Salve gent.Dott,sono un uomo di mezza età,mi porto questo problema da sempre.Allora il problema è ch
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Salve gent.Dott,sono un uomo di mezza età,mi porto questo problema da sempre.Allora il problema è che da adolescente ho avuto una scarsa attività sessuale,quindi rimediavo con le masturbazioni.Una volta trovata la partner ho cominciato a fare sesso con scarsi risultati,in quanto non provavo piacere!I dubbi che mi vengono sono:non sono abituato alla penetrazione?Non è facile da spiegare comunque, riguardo l'erezione non ci sono problemi penso, neanche a livelli fisici!Anche a livello del pene!(misura)tengo a precisare che effettuo una terapia per depressione(Farmaci)Allora ho pensato sarà un problema di partner?Ho provato con un altra donna,ma il problema è sempre quello.Adesso ho perso la stima in me stesso,quando vedo una donna provo gelosia,in più mi sento anche in colpa per essere andata con un altra.Pensavo che potevano essere anche i farmaci oppure ansia da prestazione!Rimedio con sesso orale e masturbazione,ma comunque non mi sento un uomo a tutti gli effetti.Spero gentili dottori di essermi spiegato,è capire il mio disagio.Spero che voi mi potreste dare un aiuto!Grazie.
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità il suo vissuto. Quello che descrive è un disagio profondo che coinvolge più aspetti della sfera sessuale, emotiva e relazionale, ed è comprensibile che possa generare confusione, insicurezza e un senso di frustrazione.
Il fatto che la masturbazione rappresenti per lei l’unica forma di sessualità in cui riesce a provare piacere, mentre il rapporto sessuale con la partner risulta insoddisfacente, potrebbe essere legato a diversi fattori. Tra questi, come lei stesso ipotizza, potrebbero esserci:
Un’abitudine consolidata alla masturbazione che ha creato un “modello” fisico ed emotivo difficile da replicare nel rapporto con l’altro;
L’ansia da prestazione, che è una delle cause più frequenti nei casi di difficoltà sessuali maschili e può interferire con la percezione del piacere e con l’intimità;
Aspetti relazionali ed emotivi, come la mancanza di sintonia o fiducia con la partner, i sensi di colpa e la bassa autostima;
L'effetto dei farmaci antidepressivi, che in molti casi può influenzare il desiderio e la risposta sessuale, anche in assenza di disfunzioni fisiche.
La sessualità è un'esperienza complessa, che coinvolge non solo il corpo, ma anche la mente, le emozioni, la storia personale e il rapporto con l’altro. Il fatto che il problema persista anche con partner diverse e che sia accompagnato da sentimenti di inadeguatezza e colpa indica che potrebbe essere utile un percorso di comprensione più profondo.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, in particolare a uno psicologo o sessuologo, che possa aiutarla ad esplorare questi vissuti in modo sicuro, rispettoso e competente, accompagnandola verso un maggior benessere personale e relazionale.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità il suo vissuto. Quello che descrive è un disagio profondo che coinvolge più aspetti della sfera sessuale, emotiva e relazionale, ed è comprensibile che possa generare confusione, insicurezza e un senso di frustrazione.
Il fatto che la masturbazione rappresenti per lei l’unica forma di sessualità in cui riesce a provare piacere, mentre il rapporto sessuale con la partner risulta insoddisfacente, potrebbe essere legato a diversi fattori. Tra questi, come lei stesso ipotizza, potrebbero esserci:
Un’abitudine consolidata alla masturbazione che ha creato un “modello” fisico ed emotivo difficile da replicare nel rapporto con l’altro;
L’ansia da prestazione, che è una delle cause più frequenti nei casi di difficoltà sessuali maschili e può interferire con la percezione del piacere e con l’intimità;
Aspetti relazionali ed emotivi, come la mancanza di sintonia o fiducia con la partner, i sensi di colpa e la bassa autostima;
L'effetto dei farmaci antidepressivi, che in molti casi può influenzare il desiderio e la risposta sessuale, anche in assenza di disfunzioni fisiche.
