Salve, io ho 20 anni e non sono mai stata da uno psicologo, ma sono ormai diversi anni che mi attana

23 risposte
Salve, io ho 20 anni e non sono mai stata da uno psicologo, ma sono ormai diversi anni che mi attanaglia l'idea di doverci andare. In questi anni ho avuto parecchi periodi no, ma mi dico che c'è gente che sta peggio e che ne sto facendo un dramma. Non ho mai detto nulla ai miei genitori sperando che un giorno l'avrebbero capito, ma a quanto pare sono troppo brava a non mostrare niente. In più odio dire di aver bisogno di qualcuno, di non riuscire in una qualsiasi cosa da sola. Però mi sembra di non stare andando da nessuna parte con me stessa, sono allo stesso punto ormai da 3 anni, e credo non sia il punto dove dovrei essere. Certi giorni mi sembra di sbagliare tutto, di essere fuori posto. Dopo un primo tentativo fallito, l'anno successivo sono riuscita ad entrare in una facoltà a numero chiuso con tanta fatica, adesso credo di non essermelo meritato, sono tutti più capaci di me, mi sembra di aver rubato il posto a qualcuno. Ma il messaggio era per chiedere: come posso riuscire ad ammettere davanti agli altri (perchè ormai con me stessa l'ho ammesso da tempo) che ho bisogno di una mano?
Gentile utente, deve essere stato molto difficile mantenere sempre su una maschera di apparente serenità. Da quello che ci racconta questa maschera le ha permesso di "illudersi" che prima o poi tutto sarebbe passato da solo, ma ora ha finalmente capito che per stare bene e ritrovare la sua serenità deve prima passare per l'accettazione delle sue fragilità. A volte ciò che ci provoca dolore non è tanto la nostra fragilità quanto il fatto che continuiamo a combatterla in un'estenuante battaglia da cui usciamo più feriti di prima. Il suo tentativo di nascondere le sue difficoltà inoltre mi sembra che l'abbia portata a sentirsi sempre più in difetto, sbagliata, proprio perché anche solo il fatto di "nascondere un segreto" (nel suo caso il fatto di non essere così serena come appare) la porta a non sentirsi a posto con se stessa e quindi poi provare sensi di colpa o altre emozioni spiacevoli. Rispetto alla sua domanda posso dirle che è già sulla buona strada: lo ha ammesso a se stessa e lo sta ammettendo ora a noi, ha quindi già iniziato il suo percorso di auto-svelamento. Forse potrebbe iniziare a chiedersi che cosa per lei è così pericoloso nell'aprirsi e mostrare la sua fragilità a qualcun altro? Di cosa ha paura? Quale pensa che sarà la reazione degli altri? A volte non dichiariamo i nostri pensieri e le nostre emozioni perché dichiarandoli diventano più reali e a quel punto siamo costretti ad affrontarli. Spero di esserle stata utile, resto disponibile per un confronto. Le auguro il meglio

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Buongiorno, la scelta di affidarsi a uno psicologo per sostenere le proprie parti più fragili e appoggiarsi non è mai una scelta facile. A volte, però, arriva un momento in cui capiamo che da soli i pesi da sostenere sono davvero troppi. Questo potrebbe essere il gancio per provarci, anche se fa paura o ci mette di fronte a confronti che non vorremmo dover affrontare. Un caro saluto Dott.ssa Elisa Galantini
Gentilissima, mi colpisce il fatto, che abbia detto di non creder di aver meritato l'accesso al suo percorso formativo universitario.
Credo, sia importante imparare a riconoscere a noi stessi, le nostre capacità, le nostre risorse e i nostri traguardi, e questo può essere uno tra gli obiettivi di un percorso terapeutico.
Il fatto che lei, si abbia detto a se stessa di sentire il bisogno di essere supportata e sostenuta in questa fase della sua vita, mi sembra un passo importante perchè denota consapevolezza in termini evolutivi. Forse sente il bisogno che è arrivato il momento, di imparare a stare bene con se stessa, di lavorare e costruire un'idea, una rappresentazione mentale di se stessa che la faccia sentire bene, serena! Un pò come quando, indossiamo un abito con il quale ci sentiamo comodi e a nostro agio... Costruire e lavorare sulla propria identità è importante per il nostro benessere psicologico.
