Salve Dottori, chiedo un consiglio avendo una persona non sana come fratello che ha sempre minacciat
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Salve Dottori, chiedo un consiglio avendo una persona non sana come fratello che ha sempre minacciato e mi ha anche messo le mani addosso e non mi fa paura mi fa vomitare ci ha 44 anni e non e mai maturato anzi non fa che peggiorare con l' eta non ha rispetto per la casa e per nessuno, si come ci ha una ragazza instabile che per colpa di questa che mi ha minacciato e una di quelle usatrici come lui, si come mi minacciava i genitori di questa hanno saputo che mi ha messo le mani addosso e non glielo vogliono più far vedere anche per questo si come non e mai stato sano ed una persona cattiva e frustrata ha iniziato a far i dispetti all' eta che ha gli ha sempre fatti come di alzare il volume con casse potenti nonostante questo (e un egoista che mi fa vomitare) che sappia che io ho problemi di salute e che mi ha fatto anche venire la tachicardia perche non posso sentire rumori forti improvvisi che mi fa questo effetto e gli ho detto più volte di abbassare e non lo fa, cosa posso fare dovrei provare a denunciarlo come mi hanno consigliato di fare? e peggio di mio padre che ora lui ha l' azhaimer e non può dirli più cosa anche lui non lo poteva vedere perche ricattava e non ha mai fatto niente in casa fin ora, solo da poco lo aiuta perche se preso possesso della macchina che non e sua, non e mai stato normale nessuno l' ha mai voluto proprio perche faceva queste cose, un ultima cosa si come mio padre al' assistente sociale e in casa ce chi e amministratore dovrei parlane con l' assistente sociale? e se lo faccio rischio che se non andiamo d'accordo ci tolgono tutto e mettono in una struttura mio padre? il mio timore che per questo non ho ancora parlato all' assistente e se ne approfitta di questo fatto per continuare a fare i dispetti, in passato a messo le mani addosso anche mio padre perche era nervoso per quella instabile della ragazza a noi non ci ha mai difeso da lui, ma non si può andare avanti con una persona instabile che fa queste cose già abbiamo dovuto sopportare mio padre che ci ha fatto ammalare di salute non voglio tollerare anche questo, che per colpa di queste persone instabili dobbiamo perdere la salute per colpa loro, grazie a chi può rispondermi e cordiali saluti
Buongiorno,
la situazione che descrive è molto complessa e dolorosa, e capisco quanto possa essere difficile viverla ogni giorno. È evidente che lei si sente sotto pressione, minacciato, non ascoltato e, soprattutto, in pericolo sia fisicamente che emotivamente. Nessuno dovrebbe vivere in queste condizioni, e la sua sofferenza è più che comprensibile.
Le confermo che, in presenza di comportamenti aggressivi, minacce e violenze fisiche o psicologiche, è importante proteggersi, anche considerando un intervento delle forze dell’ordine o una denuncia, come già le è stato consigliato. Anche un colloquio con l’assistente sociale può essere utile, non solo per tutelare suo padre, ma anche per mettere in evidenza la situazione familiare e cercare soluzioni concrete.
Capisco il timore che parlarne possa peggiorare le cose, ma in realtà è proprio il silenzio che permette a questi comportamenti di continuare. I servizi sociali non “tolgono tutto” o prendono decisioni drastiche senza un’attenta valutazione: il loro obiettivo è tutelare il benessere delle persone fragili, incluso suo padre, e anche il suo.
Affrontare tutto da solo può essere estenuante: se riesce, si faccia supportare anche da un professionista della salute mentale, perché merita di essere ascoltato e aiutato in modo adeguato. Non è debolezza chiedere aiuto, è un atto di responsabilità verso se stesso e verso chi ama.
Un caro saluto,
Dott. Jacopo Modoni
la situazione che descrive è molto complessa e dolorosa, e capisco quanto possa essere difficile viverla ogni giorno. È evidente che lei si sente sotto pressione, minacciato, non ascoltato e, soprattutto, in pericolo sia fisicamente che emotivamente. Nessuno dovrebbe vivere in queste condizioni, e la sua sofferenza è più che comprensibile.
Le confermo che, in presenza di comportamenti aggressivi, minacce e violenze fisiche o psicologiche, è importante proteggersi, anche considerando un intervento delle forze dell’ordine o una denuncia, come già le è stato consigliato. Anche un colloquio con l’assistente sociale può essere utile, non solo per tutelare suo padre, ma anche per mettere in evidenza la situazione familiare e cercare soluzioni concrete.
Capisco il timore che parlarne possa peggiorare le cose, ma in realtà è proprio il silenzio che permette a questi comportamenti di continuare. I servizi sociali non “tolgono tutto” o prendono decisioni drastiche senza un’attenta valutazione: il loro obiettivo è tutelare il benessere delle persone fragili, incluso suo padre, e anche il suo.
Affrontare tutto da solo può essere estenuante: se riesce, si faccia supportare anche da un professionista della salute mentale, perché merita di essere ascoltato e aiutato in modo adeguato. Non è debolezza chiedere aiuto, è un atto di responsabilità verso se stesso e verso chi ama.
Un caro saluto,
Dott. Jacopo Modoni
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La ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e determinazione una situazione così difficile e dolorosa. È evidente dal suo racconto quanto il peso che sta portando sulle spalle sia grande, e quanto la convivenza con suo fratello stia diventando insostenibile, non solo da un punto di vista emotivo, ma anche fisico, relazionale e organizzativo. È comprensibile che si senta esasperata, sfiduciata e allo stremo, soprattutto se queste dinamiche si trascinano da molto tempo e non si è mai sentita davvero protetta o ascoltata. Quando una persona vive in un contesto familiare dove la violenza verbale, psicologica o anche fisica è presente, come nel suo caso, il primo passo da fare è riconoscere che questa situazione non è normale, né accettabile, a prescindere da chi la genera o da quanto tempo va avanti. La paura, la rabbia, il senso di impotenza e il timore per la propria salute sono segnali che non possono essere ignorati. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ci si concentra molto su come i pensieri, le emozioni e i comportamenti si influenzano reciprocamente. Quando si vive in un ambiente che genera costantemente stress, paura o rabbia, è normale che il corpo inizi a somatizzare, come lei stessa descrive con la tachicardia e la perdita della salute. Questo non significa che lei sia “debole”, ma che il suo corpo e la sua mente stanno reagendo a uno stato di allerta continuo, come se fossero costantemente in pericolo. Ed è proprio questa esposizione cronica al pericolo emotivo e fisico che va interrotta per proteggerla. Da ciò che racconta, suo fratello sembra mostrare un comportamento disfunzionale e aggressivo che ha avuto un impatto significativo su di lei e sulla sua famiglia per anni. Il fatto che lei non provi più solo paura, ma anche un profondo disgusto, è indicativo di quanto sia stata profondamente ferita da questa relazione. Il tema della denuncia, così come quello del coinvolgimento dell’assistente sociale, sono passaggi delicati, ma in certi casi necessari per ristabilire un minimo di equilibrio e sicurezza. Parlare con l’assistente sociale, in particolare se è già coinvolta nella gestione della situazione di suo padre, può essere un primo passo importante. Può spiegare in modo chiaro e documentato ciò che accade in casa, sottolineando che non sta cercando di creare problemi, ma piuttosto di proteggere sé stessa e garantire un ambiente sano anche per suo padre, che è una persona fragile. Un bravo assistente sociale non ha come obiettivo quello di punire le famiglie o allontanare i parenti, ma piuttosto quello di trovare soluzioni che tutelino i più deboli e ripristinino un contesto abitativo sicuro e funzionale. Se teme che una segnalazione possa peggiorare la situazione, può iniziare con un confronto riservato, magari chiedendo un colloquio individuale per esporre i fatti con calma. Denunciare episodi di violenza o minacce è un diritto, e in alcuni casi un dovere, soprattutto se si teme per la propria incolumità o per quella di altri membri della famiglia. Anche se è un passo difficile e pieno di paure, può diventare un modo per tracciare un confine chiaro e per dire, una volta per tutte, che certi comportamenti non sono tollerabili. Nessuno ha il diritto di toglierle la serenità in casa propria, tanto meno con il ricatto o la sopraffazione. Se decide di non procedere subito con una denuncia, le suggerirei comunque di cominciare a tenere traccia scritta o documentata degli episodi più gravi, anche solo per tutelarsi in futuro nel caso fosse necessario. Infine, vorrei dirle che non è sola. Le emozioni che prova sono valide e comprensibili, e il suo desiderio di proteggersi e di proteggere la sua salute è assolutamente legittimo. Se ne sente il bisogno, un supporto psicologico può accompagnarla nel gestire tutto questo carico, nel rafforzare le sue risorse interiori e nel prendere decisioni che la facciano sentire più sicura e padrona della sua vita. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Grazie per aver scritto e condiviso una situazione così complessa e dolorosa. Come psicologa, voglio prima di tutto riconoscere il **coraggio** che dimostri nel parlare di ciò che stai vivendo. Non è facile convivere in un ambiente dove ci si sente minacciati, svalutati e continuamente in allerta.
