Buongiorno, una persona incapace di intendere e di volere può tornare capace? Dopo quanto tempo e da
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Buongiorno, una persona incapace di intendere e di volere può tornare capace? Dopo quanto tempo e da chi viene seguita?
Ringrazio
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Buongiorno, l'incapacità di intendere e di volere è spesso legata a condizioni mediche o psichiatriche che possono essere temporanee o permanenti, il suo ritorno alla capacità di intendere e volere dipende quindi da tantissimi fattori. Non esiste un tempo preciso entro cui si può prevedere il recupero. Alcuni miglioramenti possono essere rapidi, mentre altri richiedono mesi o addirittura anni.
La domanda è molto generica ma solitamente i professionisti coinvolti sono: neurologi, psichiatri, psicologi, logopedisti e fisioterapisti
Cordialmente, Dott.ssa Malagisi Ilenia
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Buongiorno,
la capacità di intendere e di volere può variare a seconda della condizione specifica della persona e delle cause che l'hanno determinata. Se la persona è stata dichiarata incapace di intendere e di volere, potrebbe esserci la possibilità di un recupero, ma ciò dipende da diversi fattori, tra cui la causa medica o psicologica, la gravità della condizione e le terapie adottate.
In alcuni casi, una persona può ritornare capace grazie a cure appropriate, supporto terapeutico e un percorso di riabilitazione, tuttavia, i tempi di recupero possono variare notevolmente: possono essere settimane, mesi o più a lungo, a seconda della situazione specifica.
Il percorso di cura è generalmente seguito da un team multidisciplinare composto da medici, psicologi, psichiatri e, se necessario, assistenti sociali. Questo team lavora insieme per garantire che la persona riceva l’assistenza e le cure necessarie per il suo miglioramento.
Il recupero della capacità di intendere e di volere viene valutato da professionisti medici e giuridici, che possono stabilire se e quando la persona è in grado di riprendere pienamente tale capacità.
Resto a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Camilla Persico
la capacità di intendere e di volere può variare a seconda della condizione specifica della persona e delle cause che l'hanno determinata. Se la persona è stata dichiarata incapace di intendere e di volere, potrebbe esserci la possibilità di un recupero, ma ciò dipende da diversi fattori, tra cui la causa medica o psicologica, la gravità della condizione e le terapie adottate.
In alcuni casi, una persona può ritornare capace grazie a cure appropriate, supporto terapeutico e un percorso di riabilitazione, tuttavia, i tempi di recupero possono variare notevolmente: possono essere settimane, mesi o più a lungo, a seconda della situazione specifica.
Il percorso di cura è generalmente seguito da un team multidisciplinare composto da medici, psicologi, psichiatri e, se necessario, assistenti sociali. Questo team lavora insieme per garantire che la persona riceva l’assistenza e le cure necessarie per il suo miglioramento.
Il recupero della capacità di intendere e di volere viene valutato da professionisti medici e giuridici, che possono stabilire se e quando la persona è in grado di riprendere pienamente tale capacità.
Resto a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Camilla Persico
Salve la capacità di intendere e di volere può dipendere dalla condizione e dai sintomi della persona, si può aver la capacità di recupero grazie alla terapia o alla riabilitazione neuropsicolgica, anche se tempi di recupero possono variare notevolmente in base alla persona. Il percorso di cura è generalmente seguito da psicologi, neuropsicologi o psicoterapeuti.
resto a sua disposizione. Dottoressa Maria Cristina.
resto a sua disposizione. Dottoressa Maria Cristina.
Salve, un individuo interdetto, cioè incapace di intendere e di volere, lo è in conseguenza ad un equo iter giudiziario e spesso, se al termine di esso viene definito tale gli sarà affidato un tutore legale per amministrare spese, gestione delle necessità e via dicendo.
Questa condizione può cessare di essere in seguito ad una revisione giudiziaria, guidata anch'essa da uno specifico iter legale, solo il giudice può dichiarare cessato lo stato di interdetto.
