Salve, io odio le medicine soprattutto gli antidepressivi, non per ottusità ma perché non li prender

15 risposte
Salve, io odio le medicine soprattutto gli antidepressivi, non per ottusità ma perché non li prenderei serena ed avrei più effetti di quelli che si sa possano dare all inizio. Poi soldi per un medico psichiatra non ne ho. Soffro di ansia da sempre purtroppo e la vita è stata dura con me. Ora arriviamo ai giorni nostri.. Un farnaco attenua o leva un sintomo ma non risolve la causa. Se le cause sono elaborazione di 2 lutti importanti, madre e fratello, i soldi che sono pochissimi, un lavoro che non ci sta, un padre anziano che sta male ed io che sono solissima, no parenti, amici solo conoscenti, no compagno amante nulla, capirete che risolvere le cause non è facile ma il sintomo io lo voglio ridotto. Da 10 mesi cioè dalla scomparsa di mamma, mi diede la neurologa che la seguiva (aveva una demenza) 15 g di tranquirit. Poi pero il medico non si è più reso disponibile. Io loto combatto ma le suddette cause a volte mi fanno crollare. E sono 2 gg che l ansia non la ho gestita, tanto che ieri sono andata al PS perché il tremore che avevo addosso da 2 gg, era diventato semi o panico. Pur prendendo le gocce solite. Ieri fatte analisi in Ps, mi dicono tutte ok, nulla di organico. Ora le do altre 20 g, considerate che Sn andata alle 13 e me ne hanno date 12 e dopo 4h non ero affatto rilassata, cioè è la prima volta in 10 mesi che l ansiolitico non mi è bastato tra la notte di martedì e tutto ieri. Sono tornata alle 20 e non ci crederete ma dentro ero ancora tremante. Pure piangere un po' non mi ha sfogata. Oggi secondo il medico del Ps devo iniziare lo xanax ma con una quantita più alta del tranquirit. Cioè 10 g per tre volte al giorno. 30 g in sostanza.
Ecco io voglio stare più rilassata, ma non vegetare, essere stordita e temo tale effetto.
Ho iniziato da 6 sedute ad andare sa uno Psicoterapeuta e di cose ce ne sono ma non di veloce risoluzione. Cosa debbo fare? Io non voglio morire o impazzire o diventare depressa, io voglio vivere un po', solo che mi sento schiacciata dai troppi problemi.
Lo xanax non è un po' troppo? Si aggiunge confusione su confusione.. Non mi parate di CSM, il mio da appuntamenti a 9 mesi.. E poi cambiano sempre gli specialisti, io non voglio fare il rimpiattino ne infognarni in cure che non riuscirei. Ok l ansiolitico ma non ce la fo con l antidepressivo. Lavoro tanto su me, voglio qualcosa che mi aiuti a non raggiungere picchi come questi di 2 gg, per poter lavorare con il terapeuta in modo giusto. Voglio stare beneeeeeee, perché certe cose non si risolveranno o dovrò accettare che non si possono cambiare. Mamma non ritorna, ora che sono più fragile il sintomo si alza. Io devo rendermi forte, sentire il dolore che avrò sempre ma non farmi annullare nel panico. Riesco a spiegarmi? Sonia
E' la vita !! ... ognuno ha i suoi guai !...anche se non vengono a volte espressi !!!..... e non sono frasi fatte !! ...vada pure da uno psicoterapeuta ma io non demonizzerei cosi' i farmaci, gli psicofarmaci !!...fanno quello che possono, a volte solo da "gesso" alle fratture della nostra, a volte, strana psicologia. Anche gli antidepressivi servono, e più' degli ansiolitici che hanno un effetto solo immediato....servono anche e soprattutto a renderci meno sensibili alle avversità', al dolore !..non e' il massimo certo ...ma e' il massimo che oggi si può' offrire in termini farmacologici, chimici.... cambi CPS, alcuni centri ospedalieri come il ns al Policlinico di Milano visita gratuitamente, con il SSN ...sta a trovare un medico bravo e comprensivo !! Comunque Auguri !!

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Le consiglio una rivalutazione anamnestica e poi intraprendere un terapia a doppio binario con un neuropsichiatra psicoterapeuta. Escitalopram + Xanax è colloqui settimanali.