Resto a sua disposizione, per qualsiasi chiarimento o se volesse approfondire quanto da lei descritto.
Un caro saluto
Anastasia Stabile
Cara utente, la sconfitta non è il peggior fallimento. Il peggior fallimento è non aver tentato. Lei ha iniziato a "tentare", ha già fatto i primi passi importanti verso sé stessa: riflettere su alcune difficoltà e chiedere un consiglio. È comprensibile la sua paura...emozione che proviamo TUTTI, può bloccarci oppure possiamo scegliere di trasformarla in risorsa e in questo caso affrontarla. Alla sua domanda, mi sento di risponderle partendo dall'importanza di volersi bene e di prendersi cura di sé; se il focus è lì sarà più semplice chiedere una mano. TUTTI noi passiamo momenti difficili nella vita, periodi di difficoltà più profonda e noi psicologi siamo pronti ad aiutare a superare più velocemente e nel modo più chiaro possibile tutto questo. Non esiti a contattarmi anche solo per un dubbio o una domanda. Rimango a disposizione.
Dott.ssa Federica Leonardi
Buongiorno,
credo che il primo passo da fare è provare ad esternare ai suoi genitori il bisogno di ricevere un aiuto esterno. Attraverso un dialogo aperto e chiaro potranno appoggiarla in questa scelta e sostenerla per un maggiore benessere!
Gentile utente,
credo non sia stato facile per lei scrivere questo messaggio. Mi sembra di capire che abbia usato da sempre, come protezione verso se stessa, il tacere con gli altri quelle che lei riteneva sue debolezze e fatiche e che ancora oggi sia per lei molto pesante il dire di aver bisogno. Credo che le difese che mettiamo in atto per proteggerci abbiano sempre un senso profondo e che non sia necessario andare contro queste difese con violenza. Quel che voglio dire è che, se ritiene di aver bisogno di aiuto, essendo maggiorenne, può recarsi da uno psicologo in autonomia, senza svuotare il sacco per forza con le persone a lei vicine. Sarà poi, con il professionista da lei scelto, che potrà esplorare questo aspetto della sua vita (di aver tenuto per lei i suoi bisogni e le sue fatiche) e, con i suoi tempi, agire qualcosa di diverso rispetto al solito con i suoi genitori. A quel punto potrà farlo con più consapevolezza di se stessa, delle sue risorse e avendo anche più chiare le eventuali conseguenze che la spaventano nel dire apertamente agli altri che è in difficoltà.
Se non avesse le disponibilità economiche per recarsi da un professionista privatamente, potrebbe chiedere al suo medico di base la possibilità di effettuare colloqui psicologici tramite la asl o dirigersi ad un consultorio. Resto a disposizione e le porgo i miei più cari saluti.
Marcella
Decidere di iniziare un percorso di analisi con uno psicologo è sempre una scelta che richiede coraggio, non è mai una resa, al contrario, lei da sola sceglie per sé di capire e avere di più dalla sua vita. Già dei traguardi l' ha raggiunti, ad esempio, l' ammissione all' università e sicuramente c'è ne sono stati altri ed altri ancora verranno.
Gentile utente, in primo luogo mi colpisce la chiarezza con cui, nonostante la sua giovane età, lei definisce le sue difficoltà e fragilità, come se fossero aspetti su cui riflette da tempo e in profondità.Questo testimonia una capacità introspettiva che è fondamentale per un percorso psicologico. Penso che potrebbe essere importante per lei valutare se intraprendere una relazione terapeutica con un professionista, all'interno della quale sperimentare fiducia e accoglienza reali e permettere alle sue risorse inespresse di sbocciare, così come alle sue fragilità di ridimensionarsi nell'incontro con l'altro. Rispetto alla sua domanda, sarebbe importante chiedersi eventualmente quali motivi la spingano a non condividere con gli altri le sue preoccupazioni.
