni mentali.

La derealizzazione è spesso una risposta del cervello a uno stato di allerta prolungata, una sorta di “disconnessione protettiva” che però, una volta percepita, genera ancora più ansia e timore. Questo crea un circolo vizioso in cui l’ansia alimenta i pensieri catastrofici, e questi ultimi rinforzano l’ansia.

Cercare rassicurazioni (su internet, o scrivendo domande come questa) è comprensibile, ma purtroppo tende a mantenere il problema, perché ogni volta che trova una risposta si calma per poco, salvo poi dover ripartire da capo.
È proprio in questi casi che un percorso psicologico può fare la differenza: per aiutarla a comprendere cosa sta accadendo, a gestire l’ansia in modo più funzionale, e a interrompere quei pensieri intrusivi e ricorsivi che la stanno affaticando così tanto.

Le consiglio vivamente di rivolgersi a uno psicologo per una valutazione più approfondita: non perché c’è qualcosa di “grave”, ma perché il malessere che descrive merita ascolto, strumenti e una guida.

Si può stare meglio, davvero. Il primo passo l’ha già fatto: chiedere aiuto.

Un caro saluto,
Dott. Michele Scalese – Psicologo Clinico

Dott.ssa M. Alessia Sciacca
Psicologo, Psicologo clinico
Catania
Buona sera, la ringrazio per aver esternato le sue preoccupazioni su questa piattaforma. Mi dispiace molto che lei stia vivendo questa situazione, dev'essere veramente spaventoso. Il fatto che lei riesca a riconoscerla e scelga di parlarne ed informarsi su internet, è già un grandissimo passo avanti. Le suggerirei innanzitutto di parlarne con il suo medico di base ed eventualmente rivolgersi ad uno psicoterapeuta o uno psichiatra: se i suoi pensieri di farsi del male o fare del male a qualcuno diventano troppo insistenti si rechi subito al pronto soccorso o chiami il 112 o il 118. Non è da solo, né deve affrontare tutto questo da solo, scelga di parlarne con un professionista in modo da capire cosa dentro di lei ha bisogno di essere ascoltato e preso in cura. Rimango a disposizione per eventuali altre domande o dubbi, cordialmente, dott.ssa Sciacca
Dott.ssa Laura Bova
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
Buongiorno.
la sintomatologia che lei riporta potrebbe essere annoverata fra i sintomi di un disturbo d'ansia.
Solo però con l'incontro con uno specialista potremmo avere il quadro completo e risalire alla causa di questi disturbi per alleviare la sintomatologia.
Sono a sua disposizione per ulteriori chiarimenti
Cortesemente
Dott.ssa Laura Bova
Dott.ssa Rossella Lupo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Gambettola
Buongiorno caro utente, comprendo la sua angoscia, ma cercare su internet risposte immediate non può fare altro che aumentare tali angosce. Lei ha riconosciuto il suo problema e questo è già un primo passo verso la guarigione, a patto che le affronti seriamente con uno specialista, può sicuramente accompagnarla in un viaggio che le farà dare senso alla sua problematica così da superarla in maniera consapevole. Le auguro di intraprendere al più presto questa strada, con fiducia. Le auguro di stare presto meglio.
Dott.ssa Sabrina Germi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Castegnero
Gentile paziente,
il suo problema è un disturbo di tipo dissociativo che consiste nello sperimentare le cose (ambienti, oggetti, persone) come estranee e irreali e, talvolta sentire le proprie parole o i propri gesti come non appartenenti a sè, una sorta di nebbia sensoriale, una lastra di vetro o un velo che si frappone tra lei ed il mondo esterno.
Ci sono, però, alcune condizioni cliniche che necessitano anche di una valutazione psichiatrica: depersonalinazzioni, derealizzazioni e dispercezioni rientrano, ad esempio, in questa categoria che si giova di un lavoro integrato fra le due discipline. Episodi prolungati possono portare ad ansia, paura e panico.
La derealizzazione può essere associata all’utilizzo di sostanze stupefacenti, alcol, psicofarmaci o labirintite, ma soffermarsi sulle cause del problema non porta a risolverlo, Le consiglio, pertanto, di rivolgersi ad uno psichiatra unito ad un intervento psicoterapico più adatto alla sua situazione. Un caro saluto
Dott. Pierluigi Campesan
Psicologo, Psicologo clinico
Verona