Buongiorno mi dispiace che lei abbia questa riluttanza nei confronti degli antidepressivi, spero che qualcuno le abbia spiegato anche i danni che fanno le benzodiazepine come tranquirit o altri. L’ansia va curata come il diabete o l’ipertensione, una volta capito questo si può stare molto bene con protocolli terapeutici giusti. Cordiali saluti
Sonia, che lei odi gli antidepressivi non significa che invece siano la terapia farmacologica più adatta, soprattutto per il loro effetto ansiolitico costante e preventivo. É lei che ha preconcetti, non è il farmaco che non è adatto. Molto spesso le condizioni psicologiche per affrontare una psicoterapia devono essere migliorate proprio dalla farmacoterapia efficace e magari transitoria. Con molta ansia non si affronta bene neppure una psicoterapia. Lei ha bisogno di un approccio combinato. Anche il sistema sanitario nazionale può aiutarla. Inizi con un buon farmaco e poi faccia psicoterapia.
Buonasera. Comprendo il suo punto di vista, ma può forse essere aiutata a rivalutarlo. Intanto lei ha due agganci importanti in questo momento (medico che suggerisce xanax e psicoterapeuta). Utilizzi fino in fondo la loro professionalità, perche' il rischio è di sentirsi soli, sempre e al di là degli altri. Non prenda i nostri pareri come frutto di supponenza, ma dell'esperienza. Lei è una persona ancora giovane e può prendere dalla vita ancora tanto, di buono.
Buongiorno, i farmaci sicuramente sono un sostegno soprattutto all’inizio. Spesso è proprio l’abbinata psicoterapia e farmaci che funziona (con evidenze scientifiche rilevanti). Per quanto riguarda i suoi lutti le consiglio di rielaborarli attraverso una psicoterapia EMDR. È molto efficace, validata scientificamente e permette di rielaborare le “ferite dell’anima” in un tempo abbastanza breve.
Saluti
Salve, in certi momenti della nostra della vita, anche se non siamo d'accordo nel mettere in atto dei comportamenti che non vorremmo fare, ci dobbiamo piegare a chi ne sa più di noi. Nelle risposte precedenti dei professionisti, le hanno consigliato degli antidepressivi, ma lei non è d'accordo mentre gli ansiolitici sì, spiegandole anche gli effetti. Sarebbe bene che lei si affidi ad uno spichiatra e segua i suoi consigli, questo per lei è un momento molto delicato 2 lutti e ciò che ne consegue. Inoltre potrebbe affiancare ai psicofarmaci una psicoterapia, potrebbe andare bene per lei la terapia l'EMDR è una tecnica molto adatta per i lutti che potrebbero essere vissuti da chi li vive come dei traumi. Con la terapia suddetta si parte dal trauma di oggi e si risale ad i traumi del nostro passato, molto efficace, le auguro di risolvere il suo malessere, la saluto cordialmente. dott. Eugenia Cardilli.
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Salve Sonia credo stia partendo con il piede giusto. Già che si è rivolta ad uno psicoterapeuta per affrontare le cause del suo malessere é un ottimo trampolino di lancio!!
Quanto ai farmaci non li demonizzerei, anzi piuttosto farei qualche considerazione in merito a quelli che ritiene opportuni (tranquirit o Xanax che si voglia) e quelli che invece non vuole per via degli effetti collaterali. L'antidepressivo può fungere da ottimo supporto per il lavoro psicoterapeutico, per poi essere svezzato al momento opportuno. La benzodiazepine invece le dà effetto nell'immediato, ma non solo non risolve i problemi (cosa che non fa neanche l'altro farmaco) ma se usata male e in tempi troppo lunghi genera dipendenza e tolleranza: maggiori dosi via via e necessità di non poterne fare a meno.
Scelga un buono psichiatra, nel servizio pubblico seppure con lunghe liste di attesa sono certa che ne troverà!
Buonasera mi colpisce la sua frase “di cose ce ne sono ma non di facile risoluzione”; ogni percorso di vita implica tante difficoltà molte delle quali sono ‘di non facile risoluzione’ ma sono proprio i lavori fatti nel profondo e con impegno e con pazienza che possono portare a soluzioni vere. Bisogna poi intendersi sul significato di giungere ad una risoluzione: di certo non significa non avere più difficoltà o momenti difficili da affrontare bensì trovare strumenti in se stessi per poter affrontare la vita per quella che è e per quello che si è. Naturalmente significa anche poter accedere a momenti di gioia e ad un equilibrio interno ed una forza maggiore. Lei ha già fatto il passo più importante che è quello di intraprendere un percorso psicologico. Non molli, perseveri in questa sua scelta di cui vedrà i frutti più in là. Dal punto di vista farmacologico concordo con i miei colleghi che l’hanno messa in guardia dai suoi pregiudizi e false credenze sugli psicofarmaci e sulla loro utilità in determinati momenti della vita. La saluto cordialmente invitandola come ho già scritto nel continuare il lavoro intrapreso con lo psicoterapeuta. Dott.ssa Daniela La Porta
Buongiorno Sonia, lei è riuscita a cogliere quelle che possono essere le cause del suo malessere e si è attivata per ricevere quell'aiuto che la possa condurre a sentirsi meglio.
