Buongiorno, sono una donna di 48 anni e sto attraversando una fase dolorosa della mia vita che non r

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Buongiorno, sono una donna di 48 anni e sto attraversando una fase dolorosa della mia vita che non riesco a superare. Sono rimasta senza lavoro nel 2014 e da quel momento mi sono imbattuta in una serie di esperienze lavorative più o meno interessanti ma tutte mi hanno lasciato il dubbio o meglio la quasi certezza di non essere stata all'altezza e di avere il giudizio negativo di chi ha lavorato con me. Ad oggi sto lavorando solo nei week-end in un pub e mai come adesso mi sento inetta imbranata e fragile. Da tre anni lavoro in maniera saltuaria qui ed ancora mi sento insicura, ancora ho paura di buttarmi a fare le cose ed ovviamente sono un po'lo zimbello di miei colleghi più giovani e spavaldi e questo mi fa chiudere ancora di più e mi fa sbagliare in maniera stupida. Ovunque abbia lavorato mi è stato riconosciuta la mia serietà ed impegno ma mai la mia bravura. Infatti riconosco da sola che le mie paure mi limitano e non mi permettono di fare passi in avanti. Ad oggi sono ridotta ad essere terrorizzata ad affrontare la gente perché mi sento incapace in tutto. Dovrei cercarmi un'altro lavoro più redditizio ma ho paura di affrontare nuove situazioni in cui vedo ancora il mio fallimento. Insomma.... Non sono smart, non sono brillante, non sono sicura di me...... Sono semplicemente volenterosa.... Ma non basta. In più con l'età mi sembra di essermi rimbambita. Prima mi sentivo più intelligente adesso invece mi pare di avere solo tanta confusione in testa, di non riuscire a capire o a farmi capire. Vengo presa in giro perché mi muovo lenta, sono flemmatica e quindi sembro poco produttiva. Vero. Ma è anche vero che sono l'unica che non sta mai con le mani in mano, ma non basta. Due anni fa mi hanno tolto la tiroide e mi accorgo di essere peggiorata nella mia lentezza ma x quanto mi sforzo io sono questa. Ma ci soffro. Soffro perché mi impegno tanto x essere brava ed invece vengo solo presa in giro x la mia insicurezza. Certo, tutti riconoscono che sono una brava persona, empatica ma poi mi distruggono perché a livello pratico sono in deficit. Così quando rientro dal lavoro passo ore a piangere ed invece di cercarmi un nuovo lavoro sto rinchiusa in casa perché mi vergogno di me stessa. Il mio compagno cerca di farmi notare in quante esperienze mi sono buttata e bene o male ho provato ad andare avanti ma io so che ho affrontato tutto con tanta paura e con poca soddisfazione. Ed oggi sono stanchissima di avere paura. Paura di me paura dei poco che ho da offrire. E mi rinchiudo. Negli anni ho seguito percorsi terapeutici x avere un po'più di autostima ma senza risultato... Alla fine mi sono stancata di analizzare la mia infanzia.... Il rapporto con mio padre.... Ormai mi conosco bene grazie a questi percorsi ma non ho mai trovato la chiave x fare il clic...... Ed ora non so più a chi chiedere aiuto x risollevarmi..... Avrei bisogno solo di essere accolta x quel che sono x poi fare venire fuori il meglio di me..... Ma non c'è più umanità..... Si vogliono solo persone vincenti, non persone che ci provano. Cosa potrei fare per affrontare questa situazione? Vi ringrazio
Buonasera, leggendo le sue parole mi arriva un senso di impotenza molto forte ed immagino quanto può essere dura, "non sono smart", "non sono brillante", "non sono sicura di me" sono tutte etichette che si è data e lei è l'unica che può cambiarle e di conseguenza trasmettere altro all'esterno e agli altri. Se in passato i suoi precedenti percorsi terapeutici non l'hanno soddisfatta può riprovare ad affidarsi ad un professionista (non è facile trovare quello giusto al primo colpo) e le consiglierei di intraprendere un percorso a orientamento cognitivo-comportamentale se la sua esigenza è lavorare nel qui ed ora e non nel passato. Grazie ad una giusta guida potrà fissarsi dei piccoli obiettivi giornalieri per sentirsi maggiormente efficace e aumentare la sua autostima, partendo da qualcosa che le dia nutrimento e benessere, partendo da piccoli obiettivi potrà anche fare delle "esposizioni" per cambiare le etichette che si è data negli anni e che attualmente pesano come macigni.