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Cara utente, se per lei un determinato vissuto le crea sofferenza è giusto che se ne prenda cura indipendentemente dal confronto con la sofferenza altrui. Qualunque cosa, anche quella più semplice agli occhi degli altri, può essere motivo di sofferenza se viene vissuta come tale dal diretto interessato. Non è necessario ammettere ad altri di aver bisogno di aiuto, perché, questo, lo fa per se stessa non per il soddisfacimento altrui. In bocca a lupo
Buonasera. Credo che con la stessa naturalezza che ha utilizzato nella mail possa parlare con i suoi familiari. Coraggio. Sarà senz'altro più facile di quanto non sembri
Buongiorno, già aver chiesto aiuto con questo suo messaggio è un punto di partenza. A volte, si è abituati ad affrontare tutto da soli, continuando a far permanere la difficoltà di chiedere aiuto. Ma è il momento di parlarne con la sua famiglia e vedrà che avverrà poi tutto con naturalezza. Noi esseri umani siamo "progettati" anche per comprendere l'altra persona empaticamente ed aiutare. Faccia un primo piccolo passo,comunichi fuori da lei il suo malessere e vedrà che riceverà aiuto. Sarà più facile a dirsi che a farsi. Successivamente,un percorso psicoterapeutico la sosterrà in questa sua difficoltà. Un caro saluto.
Cara ragazza, lavoro molto con adolescenti e ragazzi della tua età per capire che non hai un buon dialogo con i tuoi genitori perchè la domanda finale che poni è come fai a far capire agli altri ( e immagino che parti di altri significativi e quindi in primis dei tuoi genitori)che hai bisogno di aiuto.
Non conosco la tua situazione familiare, ma immagino che i tuoi genitori sarebbero più contenti se chiedessi loro aiuto e non dopo molti anni, magari di stasi, sapere che potevano fare qualcosa e non l'hanno fatto.
Nessuno è perfetto e ci vuole più coraggio nel chiedere aiuto che nel non farlo. Dalle tue parole si evince che sei una ragazza forte e determinata, devi solo capire come andare avanti nel tuo percorso di vita. E' tutto nuovo e sei spaventata, ma è normale.
A volte basta poco per capire in che direzione andare, ma concediti di chiedere questo piccolo aiuto. Io e i miei colleghi siamo a disposizione per aiutarti. Pensaci.
Gentilissima utente dalla sua lettera emerge un forte stato di sofferenza eun grosso divario tra ciò che lei mostra al mondo esterno è ciò che sente di essere davvero... Un divario che va compreso, elaborato e superato. Credo che lei abbia mostrato tanto coraggio a scorverci, ora questo coraggio lo deve usare per parlare con i suoi genitori, sono siciarache saranno dalla sua parte e insieme potrete decidere come muovervi per iniziare il percorso più adatto a lei. Una volta parlato con i suoi genitori le consiglio di contattare uno psicologo con il quale inquadrare il suo stato in maniera completa e intraprendere insieme il percorso terapeutico più idoneo. Se desidera rimango a disposizione. Un caro saluto
Buonasera, è stata capace di esternare il suo bisogno in questa piattaforma, si è chiesta come è riuscita?
Io ipotizzo che ha un grande bisogno, che l'ha ascoltato e che si è fatta guidare da questo.
Bene, è ciò che dovrà fare per parlare con i suoi genitori: ascoltare se stessa e lasciarsi guidare da ciò che sente. Coraggio!
Piuttosto, si è mai interrogata sul perché è così difficile per lei appoggiarsi agli altri?
Un caro saluto
Cara Ragazza, chiedere aiuto non è mai un sconfitta, anzi , denota un Io sano che sta " spingendo" per essere sostenuto e riconosciuto .Quello che le consiglio è di trovare una spalla amica (familiare o non) con cui confidare questo desiderio di farsi aiutare e vedrà che ,alleggerita di un peso immenso , la strada poi sarà tutta in discesa.
Ha 20 anni, non è obbligata ad informare i suoi genitori nè nessun altro se vuole intraprendere un percorso psicologico. Io farei un passo alla volta: ha ammesso a se stessa di aver bisogno di aiuto, adesso deve cominciare a cercarlo, agli altri penserà successivamente, proceda per piccoli step. In bocca al lupo, secondo me ha già fatto un bel pezzo :)
Gentile utente,
dalle sue parole si percepisce quanto debba essere difficile per lei la situazione che sta attraversando. E immagino quanto fatica le sia costato scrivere questo messaggio, che già di per sé è una richiesta di aiuto. Quindi intanto, bene che ha trovato la forza per scriverlo.
