Salve, sono un ragazzo di 22 anni che sta affrontando un periodo di grande difficoltà, principalment

18 risposte
Salve, sono un ragazzo di 22 anni che sta affrontando un periodo di grande difficoltà, principalmente legata ai miei studi. Ho finito il terzo anno e mi mancano due esami e la tesi per laurearmi, ma ammetto che gli esami mi sembrano uno scoglio insormontabile e c'è il serio rischio che finisca per laurearmi fuori corso, un anno in ritardo rispetto a molti miei compagni. Questo mi provoca grande sfiducia in me stesso, stress, attacchi d'ansia e serie difficoltà a concentrarmi e a fare quanto devo fare. Penso che il fatto di laurearmi un anno in ritardo (pur con una media molto alta) possa svantaggiarmi in futuro nel mercato del lavoro dato che i miei studi riguardano già di per sé un ambito molto competitivo (relazioni internazionali). Ho perso la passione verso quello che faccio e questo mi crea molta ansia per il mio futuro perché non so cosa voglio fare un domani. Sento una grande responsabilità, non voglio deludere i miei genitori e non vorrei portarli a fare ancora molti sacrifici per me (come pagare un altro anno di tasse universitarie). Passo le giornate a casa a studiare pur non producendo molto e ad abbattermi per la mia mediocrità. Sto molto male e non so come uscire da questa situazione, non riesco a mantenere la concentrazione e ad essere soddisfatto di quanto faccio. Ho l'autostima sotto i piedi e non so come ritornare ad essere felice, sono in panne
Buongiorno, prima di tutto vorrei dirle, per esperienza professionale, che ci sono tanti ragazzi nella sua stessa situazione, che non ne parlano, si vergognano a tal punto da ritirarsi sia dall'ambito universitario, sia dalle relazioni sociali. Lei è alla fine del suo percorso ed è prossimo all'ingresso nel mondo del lavoro, nel mondo degli "adulti" ... questo, comprensibilmente, può spaventare, può creare ansia perché si può avere paura di fallire e di non essere in grado/all'altezza. Quali aspettative sente di avere sulle sue spalle dalle persone che le sono accanto? quali aspettative ha su se stesso? Probabilmente ci sono timori e angosce che oggi le impediscono di portare a termine il suo percorso universitario. Confrontarsi con qualcuno, ripercorrendo alcune tappe della sua vita, mettendo a fuoco ciò che ha fatto e che ha superato, le permetterà di individuare tutti gli strumenti che ha nel suo zaino e che, probabilmente, oggi pensa di non avere... questo le servirà per riprendere il suo percorso. Ne sono certa. Un cordiale saluto. Dr.ssa Sara Zandali.