Da quello che racconti emergono diversi aspetti molto seri:
- **Violenza fisica e psicologica** da parte di tuo fratello, che sembra avere da tempo comportamenti aggressivi, prevaricatori e immaturi.
- **Un ambiente domestico pesante**, dove sei rimasta a gestire non solo la tua sicurezza, ma anche la situazione delicata di un genitore malato.
- **Una forte preoccupazione per il futuro**, in particolare per le possibili conseguenze di eventuali segnalazioni o denunce.
Andiamo con ordine, così che tu possa avere degli strumenti più chiari.
1. La tua salute mentale e fisica viene prima di tutto
Quando una persona:
- ti mette le mani addosso,
- ti fa dispetti consapevoli anche se sa che ti fanno stare male (come rumori forti nonostante tu abbia tachicardia),
- ti minaccia verbalmente,
...non sei più semplicemente davanti a una "convivenza difficile": **sei in una situazione potenzialmente abusante e tossica.**
E nessuno dovrebbe vivere così, nemmeno un giorno.
2. Denuncia: un passo delicato ma possibile
Hai parlato di **denuncia**, e sì: se le minacce e le aggressioni sono documentabili (o se ci sono stati testimoni), **hai tutto il diritto di rivolgerti alle forze dell’ordine**. Questo vale anche se si tratta di un familiare. Anzi, proprio per questo, **la legge prevede tutele** specifiche per chi vive in condizioni familiari violente.
Se temi ritorsioni, potresti:
- Parlare prima con un **centro antiviolenza** (sono esperti in queste situazioni e sanno come accompagnarti passo per passo).
- Tenere traccia di **episodi scritti**: annotazioni, video, messaggi.
- Chiedere **una consulenza legale gratuita**: molti sportelli per la violenza domestica o gli uffici comunali la offrono.
3. Assistente sociale: sì, puoi parlarne (con alcune cautele)
Hai anche accennato all’assistente sociale coinvolta per tuo padre. Capisco il timore: spesso si ha paura che parlando delle difficoltà familiari possa peggiorare la situazione o che venga tolto il supporto a una persona fragile.
Ma ricordati che:
- **Gli assistenti sociali sono lì anche per proteggere chi assiste** (cioè te), non solo chi riceve assistenza.
- Se **spieghi la situazione con chiarezza**, sottolineando che *non vuoi far del male a nessuno*, ma *non riesci più a vivere in quel contesto*, l’assistente potrà aiutarti, non punirti.
- Potresti anche **chiedere un incontro privato**, senza la presenza di tuo fratello, per esporre tutto con più tranquillità.
4. Cosa puoi iniziare a fare subito
- **Cerca un punto di ascolto psicologico**: spesso i Comuni offrono servizi gratuiti o a basso costo per situazioni di stress familiare, abuso o fragilità.
- **Documenta tutto**: tieni un diario, registra i dispetti, scrivi le minacce. Tutto questo serve, sia legalmente che per aiutarti a ricostruire i fatti quando ti sentirai confusa o colpevolizzata.
- **Non sentirti sbagliata**: è lui a comportarsi in modo abusivo. Tu stai solo cercando di proteggere la tua salute, il tuo equilibrio, e anche quello di tuo padre.
Una riflessione finale:
Vivere in una casa dove ci si sente in trappola, dove ogni giorno può succedere qualcosa di destabilizzante, **non è normale**. E non è nemmeno qualcosa a cui "abituarsi". Meriti di vivere in un luogo sicuro, dove puoi riposare, pensare, respirare.
Ti mando un grande incoraggiamento e ti sono vicina. Se vuoi, possiamo continuare a parlarne.
Da quello che racconti emergono diversi aspetti molto seri:
- **Violenza fisica e psicologica** da parte di tuo fratello, che sembra avere da tempo comportamenti aggressivi, prevaricatori e immaturi.
- **Un ambiente domestico pesante**, dove sei rimasta a gestire non solo la tua sicurezza, ma anche la situazione delicata di un genitore malato.
- **Una forte preoccupazione per il futuro**, in particolare per le possibili conseguenze di eventuali segnalazioni o denunce.
Andiamo con ordine, così che tu possa avere degli strumenti più chiari.
1. La tua salute mentale e fisica viene prima di tutto
Quando una persona:
- ti mette le mani addosso,
- ti fa dispetti consapevoli anche se sa che ti fanno stare male (come rumori forti nonostante tu abbia tachicardia),
- ti minaccia verbalmente,
...non sei più semplicemente davanti a una "convivenza difficile": **sei in una situazione potenzialmente abusante e tossica.**
E nessuno dovrebbe vivere così, nemmeno un giorno.
2. Denuncia: un passo delicato ma possibile
Hai parlato di **denuncia**, e sì: se le minacce e le aggressioni sono documentabili (o se ci sono stati testimoni), **hai tutto il diritto di rivolgerti alle forze dell’ordine**. Questo vale anche se si tratta di un familiare. Anzi, proprio per questo, **la legge prevede tutele** specifiche per chi vive in condizioni familiari violente.
Se temi ritorsioni, potresti:
- Parlare prima con un **centro antiviolenza** (sono esperti in queste situazioni e sanno come accompagnarti passo per passo).
- Tenere traccia di **episodi scritti**: annotazioni, video, messaggi.
- Chiedere **una consulenza legale gratuita**: molti sportelli per la violenza domestica o gli uffici comunali la offrono.
3. Assistente sociale: sì, puoi parlarne (con alcune cautele)
Hai anche accennato all’assistente sociale coinvolta per tuo padre. Capisco il timore: spesso si ha paura che parlando delle difficoltà familiari possa peggiorare la situazione o che venga tolto il supporto a una persona fragile.
Ma ricordati che:
- **Gli assistenti sociali sono lì anche per proteggere chi assiste** (cioè te), non solo chi riceve assistenza.
- Se **spieghi la situazione con chiarezza**, sottolineando che *non vuoi far del male a nessuno*, ma *non riesci più a vivere in quel contesto*, l’assistente potrà aiutarti, non punirti.
- Potresti anche **chiedere un incontro privato**, senza la presenza di tuo fratello, per esporre tutto con più tranquillità.
4. Cosa puoi iniziare a fare subito
- **Cerca un punto di ascolto psicologico**: spesso i Comuni offrono servizi gratuiti o a basso costo per situazioni di stress familiare, abuso o fragilità.
- **Documenta tutto**: tieni un diario, registra i dispetti, scrivi le minacce. Tutto questo serve, sia legalmente che per aiutarti a ricostruire i fatti quando ti sentirai confusa o colpevolizzata.
- **Non sentirti sbagliata**: è lui a comportarsi in modo abusivo. Tu stai solo cercando di proteggere la tua salute, il tuo equilibrio, e anche quello di tuo padre.
Una riflessione finale:
Vivere in una casa dove ci si sente in trappola, dove ogni giorno può succedere qualcosa di destabilizzante, **non è normale**. E non è nemmeno qualcosa a cui "abituarsi". Meriti di vivere in un luogo sicuro, dove puoi riposare, pensare, respirare.
Ti mando un grande incoraggiamento e ti sono vicina. Se vuoi, possiamo continuare a parlarne.
