Salve Mio figlio di 14 anni in seguito a uno svenimento, confermato come episodio vasovagale, non v

18 risposte
Salve
Mio figlio di 14 anni in seguito a uno svenimento, confermato come episodio vasovagale, non vuole più uscire di casa e ultimamente evita la scuola per paura di svenire. Il medico ha effettuato esami sangue, solo piccola carenza di vitamina D, tutti negativi. Si crede sia una situazione di disagio e di ansia.
Passa il tempo in camera ma quando gioca online con i suoi amici è felice e vivace.
Ho provato a convincerlo a iniziare un percorso di terapia ma è reticente.
Grazie per aiuto.
Buongiorno, certamente un episodio del genere può aver generato uno stato di ansia. Per darle indicazioni più precise l'evento scatenante va compreso alla luce della storia del ragazzo e della sua condizione precedente all'evento. Un percorso psicologico può sicuramente aiutare suo figlio.
Dott.ssa Camilla Ballerini

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Caro utente buongiorno,
la reazione di suo figlio allo svenimento è davvero importante: non vuole più uscire di casa. Ma prima di quell’episodio com’era? A scuola andava volentieri? E il rapporto con gli amici, preferiva le relazioni online o gli incontri dal vivo?
Cosa interessa a suo figlio, che cosa si sta perdendo, con questo suo nuovo stile di vita, di cui potrebbe rammaricarsi a breve termine? Parta da qui, da ciò a cui sta rinunciando e che con la terapia potrebbe recuperare. Mi tenga aggiornata, se le fa piacere.
Un saluto cordiale,
Dott.ssa Manuela Leonessa
Buongiorno, in questi casi è importante intervenire prontamente nel desensibilizzare il vissuto traumatico che porta suo figlio a precludersi le normali attività di vita al fine di tutelarsi dal rivivere l'accaduto. Le consiglio un breve percorso, anche di poche sedute con un approccio che interviene sul trauma, come l'EMDR o la Psicoterapia Sensomotoria. Se non vuole spostarsi è possibile intervenire anche on-line. Rimango a disposizione. Un cordiale Saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Gentile utente, bisognerebbe approfondire meglio non solo la dinamica ma anche la storia passata di suo figlio, come viveva la scuola prima dell’episodio descritto e tanti altri aspetti.
In questo caso sarebbe utile un consulto psicologico con un professionista.
Resto a disposizione, anche online.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Alessandra Barbera
Gentile utente, grazie per la condivisione. Capisco la situazione che descrive, e comprendo le preoccupazioni che nutre verso suo figlio. Credo che per suo figlio potrebbe essere importante e d'aiuto intraprendere un percorso di terapia, in modo da esplorare e comprendere come poter affrontare questa paura che sta vivendo.
resto a disposizione
AV
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio del ragazzo e la preoccupazione di voi genitori. Ritengo fondamentale che voi possiate richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarlo ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che gli impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarlo a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essergli utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Per incrementare la motivazione a farsi aiutare potrebbe essere utile focalizzare l'attenzione su ciò che lo faceva stare bene prima al fine di incentivarlo a riprendersi i suoi spazi oppure facendogli immaginare tutti i vantaggi derivanti dalla possibilità di essere libero di scegliere se uscire di casa o stare ai videogiochi: al momento, infatti, lui non si sente libero ma obbligato a stare in casa. Con la terapia potrà diventare libero di scegliere come trascorrere il suo tempo.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, grazie per essersi confrontata con noi. Posso immaginare le resistenze del ragazzo nell'intraprendere un percorso che non conosce ma lei non si deve arrendere. Provi a scendere a compromessi con il ragazzo, magari suggerendogli che sarà solo una prova o per un breve periodo; cerchi di fargli capire l'importanza di intervenire il prima possibile così che si avrà maggior margine di lavoro. Mi rendo conto che questi suggerimenti possano sembrare banali e per certi versi lo sono, ma allo stesso tempo non si può costringere qualcuno a fare terapia.
Le faccio un imbocca al lupo e rimango disponibile per eventuali chiarimenti o consigli.
Cordialmente, dottor Moraschini Mattia.
Caro utente, immagino che ciò che descrive sia una situazione difficile, sia per lei che per suo figlio. Avendo escluso tutte le cause mediche probabilmente si tratta di un disagio psicologico scatenato da un difficile momento di vita per suo figlio. È necessario comprendere cosa sia successo prima di quell'episodio e capire quali siano i costi di tutta questa situazione per suo figlio per poterlo aiutare al meglio e motivarlo ad intraprendere un percorso di terapia.