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve,
mi dispiace molto per la sua situazione. Il disagio che lei racconta viene vissuto da molti studenti e sottende diversi aspetti personali.
Lei si è focalizzato molto sul confronto con gli altri, sulla possibilità di deludere i suoi genitori e anche sulla percezione di mediocrità. Questi sono tutti fattori che potrebbero manifestarsi a causa di credenze e tratti personologici disfunzionali. Capisco e comprendo perché lei sia in panne. Pertanto, le consiglio di intraprendere un percorso terapeutico che le permetta di consapevolizzarsi rispetto a questi aspetti, comprenderli e capire come agiscono e si manifestano nel suo funzionamento quotidiano.
Resto a disposizione
SJC
Buon giorno, il mondo del lavoro è sempre ricco e in attesa di nuovi professionisti per cui non avere fretta, laureati nei tuoi tempi e secondo le tue esigenze. I tuoi genitori saranno felici di vederti comunque impegnato in un progetto che ti piace. Forza!!
Dottssa Marika Fiori
Buon pomeriggio, innanzitutto la ringrazio di aver condiviso questa esperienza e mi dispiace molto del disagio che ha espresso. Posso solo provare ad immaginare quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione. Le ansie e le paure sono tematiche ricorrenti nel momento in cui si devono affrontare delle tappe importanti della propria vita. Gli esami e la prospettiva di una laurea rappresentano un grande cambiamento, con la fine degli studi e l'ingresso nel mondo del lavoro che può assumere determinati significati in base alla storia individuale, portandoci, a volte a bloccarci. Un percorso psicologico potrebbe permettergli di conoscersi meglio e di sviluppare delle strategie utili al fine di affrontare in maniera efficace questo "blocco" che sente che gli impedisce di andare avanti, incrementando anche la fiducia in se stessa che sembra a volte venir meno. Sarebbe uno spazio solo per lei alla scoperta di se stessi. In caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza ma anche Online. Dott. Matteo De Nicolò
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Buongiorno, mi spiace per la difficoltà che sta attraversando. Mi sento per prima cosa di evidenziare come un momento di crisi, di rallentamento, di confusione e di fatica poco prima di un traguardo importante sia un evento frequente, che merita attenzione e cura e può portare a fare chiarezza sul proprio funzionamento e i propri obiettivi. In questi ultimi anni accompagno un gran numero di giovani che incontrano un passaggio critico nel proprio percorso di studi.
Talvolta è proprio l’avvicinarsi della conclusione del percorso universitario, con la prospettiva di entrare nel mondo del lavoro e di cambiare vita, che può attivare delle resistenze involontarie ed ostacolare la serenità nel proseguire la propria formazione. È possibile anche che crescendo i suoi interessi ed obiettivi siano maturati, cambiati e siano differenti da quelli che l’hanno portata a scegliere questa carriera. Se non ha le idee chiare sul futuro lavorativo, come è ragionevole sia, può essere una prospettiva angosciante.
Comprendo come nel confronto con i suoi amici più vicini che stanno seguendo una conclusione nei tempi ideali si senta “indietro”, ma dal punto di vista del mondo del lavoro oltre ai tempi e alle valutazioni ci sono molti aspetti di valore che vengono ricercati nelle persone. Se coltivato il senso di responsabilità che possiede è un valore prezioso e non scontato nel mondo del lavoro. Al momento sembra invece agire in senso limitante e invalidante.
La sua domanda mi pare mostrare che abbia perso di vista le sue capacità, risorse e qualità, che sicuramente possiede, per avere fatto questo percorso finora con alti risultati in termini di voti, mentre le sono molto evidenti i suoi limiti e fragilità, che tutti hanno, sostenendo in lei uno stato di angoscia che sta diventando un circolo vizioso. Un percorso di psicoterapia o sostegno psicologico potrebbero aiutarla a riconoscere i primi (risorse e capacità) e dare loro il peso che meritano e conoscere i secondi (fragilità e limiti) per imparare a gestirli senza farsene sopraffare e per non identificarsi nelle parti meno gradite di sé. Le segnalo che spesso le università offrono spazi si ascolto e sostegno psicologico, consapevoli che momenti di crisi siano diffusi e normali nel corso della carriera e affrontarli per tempo sia un passaggio di crescita, può informarsi e approfittarne.
Le auguro un buon proseguimento nel ritrovare la considerazione di sé che merita.
Gentilissimo, grazie per la condivisione! Capisco che per lei possa non essere facile questo peso sulle spalle da sopportare, soprattutto quando si ha timore di deludere i propri genitori. Credo che prendersi il suo tempo per capire e comprendere cosa fare, nonchè per laurearsi secondo i propri ritmi, potrebbe esserle di fondamentale aiuto per la sua serenità psico fisica.
Resto a disposizione
AV
Buon pomeriggio, mi dispiace per questo periodo che sta passando. Le posso dire che, nella situazione in cui si trova, avere un momento in cui la mente e il corpo vanno in tilt è molto frequente. Si sente che si sta raggiungendo un traguardo importante e sognato nella vita e il nostro corpo ci fa questo brutto scherzetto. Quello che noi dobbiamo fare è reagire, non abbattersi e continuare a lottare come sempre abbiamo fatto. Può capitare di andare fuori corso ma questo non vuol dire che valiamo meno di altri, ognuno ha tempi diversi, ma importante, i suoi tempi! Le consiglio di sentire qualche specialista potrà darle sicuramente delle dritte per aumentare la sua autostima e finire gli studi in modo eccellente.
Resto a disposizione se ha piacere. Un caro saluto, Giada
Salve, sta descrivendo una situazione di stallo, dove il vissuto di ritardo nel dare gli esami che nasce dal confronto con i colleghi, genera a cascata un senso di colpa dovuto alla delusione (immaginata o reale) che proveranno i suoi genitori e un senso di disvalore di se stesso. Il circolo vizioso che ne nasce le impedisce di rialzarsi e vedere la situazione con maggiore distacco al fine di trovare la forza di andare avanti con il suo progetto di studi. Una soluzione sarebbe quella di farsi aiutare, per trovare alternative di pensiero e ritrovare la forza di portare avanti i suoi progetti, non tanto per accontentare qualcuno, ma per se stesso e la sua gratificazione. Un saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Gentile Amico,

il desiderio di perfezione e di essere "performanti" può essere un utile sprone, a patto che non si trasformi in bisogno e in obbligo, come sembra nel suo caso.
Ovviamente un anno di ritardo nella laurea su una prospettiva di tutta una vita non è un reale problema. Lo è per chi sente di essere in quanto "fuori corso".