Buonasera gentile utente,
la situazione famigliare in cui si trova è oggettivamente pesante e anche pericolosa, stando a quanto scrive, se suo fratello si comporta in modo violento e provocatorio, va segnalato prima che possa nuocervi ulteriormente, le causedel suo comportamento, possono essere svariate da un brutto carattere, ad un disturbo di personalità ad uso di sostanze, incluso alcolici, cose che difficilmente un parente convivente può gestire, personalmente se non chiedendo supporto, figure come psicologi o assistente sociale, possono aiutare ma richiedono di inquadrare meglio la cosa, fissando dei colloqui, per approfondire cosa sia possibile fare. Mi sembra di capire, che già sia in contatto con più figure, e non temerei di confidarmi. Fermo restando che 'i panni sporchi si lavano in famiglia', quando si oltrepassa il limite della sicurezza e dell'incolumità, dobbiamo segnalare. La convivenza è possibile a patto di seguire le regole della comunità, altrimenti che stia da solo, senza gravare e approfittarsi di voi.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
la situazione famigliare in cui si trova è oggettivamente pesante e anche pericolosa, stando a quanto scrive, se suo fratello si comporta in modo violento e provocatorio, va segnalato prima che possa nuocervi ulteriormente, le causedel suo comportamento, possono essere svariate da un brutto carattere, ad un disturbo di personalità ad uso di sostanze, incluso alcolici, cose che difficilmente un parente convivente può gestire, personalmente se non chiedendo supporto, figure come psicologi o assistente sociale, possono aiutare ma richiedono di inquadrare meglio la cosa, fissando dei colloqui, per approfondire cosa sia possibile fare. Mi sembra di capire, che già sia in contatto con più figure, e non temerei di confidarmi. Fermo restando che 'i panni sporchi si lavano in famiglia', quando si oltrepassa il limite della sicurezza e dell'incolumità, dobbiamo segnalare. La convivenza è possibile a patto di seguire le regole della comunità, altrimenti che stia da solo, senza gravare e approfittarsi di voi.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
Salve,
Capisco che lei stia attraversando una situazione molto difficile e dolorosa con il suo fratello, che sembra essere una persona che non solo non rispetta gli altri, ma mette anche a rischio la sua salute e il suo benessere psicologico e fisico. La violenza fisica e verbale, così come il comportamento manipolativo e destabilizzante, sono assolutamente inaccettabili e dovrebbero essere affrontati in modo serio e urgente.
Nel suo caso, potrebbe essere utile valutare diverse azioni per proteggere se stessa, la sua famiglia e anche suo padre, che già si trova in una situazione di fragilità. Denunciare i comportamenti violenti è sicuramente una delle opzioni da considerare, soprattutto se ci sono minacce fisiche o danni alla sua salute. La denuncia potrebbe essere un passo fondamentale per cercare di fermare queste azioni e tutelare i suoi diritti.
Per quanto riguarda la situazione con l'assistente sociale, sarebbe sicuramente utile parlarne con lui o con un altro professionista che può aiutarla a gestire la situazione in modo sicuro e senza ulteriori ripercussioni. L'assistente sociale può offrirle supporto per capire come affrontare al meglio questa dinamica familiare e se ci sono rischi legati a una possibile perdita di assistenza per suo padre. Il suo timore è comprensibile, ma affrontare la questione con l'aiuto di un esperto potrebbe aiutarla a proteggere la sua famiglia senza compromettere la situazione di suo padre.
Infine, sarebbe fortemente consigliato rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta specializzato, che possa aiutarla a elaborare il dolore emotivo e le difficoltà derivanti da questa situazione. Un professionista esperto potrà aiutarla a gestire la sua salute mentale e a prendere decisioni più consapevoli riguardo alle azioni da intraprendere.
Spero che possa trovare il supporto di cui ha bisogno e che la situazione possa risolversi nel migliore dei modi per tutti.
Dottoressa Silvia Parisi Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Capisco che lei stia attraversando una situazione molto difficile e dolorosa con il suo fratello, che sembra essere una persona che non solo non rispetta gli altri, ma mette anche a rischio la sua salute e il suo benessere psicologico e fisico. La violenza fisica e verbale, così come il comportamento manipolativo e destabilizzante, sono assolutamente inaccettabili e dovrebbero essere affrontati in modo serio e urgente.
Nel suo caso, potrebbe essere utile valutare diverse azioni per proteggere se stessa, la sua famiglia e anche suo padre, che già si trova in una situazione di fragilità. Denunciare i comportamenti violenti è sicuramente una delle opzioni da considerare, soprattutto se ci sono minacce fisiche o danni alla sua salute. La denuncia potrebbe essere un passo fondamentale per cercare di fermare queste azioni e tutelare i suoi diritti.
Per quanto riguarda la situazione con l'assistente sociale, sarebbe sicuramente utile parlarne con lui o con un altro professionista che può aiutarla a gestire la situazione in modo sicuro e senza ulteriori ripercussioni. L'assistente sociale può offrirle supporto per capire come affrontare al meglio questa dinamica familiare e se ci sono rischi legati a una possibile perdita di assistenza per suo padre. Il suo timore è comprensibile, ma affrontare la questione con l'aiuto di un esperto potrebbe aiutarla a proteggere la sua famiglia senza compromettere la situazione di suo padre.
Infine, sarebbe fortemente consigliato rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta specializzato, che possa aiutarla a elaborare il dolore emotivo e le difficoltà derivanti da questa situazione. Un professionista esperto potrà aiutarla a gestire la sua salute mentale e a prendere decisioni più consapevoli riguardo alle azioni da intraprendere.
Spero che possa trovare il supporto di cui ha bisogno e che la situazione possa risolversi nel migliore dei modi per tutti.
Dottoressa Silvia Parisi Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
È chiaro che stai affrontando un ambiente molto stressante e complesso, e voglio dirti che i tuoi sentimenti sono validi. Nessuno dovrebbe vivere in un contesto che mette a rischio la propria salute fisica ed emotiva.
Per quanto riguarda tuo fratello, è importante proteggerti e tutelare la tua salute. Se le minacce e i comportamenti aggressivi continuano, denunciare potrebbe essere una strada da considerare. Una denuncia non è solo un modo per proteggerti, ma anche per mettere in evidenza la gravità della situazione e cercare un intervento che possa portare a un cambiamento. Prima di procedere, potresti consultare un avvocato o un esperto legale per capire meglio i tuoi diritti e le implicazioni di una denuncia.
Riguardo all'assistente sociale e alla gestione di tuo padre, è comprensibile che tu abbia timori. Parlare con l'assistente sociale potrebbe essere utile per spiegare la situazione e cercare supporto. Gli assistenti sociali sono lì per aiutare, e il loro obiettivo dovrebbe essere quello di trovare soluzioni che tutelino il benessere di tuo padre e della famiglia. Se hai dubbi, potresti chiedere un incontro preliminare per capire meglio come potrebbero intervenire e quali sono le opzioni disponibili.
Infine, è fondamentale che tu trovi uno spazio per prenderti cura di te stessa. Vivere in un ambiente così teso può avere un impatto significativo sulla tua salute. Considera di parlare con uno psicologo per ricevere supporto emotivo e strumenti per gestire questa situazione. Non sei sola, e ci sono risorse che possono aiutarti a navigare questo momento difficile.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Per quanto riguarda tuo fratello, è importante proteggerti e tutelare la tua salute. Se le minacce e i comportamenti aggressivi continuano, denunciare potrebbe essere una strada da considerare. Una denuncia non è solo un modo per proteggerti, ma anche per mettere in evidenza la gravità della situazione e cercare un intervento che possa portare a un cambiamento. Prima di procedere, potresti consultare un avvocato o un esperto legale per capire meglio i tuoi diritti e le implicazioni di una denuncia.
Riguardo all'assistente sociale e alla gestione di tuo padre, è comprensibile che tu abbia timori. Parlare con l'assistente sociale potrebbe essere utile per spiegare la situazione e cercare supporto. Gli assistenti sociali sono lì per aiutare, e il loro obiettivo dovrebbe essere quello di trovare soluzioni che tutelino il benessere di tuo padre e della famiglia. Se hai dubbi, potresti chiedere un incontro preliminare per capire meglio come potrebbero intervenire e quali sono le opzioni disponibili.