La sessualità è un'esperienza complessa, che coinvolge non solo il corpo, ma anche la mente, le emozioni, la storia personale e il rapporto con l’altro. Il fatto che il problema persista anche con partner diverse e che sia accompagnato da sentimenti di inadeguatezza e colpa indica che potrebbe essere utile un percorso di comprensione più profondo.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, in particolare a uno psicologo o sessuologo, che possa aiutarla ad esplorare questi vissuti in modo sicuro, rispettoso e competente, accompagnandola verso un maggior benessere personale e relazionale.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
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Buon pomeriggio. Perdere la stima in sé non è una buona prospettiva e non da modo di migliorare l'atteggiamento verso se stessi.
Suggerisco degli incontri con uno psicoterapeuta, potrebbero darle la possibilità di esplorare e scoprire quanto le occorre.
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano
Suggerisco degli incontri con uno psicoterapeuta, potrebbero darle la possibilità di esplorare e scoprire quanto le occorre.
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano
Gentile signore, il piacere e la sessualità sono aspetti della vita che ognuno può vivere in maniera personale e differente da caso a caso. L’atto penetrativo è solo uno degli aspetti attraverso cui esprimiamo la sessualità, non l’unico e neanche il principale. Pertanto, la problematica di cui ci parla, potrebbe anche semplicemente essere una questione di gusto personale. Se lei riesce ad avere e a mantenere l’erezione e prova piacere attraverso la masturbazione, questo significa che a livello organico funziona tutto. Forse, al più, potrebbero essere indagate le aree del desiderio, dell’eccitazione e delle fantasie. Ma sulla base di quanto detto sembrerebbe che la sua sensazione di “non sentirsi un uomo a tutti gli effetti” sia piuttosto legata all’ansia e non ad altro. Le consiglio un approfondimento con un sessuologo.
Buonasera.
Ci sono molte riflessioni da fare rispetto alla sua domanda che riconducono all'importanza della psicoeducazione in ambito sessuologico.
La masturbazione è un naturale e sano comportamento, in quanto permette di conoscere il nostro corpo e capire cosa ci piace e cosa no. Se non conosciamo il nostro corpo affidarsi agli altri diventa motivo di frustrazione e insoddisfazione, perché sarebbe un continuo andare per tentativi senza risultati soddisfacenti. La masturbazione non è un rimedio ma un comportamento naturale e sano.
Per scarsi risultati intende che non prova piacere o anche altro? Quando dice che rimedia con il sesso orale e la masturbazione prova piacere o no?
Come è abituato a masturbarsi? Stringendo la presa della mano forte? A pancia in giù su una superficie dura? Questo è un dato utile per capire se in qualche modo questa eventuale abitudine possa aver desensibilizzato la sua risposta al piacere penetrativo, perché la vagina non può replicare in nessun modo una stretta così significativa come una vigorosa stretta manuale o l'attrito su un pavimento.
Le "dimensioni" del pene e il "sentirsi uomo" sono argomenti cruciali perché spesso è proprio a causa di determinati "miti" legati agli stereotipi di genere che le persone hanno difficoltà a vivere una sessualità appagante.
Lei dice che questa situazione di difficoltà nel provare piacere la riscontra da sempre: anche prima dell'assunzione degli antidepressivi? Temporalmente come lo colloca?
Sugli effetti collaterali dei farmaci la invito a rivolgersi allo/a specialista che le ha prescritto questi farmaci; inoltre per escludere le cause organiche è consigliabile effettuare una visita andrologica. Cambiare partner per risolvere una difficoltà sessuale è un falso mito, uno dei tanti purtroppo, da sfatare insieme alle dimensioni del pene e all'essere "un vero uomo". Le dimensioni del pene non sono rilevanti per avere rapporti soddisfacenti come il sentirsi "uomo" non è sinonimo di sesso penetrativo. Questi sono condizionamenti culturali privi di fondamento scientifico e fisiologico. Inoltre, l'area CUV (Clitoride, Uretra e Vagina, l'area conosciuta come "punto G" che non è un pulsante del piacere ma una zona estesa) si trova a soli 2-3 cm dall'ingresso vaginale nella parte superiore della vagina e che proprio per questi motivi anatomici viene stimolata maggiormente con l'utilizzo delle dita e dai rapporti orali, piuttosto che dalla penetrazione: la maggior parte delle donne prova piacere durante rapporti non penetrativi. Per il senso di colpa e la perdita di autostima, solamente un percorso terapeutico potrà aiutarla a riprendere in mano il suo benessere.
