Salve, Sono Fabio, 31 anni, sposato da un anno con figlia in arrivo. Laureato, ottimo lavoro, nes

18 risposte
Salve,

Sono Fabio, 31 anni, sposato da un anno con figlia in arrivo. Laureato, ottimo lavoro, nessun problema finanziario ne’ a casa. Tutto sereno in pratica. Mi reputo una persona normale e tranquilla con una vita normale. Scrivo perche’ credo di avere un problema nella gestione della rabbia con mia moglie o mentre guido o quando un oggetto non funziona bene. Da un po’ di tempo, quando c’e’ un disaccordo piu’ o meno banale che non riesco ad evitare, oppure quando qualcuno guida troppo male o in generale quando credo di ricevere un torto, subito ho scatti di ira forti, come se avessi un serbatoio di ira da cacciare fuori da chissa’ dove. Questo non accade sempre, ma quando ho meno pazienza ed autocontrollo del solito. Comunque non sfocio mai e poi mai nella violenza, pero’ mi viene una voglia tremenda di urlare fortissimo, digrignare i denti, serrare i muscoli, odiare il mondo intero per quel piccolo frangente di 20/30 secondi. Devo dire che non accade con altre persone, mi e’ accaduto in passato di avere scatti di ira, ma molto piu’ raramente, mai cosi frequenti come adesso.

La mia introspezione mi ha portato su varie strade, come pensare che non amassi piu’ mia moglie e che sfogassi la mia frustrazione in questo modo, ma la amo ancora e confondo tutto con una frustrazione di fondo che viene a galla con una piccola discussione. Ho pensato questa frustrazione venisse dalla ridotta soglia di sopportazione che ho ultimamente, pero’ mi sembra un po’ poco. Quindi ho pensato magari potesse essere qualche problema fisico piu’ che mentale.

Comunque la mia domanda e’: ha senso preoccuparsi o e’ qualcosa che puo’ andare via da sola? Altrimenti mi conviene fare dei check medici? Oppure posso provare a fare degli esercizi o ho bisogno di sedute da psicologo direttamente?

Grazie mille
Buongiorno Fabio, la rabbia è un'emozione funzionale alla sopravvivenza perché nasce nel momento in cui un nostro bisogno resta insoddisfatto. ci fornisce, insomma, la carica necessaria, per agire in funzione di quel bisogno. Nel suo caso, però, sembra scatenata da nessun bisogno in particolare. Sembra soltanto, però. Diventa importante capire la molla che la fa scattare, e questo, attraverso un percorso di conoscenza di se', è possibile. Non andrà via da sola. Esercizi di respirazione potrebbero aiutarla a tenere sotto controllo l'impulso del momento, ma per risolvere il problema alla radice , capire l'origine dell'innesco è necessario un lavoro psicologico. Resto a sua disposizione se lo desidera e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa

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Salve Fabio, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera Fabio,
La rabbia in quanto emozione può essere esplorata all'interno di un percorso psicologico finalizzato a comprenderne il significato in questo momento della sua vita. Il mio invito è quindi quello di rivolgersi ad uno psicologo con cui avviare un percorso.
Buonasera, grazie per la sua condivisione. Mi sento di dirle che ogni emozione ha un suo significato e la sua comprensione, insieme alla comprensione di come agiscono sul corpo, è fondamentale per permetterci di scegliere come comportarci. Le emozioni più che gestite, vanno comprese rispetto a come agiscono su di sè. Il lavoro psicoterapeutico può essere utile non per controllare certe emozioni, in questo caso la rabbia, ma per darle gli strumenti affinchè possa imparare a navigarci in mezzo ed esprimerle in modo funzionale. La rabbia è un'emozione che può portare con sè una forte attivazione fisica, quindi spesso si tende ad esprimerla tramite urla, sbattere le cose etc. La rabbia può raggiungere varie intensità e, come dice giustamente lei, spesso emerge dalla percezione di aver subito un torto e/o da bisogni frustrati/insoddisfatti. La rabbia spesso può nascondere altre emozioni quali ad esempio paura, colpa, vergogna, ansia, tristezza etc. delle quali spesso non si è consapevoli. Adottare una modalità di "attacco" fa percepire se stessi meno vulnerabili e la rabbia permette di proteggerci da emozioni ancora più profonde e difficili da cogliere. La rabbia è un'emozione molto utile se ben espressa, perchè ci ricorda che dobbiamo far valere i nostri diritti, ma essendo un'emozione di cui spesso si ha paura perchè può essere molto intensa, è importante imparare a dosarla e farla fluire a nostro favore. Quindi sarebbe importante esplorare meglio questa rabbia, le situazioni in cui si presenta, quali pensieri la accompagnano (come interpreta gli eventi) e qual'è il suo significato (cosa le sta comunicando). Tutto ciò potrebbe essere utile esplorarlo insieme in colloquio al fine di comprendere anche da cosa dipende la difficoltà a regolare questa emozione, soprattutto alla luce della sua storia di vita. Rimango a sua disposizione, anche online. Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Buongiorno,
grazie per la condivisione.
Come emozione la rabbia è di per sé funzionale, ma da quanto scrive essa sembra una reazione spropositata rispetto alla situazione che le si presenta. Potrebbe perciò esserle utile esplorarne la causa, quasi certamente di natura psicologica.
Esistono diverse strategie di gestione della rabbia, soprattutto se percepita eccessiva, come mi sembra di capire dalla sua descrizione di quanto le accade.
Potrebbe esserle di beneficio anche un percorso di conoscenza di sè, per comprendere il perché la rabbia scatta in maniera così dirompente, cosa la provoca.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Colombo
Salve Fabio.
Grazie per aver condiviso la sua situazione. La gestione delle emozioni è una potenzialità che è comune a tutti gli individui. Si tratta di stabilire se tale gestione è in equilibrio, quindi se ogni emozione viene vissuta senza ripercussioni sul comportamento, se essa è poco presente, come nel suo caso, e perciò determina la tendenza a manifestare in modo evidente l'emozione provata, infine la gestione emotiva potrebbe essere troppo presente e in tal caso ci sarebbe una tendenza a non esprimere le emozioni in modo naturale, ma non sembra il suo caso.

Ho generalizzato il discorso sulle emozioni anche se lei ha parlato specificamente dell'emozione della rabbia. Gli scatti d'ira o di rabbia sono così espliciti dal punto di vista comportamentale che spesso diventano disagevoli per le relazioni sociali. Ecco perché la rabbia va trattata con l'ausilio di un intervento psicologico, per evitare che sfoci in atti inconsulti.

Il consiglio è di affidarsi a un esperto di Psicologia Positiva e Gestione Emotiva che può fornirle strumenti e strategie per riportare la gestione delle emozioni sul piano dell'equilibrio e per imparare ad utilizzare le altre potenzialità di carattere in grado di mitigare l'espressione della rabbia. La rabbia è legata a doppio filo con lo stress e l'ansia e spesso è una valvola di sfogo dell'adrenalina prodotta in eccesso durante crisi di tipo ansiogeno oppure se sottoposti a lunghi periodi di stress cronico. Lo Psicologo Positivo, attraverso esercizi quotidiani di consapevolezza e sviluppo delle potenzialità, potrà certamente aiutarla in questo difficile momento.