Infine, è fondamentale che tu trovi uno spazio per prenderti cura di te stessa. Vivere in un ambiente così teso può avere un impatto significativo sulla tua salute. Considera di parlare con uno psicologo per ricevere supporto emotivo e strumenti per gestire questa situazione. Non sei sola, e ci sono risorse che possono aiutarti a navigare questo momento difficile.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Gentile utente,
la situazione che descrive è molto delicata e comprensibilmente fonte di grande stress. È importante che si tuteli, parlando con l’assistente sociale già coinvolta per suo padre: non significa necessariamente che lui verrà trasferito in una struttura, ma che si cercheranno soluzioni per proteggere il benessere di tutti.
Se suo fratello ha avuto comportamenti violenti o persecutori, può valutare una denuncia o un ordine di protezione. Le consiglio anche di rivolgersi a uno psicologo per ricevere supporto.
Resto a disposizione se desidera approfondire.
Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Gigli
la situazione che descrive è molto delicata e comprensibilmente fonte di grande stress. È importante che si tuteli, parlando con l’assistente sociale già coinvolta per suo padre: non significa necessariamente che lui verrà trasferito in una struttura, ma che si cercheranno soluzioni per proteggere il benessere di tutti.
Se suo fratello ha avuto comportamenti violenti o persecutori, può valutare una denuncia o un ordine di protezione. Le consiglio anche di rivolgersi a uno psicologo per ricevere supporto.
Resto a disposizione se desidera approfondire.
Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Gigli
Buonasera, può indirizzarlo all’asl della sua regione o/ ed eventualmente consigliargli un percorso di psicoterapia anche privatamente.
Cordiali saluti. Dottoressa Versari.
Cordiali saluti. Dottoressa Versari.
Salve, la cosa che potrebbe fare e' fare un percorso di psicoterapia come sostegno o andare in un gruppo di sostegno poi d'ore tutto all'assistente sociale e senza il suo consenso suo padre non vienne inserito in una struttura , per suo fratello consiglio di allontanarlo da lei se diventerà pericoloso anche con la polizia. Grazie
è normale temere conseguenze spiacevoli, come l'allontanamento di vs padre, ma non chiedere supporto può portare ad esiti anche peggiori: trascuratezza, maltrattamenti e vessazioni psicologiche e peggioramento delle condizioni dei membri coinvolti. Il coinvolgimento degli ass sociali può essere una opportunità nel proteggere chi è più vulnerabile.
Buongiorno, può essere saggio, nella situazione da Lei descritta, affidarvi al Servizio Sociale del Territorio dove siete residenti e chiedere supporto. Solitamente hanno rete di servizi e di professionisti adatti a situazioni che necessitano una presa in carico integrata.
Cordialmente,
Dott. Ssa Scognamiglio Rita
Cordialmente,
Dott. Ssa Scognamiglio Rita
Buongiorno gentile Utente, le sue parole raccontano con grande chiarezza una situazione familiare molto pesante, che sembra protrarsi da anni e che sta causando, comprensibilmente, un notevole carico di sofferenza e stress. Convivere con una persona che manifesta comportamenti aggressivi, intimidatori e irrispettosi, specie quando si è già sottoposti a difficoltà come l’assistenza a un genitore malato, può diventare un peso insostenibile e dannoso per la salute psicofisica.
Le sue paure sono più che legittime, così come il senso di impotenza che può derivare dal sentirsi da soli nel gestire queste dinamiche. È importante chiarire che nessuno dovrebbe trovarsi a sopportare minacce, aggressioni fisiche o dispetti sistematici nella propria casa. L’aver subito episodi di violenza, l’essere stati testimoni di comportamenti prevaricatori nei confronti di suo padre, la presenza di una compagna del fratello che contribuisce a esasperare il clima familiare… sono tutti elementi che giustificano profondamente il suo malessere e il bisogno di trovare una soluzione.
Il suo riferimento alla possibilità di parlarne con l’assistente sociale è molto importante. Non solo ne ha pieno diritto, ma potrebbe essere anche un passo fondamentale per ricevere aiuto concreto. Un’assistente sociale ha il compito di tutelare la dignità e la sicurezza delle persone coinvolte, non certo di “togliere tutto” o collocare suo padre in una struttura senza ragioni fondate e senza il coinvolgimento dei familiari. Anzi, è probabile che, con un confronto trasparente, possiate valutare insieme soluzioni più eque e sostenibili, anche per alleggerire il peso che ora grava sulle sue spalle.
La possibilità di rivolgersi alle forze dell’ordine per denunciare i comportamenti violenti del fratello (se dovessero ripetersi) è concreta e a sua tutela. Nessuno dovrebbe convivere con la paura o con l’ansia costante derivante da atteggiamenti minacciosi. Se ha subito aggressioni fisiche o continua a sentirsi minacciata, ha pienamente diritto a chiedere protezione anche attraverso vie legali. Esistono strumenti, anche nell’ambito del diritto di famiglia, che tutelano la sicurezza delle persone conviventi in contesti problematici.
Ciò che colpisce nel suo racconto è anche la stanchezza, forse anche una forma di esaurimento emotivo, che arriva dopo anni in cui è mancato il sostegno. È importante che lei possa trovare uno spazio per sé, in cui sentirsi ascoltata e aiutata a rimettere ordine tra i pensieri e tra le priorità. Un percorso psicologico in questo senso potrebbe esserle di grande beneficio: per ritrovare stabilità, ma anche per rafforzare la fiducia nel suo diritto ad avere una vita più serena, priva di soprusi e sopraffazioni.
Ha già fatto molto nel riconoscere il problema e nel cercare una via d’uscita. Non è sola, e non deve affrontare tutto questo in silenzio. Parlare con l’assistente sociale, consultare un legale se necessario, e trovare un supporto psicologico, sono tutti passi che può iniziare a considerare per tutelarsi, con la consapevolezza che prendersi cura di sé non è mai egoismo, ma un atto di rispetto e sopravvivenza.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Le sue paure sono più che legittime, così come il senso di impotenza che può derivare dal sentirsi da soli nel gestire queste dinamiche. È importante chiarire che nessuno dovrebbe trovarsi a sopportare minacce, aggressioni fisiche o dispetti sistematici nella propria casa. L’aver subito episodi di violenza, l’essere stati testimoni di comportamenti prevaricatori nei confronti di suo padre, la presenza di una compagna del fratello che contribuisce a esasperare il clima familiare… sono tutti elementi che giustificano profondamente il suo malessere e il bisogno di trovare una soluzione.
Il suo riferimento alla possibilità di parlarne con l’assistente sociale è molto importante. Non solo ne ha pieno diritto, ma potrebbe essere anche un passo fondamentale per ricevere aiuto concreto. Un’assistente sociale ha il compito di tutelare la dignità e la sicurezza delle persone coinvolte, non certo di “togliere tutto” o collocare suo padre in una struttura senza ragioni fondate e senza il coinvolgimento dei familiari. Anzi, è probabile che, con un confronto trasparente, possiate valutare insieme soluzioni più eque e sostenibili, anche per alleggerire il peso che ora grava sulle sue spalle.
La possibilità di rivolgersi alle forze dell’ordine per denunciare i comportamenti violenti del fratello (se dovessero ripetersi) è concreta e a sua tutela. Nessuno dovrebbe convivere con la paura o con l’ansia costante derivante da atteggiamenti minacciosi. Se ha subito aggressioni fisiche o continua a sentirsi minacciata, ha pienamente diritto a chiedere protezione anche attraverso vie legali. Esistono strumenti, anche nell’ambito del diritto di famiglia, che tutelano la sicurezza delle persone conviventi in contesti problematici.
Ciò che colpisce nel suo racconto è anche la stanchezza, forse anche una forma di esaurimento emotivo, che arriva dopo anni in cui è mancato il sostegno. È importante che lei possa trovare uno spazio per sé, in cui sentirsi ascoltata e aiutata a rimettere ordine tra i pensieri e tra le priorità. Un percorso psicologico in questo senso potrebbe esserle di grande beneficio: per ritrovare stabilità, ma anche per rafforzare la fiducia nel suo diritto ad avere una vita più serena, priva di soprusi e sopraffazioni.
