gentili tutti, provo qui a sintetizzare la mia storia sperando nel vostro aiuto. ho 34 anni e no

18 risposte
gentili tutti,
provo qui a sintetizzare la mia storia sperando nel vostro aiuto.
ho 34 anni e non riesco a terminare il mio percorso universitario. Un ultimo esame e la tesi, eppure mi ritrovo da anni impegnata in una folle corsa sul posto che non mi porta da nessuna parte; come se fossi paralizzata dal senso di colpa nei confronti dei miei genitori che hanno finanziato questo percorso e dalla vergogna di "non esser ancora", di non riuscire a definirmi ai loro occhi.
Procrastino lo studio, non sentendomi mai abbastanza e inevitabilmente rimando la vita, perseverando in una situazione che non è più mia.
In tutti questi anni ho vissuto al minimo, ho evitato socialità, relazioni ed esperienze, finanche esperienze lavorative affini agli studi non sentendomi mai all'altezza e meritevole, non ritenendomi preparata.
"Prima lo studio, poi tutto il resto" è stato da sempre il motto della me bambina da cui non sono mai riuscita ad affrancarmi;
E cos'è successo in questi anni ? con lo studio in stallo, la vita l'ho sempre rimandata.
Poi un lutto molto forte nei mesi scorsi: la perdita del mio ex fidanzato definibile senza retorica "il grande amore" ed amico da sempre; un dolore solitario in verità, spaventoso e dolce al tempo stesso.
Ho trovato un pò di coraggio mossa dalla disperazione e dalla paura; ho comprato la bici tutta mia che non avevo mai avuto prima, ho accettato un lavoro mal pagato ma in linea con gli studi.
Vista da fuori, sul lavoro, ero disponibile ed entusiasta: nessuno sapeva; in solitaria senza forza e volontà, incline al pianto ed alla malinconia.
In sottofondo il pensiero martellante di aver perso tempo, di aver evitato la vita e gli affetti ( quell'affetto oramai perso, sopra ogni cosa), di aver finto indipendenza emotiva, solo per paura di mostrarmi nella mia realtà imperfetta.

Da qualche settimana però la vita mi ha sorpreso: il mio cuore trova sollievo in un incontro inaspettato. Ho pensato che se il bene di chi ci lascia continua a perpetuarsi nel presente, credo proprio che l'amore somigli ad una staffetta; sono grata ed incredula al tempo stesso.
Ho trovato anche un nuovo lavoro che mi consente almeno per un po' di sognare un'indipendenza forse reale.
Eppure temo di ricadere nei meccanismi a me noti, che mi irrigidiscono nel dovere senza che però riesca a smuovere un dito, sul sottofondo ridondante di "Prima lo studio, poi tutto il resto" e che mi porterebbero a sabotare una relazione non ritenendomi all'altezza
Vorrei riuscire ad esser coraggiosa smettendo di concepire il malessere che questa situazione mi crea come trascurabile ed agire per la sua risoluzione.
Grazie per aver letto fin qui, farò tesoro dei vostri consigli.
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Sarebbe utile capire anche l'origine ed i fattori che mantengono questi evitamenti e la procrastinazione al fine di sostituirle con strategie più funzionali.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Nel testo che ha scritto c'è una complessità che andrebbe trattata in altra sede. Ad ogni modo sappiamo che ha 34 anni, non riesce a dare l'ultimo esame e la tesi di laurea, ha subito una perdita molto importante, ha rimandato la "vita" a dopo la laurea e ha incontrato una persona che le ha restituito un po' di speranza a parziale compensazione dei suoi vissuti malinconici e del senso di solitudine. E' giovane e non è assolutamente condannata alla sofferenza, ritengo che con una psicoterapia appropriata possa trovare un senso ai suoi vissuti e diventare protagonista della sua vita non rimandando più il piacere che dovrebbe ricavare anche dalle relazioni sociali. Alessandro Terlizzi
Mi dispiace molto per la situazione che ha vissuto e sta vivendo. Corre follemente, ma in realtà si sente ferma come se non raggiungesse gli obiettivi. In realtà qualcosa intorno a lei si sta muovendo: le manca solo un esame e la tesi, ha trovato una nuova persona che le piace, ha comprato una bici e ha trovato un nuovo lavoro. Per quello che racconta, io il coraggio lo vedo. Se vuole liberarsi da questo senso di malessere e togliere la paura che ha di poter cadere in meccanismi già vissuti, può intraprendere un percorso personale che la potrebbe aiutare.

