Gentili Dottori,ho trascorso un'infanzia felice circondata dalla famiglia e amici.Nell'estate succes

18 risposte
Gentili Dottori,ho trascorso un'infanzia felice circondata dalla famiglia e amici.Nell'estate successiva alla terza superiore,durante una vacanza studio all'estero, la prima trascorsa senza la mia famiglia,ho avuto il mio primo attacco di panico.;ho poi vissuto settimane successive di vacanza in uno stato di profonda ansia/angoscia e pensieri riguardanti il senso della vita e l'ineluttabilità della morte.Rientrata a casa la situazione non è tornata subito alla normalità come speravo,ma solo dopo alcuni mesi di frequenza scolastica (la scuola mi è sempre piaciuto molto).Sono stata bene, felice, per i 2 anni successivi.Nell'estate della maturità, a seguito di una piccola delusione sentimentale, sono ricaduta negli attacchi di panico e nel senso di vuoto e angoscia.Con l'inizio dell'università le cose sono andate meglio,con un andamento fluttuante,per cui mi sono rivolta ad uno psichiatra che mi ha prescritto paroxetina,che ho assunto per circa due anni,sulla base di una diagnosi di disturbo d'ansia generalizzata.Sono di fatto stata meglio,anche se,riflettendoci ora,mi sembra che le emozioni vere e spontanee non siano mai davvero tornate.Ma ho condotto comunque una vita universitaria piena,senza negarmi uscite o feste,studiando con buon profitto e creandomi un buon gruppo di amici. L'ansia/angoscia/distacco dalle emozioni si è ripresentata al termine dell'università,mi sono quindi rivolta a una psichiatra specializzata in disturbi dell'umore che mi ha diagnosticato una distimia,giudicata lieve,e mi ha consigliato un percorso di psicoterapia;di fatto questo è durato pochi mesi, perché,e me ne rendo conto ora,non avevo nessuna fiducia o desiderio di investirci del tempo,anzi aumentava il mio senso di irritazione. Con l'inizio del lavoro le cose sono poi andate progressivamente migliorando.
Oggi a 31 anni,con il mio ragazzo da 10 anni,in attesa del nostro primo bambino,mi sento sprofondare in un baratro.È come se all'improvviso aver vissuto così tutti questi anni non avesse avuto senso.Mi sento un'automa o come se fossi congelata.Non provo più nessuna emozione,se non una profonda angoscia con crisi di pianto.Non ho nessun interesse verso nulla,non desidero fare nulla.Ho già un appuntamento con uno psichiatra per capire come intervenire dal punto di vista farmacologico.Però quello che davvero non sopporto,la mia paura più grande,è il senso di distacco verso questo bambino che ho tanto desiderato e immaginato.Ho paura di non riuscire a provare più sentimenti umani e da madre.Sono sinceramente disperata,confusa e non riesco a ragionare con lucidità.Per questo vi chiedo per favore di avere intanto la pazienza e la gentilezza di leggere tutto questo lungo testo e poi di indicarmi,con tutti i limiti di un consulto online, dov'è la luce in fondo a questo tunnel.se magari avete avuto pazienti con storie simili.se esiste una psicoterapia migliore di un'altra.io non posso rassegnarmi a vivere tutta la vita così e sono disposta davvero a fare qualsiasi cosa. Grazie
Salve, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi dispiace per le difficoltà che sta avendo, ma non demorda. Datasi la complessità della situazione la invito a intraprendere un nuovo percorso psicologico per elaborare il suo vissuto emotivo.
Inoltre, stia tranquilla per la terapia, non esiste un percorso psicologico migliore di un altro, l’unica cosa che conta veramente è che lei si senta a suo agio. Spero di esserle stato d'aiuto.
