Ciao a tutti. Sono qui per chiedervi una cosa. Il mio ragazzo è affetto da disturbo ossessivo compul

15 risposte
Ciao a tutti. Sono qui per chiedervi una cosa. Il mio ragazzo è affetto da disturbo ossessivo compulsivo , anche lui stesso ne è consapevole anche perché è evidente. Anche da bambino ne soffriva e sembra anche che da bambino avesse sintomi più "gravi". A me sembra che nonostante abbia delle ossessioni e compulsioni(ad esempio rituali quando parcheggia il motorino, conta un tot di volte mentre si assicura che sia tutto apposto, torna indietro quando ha paura di aver investito qualcuno per strada, per fortuna non capita spesso e controlla che la porta sia chiusa, che non lasci niente nei posti dove va). Lui mi sembra sereno nonostante questo suo problema, una volta mi disse che avrebbe voluto andare da uno psicologo ma è convinto che la madre non possa capirlo. Me lo disse perché a volte in mezzo alla gente è un po' in paranoia , anche se in realtà è molto socievole e riesce a intrattenere relazioni, discorsi con disinvoltura ed ha dei legami. Solo che questi sono sensazioni o pensieri che a volte ha. Beh ne abbiamo riparlato ma lui ora mi dice che è tranquillo e non ne sente il bisogno, è come se fosse abituato a convivere con questa ansia, anche se mi dice che quando è con me gli passa totalmente. Non so se sia nato con il doc o se sia stato generato dal clima familiare severo, suo padre ha il doc sembra ed anche il fratello e tutti soffrono di forte ansia, e lui sa tutto ciò. A volte penso che una volta che andrà via di casa cambierà questa situazione. Ma mi sto preoccupando per lui, sembra che da quando ci siamo conosciuti sia più sereno , i suoi disturbi non limitano le sue routine affatto. Anche lui lo dice che perde solo un po' di tempo e questo non gli fa piacere, certo è vero non mi fa piacere che possa avere delle ansie. Volevo sapere cosa ne pensate, se lui possa conviverci o debba seguire un percorso di terapia, se possa aggravarsi la situazione in caso contrario. Chiaramente non so come convincerlo anche perché dovrebbe essere lui a volerlo. Vi ringrazio in anticipo. (Lui ha 21 anni)
Salve, Mi dispiace molto per la situazione di questo ragazzo poiché comprendo Comunque quanto gli sturbo possa essere importante nella vita quotidiana seppur la persona dica di riuscirlo a gestire. Ritengo fondamentale che lui possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta possa Inoltre aiutarlo ad identificare Quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sintomatologia impedendogli il benessere desiderato.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile utente, mi sembra di comprendere che il suo ragazzo sia molto consapevole della sua situazione, questo è un elemento molto importate. Tuttavia se attualmente il suo partner non percepisse tali ossessioni e compulsioni come vincolanti e limitanti per lo svolgimento della sua vita, e non ha interesse ad intraprendere un percorso non può forzarlo.
Ciò che però può fare è stargli accanto come ha sempre fatto.
Non posso però rispondere alla sua domanda su un possibile aggravamento, poichè non è prevedibile.
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, come da Lei stessa sottolineato nelle ultime righe, non si può forzare una persona ad intraprendere un percorso di aiuto se essa, in primis, non ne sente il bisogno e, per di più, non ritiene invalidanti tali sintomi nella propria quotidianità. Qualora dovesse accadere ciò, egli appare già predisposto ad un confronto con un/a professionista, avendoci già pensato in passato.
Cordiali saluti. Dott. Peragine Gianfranco.
Buongiorno, il mio consiglio è di non sottovalutare la situazione. Il DOC, se trascurato, tende a peggiorare. Sarebbe molto utile fare almeno un primo incontro con uno psicologo, meglio se cognitivo comportamentale che sappia trattarlo adeguatamente.
dott Tealdi
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Salve, è difficile dire come si evolvono i sintomi psicologi. Ogni storia di vita è assolutamente a se stante. Se il suo ragazzo avesse necessità sono sicura , vista la sua consapevolezza, che cercherebbe un sostegno psicologico. Detto questo, il fatto che nella relazione affettiva con lei i sintomi diminuiscono è di per se molto significativo. Spesso in condizioni di stabilità emotiva i sintomi regrediscono. Lasci aperto il dialogo con gil suo compagno, sono sicura che così in caso di bisogno lui si sentirà sereno nell'affrontare la questione magari anche con uno specialista.
Resto comunque a disposizione, qualora lo ritenesse necessario, anche online.
Dott.ssa Camila Ballerini
Salve, la situazione non è da sottovalutare e sarebbe l'ideale per il suo compagno intraprendere un percorso di psicoterapia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve,
il suo ragazzo è senza dubbio consapevole del suo problema e dell'impatto determinante che ha nella sua vita quotidiana, sebbene riesca a gestirlo anche grazie alla vostra relazione, che è sicuramente importante per lui, ed è significativo il fatto che in sua presenza i sintomi regrediscano.
Il DOC non è da sottovalutare, un percorso psicoterapeutico aiuterebbe il suo compagno. Se ne ravvede la necessità, può confrontarsi con lui su questo, senza forzarlo nella decisione.
Cordialmente, EP

