Salve. Sono un ragazzo di 27 anni. Soffro da diverso tempo di ansia, ma non scrivo qui per questo mo

18 risposte
Salve. Sono un ragazzo di 27 anni. Soffro da diverso tempo di ansia, ma non scrivo qui per questo motivo nello specifico. L'argomento è il rapporto genitori-figli. Seppur di 27 anni, sono un ragazzo (forse uomo? Non lo so, non mi ci sento affatto) che ancora subisce il parere dei genitori. Parere che, nel mio caso, si rivela essere sempre una pretesa ostinata. Ho due genitori estremamente affettuosi e "attenti" (lo virgoletto in quanto nella loro convinzione fanno del loro meglio, ma hanno tantissime mancanze di cui non si rendono conto), che mi vogliono un bene dell'anima, darebbero la vita per me, ma al tempo stesso sono estremamente oppressivi in certe circostanze. In particolar modo mio padre, che si è sempre intromesso nelle questioni personali, sia mie che di mia sorella (6 anni più grande): da quelle scolastiche, sentimentali, universitarie, lavorative, alle semplici decisioni quotidiane. Il punto è che io ora mi trovo di fronte a un bivio: sono fidanzato da 5 e anni e mezzo, ma non amo più questa persona da diverso tempo. Anzi, ho conosciuto un'altra ragazza che mi sta letteralmente "mandando al manicomio" (in senso buono). Ma non ho il coraggio di lasciare la mia ragazza attuale. Perché? Perché so che i miei genitori farebbero scoppiare una bomba. Loro stra-adorano la mia attuale lei, è come una seconda figlia e guai a chi la tocca. Se la lasciassi (con l'"aggravante" di essere innamorato di un'altra) mi renderebbero la vita un vero inferno. E parlo con cognizione di causa, perché successe la stessa identica cosa a mia sorella quando aveva 20 anni: lasciò il suo ragazzo col quale stava da 4 anni per un altro (il suo attuale compagno) e per lei fu uno dei periodi peggiori della sua vita (e indirettamente anche della mia), dato che a casa si litigava di continuo, c'era sempre tensione, i miei genitori rimanevano muti e ammusati, non rivolgevano parola a mia sorella. Ce ne è voluto di tempo prima che accettassero questa situazione, perché vedevano in mia sorella la cattiva che aveva reso il suo ex una povera vittima sofferente. Ecco io mi sono trascinato questo trauma indiretto, tanto che lo proietto sulla mia situazione. Dovrei essere un uomo autonomo e sicuro di sé ormai, eppure stando ancora a carico dei miei, non solo economicamente ma anche emotivamente, non so cosa fare. Come si fanno a gestire situazioni simili? Razionalmente so che la vita è la mia, che finché darò loro il potere di intromettersi continueranno a farlo ecc ecc, so tutto, ma il punto è che emotivamente non ce la faccio. Consigli? Grazie mille
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli ed elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi al fine di trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione anche online Cordialmente dott FDL