Un caro saluto
Dott.ssa Federica Moro
Buonasera e grazie per averci parlato della situazione che state vivendo. Penso abbia fatto bene a tentare di far comprendere a suo figlio l'importanza di iniziare un percorso psicologico e credo che possa continuare a provare, almeno in quei momenti in cui sembri esserci uno spiraglio. Ovviamente anche per lei potrebbe essere utile ritagliarsi uno spazio di ascolto attraverso il quale cercare di aiutare, tramite il lavoro su di lei, anche suo figllio. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Buongiorno e grazie per aver condiviso la sua situazione. Posso immaginare l'apprensione derivante dalla circostanza e come suggeriscono i colleghi interfacciarsi con un professionista potrebbe aiutare ad analizzare meglio lo stato di ansia e chiusura. Tramite la scuola potrebbe farsi indirizzare alla neuropsichiatria infantile di riferimento sul territorio, per dei colloqui che prendano in carico tutto il nucleo familiare. In alternativa suo figlio potrebbe rivolgersi a siti di terapia online in modo tale da aggirare momentaneamente la problematica dell'uscire di casa. Per ulteriori informazioni, orientamento o consulenze mi rendo disponibile, cordialmente,
Dott.ssa Beatrice Priori
Buongiorno.
È un classico evitamento d'ansia. Più evita ciò che percepisce come un pericolo presente quando invece è relativo a un singolo passato, più continuerà ad evitare non risolvere.
Con le conseguenze di perdere un anno di scuola e tutta una serie di opportunità sociali e fisiche che avvengono fuori casa.
Un approccio cognitivo comportamentale e desensibilizzazione sistematica rispetto all'episodio traumatico gli permetterebbe di confrontarsi con la realtà che potrà benissimo sostenere e non evitare. All'inizio potrebbe connettersi online per poi essere incoraggiato ad uscire. I rinforzi dell'evitamento e dei giochi nel tempo scolastico sono un aggravante a limitare la sua vita. Questo limitarsi è il vero pericolo, e non tanto il timore di svenimento superabile con l'esposizione graduata.
A disposizione Dottor Gianpietro Rossi
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Gentile signora, potrebbe provare a rivolgersi ad un terapeuta sistemico per avere un aiuto circa la difficoltà relativa al farsi ascoltare da suo figlio, come da lei segnalato, il collega raccolte le necessarie informazioni sul contesto esistenziale, concorderebbe il più opportuno percorso terapeutico.
Cordialità
Dott. Pietro Borraccino
Buongiorno gentile utente, alcune situazioni improvvise come quella vissuta da suo figlio possono scatenare reazioni ansiogene e una chiusura psicosociale. Comprendo che il ragazzo sia restio nell'aprirsi con una figura estranea, la invito a ricercare un professionista che si occupi di adolescenti e chiedere una prima consulenza per capire quale sia la strategia migliore per il benessere di suo figlio. Sono certa che con un buon metodo troverete un compromesso. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, anche online. Un saluto, dott.ssa Costanza Zanini
Salve, sembra che suo figlio sia molto spaventato e non solo dell'episodio che ha raccontato. Il fatto che sia più a suo agio con l'interazione sociale online che di persona mi fa pensare che ci sia una difficoltà nel rapporto con i pari, cosa che all'età di suo figlio può essere piuttosto frequente.
Credo anche io, in linea con quanto ha detto lei stessa, che suo figlio potrebbe giovare sensibilmente di un suo spazio di psicoterapia e credo che si possa arrivare a fargli sentire che si può fare e che non c'è da temere facendo una cosa in particolare, ovvero cercare di farlo sentire compreso, visto e accolto in quello che sta vivendo attualmente.
Qualora avesse ulteriori necessità di supporto e chiarimento, non esiti a contattarmi attraverso il portale.
Un saluto,
Dott. Eugenio Pagliarulo
"Quanti psicologi ci vogliono per cambiare una lampadina? Solo uno, ma la lampadina deve voler cambiare".
Apro con questa piccola battuta per rispondere alla sua domanda.
Sicuramente non dev'essere stata una bella situazione da vivere, né per voi né per suo figlio, vi sarete spaventati molto tutti quanti.
Potrebbe essere che l'accaduto abbia un'origine psicologica, oppure no, ma in qualsiasi caso non sarebbe semplice da dire perfino dopo un lavoro psicologico di più incontri.