Spero di essere stata chiara. Un caro saluto.
Questa condizione può cessare di essere in seguito ad una revisione giudiziaria, guidata anch'essa da uno specifico iter legale, solo il giudice può dichiarare cessato lo stato di interdetto.
Spero di essere stata chiara. Un caro saluto.
Da un punto di vista legislativo, l'incapacità di intendere o di volere è definita come "uno stato TRANSITORIO di minorazione delle facoltà psichiche in cui si trova chi non è in grado di comprendere il significato del proprio comportamento e di determinarsi di conseguenza. Deve essere accertata di volta in volta.". Pertanto, salvo in casi gravi, in cui è evidente l'impossibilità di recupero, in generale, una persona "incapace" potrebbe tornare "capace". Il tempo di recupero è impossibile da stabilire a priori. Lo specialista a cui affidarsi dipende dal motivo che ha causato l'incapacità.
Buongiorno. La capacità di intendere e di volere si riferisce alla capacità di comprendere e valutare le situazioni, nonché di prendere decisioni consapevoli. Una persona che è stata giudicata incapace di intendere e di volere può, in alcuni casi, recuperare questa capacità, ma il processo dipende da vari fattori, come la causa dell’incapacità, la gravità della condizione, il trattamento ricevuto e il supporto disponibile.
Se l'incapacità è temporanea e causata da un evento specifico, come una malattia fisica o un trauma psicologico, è possibile che, con il giusto intervento terapeutico, la persona possa riacquistare la capacità di intendere e di volere. Il tempo necessario per il recupero può variare notevolmente; in alcuni casi, può richiedere settimane o mesi, mentre in altri può essere un processo più lungo.
Le persone che si trovano in questa situazione dovrebbero essere seguite da un team multidisciplinare, che può includere psichiatri, psicologi, terapisti occupazionali e altri professionisti della salute mentale. Questi specialisti possono lavorare insieme per valutare la situazione, fornire un trattamento adeguato e monitorare i progressi.
È fondamentale avere un piano di cura personalizzato che affronti le specifiche esigenze della persona, garantendo così il miglior supporto possibile per il recupero delle capacità cognitive e decisionali. Se hai ulteriori domande o necessiti di approfondimenti su un caso specifico, è consigliabile consultare un professionista della salute mentale.
Buongiorno,
sì, una persona dichiarata incapace di intendere e di volere può tornare ad essere considerata capace, a seconda della causa sottostante che ha determinato l'incapacità. La reversibilità di questa condizione dipende da diversi fattori, tra cui:
1. **La natura della condizione**
- Se l’incapacità è dovuta a **disturbi transitori**, come un episodio psicotico acuto, uno stato confusionale o un’intossicazione (da alcol o sostanze), è possibile che, con il trattamento adeguato e il tempo necessario, la capacità venga recuperata.
- In caso di **condizioni croniche**, come malattie neurodegenerative o gravi disturbi psichiatrici persistenti, il recupero potrebbe essere parziale o non possibile, a meno che non si riesca a gestire la malattia con una terapia appropriata.
2. **Il tempo necessario**
- Non esiste un tempo standard per il recupero, poiché dipende dal tipo di problema, dalla risposta al trattamento e dal supporto ricevuto. Alcuni casi richiedono settimane o mesi, mentre altri possono richiedere anni o risultare permanenti.
3. **Professionisti coinvolti**
La persona viene seguita da un’équipe multidisciplinare, che può includere:
- **Psichiatri**, per la diagnosi, la gestione farmacologica e il monitoraggio della salute mentale.
- **Psicologi o psicoterapeuti**, per la riabilitazione e il supporto emotivo e cognitivo.
- **Neurologi**, se la causa è legata a patologie neurologiche.
- **Operatori sociosanitari**, nei casi in cui sia necessario un supporto quotidiano.