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Salve, grazie per la sua condivisione. I genitori spesso per proteggerci, per amorevolezza, provando a intromettersi nelle nostre vite, superando i loro confini. E' difficile chiarire tali confini in famiglia e per evitare ulteriori screzi si lascia fare, colpevolizzandosi delle proprie scelte. Sicuramente un percorso psicologico per capire meglio la situazione, per offrire un ulteriore spazio di riflessione in cui elaborare i propri vissuti familiari, può esserle di aiuto. Rimango a disposizione anche online, Dott.ssa Raffaella Lombardo
Buongiorno, un primo passo è che lei deve essere aiutato a comunicare alla sua compagna la fine di questa relazione, per se stesso per la sua compagna e poter vivere una nuova relazione...Con i suoi genitori parli di emozioni , di come si sente con la sua compagna dopo 5 anni , di come non è giusto per entrambi, perché rimanere intrappolati in un rapporto senza amore da parte sua è una grande sofferenza , in merito alla nuova relazione dovrà fare entrare questa nuova conoscenza gradualmente affinché loro si possano rendere conto cosa è mancato nella precedente relazione e cosa lei ha ritrovato in questa persona.. è probabile che abbiano intuito qualcosa che le possa essere di spunto per spiegare le motivazioni profonde che possono averla condotta a porre fine ad una relazione di 5 anni... i suoi genitori forse capiranno , spesso dobbiamo scegliere ma la famiglia di origine può non essere con noi subito... comunque vale la pena sempre scegliere per noi e per il nostro benessere pensando anche al benessere di chi è stato con noi per 5 anni e ha il diritto di proseguire senza di noi .Se vuole ci possiamo sentire o fare alcuni colloqui on-line o in presenza . Saluti Dottoressa Ponziani
Buongiorno, il punto non è razionale o emotivo. Il punto è seguire ciò che sente. Agire secondo ciò che sentiamo è un atto di responsabilità verso noi stessi ed una garanzia per un certo equilibrio personale. Questo è il punto.
Se ha necessità possiamo approfondire.
In genere un buon percorso di supporto psicologico di fronte a momenti di cambiamento esistenziali può essere di grande aiuto.
Dott.ssa CAMILLA BALLERINI
Come ha già detto lei "razionalmente è tutto chiaro", ma emotivamente sente di non farcela, un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a fare chiarezza nelle sue emozioni e sentimenti.
Svincolarsi dalla famiglia di origine non è facile e anche tra fratelli ognuno ha il suo percorso. Per crescere e maturare è necessario costruire dei sani confini intorno a noi e prendersi le proprie responsabilità, anche se porta sofferenza a noi e a chi ci sta vicino.
Un caro saluto, Dott.ssa Marina Colangelo
Gentile utente, spesso i nostri genitori per quanto ci amino, ahimè, faticano a comprendere i confini. Arriva però il punto in cui, come anche lei dice, che i confini vanno un po segnati da noi stessi. Questo passaggio crea spesso grande squilibrio e turbamento in tutti i membri del sistema familiare, i ruolo vengono ridimensionati e noi ci prendiamo l'autonomia che ci spetta. La situazione che lei descrive è sicuramente faticosa e dolorosa per lei. Tuttavia è importante per lei seguire i suoi bisogni e desideri. Spieghi ai suoi genitori cosa le sta accadendo emotivamente, così che per loro possa essere più semplice capirla nella sua scelta. Ciò non significa che sarà più facile, ma potrebbe aprire delle strade per una comunicazione più aperta e sincera.
Rimango a sua disposizione DOtt.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera Gentile Utente, mi dispiace molto per la sua situazione. Leggendo il post ho percepito la grande difficoltà in cui si trova. Le relazioni sentimentali sono già di per sé complicate, quando poi altre persone si mettono in mezzo tutto diventa più difficile. Comprendo il suo stato d'animo e capisco la difficoltà nel dover prendere una decisione. Il mio consiglio non può essere altro che provare a parlare di questa sua situazione con un professionista. Cordialmente, dott. Simeoni
Buon pomeriggio,
lei descrive una situazione familiare in cui sembra che il ruolo di figlio sia ancora centrale, tanto che risulta complesso avere una propria sfera personale che non sia "invischiata" rispetto al rapporto coi suoi genitori.
A volte, svincolarsi emotivamente e materialmente dalla propria famiglia d'origine, rinegoziando il ruolo di figlio, può essere più difficile di quanto sembri.
Un percorso psicoterapeutico può certamente aiutarla in questo.
Cordialmente, EP
Buona sera

Per gestire tali dinamiche dovresti prima seguire un breve percorso di sostegno psicologico volto alla risoluzione del tuo 'senso di colpa' nei confronti dei tuoi genitori per averli 'delusi' nelle loro aspettattive, nel quale rafforzare in parallelo la tua autostima ed il senso di autoefficacia.
Rimango a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Saluti