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Gentile Signora se scrive su questo sito sicuramente avrà già valutato la possibilità di contattare uno psicoterapeuta. Sulla base delle sue indicazioni sembra che questa possibilità potrebbe esserle utile. Le rammento che prima di parlare di una psicoterapia si deve valutare la sua situazione e solo successivamente si può concordare cosa eventualmente fare. Sicuramente su questo sito potrà trovare uno specialista qualificato da contattare che le offre le dovute garanzie di capacità professionalità che sono fondamentali in questo settore. Per il resto quello che conta è quanto sarete in grado di lavorare sui temi che concorderete. Un cordiale saluto
Salve. Nella mia esperienza, lavorando sulla percezione e sensazioni corporee con micromovimenti che vanno a stimolare vissuti emotivi, sul rispetto di sé, si può entrare nella dimensione della fiducia in se stessi con recupero della parte istintiva che può aiutare a liberarsi dai meccanismi difensivi che provocano i sintomi che descrive. Sintomi che vanno compresi, per chiarire a cosa sono funzionali. Come giustamente sottolineano i miei colleghi, non esiste la terapia migliore ma la terapia che si sente buona per sé. Distinti saluti
Sono d'accordo con chi le ha detto che non esiste un percorso migliore di un altro, aggiungo un pezzo...non abbandoni la terapia alla prima frizione con il suo o la sua terapeuta ma si sforzi di condividerle, se non si scappa la psicoterapia aiuta veramente a stare bene
Buongiorno intanto complimenti per il coraggio e la scelta di condividere il tuo vissuto. Vedo che hai ricevuto già delle valide risposte.
Credo che in questo momento tu stia attraversando un momento delicato che è proprio la gravidanza. Questo periodo per la donna crea dei bruschi cambiamenti ormonali ed emotivi. Le paure di cui parli possono essere comuni a molte donne, in alcune più amplificate a seconda della propria storia personale.
Ho letto che hai contattato uno psichiatra per la parte farmacologica e hai fatto bene, valuta di individuare uno psicoterapeuta per il supporto psicologico. Come hanno detto anche altri colleghi non esiste un approccio migliore di un altro, ma quello che conta è la relazione e il rapporto di fiducia reciproco.
Ti consiglio quindi di individuare una persona che reputi di fiducia ed intraprendere con lei un percorso.
Io lavoro sia online che in presenza, sono una sostenitrice del lavoro in presenza, ma comprendo che in alcune situazioni sia più semplice gestire la terapia online.
Qualsiasi cosa deciderai in bocca al lupo per il tuo percorso e un caro abbraccio di vicinanza e conforto!
Buongiorno Signora, mi spiace molto per la situazione di dolore e sofferenza che sta attraversando.
La transizione alla genitorialità è sicuramente uno snodo complesso e faticoso nel percorso di vita di una persona, che richiede un tempo.
La sua disponibilità a chiedere aiuto nei momenti di difficoltà rappresenta un elemento di risorsa ed un buon punto di partenza per poter affrontare questo delicato passaggio.
Non esiste una psicoterapia meglio di un'altra, gli studi dimostrano che il fattore di cura più importante è la relazione terapeutica. Oltre ad intraprendere un percorso psicoterapeutico ed a valutare l'opportunità di una eventuale terapia farmacologica, proverei a coinvolgere anche i professionisti che la stanno seguendo durante la gravidanza nonché a coinvolgere anche i familiari. Non affronti tutto da sola. Saluti
Buongiorno, capisco il suo turbamento in un momento di vita complesso che può far riaffiorare vecchie questioni mai risolte del tutto.
Scelga uno psicoterapeuta che possa farla sentire compresa, indipendentemente dall’orientamento.
Buona fortuna, un abbraccio.
Giada Bruni
Buongiorno, mi viene subito da tranquillizzarla sul fatto che in tanti vivono queste sensazioni e che non è sola. Tuttavia, le consiglio vivamente di intraprendere un percorso di psicoterapia per capire le motivazioni nascoste di questa ansia e che si stanno amplificando ora che sta per diventare mamma. Si trovi del tempo per se stessa e inizi un percorso, insieme al suo terapeuta troverete la strada per ritrovare se stessa. Ci vuole un po’ di pazienza perché il percorso richiederà un po’ di tempo, però ne assicuro che ne vale la pena.