Ha già fatto molto nel riconoscere il problema e nel cercare una via d’uscita. Non è sola, e non deve affrontare tutto questo in silenzio. Parlare con l’assistente sociale, consultare un legale se necessario, e trovare un supporto psicologico, sono tutti passi che può iniziare a considerare per tutelarsi, con la consapevolezza che prendersi cura di sé non è mai egoismo, ma un atto di rispetto e sopravvivenza.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Quello che hai condiviso è molto delicato e doloroso, e prima di tutto voglio dirti che hai tutto il diritto di sentirti stanco, arrabbiato, impaurito o frustrato. Vivere in una situazione di conflitto, minacce e aggressioni, soprattutto in famiglia, è una condizione di forte stress e disagio che nessuno dovrebbe sopportare.
Ti rispondo con attenzione e in modo il più possibile chiaro e concreto, tenendo conto della tua situazione:
1. Sì, puoi e dovresti parlare con l’assistente sociale.
L’assistente sociale ha il compito di tutelare le persone fragili, come tuo padre, ma anche chi vive nella stessa casa, se ci sono situazioni di conflitto o abuso. Non ti toglieranno nulla se tu chiedi aiuto: al contrario, possono aiutarti a trovare una soluzione concreta per far fronte alla presenza di tuo fratello e a proteggere sia te che tuo padre.
Puoi spiegare i tuoi timori con calma: che non vuoi che tuo padre venga portato in una struttura, ma che sei preoccupato per la presenza di tuo fratello e per il suo comportamento.
2. Se ti minaccia o ti aggredisce fisicamente, hai diritto di denunciarlo.
Anche se è tuo fratello, la violenza è un reato. Nessuno può metterti le mani addosso o farti vivere con la paura costante di essere minacciato o disturbato. Se hai subito aggressioni, puoi sporgere denuncia ai Carabinieri o alla Polizia. Puoi anche farti aiutare da un avvocato, o chiedere assistenza a un centro antiviolenza: ce ne sono in tutte le città, e offrono anche supporto legale e psicologico gratuito.
3. È importante documentare tutto.
Tieni traccia degli episodi: scrivi cosa succede, in che giorno, a che ora, chi era presente. Se puoi, registra i rumori molesti (come il volume alto) e cerca di avere testimoni (per esempio vicini o amici di famiglia). Questo può essere utile sia per l’assistente sociale sia per eventuali azioni legali.
4. Il fatto che tuo fratello sia “instabile” non giustifica le sue azioni.
La fragilità emotiva o psicologica non è una scusa per comportamenti violenti o manipolatori. Se davvero ha problemi di salute mentale, può essere preso in carico dai servizi psichiatrici del territorio. Ma non tocca a te tollerare o “curare” tutto questo da solo.
5. Non sei solo, e non è colpa tua.
Hai fatto bene a scrivere e cercare aiuto. Sento nella tua lettera tanta stanchezza, forse anche senso di colpa o paura di peggiorare la situazione, ma ti assicuro che chiedere supporto è un atto di coraggio e non di debolezza. Nessuno dovrebbe vivere costantemente sotto stress in casa propria.
Se vuoi, posso aiutarti anche a scrivere una comunicazione da inviare all’assistente sociale in modo chiaro e rispettoso e, se vorrai, resto a disposizione per approfondire o accompagnarti in questo passaggio così delicato.
Un abbraccio,
ci sei, e puoi farcela a uscire da questa situazione.
Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore
Ti rispondo con attenzione e in modo il più possibile chiaro e concreto, tenendo conto della tua situazione:
1. Sì, puoi e dovresti parlare con l’assistente sociale.
L’assistente sociale ha il compito di tutelare le persone fragili, come tuo padre, ma anche chi vive nella stessa casa, se ci sono situazioni di conflitto o abuso. Non ti toglieranno nulla se tu chiedi aiuto: al contrario, possono aiutarti a trovare una soluzione concreta per far fronte alla presenza di tuo fratello e a proteggere sia te che tuo padre.
Puoi spiegare i tuoi timori con calma: che non vuoi che tuo padre venga portato in una struttura, ma che sei preoccupato per la presenza di tuo fratello e per il suo comportamento.
2. Se ti minaccia o ti aggredisce fisicamente, hai diritto di denunciarlo.
Anche se è tuo fratello, la violenza è un reato. Nessuno può metterti le mani addosso o farti vivere con la paura costante di essere minacciato o disturbato. Se hai subito aggressioni, puoi sporgere denuncia ai Carabinieri o alla Polizia. Puoi anche farti aiutare da un avvocato, o chiedere assistenza a un centro antiviolenza: ce ne sono in tutte le città, e offrono anche supporto legale e psicologico gratuito.
3. È importante documentare tutto.
Tieni traccia degli episodi: scrivi cosa succede, in che giorno, a che ora, chi era presente. Se puoi, registra i rumori molesti (come il volume alto) e cerca di avere testimoni (per esempio vicini o amici di famiglia). Questo può essere utile sia per l’assistente sociale sia per eventuali azioni legali.
4. Il fatto che tuo fratello sia “instabile” non giustifica le sue azioni.
La fragilità emotiva o psicologica non è una scusa per comportamenti violenti o manipolatori. Se davvero ha problemi di salute mentale, può essere preso in carico dai servizi psichiatrici del territorio. Ma non tocca a te tollerare o “curare” tutto questo da solo.
5. Non sei solo, e non è colpa tua.
Hai fatto bene a scrivere e cercare aiuto. Sento nella tua lettera tanta stanchezza, forse anche senso di colpa o paura di peggiorare la situazione, ma ti assicuro che chiedere supporto è un atto di coraggio e non di debolezza. Nessuno dovrebbe vivere costantemente sotto stress in casa propria.
Se vuoi, posso aiutarti anche a scrivere una comunicazione da inviare all’assistente sociale in modo chiaro e rispettoso e, se vorrai, resto a disposizione per approfondire o accompagnarti in questo passaggio così delicato.
Un abbraccio,
ci sei, e puoi farcela a uscire da questa situazione.
Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore
Ciao, grazie davvero per aver scritto. È evidente che stai vivendo una situazione molto difficile e stressante, e già solo trovare le parole per raccontarla è un grande passo. Voglio rispondere con tutto il rispetto e la delicatezza possibile, perché ti meriti protezione, ascolto e sostegno concreto.
Da quello che racconti, ci sono diversi problemi gravi che vanno affrontati con urgenza, e non sei sola: hai diritto ad aiuto legale, sanitario e sociale.
Violenza e minacce: puoi e dovresti denunciare
Il fatto che tuo fratello:
ti abbia messo le mani addosso
ti abbia minacciata
stia mettendo a rischio la tua salute
abbia fatto lo stesso con vostro padre
...è violenza domestica, anche se non vivete come una coppia. È un reato e hai il diritto di rivolgerti alle autorità.
Puoi denunciare tuo fratello ai Carabinieri o alla Polizia. Porta con te tutto ciò che può testimoniare quello che hai vissuto: messaggi, registrazioni audio (se ne hai), testimoni (anche vicini di casa), e spiega che hai paura per la tua salute e quella di tuo padre.
Parlare con l'assistente sociale è importante
Hai assolutamente il diritto di chiedere aiuto all'assistente sociale, soprattutto se:
c’è un amministratore di sostegno nominato per tuo padre
vivi una situazione familiare tossica e pericolosa
Non è vero che ti “toglieranno tutto” solo perché segnali il problema: gli assistenti sociali sono lì per aiutarti, non per punirti.
Spiega la tua situazione senza paura, sottolineando che vuoi tutelare sia tuo padre (che è vulnerabile) sia te stessa, e che sei preoccupata per la tua salute e sicurezza.
Il fatto che tuo fratello approfitti della fragilità di tuo padre è anche questo un comportamento abusivo.
Altri passi che puoi considerare
Richiesta di ordine di allontanamento (ammonimento del questore o ordine del giudice):
Ti protegge legalmente e può essere richiesto se c’è pericolo.
Consultare un avvocato o un centro antiviolenza:
Ti possono aiutare gratuitamente a capire cosa fare, anche se non hai soldi o supporto.