E' da qui che le consiglio di partire, con una terapia che possa in breve tempo ridarle la passione per l'ambito che ha scelto, e la prospettiva per il futuro.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Ciao, la sofferenza traspare dalle sue parole e non dev'essere facile riuscire a gestire gli impegni quotidiani in questa situazione delicata.
Nei momenti di passaggio come la fine dell'università e l'ingresso nel mondo del lavoro possono emergere tante preoccupazioni riguardo al futuro, a chi si diventerà e chi si vorrà diventare. Non meno importante è la questione del "salutare" chi si è stati e un ambiente che si conosce bene, in cui si sa già come muoversi.
Davanti a questo tipo di questioni ci si può sentire bloccati, in trappola, in un circolo vizioso di cui è difficile vedere la fine. Potrebbe essere utile far chiarezza rispetto a cosa si vuole raggiungere, alla difficoltà di chiudere dei percorsi, alle aspettative e a cosa queste emozioni che stanno emergendo le stanno comunicando.
Mi sembra ci siano molte tematiche diverse da affrontare e potrebbe aiutare avere uno spazio fisico e mentale in cui comprendere cosa sta succedendo.
Contatti pure un professionista che potrà guidarla in questa fase delicata di passaggio.
Buonasera, mi spiace leggere di un ragazzo così giovane e in crisi. Ritengo opportuno che tu possa chiedere l'aiuto di un professionista al fine di affrontare questo momento di difficoltà e recuperare la tua vitalità e benessere. Un caro saluto
Buonasera. Sembra proprio che in questo momento lei sia occupato su più versanti. Da una parte si impegna nel suo percorso universitario, mentre si preoccupa di non dar peso ai suoi genitori, del mondo del lavoro che la attende, del confronto coi suoi compagni di corso, si giudica mediocre. Deve essere estremamente faticoso e angosciante per lei questo periodo, considerando anche il carico che porta sulle sue spalle. In questa situazione può senz'altro essere utile intraprendere un percorso psicologico che la aiuti a costruire il benessere che merita. Un caro saluto
Gentilissimo, purtroppo seguo molto ragazzi che si trovano ad avere le tue stesse difficoltà e ho capito che l'università non viene più vissuta con la spensieratezza dei 20 anni e la serietà e la giustezza dei quasi adulti ma solo come un ring dove lo studente deve combattere contro la preoccupazione legata alla performance che un esame può dare. Voglio dirti che le emozioni che stai vivendo in questo momento sicuramente sottolineano l'impegno e la dedizione che stai mettendo per il tuo futuro ma quando queste emozioni ostacolano ciò che nel quotidiano abbiamo le risorse di fare e anche al meglio allora no, allora dobbiamo fermarci e pensare a cosa c è che non va. Io ti consiglio di intraprendere un buon percorso di sostegno psicologico al fine di conoscere meglio te stesso, i tuoi limiti e, perché no, anche i tuoi punti di forza.
Gentile Utente, sembra che abbia un’idea molto chiara di chi e come dovrebbe essere per funzionare bene, come se esistesse un modo giusto di essere studenti di 22 anni, e che scoprendosi distante da questo modello, si abbatta sentendosi in panne. I temi sono molti, dall’anno di ritardo che sente potrebbe pregiudicarle il futuro, al deludere la sua famiglia, e ciascuno di essi meriterebbe approfondimento. Quello che emerge, però, è che non sembra potersi concedere di riflettere serenamente sui blocchi che sta incontrando, ma sembra preferire “colpirsi” tacciandosi di mediocrità, che realisticamente mette la parola fine ad ogni possibilità di ripresa. Nel senso che in tanti anni, ancora non ho conosciuto qualcuno che funzioni dietro critica feroce, e lei non sta facendo eccezione. Sarebbe opportuno che si concedesse uno spazio di riflessione nel quale portare questi temi, e per concedersi una posizione di attività che non consista solo nel chiedersi energicamente di fare ciò che in questo momento non riesce a fare. Un caro saluto
Ciao, comprendo il tuo malessere e mi dispiace per le emozioni così negative che stai provando.
Probabilmente questo tuo forte senso del dovere e di responsabilità ti porta a vedere come un fallimento personale quando ciò che avevi previsto non va come vorresti.
L'insicurezza e la scarsa autostima ci portano poi a fare confronti, dove noi ne usciamo sempre sconfitti, perché vediamo il meglio degli altri rispetto a noi.
Potresti farti supportare da un percorso psicologico per lavorare su questi tuoi pensieri negativi, per lavorare sulla tua autostima e sicurezza personale. Potrai, così, vedere te stesso e le situazioni in modo diverso, attivando pensieri più funzionali e quindi produttivi per la tua vita.
Resto a disposizione per qualunque chiarimento un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Buongiorno, capisco e comprendo le sue difficoltà, il suo malessere, il sentirsi in ritardo e la paura di deludere i suoi genitori. Penso che sarebbe importante per lei poter iniziare un percorso di psicoterapia che possa aiutarla ad affrontare questa situazione. Resto a disposizione. Cordiali saluti. Dott.ssa Enrica Grande
Ciao ragazzo di 22 anni :)
Quello che stai provando è comune a tantissime persone. Probabilmente la potremmo chiamare ''ansia da prestazione''.
Funziona piu o meno cosi: fai 24 esami con successo e nei tempi. Si avvicina la laurea...dietro al laurea intravedi il mondo del lavoro ( ignoto).
Qualcosa dentro di te inizia a scricchiolare ( forse la paura di affrontare la Tesi e il nuovo inizio ignoto?
E quindi i tuo sistema, per evitare di consumare inutili energie ed esporsi ad un paventato insuccesso si blocca.

Fai questi due esami come hai fatto gli altri millemila, dai la tesi 8 è una formalità).
Poi una bella vacanza. E poi affronti cio che viene.
Per step.

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