Dott.ssa Letizia Muzi
Gentile utente, mi dispiace per la situazione che sta affrontando. Comprendo il suo disagio e la sua difficoltà. Le suggerisco di prendere in considerazione di richiedere un consulto psicologico. Un percorso di psicoterapia può aiutarla ad analizzare la questione e a chiarire quali sono i suoi bisogni al fine di trovare la strada più funzionale per lei. Rimango a disposizione, qualora lo desideri. Un caro saluto, Dott.ssa Marcella Boscolo
Buonasera, mi spiace per la situazione che sta vivendo. Credo che al di là della situazione in sè, ciò di cui sta parlando riguarda la difficoltà a separarsi dai genitori, non intendo fisicamente ma a livello psichico e questo processo di svincolo e autonomia se non avviene fisiologicamente può essere intrapreso con il sostegno di un professionista, al fine di rinforzare la sua identità e poter così realizzare i suoi progetti. Un caro saluto
Buonasera, dal suo racconto credo che una psicoterapia potrebbe aiutarla a spostare il focus dall' essere troppo figlio al prendere in considerazione il fatto di potersi vedere uomo.
Un caro saluto
Dott.ssa Villa
Gentilissimo, mi dispiace per il malessere che riporta nella sua richiesta. Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta per confrontarsi sui suoi legami famigliari. Come Lei scrive le dinamiche che emergono in questo momento hanno sempre fatto parte della vostra famiglia, pertanto credo valga la pena che, con l’aiuto di un professionista, lavori su questi aspetti in un senso più ampio e “storico”. Prendendo consapevolezza del continuum che caratterizza la sua vita familiare potrebbe riuscire a comprendere i motivi per cui l’idea di deludere i suoi genitori sembrerebbe per Lei psichicamente intollerabile. Inoltre in un percorso psicologico potrebbe lavorare anche sull’ ansia che riporta all’inizio della sua domanda. Tenga presente che non siamo mai “settoriali” ed anche se le sembra si tratti di due problematiche distinte è probabile che un aspetto influenzi l’altro e viceversa. Cordialmente, Dott.ssa Laura Della Ratta
Buongiorno, credo che la sua situazione possa essere risolta con un appoggio, dato da una buona psicoterapia per individuarsi ed evitare che in futuro questi aspetti possano avere pesanti ricadute nelle dinamiche della sua famiglia, quella che deciderà di costruire. Detto ciò, ritengo che possa far vedere il suo dolore nel non volere stare con la ragazza attuale, senza specificare che c'è un'altra. Con il tempo potrà presentarla se e quando sarà sicuro della sua nuova scelta. Non è obbligato a raccontare tutto. È come portare continui fantasmi nel suo privato.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente di mio dottore,

le problematiche legate allo svincolo e all'autonomia emotiva possono esser affrontate attraverso un percorso psicoterapico. Anche le sue pregresse problematiche ansiose hanno quasi sicuramente a che fare con le problematiche vissute in famiglia qui descritte. Contatti uno specialista, al fine di poter lavorare su questi aspetti, vedrà che con il tempo riuscirà a fare le sue scelte con maggior serenità.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
capisco che ti trovi in una situazione difficile. È importante ricordare che sei un individuo autonomo con il diritto di prendere decisioni sulla tua vita sentimentale. Tuttavia, comprendo anche le tue preoccupazioni riguardo alle reazioni dei tuoi genitori. Potrebbe essere utile cercare un supporto esterno, come una consulenza individuale o di coppia, per esplorare i tuoi sentimenti e ricevere orientamento su come affrontare questa situazione complessa. Un professionista potrebbe aiutarti a sviluppare strategie per comunicare i tuoi desideri in modo rispettoso e affrontare le possibili conseguenze familiari. Dott.ssa Francesca Gottofredi
Buonasera, suggerirei di considerare la consulenza di uno psicologo o psicoterapeuta cognitivo-comportamentale per affrontare i conflitti familiari e gestire l'ansia legata alle decisioni personali. Uno specialista può aiutarti a esplorare e affrontare le tue emozioni, sviluppare strategie per stabilire confini sani con i genitori e affrontare la paura di prendere decisioni autonome. La terapia cognitivo-comportamentale può fornire strumenti pratici per gestire l'ansia e sviluppare una prospettiva più equilibrata, facilitando il processo di prendere decisioni consapevoli e orientate al benessere individuale.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o suppurto
Un caro saluto,
Dott. Moro
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Salve, sicuramente la situazione non è semplice specialmente quando è coinvolta la famiglia, tuttavia è importante che lei faccia ciò che sente giusto per lei, sicuramente la decisione potrà portare conflitti con i genitori e non si creerà una situazione semplice per questo in ogni caso le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo per riuscire ad usare la strategia migliore per affrontare la situazione, ma in ogni caso il consiglio è che prende la decisione più giusta per lei e che poi ne parli anche con i suoi genitori che dopo, forse un periodo difficile , rivaluteranno il loro eventuale comportamento.
Saluti Dott.ssa Giovanna

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