Certificati medici / pronto soccorso:
Se stai male (tachicardia, attacchi di panico, dolori fisici), vai al medico o al pronto soccorso. Ti rilasciano certificati che possono aiutarti a documentare la situazione.
Un messaggio per te
Non sei tu il problema. Il tuo malessere non è colpa tua. Le persone instabili o aggressive, se non curate, portano dolore agli altri. Tu stai cercando di proteggerti e proteggere anche chi non ha voce, come tuo padre.
Se vuoi, posso aiutarti a scrivere una lettera da dare all’assistente sociale oppure a trovare un centro antiviolenza nella tua zona. Posso anche aiutarti a preparare un elenco dei fatti per presentare una denuncia in modo chiaro.
Come ti senti adesso? Hai qualcuno vicino che ti può aiutare direttamente, anche solo per stare con te nei momenti più difficili?
Da quello che racconti, ci sono diversi problemi gravi che vanno affrontati con urgenza, e non sei sola: hai diritto ad aiuto legale, sanitario e sociale.
Violenza e minacce: puoi e dovresti denunciare
Il fatto che tuo fratello:
ti abbia messo le mani addosso
ti abbia minacciata
stia mettendo a rischio la tua salute
abbia fatto lo stesso con vostro padre
...è violenza domestica, anche se non vivete come una coppia. È un reato e hai il diritto di rivolgerti alle autorità.
Puoi denunciare tuo fratello ai Carabinieri o alla Polizia. Porta con te tutto ciò che può testimoniare quello che hai vissuto: messaggi, registrazioni audio (se ne hai), testimoni (anche vicini di casa), e spiega che hai paura per la tua salute e quella di tuo padre.
Parlare con l'assistente sociale è importante
Hai assolutamente il diritto di chiedere aiuto all'assistente sociale, soprattutto se:
c’è un amministratore di sostegno nominato per tuo padre
vivi una situazione familiare tossica e pericolosa
Non è vero che ti “toglieranno tutto” solo perché segnali il problema: gli assistenti sociali sono lì per aiutarti, non per punirti.
Spiega la tua situazione senza paura, sottolineando che vuoi tutelare sia tuo padre (che è vulnerabile) sia te stessa, e che sei preoccupata per la tua salute e sicurezza.
Il fatto che tuo fratello approfitti della fragilità di tuo padre è anche questo un comportamento abusivo.
Altri passi che puoi considerare
Richiesta di ordine di allontanamento (ammonimento del questore o ordine del giudice):
Ti protegge legalmente e può essere richiesto se c’è pericolo.
Consultare un avvocato o un centro antiviolenza:
Ti possono aiutare gratuitamente a capire cosa fare, anche se non hai soldi o supporto.
Certificati medici / pronto soccorso:
Se stai male (tachicardia, attacchi di panico, dolori fisici), vai al medico o al pronto soccorso. Ti rilasciano certificati che possono aiutarti a documentare la situazione.
Un messaggio per te
Non sei tu il problema. Il tuo malessere non è colpa tua. Le persone instabili o aggressive, se non curate, portano dolore agli altri. Tu stai cercando di proteggerti e proteggere anche chi non ha voce, come tuo padre.
Se vuoi, posso aiutarti a scrivere una lettera da dare all’assistente sociale oppure a trovare un centro antiviolenza nella tua zona. Posso anche aiutarti a preparare un elenco dei fatti per presentare una denuncia in modo chiaro.
Come ti senti adesso? Hai qualcuno vicino che ti può aiutare direttamente, anche solo per stare con te nei momenti più difficili?
Cara,
grazie per aver condiviso una parte così difficile della tua esperienza. Posso solo immaginare quanto dolore e frustrazione ci siano dietro queste parole, e quanto sia faticoso convivere quotidianamente con una persona che non solo non porta rispetto, ma mina costantemente la tua serenità e il tuo benessere psicofisico.
Quando si vive accanto a un familiare che esercita comportamenti aggressivi, minacciosi, manipolatori o addirittura violenti, è naturale sentirsi sopraffatti, impauriti e persino in trappola. La tua reazione emotiva, il disgusto, la rabbia, la stanchezza, sono risposte assolutamente legittime a un ambiente che appare tossico e non sicuro.
Hai fatto bene a porti delle domande e a cercare aiuto. Provo a darti qualche punto di orientamento:
La violenza, anche in ambito familiare, è un reato. Se tuo fratello ti ha messo le mani addosso, hai tutto il diritto di denunciare questi episodi alle autorità competenti. La denuncia può servire anche a tutelarti da ulteriori episodi e a mettere in moto una rete di protezione intorno a te.
Puoi e dovresti parlare con l’assistente sociale. L’assistente è lì per proteggere le persone fragili, come tuo padre, ma anche per tutelare chi, come te, vive una situazione familiare complessa e potenzialmente pericolosa. Esprimere le tue preoccupazioni non significa far finire tuo padre in una struttura automaticamente: ogni caso viene valutato con attenzione, e tu potresti essere parte attiva nella ricerca di soluzioni più equilibrate.
Non sei sola, e non devi sopportare tutto da sola. In questi casi, sarebbe importante anche cercare supporto psicologico per te, per aiutarti a gestire le emozioni, ritrovare lucidità e forza, e capire come agire nel modo più protettivo per te stessa.
Un legale o un centro antiviolenza potrebbero essere un riferimento importante. Possono darti indicazioni su come muoverti dal punto di vista legale e anche su eventuali misure cautelari o ordini di protezione.
Infine, voglio dirti una cosa fondamentale: hai il diritto di vivere in un ambiente sicuro, dove puoi respirare senza paura, senza vergogna, senza essere continuamente destabilizzata. La tua salute, il tuo equilibrio, il tuo futuro contano. E meritano tutta la protezione possibile.
Con rispetto e vicinanza,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
grazie per aver condiviso una parte così difficile della tua esperienza. Posso solo immaginare quanto dolore e frustrazione ci siano dietro queste parole, e quanto sia faticoso convivere quotidianamente con una persona che non solo non porta rispetto, ma mina costantemente la tua serenità e il tuo benessere psicofisico.
Quando si vive accanto a un familiare che esercita comportamenti aggressivi, minacciosi, manipolatori o addirittura violenti, è naturale sentirsi sopraffatti, impauriti e persino in trappola. La tua reazione emotiva, il disgusto, la rabbia, la stanchezza, sono risposte assolutamente legittime a un ambiente che appare tossico e non sicuro.
Hai fatto bene a porti delle domande e a cercare aiuto. Provo a darti qualche punto di orientamento:
La violenza, anche in ambito familiare, è un reato. Se tuo fratello ti ha messo le mani addosso, hai tutto il diritto di denunciare questi episodi alle autorità competenti. La denuncia può servire anche a tutelarti da ulteriori episodi e a mettere in moto una rete di protezione intorno a te.
Puoi e dovresti parlare con l’assistente sociale. L’assistente è lì per proteggere le persone fragili, come tuo padre, ma anche per tutelare chi, come te, vive una situazione familiare complessa e potenzialmente pericolosa. Esprimere le tue preoccupazioni non significa far finire tuo padre in una struttura automaticamente: ogni caso viene valutato con attenzione, e tu potresti essere parte attiva nella ricerca di soluzioni più equilibrate.
Non sei sola, e non devi sopportare tutto da sola. In questi casi, sarebbe importante anche cercare supporto psicologico per te, per aiutarti a gestire le emozioni, ritrovare lucidità e forza, e capire come agire nel modo più protettivo per te stessa.
Un legale o un centro antiviolenza potrebbero essere un riferimento importante. Possono darti indicazioni su come muoverti dal punto di vista legale e anche su eventuali misure cautelari o ordini di protezione.
Infine, voglio dirti una cosa fondamentale: hai il diritto di vivere in un ambiente sicuro, dove puoi respirare senza paura, senza vergogna, senza essere continuamente destabilizzata. La tua salute, il tuo equilibrio, il tuo futuro contano. E meritano tutta la protezione possibile.