4. **Valutazione del recupero**
La valutazione della capacità di intendere e di volere viene condotta da esperti, generalmente psichiatri forensi o consulenti tecnici nominati da un tribunale, attraverso colloqui clinici, test psicodiagnostici e analisi della condizione attuale. Sarà il giudice, sulla base delle evidenze fornite, a determinare se la capacità è stata recuperata.
In sintesi, il recupero della capacità di intendere e di volere dipende dalla causa, dall’efficacia del trattamento e dal monitoraggio clinico. È fondamentale che la persona sia seguita con continuità da specialisti, in modo da garantire il miglior percorso possibile.
sì, una persona dichiarata incapace di intendere e di volere può tornare ad essere considerata capace, a seconda della causa sottostante che ha determinato l'incapacità. La reversibilità di questa condizione dipende da diversi fattori, tra cui:
1. **La natura della condizione**
- Se l’incapacità è dovuta a **disturbi transitori**, come un episodio psicotico acuto, uno stato confusionale o un’intossicazione (da alcol o sostanze), è possibile che, con il trattamento adeguato e il tempo necessario, la capacità venga recuperata.
- In caso di **condizioni croniche**, come malattie neurodegenerative o gravi disturbi psichiatrici persistenti, il recupero potrebbe essere parziale o non possibile, a meno che non si riesca a gestire la malattia con una terapia appropriata.
2. **Il tempo necessario**
- Non esiste un tempo standard per il recupero, poiché dipende dal tipo di problema, dalla risposta al trattamento e dal supporto ricevuto. Alcuni casi richiedono settimane o mesi, mentre altri possono richiedere anni o risultare permanenti.
3. **Professionisti coinvolti**
La persona viene seguita da un’équipe multidisciplinare, che può includere:
- **Psichiatri**, per la diagnosi, la gestione farmacologica e il monitoraggio della salute mentale.
- **Psicologi o psicoterapeuti**, per la riabilitazione e il supporto emotivo e cognitivo.
- **Neurologi**, se la causa è legata a patologie neurologiche.
- **Operatori sociosanitari**, nei casi in cui sia necessario un supporto quotidiano.
4. **Valutazione del recupero**
La valutazione della capacità di intendere e di volere viene condotta da esperti, generalmente psichiatri forensi o consulenti tecnici nominati da un tribunale, attraverso colloqui clinici, test psicodiagnostici e analisi della condizione attuale. Sarà il giudice, sulla base delle evidenze fornite, a determinare se la capacità è stata recuperata.
In sintesi, il recupero della capacità di intendere e di volere dipende dalla causa, dall’efficacia del trattamento e dal monitoraggio clinico. È fondamentale che la persona sia seguita con continuità da specialisti, in modo da garantire il miglior percorso possibile.
Gentilissimo/a, una persona incapace di intendere e di volere può, in certi casi, tornare capace, ma ciò dipende dalla causa dell'incapacità, dall'efficacia del trattamento e dalla natura del disturbo. Se la condizione di incapacità deriva da un episodio transitorio, per esempio un episodio psicotico acuto o un'intossicazione, il recupero è possibile una volta che la causa è risolta e con adeguate cure riabilitative. Vi sono tuttavia disturbi mentali cronici, come una grave schizofrenia o una demenza in stato avanzato, che impediscono il recupero completo della capacità di intendere e di volere, poiché il dannò può essere permanente e/o progressivo. In casi dove è presente una condizione neurologica grave, come lesioni cerebrali di un certo tipo, il ritorno alla capacità di intendere e di volere è spesso impossibile.
Il processo di recupero richiede una valutazione multidisciplinare (psichiatri, neuropsicologi, medici), spesso su richiesta del Tribunale, e può comprendere trattamenti farmacologici, riabilitativi e di psicoterapia. Il tempo di recupero, quando esso è possibile, è dunque molto variabile.
Sarà il Giudice infine che valuterà, avvalendosi di perizie medico-legali, se la persona è o meno capace di intendere e volere, o se lo è solo in parte. Spero di esserle stata d'aiuto, un saluto.