Inizierei dal punto in cui dice che l’evento può essere legato a qualche tipo di disagio… di suo figlio? di voi genitori? La domanda è aperta a chi della famiglia è disposto ad ascoltarla e rispondere.
Se il ragazzo non vuole iniziare una terapia, credo sarà difficile continuare in questa direzione, ma riprendendo qualche rigo sopra che ho scritto, magari in famiglia c’è qualche altro componente che ha voglia di parlare con un professionista. Allo stesso modo in cui lei ha posto questa domanda a tutti noi.
Le auguro di riuscire a trovare una soluzione per portare serenità nella sua famiglia.
Buon pomeriggio, dalle sue parole emerge molta sofferenza e mi dispiace per ciò che sta vivendo. Le consiglio di iniziare un percorso di terapia familiare, con uno specialista di orientamento sistemico-relazionale, il quale osserverà in modo diretto le modalità attraverso il quale il ragazzo si relaziona con la famiglia. Il fine della terapia sistemico-relazionale è quella di comprendere la funzione relazionale del sintomo e di trovare nuovi modi e strategie per rapportarsi con il proprio sistema di appartenenza. Il lavoro sarà incentrato sui vissuti personali, sulla comprensione relazionale del sintomo, sulla comunicazione, sulla trasformazione delle dinamiche disfunzionali, e sull’utilizzo e acquisizione di nuove strategie. Sono a disposizione, anche online. Buona giornata, dottoressa Nibbioli.
Mi dispiace per la situazione che tu e tuo figlio state affrontando. È comune che, soprattutto in adolescenza, esperienze come uno svenimento possano scatenare ansia o paura di situazioni simili in futuro, portando a comportamenti di evitamento come quelli che descrivi. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti ad affrontare questa sfida:

Rassicurazione e Supporto: È importante fornire a tuo figlio rassicurazione e supporto. Spiegagli che gli episodi vasovagali, sebbene possano essere spaventosi, sono generalmente innocui e che gli esami hanno escluso altre preoccupazioni mediche.
Graduale Esposizione: Incoraggia tuo figlio a fare piccoli passi per affrontare la sua paura. Questo potrebbe iniziare con brevi uscite di casa in ambienti controllati o con la compagnia di persone di fiducia.
Comunicazione Aperta: Mantieni le linee di comunicazione aperte. Ascolta le sue preoccupazioni senza giudizio e incoraggialo a esprimere i suoi sentimenti e paure.
Incoraggiamento alla Terapia: Anche se tuo figlio è reticente, continua a incoraggiarlo gentilmente a considerare la terapia. Potrebbe essere utile spiegare i benefici della terapia e come può aiutarlo a gestire l'ansia e il disagio.
Informazione sulla Terapia: A volte, la reticenza verso la terapia può derivare da una mancanza di informazione o da preconcetti. Potresti provare a fornire esempi di come la terapia possa essere utile in situazioni simili.
Attività Rilassanti: Incoraggia tuo figlio a impegnarsi in attività che trova rilassanti o piacevoli, come passatempi o sport, per ridurre il livello di stress e ansia.
Routine Salutare: Aiuta tuo figlio a mantenere una routine quotidiana salutare, compresa una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare e un sonno adeguato.
Coinvolgimento nella Vita Sociale: Se possibile, incoraggia tuo figlio a mantenere i contatti sociali, anche se inizialmente potrebbe essere più comodo farlo in modo virtuale o in ambienti familiari.
Monitoraggio del Progresso: Tieni traccia dei progressi e celebra i piccoli successi. Anche piccoli passi possono essere significativi.
Consultazione con un Esperto: Se la situazione non migliora o se tuo figlio mostra segni di peggioramento dell'ansia o dell'isolamento, potrebbe essere utile consultare un professionista specializzato in problemi adolescenziali.
Ricorda che l'ansia e la paura possono essere superate con il tempo, il supporto adeguato e, in alcuni casi, con l'aiuto professionale. È importante essere pazienti e comprensivi durante questo processo.
Buonasera, occupandomi da anni di adolescenti, mi permetto di dirle che ha colto dei segnali importanti di suoi figlio che non è il caso di sottovalutare e di suggerirle la possibilità di chiedere aiuto ad un professionista che venga a parlare con il ragazzo a domicilio, per valutare adeguatamente la situazione ed intervenire prima che si possa incorrere in problematiche più gravi come, ad esempio, il ritiro sociale. Resto a disposizione.
Dott.ssa Sara Mollame

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