Con rispetto e vicinanza,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Capisco quanto ti senta esasperata: vivere ogni giorno con le minacce e le intemperanze di tuo fratello è logorante e mina la serenità di tutta la famiglia. Per prima cosa, se temi per la vostra incolumità, non esitare a chiamare immediatamente le forze dell’ordine; la tutela della persona viene prima di tutto. Nel frattempo, prova a raccogliere ogni testimonianza di ciò che accade – un diario con date, orari e descrizioni, magari qualche messaggio o registrazione – perché servirà a chi indaga. Potresti valutare di sporgere querela o chiedere un ammonimento al Questore, strumenti previsti dalla legge per fermare sul nascere comportamenti violenti o persecutori. Allo stesso tempo, parlare con l’assistente sociale che già segue tuo padre può aprire la strada a un intervento di tutela – sia per lui che per te – e, se necessario, attivare l’amministrazione di sostegno per limitare l’accesso di tuo fratello alla casa o ad altri beni di famiglia. So bene che tutto questo può spaventare, soprattutto il timore di “mettere in difficoltà” tuo padre, ma rivolgersi a professionisti e istituzioni significa proprio garantire a entrambi un ambiente più sicuro. E a te, che stai sopportando un peso enorme, potrebbe far bene anche un breve percorso di supporto psicologico: un luogo protetto in cui scaricare la rabbia, imparare a gestire l’ansia e ritrovare un po’ di sollievo.
Gentile Paziente Anonimo,
il quadro che descrive è certamente preoccupante. Comprendo la frustrazione, il disgusto e anche le sue paure. Le situazioni che coinvolgono dinamiche familiari violente o destabilizzanti non andrebbero mai affrontate da soli, ed è importante che tutto questo trovi ascolto presso figure professionali competenti, come l’assistente sociale.
Capisco i suoi timori rispetto a cosa potrebbe accadere, ma ciò che sta vivendo già ora sembra molto faticoso e potenzialmente pericoloso per la sua salute e quella dei suoi familiari. Non specifica la sua età né la sua possibilità di occuparsi autonomamente di suo padre, ma, qualunque sia la sua condizione, la invito a non restare sola. Cercare aiuto è solo il primo, faticosissimo passo.
Un saluto
Dr.ssa Martina Podda
il quadro che descrive è certamente preoccupante. Comprendo la frustrazione, il disgusto e anche le sue paure. Le situazioni che coinvolgono dinamiche familiari violente o destabilizzanti non andrebbero mai affrontate da soli, ed è importante che tutto questo trovi ascolto presso figure professionali competenti, come l’assistente sociale.
Capisco i suoi timori rispetto a cosa potrebbe accadere, ma ciò che sta vivendo già ora sembra molto faticoso e potenzialmente pericoloso per la sua salute e quella dei suoi familiari. Non specifica la sua età né la sua possibilità di occuparsi autonomamente di suo padre, ma, qualunque sia la sua condizione, la invito a non restare sola. Cercare aiuto è solo il primo, faticosissimo passo.
Un saluto
Dr.ssa Martina Podda
La tua situazione trasmette un forte senso di esasperazione, dolore e stanchezza accumulati nel tempo. Convivere con una persona aggressiva, che non rispetta né la tua salute né il tuo spazio personale, può logorare profondamente, soprattutto se hai già dovuto reggere il peso della malattia di tuo padre e di una vita familiare complessa. È importante, prima di tutto, che tu riconosca il valore del tuo malessere: il disagio che provi è reale e legittimo e nessuno ha il diritto di minimizzarlo o ignorarlo.
Avere un fratello che agisce in modo immaturo, provocatorio e, in certi casi, violento non è una “normalità familiare” che devi continuare a sopportare. Il rispetto reciproco è la base minima della convivenza, anche tra fratelli. Quando viene meno e si arriva ad aggressioni fisiche o minacce, si supera una soglia che richiede un intervento. Non si tratta solo di “fare la denuncia” — che resta comunque un’opzione legittima se ti senti in pericolo — ma di creare intorno a te una rete di supporto reale e concreta.
Parlare con l’assistente sociale può essere un primo passo utile, non solo per segnalare i comportamenti di tuo fratello, ma anche per trovare insieme soluzioni pratiche che non implichino “perdere tutto” o che tuo padre venga trasferito senza il tuo consenso. L’assistente non è lì per punirti, ma per ascoltarti, valutare il contesto familiare e costruire, se possibile, un equilibrio più sano per tutti. Se tuo fratello approfitta del silenzio, è il silenzio che lo protegge: rompere questo meccanismo non significa “creare problemi” ma iniziare a proteggere te stessa e le persone più fragili intorno a te.
Prova anche a chiederti: qual è il tuo limite? Qual è il punto oltre il quale non vuoi più andare? A volte ci convinciamo che sopportare sia un segno di forza, ma in realtà la vera forza è dire “basta” quando ci si accorge che si sta vivendo in un contesto tossico e dannoso. Tu non sei responsabile del comportamento degli altri, ma puoi scegliere come reagire....
Avere un fratello che agisce in modo immaturo, provocatorio e, in certi casi, violento non è una “normalità familiare” che devi continuare a sopportare. Il rispetto reciproco è la base minima della convivenza, anche tra fratelli. Quando viene meno e si arriva ad aggressioni fisiche o minacce, si supera una soglia che richiede un intervento. Non si tratta solo di “fare la denuncia” — che resta comunque un’opzione legittima se ti senti in pericolo — ma di creare intorno a te una rete di supporto reale e concreta.
Parlare con l’assistente sociale può essere un primo passo utile, non solo per segnalare i comportamenti di tuo fratello, ma anche per trovare insieme soluzioni pratiche che non implichino “perdere tutto” o che tuo padre venga trasferito senza il tuo consenso. L’assistente non è lì per punirti, ma per ascoltarti, valutare il contesto familiare e costruire, se possibile, un equilibrio più sano per tutti. Se tuo fratello approfitta del silenzio, è il silenzio che lo protegge: rompere questo meccanismo non significa “creare problemi” ma iniziare a proteggere te stessa e le persone più fragili intorno a te.
Prova anche a chiederti: qual è il tuo limite? Qual è il punto oltre il quale non vuoi più andare? A volte ci convinciamo che sopportare sia un segno di forza, ma in realtà la vera forza è dire “basta” quando ci si accorge che si sta vivendo in un contesto tossico e dannoso. Tu non sei responsabile del comportamento degli altri, ma puoi scegliere come reagire....
Mi ha molto colpito la sua mail piena di sofferenza ma anche di determinazione. La situazione familiare e’ complessa e quando ci sono di mezzo i Servizi pubblici bisogna essere cauti. Come sta facendo Lei,del resto. Ho lavorato anni in un Servizio Sociale e conosco queste problematiche. Sono ottimista anche se ho sentito la sua sofferenza. Mi scriva pure. Grazie
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso la sua situazione. Leggendo con attenzione quanto ha raccontato, comprendo il forte disagio che sta vivendo.
Il contesto che descrive, fatto di minacce, aggressioni fisiche, dispetti continui e un ambiente familiare carico di tensioni, non è idoneo né sano.
In merito alle sue domande, lei ha il diritto di tutelarsi e tutelare la propria salute fisica e psicologica, pertanto può denunciare suo fratello qualora venga minacciata o subisca aggressioni.
Per quanto riguarda la figura dell'assistente sociale che segue suo padre, parlarne con lei può aiutarla a gestire la situazione, in quanto è lì anche per ascoltare e andare incontro alle esigenze della famiglia, non per "punire" chi segnala delle difficoltà.
Riguardo al timore che suo padre venga spostato in una struttura, solitamente i servizi sociali valutano con attenzione la situazione complessiva. Esporre il problema dell'aggressività di suo fratello non significa automaticamente che le verrà tolta la casa o che suo padre sarà allontanato senza il suo consenso.
Esporre quindi la situazione agli assistenti sociali e, se necessario, alle forze dell'ordine, può aiutarla ad avere maggiore tutela.
Inoltre, le ricordo che può rivolgersi al numero antiviolenza 1522, attivo 24 ore su 24, che offre supporto psicologico e legale.
Sul territorio sono presenti anche centri di ascolto contro la violenza domestica, che offrono aiuto gratuito e riservato, potrebbe trovare lì un ulteriore sostegno per affrontare la situazione.
Non deve restare da sola a sopportare tutto questo.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordialmente,
Dott.ssa Claudia Cappadonna
la ringrazio per aver condiviso la sua situazione. Leggendo con attenzione quanto ha raccontato, comprendo il forte disagio che sta vivendo.
