Fine della psicoterapia Dopo circa 2 anni la mia terapeuta ha esposto il fatto che sia inutile pr

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Fine della psicoterapia

Dopo circa 2 anni la mia terapeuta ha esposto il fatto che sia inutile proseguire con la terapia, che ho iniziato in seguito ad un evento traumatico che ha cambiato radicalmente il mio modo di vivere. Purtroppo ho risolto quello che era il lutto di una relazione (e non solo), ma la condizione in cui mi trovo a vivere è tutt'altro che ottimale, il tono dell'umore è più che depresso e questo per fattori esterni che non riesco a modificare (ad es.: sono molto attiva nella ricerca di un lavoro, ma non riesco a trovarne uno che mi dia stabilità economica e mi consenta DI NUOVO l'indipendenza economica). Soffro molto di solitudine perché sono dovuta tornare al "paesello di origine", non ho problemi di socializzazione ma non c'è modo di socializzare, e la mancanza di soldi mi impedisce di spostarmi molto per poter fare volontariato con associazioni che apprezzo o corsi che mi coinvolgano, in modo di conoscere persone nuove. Non ho problemi ad uscire sola, a fare gite da sola o concerti o altro, ma in questi due anni sono più le persone perse lungo il cammino (rivelatesi "amicizie di comodo") che quelle trovate. Vivo, causa forza maggiore, con i miei familiari, che hanno disturbi mai curati e con cui la convivenza è difficile (per questo sono sempre stata indipendente e già a 16 anni lavoravo e mi mantenevo agli studi).
Secondo la psicologa io ho lavorato bene e molto su me stessa, ma tutte queste difficoltà sono oggettive (qui ho sintetizzato, ma con lei ho sviscerato molto ogni argomento), e il mondo esterno non posso cambiarlo e quanto potevo fare su di me ho fatto.
Il punto è che io mi sento estremamente depressa, ho ripreso -dopo tanto tempo- a chiudermi letteralmente nella mia stanza, a perdere motivazione sempre di più, per via dei continui feedback negativi che mi arrivano da fuori (inviare centinaia di CV e non ricevere una risposta positiva), non vedo la fine del tunnel e non ho più un obiettivo. Sentirmi dire che è inutile proseguire con la psicoterapia mi ha sorpreso, perché comunque per me era un appoggio (non una dipendenza, ogni tanto facevamo comunque sospensioni), anche solo per non impazzire avendo come unico interlocutore la mia terapeuta e i miei familiari, i quali mi offendono e denigrano ad ogni piè sospinto.
Dal punto di vista farmacologico ho già svolto colloqui con due diversi psichiatri che si sono trovati concordi sul fatto che non ha senso che prenda farmaci per sopportare la situazione che sto vivendo, avrebbe avuto senso come supporto nella fase post-traumatica ma non adesso.

Quindi, che devo fare ?
Io non ho nessuno con cui parlare di come mi sento, piango a giornate intere e quando non lo faccio resto a letto. Ma non dormo, anzi soffro di una pesante insonnia e al massimo dormo 2-3 ore a notte, quando va bene.. Sto chiusa in una stanza, anche per evitare di incrociare continuamente i miei. Ho sviluppato diversi disturbi psicosomatici per via dello stress. Davvero la psicoterapia non può più aiutarmi ?
Se non è utile quando ho un forte malessere, che senso ha ?
Aspetto il vostro riscontro, saluti.
P.s.: ho 42 anni, sono sempre stata indipendente e con una vita piena di impegni ed amici, questa situazione mi toglie letteralmente il respiro.
Buonasera.
a volte capita che una terapia vada in "stallo" e non vi siano più progressi.
il risultato o meno di una terapia di pende da vari fattori e mai le cause sono da ricercate unilateralmente.
se lei aveva dei benefici cosa le impedisce di cercare un'altra terapeuta, magari scoprirà un approccio diverso e a lei più funzionale.
non demorda, insista, è un suo diritto stare bene !
sono a sua disposizione per qualsiasi approfondimento anche online.