Saluti.
Ci sono molte riflessioni da fare rispetto alla sua domanda che riconducono all'importanza della psicoeducazione in ambito sessuologico.
La masturbazione è un naturale e sano comportamento, in quanto permette di conoscere il nostro corpo e capire cosa ci piace e cosa no. Se non conosciamo il nostro corpo affidarsi agli altri diventa motivo di frustrazione e insoddisfazione, perché sarebbe un continuo andare per tentativi senza risultati soddisfacenti. La masturbazione non è un rimedio ma un comportamento naturale e sano.
Per scarsi risultati intende che non prova piacere o anche altro? Quando dice che rimedia con il sesso orale e la masturbazione prova piacere o no?
Come è abituato a masturbarsi? Stringendo la presa della mano forte? A pancia in giù su una superficie dura? Questo è un dato utile per capire se in qualche modo questa eventuale abitudine possa aver desensibilizzato la sua risposta al piacere penetrativo, perché la vagina non può replicare in nessun modo una stretta così significativa come una vigorosa stretta manuale o l'attrito su un pavimento.
Le "dimensioni" del pene e il "sentirsi uomo" sono argomenti cruciali perché spesso è proprio a causa di determinati "miti" legati agli stereotipi di genere che le persone hanno difficoltà a vivere una sessualità appagante.
Lei dice che questa situazione di difficoltà nel provare piacere la riscontra da sempre: anche prima dell'assunzione degli antidepressivi? Temporalmente come lo colloca?
Sugli effetti collaterali dei farmaci la invito a rivolgersi allo/a specialista che le ha prescritto questi farmaci; inoltre per escludere le cause organiche è consigliabile effettuare una visita andrologica. Cambiare partner per risolvere una difficoltà sessuale è un falso mito, uno dei tanti purtroppo, da sfatare insieme alle dimensioni del pene e all'essere "un vero uomo". Le dimensioni del pene non sono rilevanti per avere rapporti soddisfacenti come il sentirsi "uomo" non è sinonimo di sesso penetrativo. Questi sono condizionamenti culturali privi di fondamento scientifico e fisiologico. Inoltre, l'area CUV (Clitoride, Uretra e Vagina, l'area conosciuta come "punto G" che non è un pulsante del piacere ma una zona estesa) si trova a soli 2-3 cm dall'ingresso vaginale nella parte superiore della vagina e che proprio per questi motivi anatomici viene stimolata maggiormente con l'utilizzo delle dita e dai rapporti orali, piuttosto che dalla penetrazione: la maggior parte delle donne prova piacere durante rapporti non penetrativi. Per il senso di colpa e la perdita di autostima, solamente un percorso terapeutico potrà aiutarla a riprendere in mano il suo benessere.
Saluti.
Gentile paziente, grazie innanzitutto della condivisione personale. Dalla sua descrizione non è ben chiara la richiesta, mi sembra di capire che il problema principale sia l'assenza di piacere durante l'attività penetrativa sessuale (ma non in altri atti sessuali sembrerebbe). Ipoteticamente, dalla descrizione fornita, non propenderei per un problema di natura medico-organico (anche se può comunque effettuare un consulto specialistico in ogni caso) ma più verso una possibile causa psicologica, considerato che assume un trattamento farmacologico antidepressivo. In generale se è presente una qualche forma di dissociazione, di ansia da prestazione o un'interferenza psicologica (ad es. uno stato di distress o dei pensieri intrusivi o vissuti emotivi a valenza negativa) può verificarsi una ridotta capacità di stare a contatto con le sensazioni corporee erotiche tipiche di un atto o di un rapporto sessuale.
Un percorso psicologico di supporto o anche una psicoterapia od eventualmente anche una prima consulenza sessuologica potrebbe essere un'opzione da considerare per provare a capire più chiaramente quale è la soluzione migliore. Nella speranza di averle fornito uno spunto utile, un cordiale saluto.
Un percorso psicologico di supporto o anche una psicoterapia od eventualmente anche una prima consulenza sessuologica potrebbe essere un'opzione da considerare per provare a capire più chiaramente quale è la soluzione migliore. Nella speranza di averle fornito uno spunto utile, un cordiale saluto.
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