Gentili Dottori, ho una domanda che riguarda l’orientamento sessuale. Faccio una piccola premessa: h

3 risposte
Gentili Dottori, ho una domanda che riguarda l’orientamento sessuale. Le mie fantasie sono sempre state piuttosto variegate e hanno spesso compreso anche persone di sesso femminile, ma mai reali. Erano sempre figure “inventate”, così come, in buona parte dei casi, le persone di sesso maschile. Intorno ai 20 anni, un pensiero mi è balenato nella mente: e se questa presenza di fantasie ANCHE riguardanti donne volesse dire che sono omosessuale? Il pensiero mi ha toccata varie volte nel corso degli anni, ma sono sempre riuscita ad allontanarlo. Infatti, non mi sento omosessuale. O meglio, ho sempre trovato attraenti alcune figure femminili (attrici, modelle, gente in qualche modo “non reale”) ma nella realtà non ho mai sentito il bisogno né la voglia di esplorare e avere rapporti reali con donne. Anzi, tutte le mie relazioni sono state con uomini e quando immagino una relazione la immagino con un uomo. Poi è arrivata la pandemia, è arrivato il consumo compulsivo di contenuti social, e ho cominciato a interrogarmi e a pensarci sempre di più. Ho messo in discussione il mio aspetto (forse la mia preferenza per abiti comodi e dal taglio androgino può derivare da un orientamento represso?), le mie amicizie, le mie preferenze. Ho cominciato a controllarmi ossessivamente. Noto subito se l’apparizione di una donna attraente, su schermo o per strada, suscita in me qualche reazione, tanto che sento di non riuscire più a distinguere una semplice “attestazione” da una reazione di attrazione. Mi è capitato recentemente e ci ho pensato per giorni: ho semplicemente trovato quella ragazza ben vestita o ero attratta da lei? I social, con la proliferazione di etichette e definizioni, che a volte trovo appiattenti, mi ha confusa maggiormente. Continuo a leggere commenti di persone che sembrano farla molto semplice e che invitano a provare, a sperimentare, e mi sento frustrata: ho un ragazzo, non ho intenzione di sperimentare niente, né ora né, credo, nel prossimo futuro. Questo significa che rimarrò per sempre con il dubbio? E rimanere con il dubbio inficerà la mia vita sessuale negli anni? Quello che vorrei è avere gli strumenti per capire se questo mio dubbio proviene da una spinta reale o se mi sto facendo condizionare dall’esterno, come spesso, purtroppo, mi accade. Questa situazione mi provoca disagio, soprattutto nel rapporto con le altre donne. Ho il terrore di potermi scoprire attratta da una di loro o scoprire qualcuna di loro attratta da me, e questo mi impedisce di fare amicizia. Inoltre, vedo sempre più ragazze che si “aprono” a questo tipo di esperienze e di orientamento e sono sicure di sé e la prendono come se nulla fosse e mi domando: ma se davvero non provassi mai un’esperienza omosessuale, mi mancherebbe qualcosa? Sapreste darmi un parere in merito? Sto già seguendo un percorso di psicoterapia che mi sta aiutando a liberarmi un po’ alla volta proprio dalla tendenza a costruire me stessa su stimoli esterni, ma di questo ancora non riesco a parlare. Un’opinione in merito potrebbe aiutarmi. Vi ringrazio.
Sarebbe utile capire da quanto tempo stia seguendo un percorso di psicoterapia e il motivo per cui non riesca a parlarne la/il sua/a terapeuta. Premesso che le fantasie sessuali possono essere varie (e includere anche il suo stesso genere sessuale), mi permetto di farle notare che l’elemento fondamentale su cui lavorare è insito nella sua domanda: IL DUBBIO e non solo in merito all’orientamento sessuale.

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Salve, l'orientamento sessuale è slegato dall'abbigliamento o dalle preferenze estetiche/di stile e non è qualcosa di così stabilito e fisso. Avere delle fantasie non la rende omo/bisessuale, come l'attrazione per il suo genere non è automaticamente legata al desiderio di provare davvero l'esperienza. Le consiglio di parlarne in terapia. In ogni caso, se volesse sperimentare non ci vedrei niente di male, come anche nel caso contrario. Se vuole approfondire, può scrivermi.
Buongiorno, può avere un'espressione di genere (vestiti, preferenze, modo di camminare, estetica etc ) tendente al maschile, ma questo non fa di lei necessariamente omo/bisessuale.
Le fantasie sono un qualcosa di slegato dal desiderio, ossia con desiderio definiamo quello che vogliamo realmente raggiungere, mentre la fantasia può restare un qualcosa di semplicemente mentale. La sento angosciata dalle sue fantasie, invece ritengo che dovrebbero essere un qualcosa di giocoso da accogliere con piacere, che esse siano solo mentali o che si trasformino in qualcosa di reale poi.
Se una fantasia non prevede danno a nessuno, non può essere considerata malevola, quindi le consiglierei di lavorare in terapia sul perchè lei senta così il bisogno di controllare questo tipo di pensieri.
Una volta che si legittimerà nel poter pensare liberamente si sentirà sicuramente meglio. Questo non prevede necessariamente che poi dovrà attuare per forza questa fantasia e che se non lo farà le mancherà qualcosa nella vita.
ES: un esempio facile per capire meglio: posso fare la fantasia di vivere a New York ed essere una donna di città anche mentre vivo in collina. Non provare mai a vivere in città renderebbe la mia vita meno degna? e se provassi solo per una breve esperienza la città, vorrebbe dire che non mi piace più la collina?

La vita non è tutto bianco o nero, ci sono molte sfumature e le fantasie ricordano proprio la creatività della nostra mente
Ne parli con il suo terapeuta e se ha bisogno mi dica pure.

In bocca al lupo

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