Salve, se la persona interessata non ritiene che la situazione che vive sia per lui fonte di disagio e sofferenza difficilmente si può pensare di lavorare a livello psicoterapeutico. Pertanto il primo passo è legato alla possibilità che il suo ragazzo senta il disagio di taluni comportamenti ovvero di quelli che lei racconta, che di fatto rifletta su quanto siano difficili e capaci di provocare sofferenza e disagio. Sulla base di questa premessa può provare a farlo pensare a questa situazione nel rispetto delle sue scelte e capacità ricordandosi che sta toccando degli aspetti psicologici che forse già creano disagio e quindi difficoltà. Un cordiale saluto
Le sue preoccupazioni sono comprensibili e legittime, perchè effettivamente alcuni sintomi del suo ragazzo sono sintomi di disturbo ossessivo compulsivo. Lei stessa però dice che ossessioni e compulsioni non sono al momento invalidanti. Purtroppo molte persone che soffrono di disturbo ossessivo compulsivo, chiedono aiuto solo quando il disturbo diventa molto pervasivo, a volte addirittura invalidante. Questo rende la terapia poi più difficile, e soprattutto più lunga. Quindi condivido la sua preoccupazione. Posso suggerire di ascoltare il Podcast Le Stanze della Paura , disponibile gratuitamente su Google, Spotify, Pocket Cast, Breakers e seguire la pagina Facebook Le Stanze della Paura Podcast. Troverà un episodio (La Stanza delle Ossessioni ) specifico sul Disturbo Ossessivo Compulsivo. Le suggerisco di ascoltarlo e poi valutare se riascoltarlo con il suo ragazzo. Attraverso l'ascolto, potrebbe capire, perchè è opportuno intervenire quando il disturbo è lieve e non aspettare che si aggravi e cronicizzi e dunque richiedere poi una valutazione psico diagnostica accurata con relativa misurazione del livello del Doc. Troverà anche strumenti di auto aiuto sempre utili quando ci sono disturbi d'ansia momenti di particolare tensione psico emotiva. Buona serata. Bruno Ramondetti
Buona sera.
un disturbo ossessivo-compulsivo può aggravarsi ed è facilmente gestibile se preso per tempo con la psicologia cognitivo comportamentale, specie se intensificata con la Mindfulness.

Finché non va a invalidare la relazione affettiva sarà lui a dover scegliere se intraprendere un percorso senza insistere.

Saluti Dottor
Gianpietro Rossi
Salve, la consapevolezza del problema da parte del suo ragazzo è già molto importante. Leggo che la sua presenza è di grande beneficio per lui e anche questo è decisamente importante. In merito allo specifico problema non è il caso di forzarlo ma le suggerisco di aiutarlo a riflettere sui benefici che un percorso terapeutico potrebbero apportare alla sua vita. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve , i sintomi che il suo ragazzo mette in atto (come tutti i sintomi psicologici) sono delle modalità che gli consentono di non andare in frantumi, in altre parole a contenerlo e a non entrare in una crisi. Spesso la persona preferisce i sintomi alla risoluzione dei problemi che si nascondono dietro di essi. La situazione potrebbe aggravarsi nel momento in cui gli stimoli che provengono dall'ambiente diventino troppo forti e difficili da gestire quindi la persona automaticamente metterà in atto sintomi ancora più evidenti e debilitanti. Il ragazzo è consapevole della presenza dei sintomi ma non consapevole del rischio dell'aggravarsi e soprattutto dalle motivazioni della loro messa in atto. Il consiglio che le posso dare , poiché lei è la persona di cui più si fida e si sente più al sicuro è iniziare a fargli comprendere che lei è preoccupata per lui e sperare che il ragazzo si decida ad intraprendere un percorso.
Buongiorno
Condivido quanto detto dai miei colleghi… non è facile stare affianco a una persona, percependone il suo disagio. Cerchi nel migliore modo per lei possibile di accompagnarlo verso una presa di consapevolezza maggiore nel tentativo di motivarlo a intraprendere un percorso psicoterapeutico che possa aiutarlo a dare un nuovo senso alle cose.
Buongiorno, il disturbo ossessivo compulsivo non è genetico, si sviluppa nel corso della vita. Il fatto che provenga da una famiglia ansiosa con qualche membro già affetto sicuramente non lo ha aiutato a tenere lontana la problematica. Molti pazienti con questo disturbo riescono a convivere con le loro compulsioni per molto tempo prima di chiedere aiuto perchè riescono a mettere in atto strategie utili per sedare le loro ansie, anzi, spesso hanno paura di abbandonare le loro ossessioni con il timore di essere invasi dall'ansia. Per motivarlo a chiedere un aiuto può provare a capire se dietro i suoi atteggiamenti ci sono pensieri ossessivi che lo preoccupano.
Spero di esserle stata utile.
cordiali saluti
Buonasera, come ha detto lei la motivazione a intraprendere un percorso terapeutico dovrebbe partire solo dal suo ragazzo.
Nel caso ci sia questa consapevolezza nel voler affrontare la problematica, sarebbe consigliato un percorso di psicoterapia sistemico relazionale al fine di prendere in considerazione anche il contesto dove si manifestano maggiormente i sintomi .
Buona serata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi

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