Se vuole avere maggiori informazioni su questo tipo di approccio la invito a contattarmi, anche per consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
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Gentile Fabio, mi colpisce la sua presentazione: 31, sposato da un anno, con una figlia in arrivo (...) un incipit che lei collega a questi scatti di rabbia, mai stati così presenti prima d'ora. Sicuramente l'ultimo anno è stato per lei all'insegna del cambiamento!
Diventare padre sarà un cambiamento importante; spesso accade che dal punto di vista psicologico il diventare padre fa emergere paure, aspettative, ansie...mai avute prima, non solo per il ruolo di padre ma anche per quello di compagno.
In uno spazio terapeutico può prendersi cura di questi aspetti, comprendere la sua rabbia, accoglierla e gestirla.
Rimango a disposizione, anche on line e la saluto complimentandomi per il suo interrogarsi, perché la rabbia non prenda il sopravvento. Maria dr. Zaupa
Buongiorno Fabio, la sua descrizione rende bene l'idea di quello che sta passando. Non sottovaluterei affatto il periodo: un bimba in arrivo vuol dire 1000 preoccupazioni ed ansie del tutto normali, anche per i papà, che però sono meno legittimati, soprattutto a livello sociale, ad esprimerle. Gli scatti di ira forse in questo momento sono il modo migliore per il suo organismo di dirle che occorre occuparsi di qualcosa che la riguarda, e/o di scaricare la tensione. Ma non è sicuramente il modo migliore, né per lei né per la sua famiglia. E considerando le circostanze, non penso passeranno da sole, sicuramente non in tempi ragionevoli (1 anno/anno e mezzo dalla nascita, quindi dipende anche dal mese di gestazione di sua moglie). Le consiglio di contattare uno psicologo, magari che utilizzi tecniche corporee, per sfogare le tensioni e gestire lo stress (es bioenergetica, tecniche di respirazione e rilassamento). Potrebbe anche essere sufficiente un breve periodo di sostegno, per incanalare nel modo corretto le emozioni e liberarsi dalle tensioni. Se le servissero ulteriori informazioni rispetto a queste tecniche o alle plausibili connessioni con i cambiamenti che vi preparate ad affrontare, Può contattarmi anche online. Dr. Barbara Civera
Buongiorno, la rabbia è la maschera di altre emozioni. Le esplosioni di rabbia nascondono una sofferenza interiore.
A tutti nella vita capita di arrabbiarsi.
Se la rabbia però diventa incontrollabile è importante considerare la possibilità di consultare uno psicoterapeuta.
La psicoterapia infatti aiuta a riflettere, riconoscere e comprendere quali sono i motivi reali della rabbia cioè il vissuto che essa nasconde. Riconoscere la radice della rabbia aiuta a guarire. Sia fiducioso.

Fai bene a preoccuparti e a chiederti come fare a gestire queste emozioni che in questo momento non riesci a "controllare". FAI UN PERCORSO PSICOLOGICO, cerca di capire come mai sei così pieno di rabbia e come mai la sfoghi in questo modo, vedrai che capito questo la rabbia si abbasserà e imparerai a stare meglio con te e con gli altri! Un saluto
Buongiorno Fabio, da quel che comprendo leggendo il suo messaggio, mi sembra di capire che questa rabbia si attiva in particolari circostanze e diventa tale da non essere più controllabile, causandole disagio. è possibile avvertire qualche tipo di disagio interiore anche quando le cose nella nostra vita sembrano andare tutte molto bene: siamo infatti dotati della capacità di difenderci da ciò che ci turba, al punto che a volte non ci rendiamo nemmeno conto che c'è qualcosa che ci turba. Vale assolutamente la pena comprendere che cosa c'è alla base di questa rabbia. Come scriveva un altro collega prima di me, la rabbia spesso nasconde altre cose: un senso di disagio, di tristezza, di ingiustizia o tanto altro. Il fatto che la perdita di controllo che sente quando si arrabbia non la porta ad agire in modo violento è certamente un bene e significa anche che è una persona strutturata a sufficienza da riuscire a mantenere un buon autocontrollo, tale addirittura da chiedersi come mai le succede questo e che cosa può fare affinché non accada più. Sicuramente non si tratta di un problema medico, al massimo, se si sente più tranquillo a contatto con un medico, le consiglierei di parlarne con uno psichiatra. Tuttavia ho il sospetto che anche lui le consiglierebbe di fare un approfondimento psicologico prima di pensare ad una terapia farmacologica: mi sembra una persona consapevole che potrebbe trarre beneficio da una psicoterapia, andando a fondo delle questioni che causano questi suoi comportamenti e lavorandoci sopra di conseguenza.
Rimango a disposizione.
Cordialmente, Dottoressa Cecilia Bagnoli
Salve Fabio,

Innanzitutto, apprezzo che abbia deciso di condividere le sue preoccupazioni e riflessioni, soprattutto quando si tratta di un aspetto emotivo come la gestione della rabbia. Questo dimostra una maturità e una capacità di introspezione.