Un caro saluto
Dott.ssa Laura Bova

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Buonasera,
se è motivata ad effettuare un percorso di psicoterapia forse dovrebbe provare un approccio diverso. Farmacoterapia e psicoterapia nel suo stato potrebbero dare buoni frutti ma andrebbe compresa bene la domanda e si può progettare un percorso che sia più funzionale per lei.
A presto
Dott.ssa Michela Romano
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, la ringrazio per aver utilizzato questo spazio per condividere il suo attuale malessere. Non è infrequente che un terapeuta valuti che un percorso sia arrivato alla sua natuarale conclusione e ciò potrebbe dipendere sia da uno stallo nella comunicazione, sia da resistenze e blocchi. Probabilmente un approccio terapeutico diverso dal precedente potrebbe aiutarla a riorientarsi rispetto ai suoi compiti vitali ed a progettualizzare una nuova direzione.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Laura Pia Altieri
Gentile Utente, non è del tutto chiaro il motivo per cui la collega abbia ritenuto opportuno chiudere la vostra relazione terapeutica, ma sono certa che avrà avuto buoni motivi per farlo.
Questo però non significa affatto che la psicoterapia in generale non possa aiutarla, quindi non farei lo sbaglio di interpretare e generalizzare.
La sua motivazione al cambiamento si può intuire e se ascolta questo bisogno, di essere aiutato, può senz’altro cominciare un nuovo percorso, con fiducia e coraggio!
Buon tutto e non esiti a contattarmi nel caso ne avesse bisogno, anche online.
Cordiali saluti, dott.ssa Micco Paola
Gentile utente,
In alcuni momenti può venire meno l’energia che permette di approdare a cambiamenti in terapia. Si dia il tempo di elaborare la fine di questo percorso e valuti la sua motivazione ad intraprendere un nuovo percorso con nuovi obiettivi.
Dr.ssa Damiano Maria
Gentile Utente, nelle sue parole traspare molto il senso di solitudine, un sentimento che la fine di una terapia può far aumentare, in quanto può riportare l'umore e gli immaginari psichici verso quella condizione di lutto da cui tutto è partito. Ma forse il senso da riscoprire può essere anche questo, sperimentare di nuovo il lutto di una relazione (inevitabile) ma con gli "strumenti" psicologici della terapia a disposizione. Confido che si dia il tempo di viverlo e attraversarlo, suggerimento che deriva implicitamente anche dalle valutazioni psichiatriche, così da rinnovare le proprie energie. Oggettivamente il ritorno a casa non appare aiutarla in questo, ma anche ciò potrebbe essere una nuova prova da affrontare. Cordiali saluti. Dr. Samuele Bellagamba.
Buongiorno, il termine di quel percorso può significare che quella terapeuta non sia stata in grado di fornirle altro supporto, o che potesse per la sua formazione competenza o possibilità prendersi carico solo di un aspetto del problema. Se ha ottenuto beneficio rispetto a una area delle sue difficoltà cogliamo questo fatto come una consapevolezza della sua capacità di fronteggiare un evento diffcile. Con le risorse che ha scoperto o riscoperto di avere nel primo percorso può approcciarsi a un altro. Comprendo come possa essere faticoso immaginare di affrontare un nuovo inizio ma faccia tesoro di quello che le è servito finora e si riconosca anche gli strumenti che le hanno consentito di superare quella parte di fatica. Il fatto che forse non è stato sufficiente per il completo benessere non significa che non possa continuare a lavorare su di sè e per sè scegliendo un altro compagno di viaggio a cui fare altre richieste. Le auguro di ritrovare il coraggio e la forza di prendersi cura di sè come ha già fatto. Buona vita !
Cara utente,
nel raccontare la tua storia ho colto tutta la fatica del quotidiano, di una buona terapia in cui hai risolto alcuni nodi critici ma ti trovi in una situazione oggettiva, una realtà circostante inevitabile in cui ti senti costretta.
Il primo stimolo che ti do è: hai parlato con la tua terapeuta della chiusura della terapia? le hai raccontato quanto la tua idea non fosse quella di chiudere, ma anzi, di mantenere aperta una porta, ricontrattando quelli che sono gli obiettivi di terapia (non risolvere il trauma passato ma restare in relazione, superando insieme questo momento di fatica quotidiana e mancanza di possibilità)? Condividere insieme questi aspetti spesso apre a prospettive differenti, perchè non sei più sola ad affrontare quanto stai vivendo.
