Salve. Sono un ragazzo di 23 anni, secondo anno di università, ho una relazione a distanza da 2 ann

18 risposte
Salve.
Sono un ragazzo di 23 anni, secondo anno di università, ho una relazione a distanza da 2 anni ed ho un lavoro part time giusto per arrotondare. Sono alla settima seduta di un percorso psicologico.
Nel 2020 ho iniziato a soffrire di ansia periodica fino a che la situazione si è fatta invalidante poichè ad essa man mano si associavano sentimenti di angoscia e tristezza.
Sono alla settima seduta dallo psicologo e stiamo rivalutando alcuni ambiti della mia vita che possono farmi sentire insoddisfatto e quindi possibili causa/e di questo malessere.
La cosa strana che mi sta capitando è che l'ansia è da 1 mese che è svanita e si è inserita in me una situazione di malessere che però è altalenante, quindi magari non tutti i giorni ma mi capita qualche settimana senza motivo(nei giorni in cui non mi capita mi comporto normalmente, in realtà anche quando sto male ma ci convivo)
-mi sveglio stanco con mal di schiena
-a volte ho poca voglia di uscire anche se poi mi impongo di farlo
-mangio un pò di più

La mia psicologa mi ha rassicurato che non sono sintomi depressivi ma uno stato di malessere(anche se non capisco cosa significa di preciso)
Come già ho detto a lei come è possibile che all'inizio solo con l'ansia riuscivo a vivere più serenamente?
Come mai l'ansia è svanita ed è comparso questo malessere?
Cosa rappresenta questo malessere, può diventare depressione? Questo mi terrorizza.

Stiamo valutando insieme se l'ambito universitario o quello affettivo mi stia veramente troppo stretto ora.
Aspetto un vostro parere, non perchè non abbia fiducia del mio terapeuta ma poichè ho molta paura di questo malessere. Inoltre potrebbe essere meglio il consulto di uno psichiatra?

Grazie a tutti.
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo che possa essere utile richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online.
'cordialmente, dott FDL