Mi sembra che senta un autentico bisogno di trovare una strada per uscire da quella che descrive come una sorta di fase di stallo e stare meglio, una strada che per altro sembra aver già individuato in un percorso psicologico. Tuttavia è frenata dalla sensazione che chiedere l'aiuto di qualcuno che l'accompagni lungo questa strada sia come ammettere davanti alle altre persone che non ce la può fare da sola, sensazione che le risulta insopportabile.
A questo proposito, mi sembra importante che io le dica che chiedere aiuto ad uno psicologo non significa non farcela da soli: anzi, lo non è un semplice "aiuto esterno", come sarebbe ad esempio una pillola, ma un professionista formato per aiutarla a esplorare e far emergere le risorse che lei ha già dentro di sé.
Intuisco però che difficile sia per lei non solo rivolgersi ad uno psicologo, ma anche coinvolgere i suoi genitori in questa scelta: forse è proprio ai loro occhi che non vorrebbe ammettere di aver bisogno di un sostegno. Consideri che potrebbe anche decidere di contattare uno psicologo e discutere insieme a lui i modi e i tempi per mettere i suoi genitori a parte della sua decisione. In questo momento c'è solo una persona che deve concedere a lei di poter avere una difficoltà e chiedere aiuto: se stessa.
I migliori auguri,
Dott Carrera
Buona sera,
Averlo, come dice, "ammesso con se stessa" credo sia il passo fondamentale. Se è convinta di aver bisogno di aiuto, e le sue parole comunicano tanta sofferenza e solitudine, lo chieda senza indugiare. Forse non sarà facile, dato che dice che chiedere e ricevere aiuto le crea disagio, ma consideri che è lei che sta facendo qualcosa per sé e "si sta aiutando". Potrà poi occuparsi degli "altri" in un secondo momento, discutendone in terapia.
In bocca al lupo!
Gentile Utente, dalle sue parole comprendo la difficoltà nel doversi mostrare sempre forte con tutti, però chiedere aiuto non è sintomo di debolezza, ma di grande maturità, ed è quello che sta dimostrando. Iniziare un percorso con uno psicologo potrebbe aiutarla a lavorare su aspetti quali l’autostima e la consapevolezza delle proprie capacità, acquisendo al contempo strumenti che possano aiutarla ad affrontare le sue fragilità al meglio. Dovesse avere bisogno rimango a sua disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Alice De Luca
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Buonasera, spesso, tutti noi pensiamo di farcela da soli e poi ci rendiamo conto che insieme è molto meglio e più "facile". La scelta di andare da uno/a Psicologo/a , se vista come la scelta di andare dal medico di famiglia quando si ha un problema fisico, è una scelta abbastanza agile in tutti quei momenti in cui sia hanno difficoltà e disagi di altro tipo e questo puo' capitare in ogni momento della vita. Un po' come una macchina che ha necessità di fare tagliandi e revisioni, anche le persone, nell'arco della vita, possono avere necessità di supporto se affrontano momenti difficili. Mi permetto di darti del "tu" vista la tua giovane età, e visto il tuo coraggio e la tua determinazione nel raggiungere uno stato di benessere e serenità, che come ogni essere umano ti meriti, ti consiglio di rivolgerti ad uno/a Psicologo/a che possa supportarti in questo momento che capisco essere per te molto frustrante e confusionario. Rimango a disposizione per domande, dubbi o chiarimenti. Ti auguro il meglio! Dott.ssa Sara Strufaldi
Salve, prima di tutto deve convincere se stessa che le serve una mano, poi il resto delle persone.
Ha mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia? Potrebbe aiutarla a chiarirsi alcune idee.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buonasera, provi a confidarsi con i suoi genitori, rivelando questo suo desiderio. Ne troverà beneficio e abbatterà uno dei primi timori che la tanto la influenzano.
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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