Un caro saluto Elisabetta
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Cara utente, quando si soffre per lunghi periodi, quando il sottofondo musicale della nostra vita è sempre una frase disfunzionale ci si sente quasi condannati alla sofferenza.
Tuttavia, come ha visto della sua esperienza nessuna situazione rimane imperturbabile e immutabile per sempre.
Le sue paure sono assolutamente comprensibili vista anche la sua storia.
Uno spazio di riflessione con uno psicologo/psicoterapeuta la potrebbe aiutare a comprendere meglio i suoi pensieri, le paure sottostanti al suo bisogno di procrastinare tutto, ma anche semplicemente per una migliore comprensione di sè.
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera, dalle sue parole trapela tristezza, ma anche tanta tenerezza. Probabilmente l' aver vissuto una vita emotiva ed esperienziale in "solitaria", l' ha portata a vivere molti dolori e fratture in solitudine. Forse non voleva essere di peso o preferendo fare tutto in maniera indipendente, consapevole o meno. E' stata comunque molto coraggiosa a parlarne qua, ma le consiglio di portare avanti questa sua voglia di comprendere meglio certe dinamiche, cercando un professionista con cui poterle affrontare.
Rimango a sua disposizione,
dott.ssa Angela Peronace.
Buonsaera, da quello che leggo ho capito che lei nonostante il suo dolore abbia ripreso in mano la sua vita e sia riuscita ad avere nuovi legami e relazioni.
Potrebbe essere opportuno iniziare un percorso terapeutico per conoscere meglio perchè c'è questa difficoltà a arrivare al traguardo.
Resto a sua disposizione.
Dott.ssa Rossella Sorce
Gentile utente, il timore di ricadere in vecchi meccanismi si può contrastare solo con la consapevolezza di ciò che si nasconde dietro di essi: quali bisogni, quali vulnerabilità e quali aspetti di sé vengono protetti dalla rigidità e dalla procrastinazione? Questo non la solleverà una volta per tutte dal rischio di metterli in atto, soprattutto perché - per quanto forieri di sofferenza - fino a questo momento sono stati funzionali a difenderla da rischi peggiori, di cui può non essere consapevole. Illuminare "la stanza buia" dalla quale emergono i nostri meccanismi difensivi ci permette di smettere di subirli passivamente, e poter finalmente scegliere. Le consiglio di dedicarsi un percorso psicoterapeutico, all'interno del quale esplorare i suoi vissuti, il suo senso di colpa, l'angosciante sensazione di correre sul posto, ma anche le sue risorse, i punti di forza su cui può contare per sentirsi preparata ad affrontare gli inevitabili sali-scendi della vita. Dott.ssa Jessica Maranza
Prima lo studio e poi tutto il resto.... credo che il bisogno di fiorire per quello che sei stia arrivando, il momento in cui non essere un tutt'uno con quello che i tuoi genitori dicono di dover fare o come esprimerti in questa "tua" vita. Può creare ansia andare contro quella sensazione di dover accontentarli, ma amare non vuol dire "non ragionare con la propria testa" o precludersi la possibilità di essere entusiasti per le proprie scelte meravigliosamente imperfette. Continua a camminare!
Buonasera, condivido il suggerimento di un percorso/supporto psicologico. Soprattutto adesso che le cose si stanno "muovendo", può essere molto utile, per liberare ulteriori energie tuttora imbrigliate da angosce ed insicurezze, avere un proprio setting, cioè un proprio spazio mentale in cui poter riflettere, ad esempio su quanto da lei riferitoci. Aggiungerei inoltre che essendo il nostro un lavoro basato sull'empatia (o cosi almeno ci si augura), mentre la leggevo mi ha fatto venire in mente alcune figure "transizionali del passato", come ad esempio non solo i genitori, ma un'insegnante, un allenatore, uno zio, ecc., che mi hanno spinto ad evolvere, pertanto come suggerimento da offrirle tra i tanti opportunamente già indicati, le consiglierei appunto una figura "transizionale" che può essere rappresentata da uno psicologo o uno psicoterapeuta..
Carissima,
lei ha scritto una poesia! Tante le sue consapevolezze ma ancora troppe le fragilità… Chissà se in fondo la felicità non possa spaventarci a volte…?
La invito a valutare un percorso di psicoterapia, c’è tanto da indagare nel suo racconto.
Sono a disposizione se lo desidera.
Le faccio i miei migliori auguri.
Cordialmente,
Dott.ssa Zena Ballico
Carissima a volte essere intrecciati costantemente al malessere è un modo di vivere che termina solo quando c'è qualcosa di forte, come per lei è stato il lutto del suo caro amico o anche quando ci si stanca davvero... quando si riesce a focalizzarsi e a lasciarsi motivare da una forza più vitale e saggia che è nell'anima di ciascuno di noi. Per questo però sono convinta la possa aiutare un percorso terapeutico perché fare un cammino in due è consolante e di aiuto, e forse ne è convinta anche lei visto che ci scrive. Un caro saluto Margherita Biavati
Buongiorno! Mi spiace per quello che sta vivendo. Forse potrebbe essere il momento di riflettere su cosa c'è sotto questo blocco e malessere che sente. La invito anche a riflettere su quante risorse lei abbia! Un percorso potrebbe aiutarla a fare chiarezza e a poter utilizzare le risorse nel miglior modo possibile per lei! A disposizione, Federica Curci