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Buonasera, le suggerisco di fidarsi della sua terapeuta che conosce nei dettagli la sua storia personale. Durante la terapia possono esserci dei momenti di sconforto dovuti anche all'impegno nell'affrontare temi delicati della propria esistenza, e di conseguenza assumersi anche la responsabilità di scegliere per se stessi. Non demorda.
Per quanto riguarda lo psichiatra, un consulto potrebbe esserle utile se questi sintomi diventano invalidanti e proseguono nel tempo.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Salve, lei ha fatto bene ad iniziare un percorso di psicoterapia. Ora è all'inizio, e questo vuol dire che la relazione terapeutica con la persona che la segue è in via di formazione, quindi man mano potrà sentirsi più a suo agio anche nel porre alla sua terapeuta le questioni di cui parla. Non ha bisogno di rassicurazioni, ma di lavorare in maniera approfondita sui significati, sul senso che ha per lei il suo malessere. Quanto alla domanda se sia meglio chiedere un consulto da uno psichiatra, vorrei chiarirle che non si tratta di "meglio" o "peggio", ma di rispondere ad esigenze diverse: la psicoterapia le permette di aumentare la sua consapevolezza e lavorare su ciò che tiene in piedi il suo disagio per superarlo, mentre la psichiatria può essere di aiuto nel sostenere con farmaci il suo umore, ma non la aiuta a risolvere il problema. E' quindi utile se il suo stato d'animo è talmente sgradevole da renderle difficile il lavoro della psicoterapia, e in questo caso l'uso temporaneo di un farmaco può aiutarla. In bocca al lupo! D.ssa M.Rita D'Onofrio
Salve, mi permetto di consigliarle di dare fiducia a questa terapeuta che la sta seguendo e darsi un pò di tempo.
L'ansia probabilmente nascondeva qualcosa di più importante, di sommerso che non si era mai dato la possibilità di vedere.
Aver smosso delle cose per lei più conosciute probabilmente ha aperto altre porte che oggi creano maggiore sofferenza.
Tengo duro e continua a seguire i suoi incontri. In bocca al lupo
Salve, le questioni che pone sono sicuramente molto importanti e vanno valutate con attenzione nell'ambito della terapia. Sicuramente lo specialista che la segue saprà fornirle tutte le indicazione di cui ha bisogno e certamente saprà anche darle degli elementi che solo chi lavora con lei conosce. Le ribadisco che è utile per lei e per il lavoro che state svolgendo affrontare insieme al suo terapeuta questi temi che sicuramente saranno molto importanti. Un cordiale saluto
Buona sera caro utente,
Mi sento di dirle, che il percorso di terapia è spesso in salita soprattutto all'inizio. Alle volte si può persino avere la sensazione di stare peggio di prima. Questo perché la terapia smuove delle cose dentro di noi che non avevamo mai toccato prima di allora; come quando smuviamo la terra in una pozza d'acqua. Tutto diventa torbito. Ma poi si fa chiarezza.
Si fidi e si affidi al suo terapeuta, condivida con lei tutto ciò che sente.
Rimango a sua disposizione per qualsiasi necessità Dott.ssa Alessia D’Angelo
Gentile utente, la ringrazio per averci espresso i suoi dubbi. Come altri colleghi, le consiglierei anch’io di fidarsi dello psicologo/a a cui si è rivolto. Chiedere aiuto a un esperto è stata una scelta saggia e coraggiosa.
È possibile che i suoi sintomi iniziali si siano trasformati in un diverso stato di malessere o che questo sia sopraggiunto per altri motivi. Nel percorso psicologico che sta affrontando, le sarà di aiuto stare a contatto con questo malessere per capire cosa si nasconde.
Da ciò che ha scritto un consulto psichiatrico non sembra necessario, solo se nota un aggravamento delle sue condizioni.
Le faccio i migliori auguri
Dott.ssa Carla Nesci
Caro Utente, i percorsi di sostegno psicologico sono caratterizzati da un alternarsi di momenti più o meno complessi, dove la sensazione di malessere può risultare più intensa. Non si spaventi davanti a questo, fa parte del percorso di guarigione; penso sia importante pensare che la sofferenza provata può essere sintomo di un miglioramento. Si affidi al suo psicoterapeuta e tenga duro.
Le auguro il meglio.
Buongiorno e grazie per aver condiviso con noi il suo disagio. Penso che lei debba aver fiducia nel lavoro che sta intraprendendo con la sua psicologa e cercare di porre tutti questi interrogativi a lei che, sicuramente, è la persona ad avere il quadro più completo. Quaora non lo facesse perdereste un importante aggancio terapeutico e spunto di riflessione. Insieme troverete la risposta. Cordialmente, Dott. Andrea Brumana
Salve, comprendo le sue preoccupazioni, tuttavia credo anche che se sta già seguendo un percorso, sia più opportuno che di tutto questo ne possa parlare con la sua terapeuta, si dia del tempo, in fondo sono solo poche sedute. In bocca al lupo per tutto
Gent.mo, venire almeno un po' a capo di alcune situazioni difficili richiede anche la capacità (che sembra avere) di tollerare una quota di disagio. Sottolinea che è alla settima seduta, ma non è dato capire che tipo di trattamento psicoterapeutico abbia concordato con la specialista che la segue. Tenga però presente che una psicoterapia richiede di solito una certa costanza nella frequenza e continuità nel tempo. Rispetto ai dubbi che pone, credo possa rivolgersi direttamente al professionista che già la segue. SG