Il contesto che descrive, fatto di minacce, aggressioni fisiche, dispetti continui e un ambiente familiare carico di tensioni, non è idoneo né sano.
In merito alle sue domande, lei ha il diritto di tutelarsi e tutelare la propria salute fisica e psicologica, pertanto può denunciare suo fratello qualora venga minacciata o subisca aggressioni.
Per quanto riguarda la figura dell'assistente sociale che segue suo padre, parlarne con lei può aiutarla a gestire la situazione, in quanto è lì anche per ascoltare e andare incontro alle esigenze della famiglia, non per "punire" chi segnala delle difficoltà.
Riguardo al timore che suo padre venga spostato in una struttura, solitamente i servizi sociali valutano con attenzione la situazione complessiva. Esporre il problema dell'aggressività di suo fratello non significa automaticamente che le verrà tolta la casa o che suo padre sarà allontanato senza il suo consenso.
Esporre quindi la situazione agli assistenti sociali e, se necessario, alle forze dell'ordine, può aiutarla ad avere maggiore tutela.
Inoltre, le ricordo che può rivolgersi al numero antiviolenza 1522, attivo 24 ore su 24, che offre supporto psicologico e legale.
Sul territorio sono presenti anche centri di ascolto contro la violenza domestica, che offrono aiuto gratuito e riservato, potrebbe trovare lì un ulteriore sostegno per affrontare la situazione.
Non deve restare da sola a sopportare tutto questo.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordialmente,
Dott.ssa Claudia Cappadonna
Buongiorno, mi dispiace per la sua situazione. La prima cosa da fare è sentire il riferimento di base del padre. Purtroppo le malattie neurovegetative sono complesse e possono modificare la personalità dei nostri cari. Parlando con il referente del papà sicuramente si troverà una soluzione. Purtroppo le malattie neurodegenerative ci mettono nella condizione di non "riconoscere " più il nostro caro, questo è tremendo. Ci fa male. Ci rende impotenti. Piangiamo e ci
lasciamo andare. Il consiglio è quello di farsi supportare da un collega. Se come dici tu è un Alzheimer giovanile
lasciamo andare. Il consiglio è quello di farsi supportare da un collega. Se come dici tu è un Alzheimer giovanile
Gentile
le consiglio vivamente di raccontare tutta questa situazione e il suo malessere e disagio all'Assistente Sociale, poichè saprà indirizzarla alla soluzione migliore da prendere in questi casi così delicati. Si affidi pure alla sua figura, vedrà che non se ne pentirà.
le consiglio vivamente di raccontare tutta questa situazione e il suo malessere e disagio all'Assistente Sociale, poichè saprà indirizzarla alla soluzione migliore da prendere in questi casi così delicati. Si affidi pure alla sua figura, vedrà che non se ne pentirà.
Ciao, la situazione che descrivi è molto pesante e comprendo il tuo disagio e la preoccupazione per la salute tua e di tuo padre. Quando ci sono minacce, violenze o comportamenti aggressivi come quelli del tuo fratello, è importante tutelare la sicurezza tua e della famiglia.
Denunciare può essere una strada valida, soprattutto se ci sono episodi di violenza fisica o minacce ripetute. È importante però farlo in modo consapevole, magari chiedendo prima un confronto con un avvocato o un servizio sociale per capire quali sono i tuoi diritti e quali possono essere le conseguenze.
Parlare con l’assistente sociale è una buona idea, perché loro possono valutare la situazione e aiutare a mettere in sicurezza tuo padre, offrendo supporto concreto. Riguardo alla paura di perdere l’assistenza o che tuo padre venga messo in una struttura, di solito l’obiettivo degli assistenti sociali è proprio quello di trovare soluzioni che garantiscano la sicurezza senza causare ulteriori danni.
Se ti senti sopraffatta dallo stress e dall’ansia per questa situazione, una terapia cognitivo-comportamentale può aiutarti a gestire meglio l’ansia e trovare strategie per affrontare questo momento difficile. Puoi valutarla sia in presenza sia online, per maggiore comodità.
Denunciare può essere una strada valida, soprattutto se ci sono episodi di violenza fisica o minacce ripetute. È importante però farlo in modo consapevole, magari chiedendo prima un confronto con un avvocato o un servizio sociale per capire quali sono i tuoi diritti e quali possono essere le conseguenze.
Parlare con l’assistente sociale è una buona idea, perché loro possono valutare la situazione e aiutare a mettere in sicurezza tuo padre, offrendo supporto concreto. Riguardo alla paura di perdere l’assistenza o che tuo padre venga messo in una struttura, di solito l’obiettivo degli assistenti sociali è proprio quello di trovare soluzioni che garantiscano la sicurezza senza causare ulteriori danni.
Se ti senti sopraffatta dallo stress e dall’ansia per questa situazione, una terapia cognitivo-comportamentale può aiutarti a gestire meglio l’ansia e trovare strategie per affrontare questo momento difficile. Puoi valutarla sia in presenza sia online, per maggiore comodità.
Gentile utente,
quello che descrive è una situazione molto delicata, che riguarda violenza, minacce e un clima familiare che da tempo supera i limiti della tollerabilità. Non si tratta di semplici “dispetti”, ma di comportamenti aggressivi che mettono a rischio il suo benessere fisico ed emotivo. È comprensibile che Lei sia stanca e spaventata, perché convivere con una persona instabile e violenta consuma energie e crea un senso costante di allerta.
Quando una persona mette le mani addosso, minaccia, provoca intenzionalmente danni o mette in pericolo la salute degli altri, parlare di denuncia non è un’esagerazione, ma una tutela. Anche rivolgersi all’assistente sociale non significa automaticamente “far togliere tutto” o rischiare che suo padre venga messo in struttura: l’assistente sociale ha il compito di proteggere le persone fragili, non di punire chi chiede aiuto. Parlarne potrebbe anzi essere il primo passo per mettere dei confini chiari e per responsabilizzare chi oggi approfitta della situazione, soprattutto se c’è un amministratore di sostegno.
Tenere tutto dentro, invece, permette a suo fratello di continuare senza conseguenze, mettendo a rischio la sua salute e quella di chi vive in casa. Lei non deve farsi carico da sola di una situazione che è diventata pericolosa; chiedere aiuto non è un fallimento, ma un atto di protezione verso se stessa e verso suo padre.
Se sente che la violenza può ripetersi o peggiorare, la strada della denuncia o del coinvolgimento dei servizi sociali è un’opzione concreta da valutare. Nessuno dovrebbe vivere con la paura o con il terrore dei comportamenti di un familiare.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
quello che descrive è una situazione molto delicata, che riguarda violenza, minacce e un clima familiare che da tempo supera i limiti della tollerabilità. Non si tratta di semplici “dispetti”, ma di comportamenti aggressivi che mettono a rischio il suo benessere fisico ed emotivo. È comprensibile che Lei sia stanca e spaventata, perché convivere con una persona instabile e violenta consuma energie e crea un senso costante di allerta.
Quando una persona mette le mani addosso, minaccia, provoca intenzionalmente danni o mette in pericolo la salute degli altri, parlare di denuncia non è un’esagerazione, ma una tutela. Anche rivolgersi all’assistente sociale non significa automaticamente “far togliere tutto” o rischiare che suo padre venga messo in struttura: l’assistente sociale ha il compito di proteggere le persone fragili, non di punire chi chiede aiuto. Parlarne potrebbe anzi essere il primo passo per mettere dei confini chiari e per responsabilizzare chi oggi approfitta della situazione, soprattutto se c’è un amministratore di sostegno.
Tenere tutto dentro, invece, permette a suo fratello di continuare senza conseguenze, mettendo a rischio la sua salute e quella di chi vive in casa. Lei non deve farsi carico da sola di una situazione che è diventata pericolosa; chiedere aiuto non è un fallimento, ma un atto di protezione verso se stessa e verso suo padre.
Se sente che la violenza può ripetersi o peggiorare, la strada della denuncia o del coinvolgimento dei servizi sociali è un’opzione concreta da valutare. Nessuno dovrebbe vivere con la paura o con il terrore dei comportamenti di un familiare.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
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