Buongiorno, le sue ansie sembrano avere più di una fonte, sono cioè ansie generalizzate. Più che "l'inizio di qualcosa di brutto" forse queste ansie (che se prolungate danno un senso di derealizzazione, causa l'intensa attenzione a loro poste) stanno chiedendo di essere accolte, viste e analizzate. Credo che un inizio di intervento psicologico sia adatto per posizionare nella giusta dimensione queste "richieste" che arrivano dall'interno.
Lei dice di non aver mai avuto allucinazioni o deliri, per cui assumo che lei, sapendo cosa sono le allucinazioni e/o i deliri, sia conscio e orientato, ossia non soffra di vere derealizzazioni. Cordiali saluti.
Dott.ssa Sara Rubert
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, le cause alla base della derealizzazione possono essere diverse e sarebbe importante cercare di capire cosa ha portato alla situazione che lei descrive essere in corso negli ultimi mesi. Esistono trattamenti per alti livelli di ansia (anche con episodi di derealizzazione), le consiglio quindi di rivolgersi a uno psicoterapeuta per iniziare un percorso che la aiuti a superare questo momento.
Dr. Fabio Lodico
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno caro,
innanzitutto grazie per la condivisione.
Mi dispiaccio nel leggere le Sue difficoltà e le Sue paure. Credo possano essere il sintomo di un malessere psicologico che andrebbe affrontato tramite una visita specialistica con un/a professionista della salute mentale!
I miei migliori auguri.
Fabio L.
Dott.ssa Liza Bottacin
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Padova
Salve,
mi dispiace per le sue paure che, ritengo possano alimentarsi attraverso le ricerche in internet che sta facendo, anziché cercare di analizzarne le origini e le ragioni che potrebbero motivarne l'esistenza. Se da solo non riuscisse a fare questo processo di autoanalisi, verifichi se ha la disponibilità a rivolgersi ad un collega per affrontarle così da riuscire a lenire l'agitazione che sta peggiorando la sua qualità di vita.
Una buona giornata
Dr. Andrea Caso
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Piano di Sorrento
Quando la paura di perdere il controllo prende il sopravvento, dei conflitti emotivi interiori spingono per essere portati alla luce.
La mente non riesce bene a distinguere se quelle sensazioni arrivano dal mondo esterno o quello interno e questo crea confusione.
Continuare a cercare rassicurazioni diventerà una corsa continua alla tranquillità, molto più funzionale sarebbe chiedere una mano per superare le proprie difficoltà e mettersi davvero in gioco.
Più che chiedere rassicurazioni chieda una mano ad una specialista per non vivere in scacco di queste spiacevoli sensazioni.
Dott.ssa Sofia Bonomi
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buonasera, dalle poche righe che condivide sembra molto spaventato e confuso circa cosa le sta succedendo. Penso possa trarre beneficio da un lavoro terapeutico che la aiuti, passo dopo passo, a comprendere cosa sta vivendo e le motivazioni profonde. Un caro saluto, dott.ssa Bonomi
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Caro utente,
ho letto tantissimi dei suoi messaggi — e glielo dico con grande rispetto e partecipazione emotiva — il filo conduttore è chiaro: c’è un disagio profondo che la sta facendo soffrire da mesi, e ogni volta che scrive sembra cercare una risposta che possa rassicurarla, darle sollievo immediato, sciogliere i dubbi. Ma purtroppo, continuare a cercare rassicurazioni online, o a scrivere le stesse domande in luoghi diversi, non porterà mai la soluzione duratura di cui ha bisogno.

Le sue parole sono molto simili a quelle che spesso raccontano persone che vivono un disturbo d’ansia importante, a volte con tratti di depersonalizzazione e derealizzazione, che fanno sentire la realtà lontana, irreale, e che portano con sé pensieri molto disturbanti, spesso intrusivi, che riguardano la paura di impazzire, di perdere il controllo, di fare del male. Il fatto che lei sappia di non aver mai avuto allucinazioni o veri deliri è già un dato rilevante: chi ne è davvero vittima, in genere, non riesce a distinguere la realtà dal sintomo.

Lei, invece, è consapevole, ma spaventato.
E ha tutto il diritto di esserlo. Questo senso di distacco e le paure associate sono sintomi reali, invalidanti, e devono essere affrontati seriamente, con un professionista in carne e ossa, non con altri post, non con ricerche su internet.