Dott.Ssa Federica Di Censi

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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, il giudizio degli altri può essere pesante. Ma non è sempre la verità. In altre parole la verità su di sé non coincide sempre con ciò che pensano gli altri. Gli altri non sono l'unico metro di misura su di sé. Se invece lo sono, è necessario trovare un nuovo equilibrio. La paura di non essere all'altezza va approfondita per capire cosa veramente le accade. Le suggerirei un primo colloquio per comprendere meglio insieme la situazione.
Rimango a disposizione, anche online.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buon giorno a lei e grazie per la sua domanda. Spiace per la situazione da lei dettagliatamente descritta e raccontata che al momento le sta suscitando non pochi vissuti di sofferenza e disagio. Quello che mi viene da proporle è provare a infonderle coraggio e la possibilità di rivolgersi a un terapeuta per provare a intraprendere con lui un percorso che La possa aiutare a entrare in contatto e riconoscere quelle che sono le sue risorse e potenzialità. Sarà certamente per lei utile al fine di individuare corrette strategie che possano aiutarla a risolvere questa difficile situazione. Cordialmente Gian Piero dott. Grandi
Buongiorno,
Da persona che soffre di problematiche relative alla tiroide le chiedo: “la mancanza della tiroide è compensata bene?” In altre parole “il dosaggio è corretto?” Le chiedo perché alcuni dei sintomi che ha evidenziato potrebbero essere riconducibili alla tiroide.
Da professionista poi le chiedo: “perché vuole essere più veloce, agile ecc.?”
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua storia. Le super parole trasudano tanto dolore, sofferenza e impotenza.
Il giudizio dell'altro pesa spesso come un macigno su di noi, ci sentiamo condannati da questo giudizio dell'altro che alle volte però è frutto del nostro giudizio. Mi spiego meglio spesso pensiamo che l'altro pensi certe cose di noi, quando poi in realtà i primo giudici crudeli siamo noi, che ci giudichiamo costantemente. Ricerchiamo costantemente le conferme di questi giudizi negativi nell'altro; ma perdiamo, così, completamente le nostre conquiste, le nostre risorse, capacità e qualità.
Immagino che imbattersi in un nuovo percorso possa essere molto faticoso, tuttavia potrebbe individuare tutte le cose che la hanno aiutata e ciò che invece non le è servito per poterlo portare nel nuovo percorso.
Inoltre potrebbe considerare un approccio cognitivo-comportamentale, il quale punta il suo focus di lavoro sul momento presente senza concentrarsi in maniera eccessiva sul passato.
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve, il primo passo e il più importante lo ha già fatto quando ha riconosciuto di voler migliorare. Infatti lei non ha nulla che non va ma vuole solo essere migliore di quanto si ritiene oggi e questo è un bene e dove lavorare in futuro. In merito ai suoi colleghi giovani non se la prenda più di tanto perché è un classico dei ragazzi prenderci in giro per le nostre abitudini e modalità. Ha già avuto esperienze terapeutiche ma probabilmente mai una cognitivo comportamentale che le sarebbe di grande conforto e aiuto. Non perda l'occasione di migliorarsi come lei desidera. Saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, mi dispiace che i precedenti percorsi non le siano stati di aiuto, traspare bene dalle sue parole che si sente bloccata e impotente. Le consiglio comunque di riprovarci con un altro percorso magari con altri approcci come EMDR, ACT o CFT. E sono d'accordissimo con quello che dice che ha bisogno di essere accolta per far emergere le sue risorse (perchè ne avra molte, magari nascoste), e un nuovo percorso potrebbe avere questo obbiettivo. Le faccio i miei più cordiali saluti
Dott. Alessandro Gasperi
Buon giorno
Leggendo le sue parole aggiungerei qualcosa a quello che le hanno già scritto saggiamente i miei colleghi ( le hanno rimandato e riconosciuto il dolore e l'impotenza e già questo è un passaggio di accoglienza e di per se terapeutico, le hanno suggerito terapie che lavorano più sul presente, come quella cognitiva comportamentale o sul trauma o basate su accoglienza e accettazione e mindfulness come l'ACT ad es. Giustamente una mia collega le ha anche chiesto se è bilanciata bene la mancanza della tiroide da un punto di vista farmacologico. Tutti suggerimenti e indicazioni indispensabili e utili dal mio punto di vista ) . Aggiungerei una attenzione particolare nei prossimi colloqui che farà ( se li farà)con uno psicoterapeuta anche alla esplorazione di ciò che le è accaduto nel 2014 e la sua esperienza lavorativa precedente il 2014. La sua identità e ruolo lavorativo precedente al 2014 e come si è interrotto il rapporto lavorativo e gli effetti che ha avuto questo su di lei e come ancora influenza la sua identità presente e come può avere influenzato questi anni dal 2014 in poi e come sta influenzando la sua vita ora. Cordiali saluti, Dott. Bianchi
Salve. Dalla sua storia, mi sembra di capire che lei ha una bassissima autostima che la imprigiona nella paura del giudizio degli altri. Si ancori alla sua forza interiore, come le riconosce il suo compagno, lei non si è mai arresa e si è buttata in tante situazioni diverse. La sua bassa autostima è compensata dalla fiducia in sé che lei ha ma non si riconosce, fiducia che le ha dato la forza finora, di buttarsi in tante situazioni. La confusione, spesso, deriva dal sentirsi sbagliati, quando si cerca di fare le cose fatte bene, senza sentirsi capaci. Si fidi di più di sé, se non fosse stata capace non avrebbe potuto affrontare tanti lavori. Dice che le riconoscono di essere empatica. Non è una qualità da poco... Lo sia anche con se stessa e si conceda di essere umana, che come tutti gli esseri umani, può sbagliare, senza sentirsi sbagliata. Valuti anche la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico che le faccia riconoscere che al di là dell'autostima che è bassa, lei ha fiducia in sé. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti.