Un caro abbraccio
Dott. Ssa V. Barucci
Buon giorno, grazie di aver condiviso la sua storia, un percorso caratterizzato da blocchi e ripartenze. Mi colpisce la forza con la quale nei momenti difficili ha chiesto aiuto ed ha provato a rialzarsi, andando avanti e cercando una strada. Mi colpisce che il primo attacco di panico sia arrivato in un momento di indipendenza e di svincolo dal sistema familiare, caloroso ed accogliente, come lei lo descrive. Mi è capitato spesso di avere in Psicoterapia ragazze, o giovani donne, che rimanevano bloccate proprio nel momento di uscire da una casa calda che aveva dato loro amore e sicurezza. Questo passaggio nella vita di ogni persona è comunque un evento importante e significativo. Ora che sta per diventare mamma, tutto di nuovo è congelato e le emozioni sono bloccate e bloccano anche lei. Ora più che mai è arrivato il momento di lavorare su di se e di rimettersi al centro, è arrivato il momento di capire insieme ad uno specialista cosa sta accadendo e come poterne uscire al meglio per lei e per il suo nuovo ruolo. Le auguro di trovare uno Psicoterapeuta che non sia solo specializzato ma che la guidi alla fine di un percorso dove possa trovare quel calore e quella serenità di un passato lontano. Provi a cercare uno Psicoterapeuta di orientamento sistemico relazionale. Se desidera un chiarimento io sono disponibile , un caro abbraccio. Dott.ssa Francesca Romana Manni
Cara utente,
conosco bene il problema che porta e soprattutto i risvolti che può avere. Con il mio gruppo di lavoro abbiamo per anni analizzato casi e studiato la Depressione Post-Partum, il Baby Blues e l'avversione verso il figlio.
Sono questioni delicate che coinvolgono 2 persone: la mamma che non sta bene e il futuro del bambino.
E oramai è noto a tutti, quanto siano importanti le primitive relazioni di attaccamento e quanto condizionino la vita futura del nuovo nato.
Tutto questo non per spaventarla, ma per darle le informazioni di cui ha bisogno per prendere in mano il problema e risolverlo.
Ha assolutamente bisogno di iniziare un percorso psicoterapeutico e di investire in esso, di farlo con motivazione e impegno.
Deve trovare l'origine di questa ansia e non permettere che sia invalidante nel suo presente.
Come sottolineavano i miei colleghi, deve trovare un terapeuta che le ispiri fiducia e con cui stabilire una buona alleanza.
Che altro dire, forse la cosa più banale, ma che spesso si dimentica di sottolineare e che la persona che sta vivendo questo tormento ha bisogno di sapere e cioè che da tutto questo se ne esce, basta solo fare i passi giusti con impegno ed informazioni corrette. In bocca al lupo.
Buongiorno sicuramente in questo testo ha fatto un quadro esaustivo delle sue problematiche anche con lucidità mi sembra! Sta per vivere un momento molto bello della sua vita con la nascita del suo bambino ma che può diventare anche terrificante se non gestito bene. Il sostegno farmacologico è importante ma non risolutivo.. Le consiglierei di rivolgersi a uno psicoterapeuta per un supporto alla genitorialita'! Cordiali saluti dr Fabio Bruno
Buongiorno, grazie per la condivisione di questi vissuti. Sono d'accordo con i colleghi, in questo momento delicato del ciclo di vita può essere importante un percorso di supporto psicologico per sciogliere nodi che probabilmente sono rimasti irrisolti e che in una fase di grandi cambiamenti sembrano essersi riattivati in modo molto forte.
Mi colpisce la differenza netta tra la sua presentazione, in cui scrive subito "ho trascorso un'infanzia felice circondata dalla famiglia e amici", e tutto ciò che descrive dopo, come se avesse subito un taglio brusco e netto che nello scorrere della vita quotidiana non ha più avuto modo di fermarsi a ricucire. Forse è arrivato il momento di prendersene cura, anche grazie all'arrivo di questo bambino tanto desiderato.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Alessandra Montalto
Gentilissima lei sta attraversando un momento piuttosto delicato e le consiglierei di intraprendere con fiducia un nuovo percorso psicoterapeutico compreso, se necessario, un sostegno farmacologico. Gli approcci psicoterapeutici non sono tutti uguali importante è trovarsi bene con lo psicoterapeuta ed io per la sua problematica consiglierei una psicoterapia del profondo.