Caro utente, sette sedute le sembrano molte? All'interno di un percorso terapeutico si possono avere percezioni diverse sul tempo necessario al cambiamento. Si confronti con la sua terapeuta anche su questo aspetto. Per i restanti quesiti concordo con gli spunti che le hanno dato i colleghi. Un saluto. Dott.ssa Antonella Abate
Buonasera, intraprendere un percorso di psicoterapia è molto utile ma anche molto faticoso e sicuramente è evolutivo; proprio per questo sente i suoi sintomi modificarsi, sono in evoluzione e ciò è indice che il percorso funziona. Le consiglio di iniziare a fidarsi del suo terapeuta però e di darsi il tempo giusto, solo così il lavoro potrà essere veramente efficacie.
Gentile Utente, buonasera,
Comprendo il momento che lei sta affrontando in questo momento, ma ha appena iniziato la sua terapia e sembra da quello che lei descrive che il suo malessere sembra avere assunto un altra configurazione quindi in evoluzione. continui a seguire la sua psicologa e per quanto riguarda la domanda se opportuno l'intervento di uno psichiatara si confronti e ne parli sempre con la sua dottoressa.
Buonasera. A quanto racconta, già dall'inizio del percorso sta trovando dei giovamenti: lo trovo un buon punto di partenza. E' difficile rispondere in maniera esauriente alle domande che fa sul proprio disagio, in quanto non è possibile fare una diagnosi puntuale con le informazioni a disposizione. A volte le persone (e può sembrare un paradosso) si "affezionano" alle proprie ansie, perchè queste hanno un significato personale e profondo, o in quanto, bene o male, è qualcosa con cui hanno imparato a convivere e conoscono, benchè debilitante. In altri casi ancora, l'ansia può spostarsi su qualcos'altro e una persona può trovarsi in balìa dell'incertezza. Ci sono tante spiegazioni e ipotesi che si possono fare ma, nella condizione attuale, tutto questo rischia di tradursi in una sorta di brainstorming e in un azzardo, che forse non le è così utile. Quello che le consiglio è iniziare a comunicare questi dubbi a chi la segue, chiedere chiarimenti, se qualcosa non le è chiaro e, nel caso, procedere a visite mediche appropriate per escludere una natura diversa del malessere. Dott. Francesco Dello Ioio.
Salve, la ringrazio per aver condiviso qua la sua esperienza. Sono ancora poche le sedute intraprese con la sua psicologa per poter fare delle affermazioni univoche ed esaustive rispetto alla sua situazione. Quello che le consiglio è di affidarsi e di poter condividere queste sue paure ed emozioni con lei, poiché conosce la sua storia di vita e le motivazioni che l' hanno portata a cercare aiuto. L' ansia di per sé è il sintomo di una sofferenza non ancora consapevolizzata o elaborata, il corpo quindi diventa la manifestazione di tale disagio; può capitare che si presenti a fase alterne, soprattutto i primi tempi.
Affrontandole, riuscirà a comprendere la strada più adatta da percorrere per lei.
Dott.ssa Angela Peronace
Buonasera. Grazie per questa condivisione. Comprendo perfettamente le sue emozioni e i suoi timori.
Tuttavia questo malessere potrebbe essere legato anche al percorso stesso che sta facendo: la psicoterapia è un percorso complesso e importante; prendere certe consapevolezze o affrontare certi scogli della nostra vita, può non essere facile. La strada per ritrovare la propria serenità e il proprio benessere è spesso faticosa e in alcuni momenti anche dolorosa. Si dia tempo e soprattutto si fidi della sua terapeuta. Questo è fondamentale. Si ascolti, in ciò che sente e che prova, ma non si giudichi. Non costruisca troppi pensieri al di sopra delle sue emozioni. Si dia il diritto di sentire, e si metta in gioco nel suo percorso di rinascita.
Un consulto psichiatrico può essere valutato, qualora i sintomi di malessere si facessero effettivamente invalidanti, insopportabili o di "ostacolo" alla psicoterapia. In ogni caso, si consulti anche sulla sua terapeuta al riguardo.
Spero di esserle stata di aiuto. Per qualsiasi cosa resto a disposizione, anche online.
Nel frattempo, buona fortuna per il suo percorso.
Dott.ssa Erika Ragazzini
Grazie per aver condiviso queste tue difficoltà. Deve essere molto difficile per te, vedere un cambiamento di questo tipo durante questo percorso di terapia. Probabilmente sono anche vissuti nuovi, seppur dolorosi, che erano nascosti dietro uno stato ansioso, che probabilmente ti era maggiormente familiare. Detto questo, in linea con alcune risposte dei colleghi, consiglio di dare spazio alla creazione di un rapporto di maggiore fiducia con la tua attuale terapeuta. La fiducia durante il percorso di terapia, va costruita e ha bisogno del suo tempo, e in alcuni momenti, soprattutto se sopraggiungono dei cambiamenti, nuovi vissuti complessi da gestire, può essere difficile da mantenere, e dunque affidarsi diventa una sfida più ardua. Nonostante questo continua a provarci, e prova a parlare alla tua terapeuta della possibilità di richiedere un consulto psichiatrico, se in questo momento senti che possa essere necessario. Anche questo fa parte del vostro rapporto in costruzione, e un confronto con lei, potrebbe essere d'aiuto al tuo percorso di terapia. Inoltre se la collega, insieme a te, lo reputasse opportuno, potrebbe darti una mano e consigliarti un altro professionista adatto a quanto richiesto.
in bocca al lupo.

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