Salve Lei ha un età nella quale può fare tutto sicuramente un percorso con un professionista l'aiuterebbe a districare un po' di nodi.. Nodi che la tengono bloccata. Una materia è la tesi bene prenda i libri in mano e senza pensare tropo alfatto di essere preparata o meno di essere all altezza o meno vada a sostenere l esame vada come vada intanto scelga un prof e un argomento e decida su cosa fare la tesi non stia a pensarci faccia e basta. Non si veda ferma come in una palude dove più sta ferma più l Acqua ristagna ma s immagini come un fiume che corre verso la grandezza del mare. Non perda tempo a sembrare forte e indipendente si mostri senza timore con le sue fragilità se Chi ha intorno comprende bene altrimenti pazienza. Come ho detto un sostegno psicologico le permetterebbe di affrontare meglio la sua situazione in modo che possa nel frattempo anche elaborare i dolori della sua vita.
Le auguro il meglio
Dott. Ssa Giangreco
Gentile utente, la ringrazio per questo racconto in cui si è messa a nudo. Proprio dalle sue parole trapelano la sua capacità di introspezione e le sue consapevolezze. Descrive un sentirsi "non abbastanza", le vorrei chiedere non abbastanza per chi o per cosa ?
Parla anche di un dovere interno importante con il suo motto "prima di tutto lo studio", che continua a essere incalzante. Di chi era questo motto nella sua famiglia? Perchè ha deciso di aderirvi fin da piccola? Un percorso terapeutico la aiuterebbe a comprendere il suo malessere, quali radici ha e come adesso può affrontarlo con il coraggio che lei ha, ma ancora non sa di avere. Quali permessi può dare adesso a se stessa?
Le faccio un grande in bocca al lupo!
Un caro saluto
Dott. Nesci
Salve, intanto la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, ogni sintomo è collegato e nasce all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. Quello che le posso dire è che trovare il coraggio in realtà significa fare una vera scelta su di sé, cioè prendere sul serio ciò che le accade. La direzione lei l'ha già intravista, ovvero farsi accompagnare in questo momento difficile da uno psicologo/a.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
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Buongiorno. Ho letto con attenzione quello che ha scritto. Ha usato due parole a me molto care: "coraggio" ed "agire". Da quello che ho capito, lei ha la tendenza a farsi troppe domande, sperando di trovare delle risposte che le possano chiarire "cosa ne sarà di lei". Il risultato è che rimane bloccata. Vorrebbe agire, ma sta cercando la via sicura per non fallire. E noi questa certezza, la certezza del successo, non la possiamo avere. Quindi il mio consiglio è di agire subito, senza stare a pensare su cosa è stato o su cosa sarà. Prima agisca, faccia quello che si sente di fare, e poi vedrà cosa accade, senza cercare le risposte prima del tempo. Per quanto riguarda il "coraggio"... il coraggio non esiste di per sé. E' quando affrontiamo le nostre paure, le nostre incertezze sul futuro, le nostre debolezze che allora ci trasformiamo in persone coraggiose. "La paura, se affrontata, si trasforma in coraggio". Se ha bisogno, mi contatti
Buona sera, mi dispiace per la condizione in cui riversa. Nella vita, ogni studente può trovarsi ad attraversare un particolare momento nel quale può sperimentare una perdita di interesse per lo studio, a volte addirittura una sensazione di avversione fino alla nausea, difficoltà di concentrazione e distrazioni frequenti che portano a mettere in atto infinite procrastinazioni. Spesso inizia con mancanza di voglia e con la sensazione di non riuscire a memorizzare neppure i concetti più semplici, obbligando a leggere più e più volte le stesse righe nel tentativo di capirci qualcosa. Questa particolare condizione prende il nome di blocco dello studente, che nel suo caso mi sembra connesso a qualcosa di più profondo. Purtroppo al giorno d’oggi ci troviamo a pensare di dover fare le cose bene e in fretta, in modo da soddisfare le aspettative di chi ci sta vicini e della società. Avere difficoltà o attraversare periodi difficili è vissuto con ansia e paura in quanto si ha la sensazione che ciò non sia ammesso. Questa condizione causa molta ansia e stress e può innescare un circolo vizioso che si allarga, se non si ferma a riflettere ed analizzare, a macchia d'olio ad altre sfere della vita.
Cordialmente Dott.ssa Giovannina Marasco

Gentile utente, questa è forse la prima volta in cui si trova a non rispettare la sua personale regola del "Prima lo studio, poi tutto il resto" e la paura di ricadere in vecchi schemi, sacrificando quel "tutto il resto", che è la vita, è naturale in certe situazioni.
Potrebbe iniziare a chiedersi come mai l'autosabotaggio (che teme tutt'oggi) è lì a infastidirla, che succederebbe se lei riuscisse a laurearsi e trovare un lavoro che la rende indipendente? Cosa perderebbe della situazione in cui si trova oggi?
Scrive che vorrebbe essere coraggiosa ma da quel che leggo lei lo è, per cui se questa situazione e queste scelte di vita le procurano un forte disagio le consiglio di iniziare a lavorare su di sé, con l'aiuto di un professionista, per cercare di considerare certi interrogativi con diversi punti di vista.
La saluto cordialmente.

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