La rabbia è un'emozione naturale, tuttavia, quando diventa troppo intensa, frequente o difficile da gestire, può essere indicativa di problemi sottostanti che meritano attenzione. Soprattutto perché si trova in un periodo della vita con molte responsabilità e cambiamenti imminenti, come l'arrivo di una figlia.

La sua domanda se dovrebbe preoccuparsi è valida. Mentre episodi occasionali di rabbia possono essere considerati normali, se sente che questi episodi diventano troppo frequenti o influenzano la sua qualità di vita e le sue relazioni, allora potrebbe essere il momento di esplorare ulteriormente.

Inizierei con un controllo medico per escludere qualsiasi causa fisica. Alcune condizioni mediche o squilibri ormonali possono influenzare il nostro umore e la nostra capacità di gestire le emozioni.

Se non vi fossero problemi medici sottostanti, la consulenza psicologica potrebbe essere molto utile. Attraverso la terapia, può acquisire strumenti e tecniche per gestire meglio la rabbia, oltre a esplorare eventuali cause profonde o problemi non risolti che potrebbero contribuire ai suoi scatti d'ira. Gli esercizi di mindfulness, meditazione e respirazione possono anche aiutare a regolare l'emozione nel momento, ma è fondamentale anche esplorare e affrontare la radice del problema.

Infine, è importante che parli dei suoi sentimenti e preoccupazioni con sua moglie, in modo che possa comprendere meglio la situazione e potervi sostenere reciprocamente.

Consiglio vivamente di considerare una consultazione con uno psicologo clinico per valutare la situazione e ricevere una guida professionale su come procedere.

Le auguro tutto il meglio nella sua ricerca di equilibrio e benessere.