Il processo di recupero richiede una valutazione multidisciplinare (psichiatri, neuropsicologi, medici), spesso su richiesta del Tribunale, e può comprendere trattamenti farmacologici, riabilitativi e di psicoterapia. Il tempo di recupero, quando esso è possibile, è dunque molto variabile.
Sarà il Giudice infine che valuterà, avvalendosi di perizie medico-legali, se la persona è o meno capace di intendere e volere, o se lo è solo in parte. Spero di esserle stata d'aiuto, un saluto.
Buongiorno,
la capacità di intendere e di volere non è una condizione fissa e immutabile: può variare nel tempo in base alla salute mentale della persona, al trattamento ricevuto e alle circostanze. Una persona che in un certo momento è considerata incapace può recuperare la capacità decisionale, in tutto o in parte, se il disturbo che ne ha determinato l’incapacità migliora grazie a cure farmacologiche, psicoterapiche o riabilitative.
Non esiste un tempo prestabilito: il recupero dipende dalla gravità del problema, dalla risposta al trattamento e dalla stabilità clinica della persona. Può avvenire in settimane, mesi o talvolta più lentamente, a seconda della situazione individuale. Durante questo periodo, la persona viene seguita da professionisti qualificati, di solito medici psichiatri, neuropsicologi o equipe multiprofessionali, che valutano periodicamente lo stato cognitivo, emotivo e comportamentale. In ambito legale, quando la capacità decisionale è rilevante, le valutazioni sono documentate da perizie mediche aggiornate.
In pratica, si tratta di un processo graduale di valutazione clinica e supporto terapeutico, con l’obiettivo di ripristinare la maggiore autonomia possibile.
Un caro saluto, resto a disposizione se desidera ulteriori chiarimenti sul percorso di monitoraggio e valutazione della capacità di intendere e di volere.
la capacità di intendere e di volere non è una condizione fissa e immutabile: può variare nel tempo in base alla salute mentale della persona, al trattamento ricevuto e alle circostanze. Una persona che in un certo momento è considerata incapace può recuperare la capacità decisionale, in tutto o in parte, se il disturbo che ne ha determinato l’incapacità migliora grazie a cure farmacologiche, psicoterapiche o riabilitative.
Non esiste un tempo prestabilito: il recupero dipende dalla gravità del problema, dalla risposta al trattamento e dalla stabilità clinica della persona. Può avvenire in settimane, mesi o talvolta più lentamente, a seconda della situazione individuale. Durante questo periodo, la persona viene seguita da professionisti qualificati, di solito medici psichiatri, neuropsicologi o equipe multiprofessionali, che valutano periodicamente lo stato cognitivo, emotivo e comportamentale. In ambito legale, quando la capacità decisionale è rilevante, le valutazioni sono documentate da perizie mediche aggiornate.
In pratica, si tratta di un processo graduale di valutazione clinica e supporto terapeutico, con l’obiettivo di ripristinare la maggiore autonomia possibile.
Un caro saluto, resto a disposizione se desidera ulteriori chiarimenti sul percorso di monitoraggio e valutazione della capacità di intendere e di volere.
Buon pomeriggio, se lo stato di alterazione che ha determinato l'incapacità è transitorio, allora è assolutamente possibile che si ristabilisca uno stato di capacità di volizione e discernimento parziale o completa. Se al contrario, l'incapacità è determinata da un'alterazione irreversibile. permarrà lo stato di incapacità.
La tempistica affinché si possa ristabilire lo stato di capacità di intendere e volere è legata alle condizioni che l'hanno determinata, pertanto non è possibile dare una risposta precisa. La valutazione della capacità di intendere e volere spetta al perito/CTU.
La tempistica affinché si possa ristabilire lo stato di capacità di intendere e volere è legata alle condizioni che l'hanno determinata, pertanto non è possibile dare una risposta precisa. La valutazione della capacità di intendere e volere spetta al perito/CTU.
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