Salve, mia madre ha 86 anni e soffre da sempre di ansia. Nel 1998 gli hanno prescritto l' EN. In que

15 risposte
Salve, mia madre ha 86 anni e soffre da sempre di ansia. Nel 1998 gli hanno prescritto l' EN. In questo periodo credo negli ultimi 20 giorni ne ha preso troppo infatti dorme sempre e quando finisce l'effetto ha crisi di panico, ansia, nervi, pianto. Mangia quasi niente è molto depressa. Cosa si può fare per disontissicarla senza scatenare grosse crisi di nervi? Tra l'altro è anche cardiopatia.

Gray
Dr. Florindo D'onofrio
Neurologo
Avellino
Penso sia necessaria visita neurologica o psichiatrica per valutare l'entità del disturbo ansioso prima di ridurre gradualmente il farmaco in oggetto e magari aggiungere un farmaco antidepressivo che agisca anche sul disturbo d'ansia.

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Dott.ssa Silvia Pinna
Psicologo, Psicoterapeuta, Tecnico sanitario
Roma
Buonasera. Sicuramente una rivalutazione specialistica neurologica è la cosa più saggia. Non da sottovalutare, inoltre, l'aspetto organico dell'inappetenza e da considerare se si idrata adeguatamente. Oltre a ciò cercare di capire se , da un punto di visto ambientale, è accaduto qualcosa che può avere influito sul suo umore
Dott.ssa Mara Lastretti
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno,
Grazie per aver scritto, è di fondamentale importanza che lei si faccia accompagnare in questo percorso definito di wash out, da un medico specializzato ossia neurologo o psichiatra o geriatra. Questi cambi di terapia non possono essere un fai da te.
Segua anche i consigli della Dottoressa Pinna, ma ritengo primaria una rivalutazione anche neuropsicologica ma soprattutto da parte del medico.
Le auguro buona giornata
Dott. Emanuele Lucchetti
Psicologo, Psicoterapeuta
Genova
Buongiorno, forse 20 anni di farmaci non sono la risposta per combattere la depressione e le altre manifestazioni di sua madre. Una terapia familiare potrebbe essere d'aiuto a sua madre e a tutta la famiglia.
Dott.ssa Elisabetta Giuli
Psicoterapeuta, Psicologo
Campi Bisenzio
Buonasera,
purtroppo l'assunzione di un farmaco per un periodo di tempo così ampio come quello che descrive, ne può ridurre decisamente l'efficacia, tuttavia, è sempre molto importante non autogestire la terapia farmacologica.
Per questo la prima cosa che le suggerisco è una visita di controllo neurologica della mamma, che potrebbe essere rivalutata, visto il lasso di tempo piuttosto ampio, mutando dunque anche la terapia farmacologica.
In ogni caso, sono dell'idea che quando ci sono cronicizzazioni così importanti, è sempre bene poter lavorare sull'integrazione: oltre ad un sostegno farmacologico, forse, farebbe bene anche a lei parlare con uno specialista del grosso carico che può richiedere a livello psicologico ed emotivo una situazione come questa.

Un caro saluto.
Dott.ssa Giuli Elisabetta
Dott.ssa Nausicaa Precenzano
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bollate
Salve. E' molto importante che lei si rivolga al medico prescrittore o al medico di base per farsi aiutare nella gestione dell'ansia e del farmaco. Non sottovaluti questi effetti. Cari saluti
Dott. Emanuele Grilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve. Sarebbe opportuno che il neurologo di riferimento formuli un nuovo piano terapeutico.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Buonasera, come consigliato anche dai miei colleghi, una visita neurologica o psichiatrica sarebbe senz'altro indicata. È necessario rivedere il piano terapeutico evitando sicuramente un dosaggio eccessivo.
Cordiali saluti, dott.ssa Paola De Martino
Dott.ssa Margherita Maggioni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Monza
Buongiorno,
concordo con i colleghi: in primo luogo fissi un appuntamento con il neurologo di fiducia di sua madre per ridefinire in maniera adeguata il piano terapeutico. Quindi provi a proporre a sua mamma la possibilità di un sostegno psicologico che possa alleviare i sintomi depressivi. Vedrà che in questo modo sua mamma starà meglio, un augurio per tutto, dottoressa Margherita Maggioni.
Dott.ssa Federica Guerrini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Livorno
Le consiglio di affidarsi ad un professionista neuropsichiatra che sia esperto proprio in particolare per l'età senile in modo da valutare bene eventuali necessità di "disintossicazioni" e/o eventuali indicazioni di passaggi ad altri specifici farmaci o a eventuali cure psicologiche.
Cordialmente,
FG
Dott.ssa Enrica Tavella
Psicologo, Psicoterapeuta
Genova
buongiorno, quello che lei descrive, sembra effettivamente una sorta di abuso o conseguente astinenza. Consulterei uno psichiatra o un neurologo (immagino ne abbia uno di riferimento, visti i problemi), in modo che possa modificare la terapia farmacologica e scalare il farmaco lentamente.
cordiali saluti
Dott.ssa Marta Calderaro
Psicoterapeuta, Neuropsichiatra infantile
Roma
Buongiorno, sarebbe più che opportuna una rivalutazione da parte del neurologo.
Saluti
Marta Calderaro
Dott.ssa Francesca Bucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bari
Salve, condivo con altri colleghi che sarebbe opportuno una rivalutazione diagnostica da parte del neurologo per una riformulazione del piano terapeutico farmacologico tenendo conto dell'età della paziente e della cronicità del disturbo. Un supporto psicologico alla famiglia sarebbe auspicabile.
.Dott.ssa Francesca Bucci
Dott. Marco Guido
Neurologo, Geriatra, Psichiatra
Bari
Salve. Le benzodiazepine (BDZ) a tipo EN, Xanax etc hanno solo un effetto sintomatico ma non "curativo" a differenza dei nuovi farmaci antidepressivi a disposizione (SSRI, SNRI, etc). L'uso prolungato e smodato delle BDZ crea a lungo termine sia una condizione di assuefazione (necessità di aumentare il dosaggio per garantire gli effetti desiderati) che una condizione di depressione ed ansia che possono essere devastanti sulla qualità di vita. Per non parlare dell'impatto lesivo a livello epatico che una molecola come il Delorazepam (EN) può provocare. In sintesi dovrebbe consultare un neurologo o psichiatra esperto in materia e possibilmente, dopo aver trovato una dritta farmacologica, anche uno psicoterapeuta. A disposizione.
Salve, sua madre necessita di una visita neurologica prima di tutto per porre una diagnosi corretta e poi per impostare una corretta terapia col fine di liberarla dalla dipendenza da EN

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