Perchè in questo momento la risposta non è mettersi in prestazione nel cercare un cambiamento ad ogni costo, ma nel rimanere dove sei e sentire quali possono essere i piccoli, microscopici passi che sei in grado di fare (ad esempio, conta più l'indipendenza economica oppure un'attività di volontariato socializzante?)
Condividere questi aspetti in terapia, anche una nuova terapia, che non è un ricominciare da capo tutto quanto ma un andare avanti su determinati tuoi aspetti, può offrire nuova luce e speranza per capire meglio che cosa vuoi per te, in questa situazione, cioè, realisticamente, quale piccola cosa (abitudine, approccio, azione, pensiero) puoi cambiare per apportare un piccolo ma significativo cambiamento.
In bocca al lupo e i miei migliori auguri. Se ha bisogno, mi contatti.
Buongiorno gentile utente, comprendo la tua sofferenza. Elaborare la fine di un amore è una grande impresa che hai realizzato con successo, adesso arriva il compito di reinventarsi una vita e ritornare alle origini alle volte non aiuta, il contesto in cui ti trapianti è importante e devi trovare un contesto adatto alla tua personalità staccandoti dai legami primari. Anche se all'inizio è difficile, è un passo necessario per mettere in campo le tue virtù e realizzarle al meglio. In questo ti può supportare anche un aiuto psicologico se lo riterrai opportuno. Buona giornata. Dott.ssa Lucia Giammattei
Buongiorno,

credo che la sua terapeuta le restituisca questo in quanto sente che da sola può farcela ad affrontare le problematiche di cui parla.
La psicoterapia dovrebbe averle fornito degli strumenti con cui poter venire fuori anche da un momento di difficoltà.
Si apra alla possibilità di lavorare anche all'estero, a maggior ragione se sente di voler fare nuove amicizie e nuove esperienze, in fondo potrebbe esser stimolante visto che lo stare a casa con la sua famiglia sembrerebbe la situazione più scomoda.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Cara utente,
nonostante le grandi difficoltà che sta vivendo in questo momento traspare, da quanto ha scritto, anche una forte voglia di rimettersi in gioco e di accedere alle sue risorse e alla sua forza interiore. Ci sono fasi della vita “di stallo”, situazioni che sembrano insormontabili e che fanno parte del nostro percorso di crescita; a volte queste situazioni così complesse si presentano proprio per darci un’opportunità in più di riscoprire le nostre capacità e tirar fuori qualità che nemmeno pensavamo di avere. Un ostacolo può essere un limite o una grande risorsa per fare un passo in più; è vero che ci sono situazioni oggettive e sulle quali non abbiamo il controllo degli eventi, è anche vero però, che possiamo lavorare su noi stessi e utilizzare al meglio le nostre risorse per affrontare le sfide che ci accadono. Come reagiamo all’evento, come affrontiamo la difficoltà che stiamo vivendo, influisce tanto il nostro stato di benessere mentale. Le faccio i miei più cari auguri per il suo futuro e rimango a disposizione se volesse approfondire la tematica insieme. Un caro saluto
Mi dispiace molto sentire che sta attraversando un periodo così difficile. È comprensibile che si senta così sopraffatta dalla situazione, specialmente considerando la sua abituale indipendenza e vitalità.
La sua esperienza con la psicoterapia è stata importante e ha portato a dei progressi significativi, il che è un grande risultato. Tuttavia, è comprensibile che la conclusione della terapia possa essere un momento di incertezza, specialmente se si sente ancora così sopraffatta dalla situazione.
Quando sembra che ci siano poche risorse esterne disponibili, può essere ancora più frustrante. Tuttavia, credo possa essere utile considerare di consultare un altro professionista della salute mentale, Anche se la sua terapeuta ha concluso che il vostro percorso insieme sia terminato, un nuovo approccio potrebbe portare a nuove prospettive e strategie utili.
In un nuovo percorso potrebbe portare a identificare obiettivi diversi a breve termine: potrebbe trovare beneficio nell'identificare obiettivi più piccoli e realistici da perseguire giorno per giorno. Questi potrebbero essere legati al miglioramento del suo stato emotivo, alla ricerca di nuove opportunità di lavoro o all'espansione delle sue reti sociali, anche se in modo limitato.