Per questi motivi deve affidarsi a chi lavora proprio per sostenere persone che come lei vivono momenti difficili: è giusto che lei esprima la sua opinione sui farmaci, ma si discosti da pregiudizi che non l'aiutano a mettere ben a fuoco le possibili risoluzioni.
Il percorso terapeutico le serve per riflettere su se stessa, sulle situazioni vissute che le hanno creato problematiche emotive. Anche incontri che secondo lei non sono stati fruttosi possono invece avere dei risvolti. Non pensi al tempo che ci vuole, ma si concentri sui benefici che ne trarrà dagli incontri.
La saluto cordialmente, dott.ssa Paola De Martino
Cara Sonia, che storia piena di dolori la sua, è straziante il dolore che c'è dietro le sue parole! Crede che qualsiasi essere umano "sano", dopo aver vissuto quello che sta vivendo lei, non si troverebbe nella stessa situazione di dolore ed agonia? E' umana la sua sofferenza, per quanto tremenda. Quello che percepisco in lei è però una grande RESILIENZA, un grande amore per la vita e voglia di star bene. Lei però ha bisogno di capire che a volte non possiamo farcela da soli, sarebbe umanamente TROPPO, per chiunque! Si affidi a un professionista, ad un terapeuta come sta facendo, abbia fede, pazienza e continui a portare coraggio, non ha altra scelta. Accetti tutti gli aiuti che le vengono offerti, ne ha bisogno! Siamo umani, abbiamo bisogno gli uni degli altri. Purtroppo quel dolore non può strapparselo via come un ospite indesiderato, deve iniziare ad accettarlo e a sostenerlo insieme ad un professionista competente. Se vuole star bene è necessario. Le faccio i miei più sinceri auguri.
Iris Mattera, psicologa.
Salve. Intanto le porgo le condoglianze per le sue perdite e comprendo quanto compressa lei si possa sentire. Sicuramente tutti i sintomi che lei sta sperimentando sono un grandissimo campanello di allarme del suo malessere e il fatto che stia cercando di affrontarli con entrambi i percorsi (medico farmacologico e psicoterapeutico) è un buonissimo punto di partenza. Credo che in questo momento, peraltro acuto delle sue sofferenze, abbia bisogno di entrambi, perciò la esorto a lavorare sulla diffidenza verso i farmaci come supporto alla psicoterapia. Ritengo anche, che per la sua situazione una psicoterapia EMDR potrebbe essere la strada migliore per affrontare e ridurre la grossa carica di stress e sofferenza che ha in questo momento storico della sua vita. Rimango comunque a sua disposizione per qualsiasi domanda. I miei più sinceri auguri. Simona Fabro.
Buongiorno,
Riuscire ad individuare le cause della sua sofferenza è già un importante punto di forza. Ha iniziato un lavoro psicoterapico che darà i suoi buoni frutti. Non tema la terapia farmacologica che può esserle un valido sostegno, soprattutto all’inizio.
Un caro saluto,
Dott.ssa Rita Reggimenti
Buonasera,
Una terapia farmacologica accompagnata da un percorso psicoterapeutico che la aiuti a risolvere i traumi legati alle sue perdite, sono certamente la strada migliore. Può scegliere uno psichiatra presso il SSN della sua zona, ma per una psicoterapia (meglio se EMDR) difficilmente troverà nel pubblico. Le faccio i migliori auguri.
Sonia, finora lei ha messo in campo tutto ciò che poteva, e continua a farlo con resistenza anche se con tanta fatica dolore e ansia. Ora deve affidarsi con fiducia a chi può sostenerla. I farmaci servono anche perché creano la condizione favorevole alla psicoterapia.
Queste terapie non risolvono le cause dei suoi problemi ma mettono lei in condizione di fronteggiare diversamente i problemi, di considerare in modo diverso le situazioni e di attivare quelle capacità che lei ha già in sé e che vanno potenziate, sostenute, protette.
Non si scoraggi, continui a crederci. Provi a trovare insieme ai suoi dottori quale è la cosa migliore per lei, e poi provi ad aver fiducia. Cordialmente

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