Cordialmente,

Ilaria.
Buongiorno Fabio, mi sembra di capire che questa modalità abbia sempre fatto parte della sua vita e se in passato accadeva più raramente, al momento sembra essere più frequente. C'è da considerare il fatto che diventare genitori è sicuramente un passo importante che può quindi essere una significativa fonte di stress.
Come dice lei, sembra che ci sia un serbatoio pieno di rabbia che ha bisogno di uscire in qualche modo e che poi effettivamente lo fa quando vive questi scatti di ira anche per piccoli problemi. Urlare, digrignare i denti, serrare i muscoli, odiare il mondo intero per quel frangente, possono effettivamente essere sintomi attraverso cui sfoga la sua rabbia. Effettivamente la tolleranza alla frustrazione può essere vista come un serbatoio, più o meno capiente, che viene riempito con le cose che ci fanno arrabbiare e che una volta pieno poi esplode. Nel suo caso sembra che basti poco per far esplodere questo serbatoio, il che significa che probabilmente è già pieno di altre cose e che queste piccolezze siano solo la goccia che fa traboccare il vaso.
Andare quindi a comprendere attraverso un percorso psicologico quali sono i fattori che effettivamente determinano questa sua rabbia sottostante potrebbe esserle sicuramente d'aiuto.
Rimango a disposizione se lo desidera, anche online.
Cordialmente, Dott.ssa Samanta Mattana
Gentile utente, pensi alla rabbia come alla punta di un iceberg. La maggior parte dell’iceberg è nascosta e, allo stesso modo, quando si prova rabbia, molto spesso ci sono altre emozioni nascoste sotto la superficie. Fare un check-up medico certamente potrà farle scongiurare cause organiche, ma certamente esplorare la sua sfera emotiva attraverso un consulto con un professionista della salute mentale potrà aiutarla a gestire quello che definisce serbatoio di ira. Resto a disposizione, buona giornata
Buongiorno Fabio, grazie per aver condiviso quello che stai vivendo e i pensieri che hai fatto a riguardo; è molto positivo saper prendere del tempo per interrogarci su come stiamo e dare un senso. Il mio invito è quello di contattare uno psicologo con cui poter affrontare questo momento così denso di cambiamenti e poter così comprendere al meglio anche il significato che può avere la rabbia di cui parli. Rimango a disposizione, anche online. Dott.ssa Arianna Broglia
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Buongiorno Fabio.
La difficoltà nella gestione della rabbia può avvenire per diversi motivi.
Nonostante lei descriva la sua vita come equilibrata e regolare, inconsciamente il “mantenere l’equilibrio” le crea dello stress poiché magari non le piace non avere il controllo della sua vita. Oppure ciò può derivare da come è stato cresciuto in famiglia, la regolazione emotiva dipende molto da che tipo di attaccamento abbiamo instaurato con i nostri genitori fin dai nostri momenti di vita, oppure può essere che è una persona che tende a non esprimere direttamente quando qualcosa le da fastidio e tende ad “esplodere” anche per questioni “banali”.
Ciò che le posso dire è che quando sente che sta per avere un attacco di rabbia di cercare di pensare almeno per 10 secondi se ne vale la pena avere questa reazione per quella determinata situazione, insomma cercare di “razionalizzarla”.
Altresì qualora crede che questa situazione sia disfunzionale per se stesso e la sua famiglia un consulto psicologico può sempre servire.
A disposizione
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Grazie per aver condiviso la sua situazione, Fabio. È positivo che lei stia cercando di comprendere meglio questi momenti di ira e frustrazione che sta vivendo. È normale avere dei momenti di tensione o difficoltà a gestire la rabbia, soprattutto quando si vive un periodo di cambiamenti o di stress, come l'arrivo di un bambino.

La sua consapevolezza dei suoi comportamenti è un primo passo importante. Quando si manifestano scatti di ira intensa, può essere utile cercare di capire le cause sottostanti. È positivo notare che non sfocia mai nella violenza, ma è comunque importante prendersi cura del proprio benessere emotivo.

Dal momento che ha già considerato diverse strade, inclusa la possibilità di una causa fisica, potrebbe essere utile iniziare con una visita medica per escludere eventuali problemi fisici che potrebbero influire sul suo umore e la sua emotività.

Se la causa non è fisica, un percorso di psicoterapia potrebbe essere molto utile. Uno psicologo può aiutarla a esplorare in modo più approfondito le radici della sua rabbia, fornendo strumenti pratici per gestirla in maniera più efficace. Gli esercizi di gestione dello stress e la pratica della consapevolezza emotiva possono essere di grande aiuto.

La sua preoccupazione è un segno di attenzione verso il suo benessere, il che è positivo. Scegliere se intraprendere un percorso di terapia dipende molto da come si sente e da quanto questa situazione interferisce con la sua vita quotidiana e le sue relazioni.

Un professionista potrebbe darle una panoramica più chiara sulle sue emozioni e su come gestirle. Sta a lei decidere se vuole esplorare questo percorso, ma potrebbe essere un passo importante per il suo benessere emotivo a lungo termine.

Resto a disposizione per ulteriori domande o per parlare di come potrei aiutarla in questo processo, se scegliesse di intraprenderlo.
È importante prendere sul serio i tuoi scatti di ira e cercare un supporto professionale per gestire la situazione in modo sano. Un primo passo potrebbe essere consultare un medico per escludere eventuali cause fisiche. Successivamente, una consulenza con uno psicologo potrebbe aiutarti ad esplorare le origini della tua rabbia e sviluppare strategie di gestione emotiva. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti, Dott.ssa Francesca Gottofredi.

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