Capisco che la conclusione della terapia possa aver amplificato il suo senso di impotenza rispetto alla possibilità di modificare la sua condizione, forse partire da questo vissuto potrebbe essere l'inizio di un nuovo percorso, non demorda.
Le auguro il meglio
Buongiorno. Dalle cose che ha scritto, si capisce che la sua sofferenza è elevata. Innanzitutto, è fondamentale valutare i suoi pensieri e i suoi meccanismi di difesa, che potrebbero consistere in una intensa ruminazione su quanto le è accaduto e le sta accadendo e nella concentrazione su elementi ed aspettative negativi. Ciò vuol dire che la sua mente è come se rimanesse focalizzata sugli eventi dolorosi, rivivendoli, prevedendoli ed aumentando esponenzialmente le sue emozioni negative. Ciò non vuol dire che gli eventi attorno a lei siano solo meri prodotti della sua coscienza, ma che un bel pezzo del suo dolore potrebbe derivare da pensieri perseverativi che aumentano le emozioni (e le situazioni) che ha vissuto, diventando quasi una parte di lei, quando in realtà sono dei nostri prodotti mentali e non la nostra essenza. Ansia e depressione, come lei ha giustamente segnalato, sono esperienze emotive spiacevoli e segnalano perdite, minacce, cambiamenti (il tornare nel paese di origine, un lutto forse non totalmente elaborato, la preoccupazione nel trovare un lavoro, ecc.). Ciò che è importante è diventare consapevoli di quello verso cui la sua attenzione si sofferma maggiormente, rafforzando il controllo su di essa: così, non rimarrà più intrappolata nel vortice dei suoi pensieri e delle sue sensazioni corporee (psicosomatiche ad esempio, che non la fanno dormire serenamente). Vi sono tecniche, riguardanti ad esempio il "Training attentivo", che la possono liberare e il loro scopo non è quello di distrarla in modo assoluto ed improvviso da pensieri ed emozioni negativi, ma di considerare questi come dei "rumori di fondo", interni, solo di passaggio, che come si accendono, si possono spegnere. In questo modo non si cristallizzeranno in lei, ma riuscirà ad affrontarli. Vi sono altri esercizi, che si focalizzano sull'alimentazione delle sue risorse personali e sulla loro applicazione ad eventi negativi che ha vissuto e sta vivendo (a volte, sensazioni ed immagini negative legate al presente sono solo un'eco di ciò che abbiamo vissuto in passato, come la relazione coi suoi genitori), che aiutano a non alimentare le emozioni dolorose ma a farle diventare meno importanti, riuscendo a controllarle e gestirle. Per tutto ciò, a parer mio sarebbe importante rivalutare l'opzione di ripristinare la relazione terapeutica anche con un altro psicologo. Può essere che il primo abbia ritenuto la terapia conclusa prima che giungessero dei cambiamenti nella sua vita. Bisogna cambiare gli stili di pensiero, non concentrarsi esclusivamente sui contenuti, in questo modo anche quando accadranno eventi spiacevoli lei sarà in grado di affrontarli e gestirli, cambiando il modo di interpretarli e sapendo come affrontarli.
Spero di essere stata il più chiara possibile; un percorso non è mai privo di ostacoli, ma se affrontato con impegno e volontà le assicuro che potrà raggiungere gli obiettivi stabiliti.
Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
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Buongiorno cara utente, mi dispiace per la situazione presente e forse se ne sente il bisogno ancora o il desiderio di effettuare un percorso psicoterapeutico può iniziarne uno nuovo con un'altra persona magari anche di approccio diverso. L'approccio da me personalmente seguito è quello dell'analisi bioenergetica ed è un approccio psicocorporeo che va a lavorare anche attraverso il corpo, toccando i proprio blocchi emotivi e corporei per lasciar emergere una energia vitale rimasta magari intrappolata. E questo attraverso il colloquio verbale, la respirazione, l'attivazione del corpo. Se desidera, le do disponibilità on line o in presenza. Dott.ssa Alessandra Domigno

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