Se continua così, rischia di alimentare un circolo vizioso: ansia → pensiero intrusivo → paura → ricerca di rassicurazione → momentaneo sollievo → ritorno dell’ansia. È un meccanismo molto comune, ma che può essere interrotto solo con l’aiuto giusto.

Non è debole chiedere aiuto, è un atto di forza.
Le consiglio di contattare al più presto uno psicoterapeuta o un medico psichiatra, che possa aiutarla a dare un nome preciso a quello che sta vivendo e guidarla in un percorso di guarigione. Non lasci che la paura le rubi altro tempo o serenità. Scrivere qui può sfogare momentaneamente, ma non risolve.

Se desidera confrontarsi in modo diretto con qualcuno che possa accoglierla e aiutarla ad affrontare tutto questo in maniera concreta e personalizzata, può contattarmi quando vuole. Ci sono spazi, strumenti e percorsi che possono davvero aiutarla a stare meglio.
Dott.ssa Stefania conti, Psicologa
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,
quello che sta descrivendo, questo senso di distacco dal mondo, la paura di perdere il controllo, l’angoscia di non riconoscere più sé stesso o i propri cari, è vissuto con una lucidità che, paradossalmente, è proprio il segno che lei non ha perso contatto con la realtà, ma ne è troppo consapevole.
È come se la sua mente, per difendersi da qualcosa di profondo, abbia attivato un allarme continuo. E più lei cerca di spegnerlo — magari con rassicurazioni o ricerche online — più questo allarme si rafforza. Ciò che facciamo per proteggerci, a volte, diventa la trappola che ci tiene prigionieri.
Lei non sta impazzendo. Sta vivendo una forma acuta di ansia che, come spesso accade, cerca di controllare l’ignoto immaginando gli scenari peggiori. Ma è proprio in questa iper-vigilanza che il corpo si dissocia, che la realtà si fa ovattata, distante.
Forse oggi non ha bisogno di altre rassicurazioni, ma di un cambio di direzione.
Invece di domandarsi “cosa rischio di perdere?”, potrebbe iniziare a chiedersi: “Cosa sto cercando così disperatamente di proteggere?”
Da cosa si sta difendendo la sua mente?
Gentilissimo è difficile fare una diagnosi su due piedi in base a poche informazioni! Sicuramente il suo senso di angoscia e paura è stato innescato da qualcosa, ma da verificare se sia qualcosa di gestibile in autonomia o con qualche tipo di supporto. In ogni caso, sarebbe consigliabile fare qualche colloquio psicologico per vedere se ne trae dei benefici! Per qualsiasi cosa può visitare il mio profilo, troverà supporto a prezzo accessibile.
Dott.ssa Elena Brizi
Psicologo, Psicologo clinico
Tarquinia
Gentile utente,
Capisco che questa paura la stia spaventando molto. Avere questi timori, soprattutto in momenti di forte stress o ansia, è molto più comune di quanto si pensi.
L’ansia può dare sintomi molto forti: derealizzazione, depersonalizzazione, pensieri intrusivi… ma non significano che lei stia impazzendo. Sono reazioni temporanee e trattabili.
Le persone che stanno davvero perdendo il contatto con la realtà di solito non se ne rendono conto.
Il fatto che lei si stia preoccupando e facendo domande è un segno che è lucido e consapevole di ciò che la circonda.

Non deve affrontare tutto questo da solo. Parlarne con uno psicologo o un medico può aiutarla a capire meglio cosa succede e trovare modi per sentirsi più tranquillo.
Per qualsiasi cosa, sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Dott. Leonardo Iacovone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, come spesso suggerisco: MAI fare ricerche su internet riguardo temi sanitari/medici, in quanto potrebbe incappare in interpretazioni estremamente catastrofiche e spesso errate, che non la aiutano, anzi come ha detto, amplificano maggiormente il suo disagio; si informi sempre attraverso il suo medico di base o specialista. Riguardo la natura dei suoi pensieri ossessivi, anche a lei vorrei introdurre un processo (Fusione Pensiero azione); ovvero la tendenza a credere che vi sia uno diretto legame fra pensiero e azione, e che avere un tipo di pensiero, aumenti la probabilità che questo si traduca appunto in azione o che avvenga un evento temuto. Quanto si rivede in questo processo? Tuttavia, per approfondire maggiormente i temi che ha introdotto, e le sue preoccupazioni, sarebbe necessario almeno un primo colloquio di incontro. Se ha bisogno, può contattarmi. Un caro saluto

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