Salve, mi dispiace per il disagio che sta provando e comprendo la sua sofferenza. Mi associo all'esortazione da parte dei mei colleghi - anche se le risulta difficile - di investire nuova fiducia in un percorso terapeutico cognitivo comportamentale, non per cercare lontane origini dei suoi problemi ma per capire come oggi vengano alimentati. Detto questo, però, le suggerisco una domanda da porre a se stessa. Lei si definisce lenta e flemmatica, e ha tutto il diritto di esserlo: come mai sceglie proprio un lavoro in cui la velocità e la prontezza sono caratteristiche essenziali? Sembra quasi che lei si voglia misurare con un'idea di se stessa distante dalla sua realtà (e non per questo migliore), in una battaglia persa in partenza. Ci sono lavori in cui la lentezza è un valore aggiunto, in cui la qualità viene prima della quantità, ma è come se lei non li prendesse in considerazione. Ci rifletta. In bocca al lupo. D.ssa M.Rita D'Onofrio
Gentile signora, mi dispiace per quello che sta vivendo, ma credo che ci sia ancora un piccolo pezzettino di percorso da fare. Visto che ha fatto altri percorsi, ha rivisto la sua storia, ma ancora quel disagio è parte di lei, credo che quel clic che cerca deve essere ancora sbloccato o liberato. Magari potrebbe concordare un percorso terapeutico che miri proprio a questo ultimo sblocco. Continui a provare e avere fiducia. Un saluto, Dott.ssa Antonella Abate
Gentile Signora, ho letto con passione ed empatia quello che ha raccontato, forse perché non sono più tanto giovane anche io. Credo che le sue attuali problematiche abbiano radici più profonde, che devono essere efficacemente affrontate. Mi dispiace del fallimento con i colleghi, credo che sia stato anche un problema tecnico: lei non ha soltanto problemi di autostima, ma c'è qualcosa in lei che l'impedisce di dare il meglio di sé. Cerchi uno psicoterapeuta del Profondo, di scuola Analitica, e diffidi delle promesse di rapide guarigioni, come è di moda, rifiuti le tecniche "smart". Lo so che è difficile trovare un bravo professionista, provi a farsi consigliare dagli amici, possibilmente uno di tanta esperienza, come ne ha lei. Un caro saluto, Enrico Piccinini
Gentile Utente di MioDottore, l'intervento alla tiroide sembra aver avuto un impatto sul suo senso di efficienza e sulla sensazione di fatica. La psicoterapia è sempre attuale: è oggi che lei si sente come si sentiva in una serie di eventi del suo passato e questo la fa sentire pesante. Può rivolgersi ad una agenzia interinale dove può incontrare Colleghi esperti nel ricollocamento di risorse; questo potrebbe aiutarla a sostenersi adeguatamente e sentirsi efficace nel lavoro che andrebbe a fare. Resto a disposizione per una consulenza online, dr.ssa M.Di Iorio.
Gentile Signora, la sua storia raccontata così profondamente denota un'importante riflessione che ha fatto e sta facendo su se stessa mettendosi in gioco, cercando ancora quella chiave per poter riuscire a fare click, una strada che ancora forse deve essere completata. Iniziare un percorso di psicoterapia può essere di aiuto nella ricerca di quel pulsante, da cercare e trovare in se stessi, in quanto il contesto, i colleghi, le difficoltà e il giudizio degli altri probabilmente ci saranno comunque. Dove si trova adesso, nel suo cammino, e dove vuole arrivare, cosa vuole da sé stessa? E' importante prendersi cura di se stessi, per stare bene, vivere pienamente e in maniera soddisfacente. Saluti, Sara Molinaro

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