Cordiali saluti
Carissima,
La sua domanda chiarisce quali siano i punti su cui lavorare. Le consiglio di rivolgere la sua domanda ad un collega che si occupi del profondo. Poter dispiegare e comprendere meglio la sua domanda, la premura di puntualizzare un' infanzia felice, potrebbe aiutarla a non aver timore di avvicinarsi al suo mondo emotivo che ora appare silente. Si dia la possibilità di rappresentare ciò che non riesce a sentire.
Restando disponibile per ulteriori chiarimenti le auguro di poter lavorare per poter vivere al meglio questo periodo delicato.
Cordialmente, PZ
Gentile utente,
mi sembra di comprendere dalle sue parole che il conflitto rispetto a i suoi desideri, i suoi sentimenti e ciò che dovrebbe desiderare o provare è molto acceso in questo momento e ciò la tiene in scacco. Dato che si sente in difficoltà e si rivolge a noi chiedendo un parere, ritengo che sarebbe importante per lei intraprendere un percorso di psicoterapia (non ci sono approcci migliori di altri) che la possa aiutare ad accettare se stessa e di conseguenza il nascituro.
Non aspetti altro tempo e si faccia aiutare in questa fase così delicata. Un cordiale saluto. Dott.ssa Georgia Silvi
Buonasera, sembra che il suo malessere si presenti ogni volta che deve affrontare una separazione; sicuramente non c'è separazione più grande del parto, probabilmente è per questo che oggi la sua mente e il suo corpo si proteggono impedendole di sentire emozioni. La sua paura però riesce a sentirla e può farsi guidare da essa per intraprendere un percorso psicologico che possa aiutarla ad andare in profondità rispetto alla sua angoscia per la separazione in modo da comprenderne l'origine e lavorarci.
Al di là del fatto che non è possibile dare una risposta seria al suo quesito non avendola visitata direttamente; penso però in qualità di Medico specialista in Psicologia clinica, Psicoterapeuta ed Omeopata di sottolinearle che gli psicofarmaci devono essere utilizzati solo in una situazione di emergenza, poiché non curano le cause del malessere, producono effetti collaterali negativi anche a lungo termine e hanno controindicazioni .Sono del parere che ci sia bisogno, per ottenere risultati soddisfacenti, nel caso del suo mal-essere (che sembrerebbe essere anche correlato a momenti di cambiamento e separazione),di un rapporto psicoterapeutico in cui ci sia molta accoglienza, in cui si lavori seriamente sugli aspetti inconsci che generano malessere. E' opportuno anche che la psicoterapia sia promossa e supportata da medicinali innocui e naturali: la Floriterapia di Bach, l’Omeopatia Omotossicologica, la Nutraceutica, la Fitoterapia e la Psicoprobiotica che permettono di offrire al paziente i seguenti reali valori aggiunti: il lenimento sintomatico, la rivitalizzazione metabolica, il recupero delle forze e del buon umore e una benefica disintossicazione. Io sono un medico specialista in psicologia clinica, psicoterapeuta, omeopata ed esperto in terapie naturali- lavoro in questa maniera ottenendo degli ottimi risultati.
Se vuole sono a sua disposizione (telefonicamente o tramite messaggi) per informazioni. Ho lo studio a Roma, ma sono anche disponibile per terapie on line. Buona giornata!
Gentile utente, la gravidanza mette in moto fantasmi del passato ed emozioni profonde, inconsapevoli ma potenti. Credo che alcuni elementi inascoltati di sè stessa meritino ora un luogo in cui poterli ascoltarli e affidarli. Oltre ad una eventuale terapia farmacologica le suggerirei un percorso di sostegno psicologico che sarà utile a lei, al suo bambino e al vostro futuro. Il primo requisito da ricercare non è di tipo tecnico ma un professionista con cui sentirsi a suo agio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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