Buongiorno. Scrivo per chiedere consiglio e eventuale indirizzamento al professionista adeguato, se

15 risposte
Buongiorno.
Scrivo per chiedere consiglio e eventuale indirizzamento al professionista adeguato, se necessario, per mia figlia ha 4 anni.
Spiegherò nel dettaglio più sotto, ma il problema è la sua difficoltà a socializzare con altri bambini.

Premetto che causa pandemia ha avuto poche occasioni di frequentare bambini (quindi nel periodo 2020-21). Inoltre, per scelta di mia moglie, legata anche alla paura del virus in circolazione, la bambina ha iniziato l’asilo a 4 anni (quindi ha saltato il primo anno di asilo e ha iniziato a sperimentare la vita fuori di casa senza genitori da 4 mesi). Altra premessa: la bambina è bilingue (io italiano mia moglie coreana) e poiché io sono fuori per lavoro dalla mattina fino alle 17:30 circa, trascorre la maggior parte della giornata con la mamma parlando in coreano/vedendo video in coreano e, avendo appunto iniziato l’asilo a 4 anni, è al momento più forte in coreano (riesce a esprimersi e a farsi capire anche in italiano, ma in coreano è più fluente e con vocabolario più ricco mentre in italiano a volte deve pensare a cosa vuole dire ed è un po' sgrammaticata e limitata nel vocabolario).

A casa la bambina è solare e vivace. Corre, parla, urla, scherza, gioca, è molto curiosa, sa usare tablet/mouse del pc/telecomando, è autonoma nell’uso del bagno, esprime le sue esigenze e preferenze su cibo/giochi/video, sa anche imporre la sua volontà (ad esempio, se la nonna parla mentre sta guardando un cartone animato le dice scocciata a voce alta “nonna, stai zitta”). E’ molto intelligente e appunto bilingue (sa già scrivere entrambi gli alfabeti, italiano e coreano).
All’asilo, invece, è timida e riservata. A casa parla dei suoi amichetti e cerca gli altri bambini, ad esempio nomina spesso i nomi dei compagni, ma poi al parco vuole che ci siamo noi accanto a lei, o all’asilo preferisce fare attività “solitarie” tipo disegnare o modellare la creta.

L’inserimento all’asilo è stato difficile, ha pianto per due settimane. Sembrava ormai abituata e felice di andare, anche continuando a preferire nelle ore di asilo attività individuali come il disegno e, da quanto riferivano le maestre, a volte diventando un po' triste dopo pranzo in attesa dell’arrivo della mamma per andare a casa. Poi dopo essere stata a casa per una decina di giorni per l’influenza ha ripreso a piangere all’asilo (credo si sia riabituata a stare a casa).

Le piace molto ballare, a casa chiede di mettere delle canzoni che le piacciono e balla a ritmo di musica, e ha chiesto di andare a una scuola di ballo. L’abbiamo accontentata, era molto entusiasta all’idea della scuola di ballo, ma una volta entrata non ha voluto staccarsi dalla mamma. Abbiamo riprovato ma niente. Abbiamo così provato anche con una scuola di ballo all’interno di un circolo culturale, quindi meno formale e con atmosfera più giocosa, tra l’altro frequentata anche da una sua amica. Purtroppo alla lezione di prova la sua amica non era presente perché malata, quindi anche quella volta ha pianto e non ha voluto staccarsi dalla gamba della mamma. Vogliamo però riprovare.

Insomma, a casa è un vero ciclone, a scuola il contrario. Noi genitori siamo preoccupati, ci chiediamo se abbiamo sbagliato qualcosa, se il suo essere bilingue la fa sentire inadeguata e non a livello dei compagni, mia moglie si sente in colpa per averla tenuta a casa fino a 4 anni. Soprattutto ci dispiace vedere che, nonostante sia piena di interessi ed energie, fuori casa si chiude e quindi limita le sue possibilità di godersi la sua età.

Cosa possiamo fare? Grazie.
Salve, ritengo fondamentale che voi possiate rivolgervi ad un terapeuta cognitivo comportamentale specializzato nell'area infantile al fine di trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Sarà opportuno Inoltre indagare Quali aspetti emotivi questa situazione susciti in voi genitori.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile signora,
mi dispiace per la situazione difficile relativa a sua figlia. La bambina sembra abbia raggiunto importanti auonomie e sia in linea con i compiti attesi per la sua età, da quanto lei descrive; tuttavia a livello emotivo sembrerebbe riscontrare maggiori difficoltà. Avete provato a consultare uno psicologo dell'età evolutiva? potrebbe essere importante discutere più nel dettaglio le difficoltà che la bambina sta riscontrando e le modalità con cui voi genitori state gestendo la situazione. Uno psicologo/psicoterapeuta potrà ascoltarvi e riflettere insieme a voi su eventuali strategie e percorsi da intraprendere per aiutare la bambina ad essere più tranquilla tra i suoi pari e più serena anche in casa.
Resto a disposizione per un consulto più approfondito, anche online qualora non siate di Roma. Un caro saluto
Buonasera, mi spiace molto per la situazione che state attraversando e comprendo la vostra preoccupazione rispetto a vostra figlia. Data l'età mi sento di consigliarvi un professionista che abbia una competenza specifica sull'età evolutiva in modo da poter fare un intervento mirato e di supporto anche per voi genitori. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti. Un caro saluto
Buongiorno,

è opportuno che lei e sua moglie iniziaste un percorso di supporto alla genitorialità al fine d poter meglio sostenere e gestire lo svincolo della bambina dal nucleo familiare. Le sue difficoltà possono esser lo specchio delle vostre a lasciarla andare. Probabilmente lei e sua moglie siete preoccupati di come lei stia in vostra assenza. Parliamo di difficoltà non completamente riconosciute ma che possono esser viste attraverso i segni comportamentali della bambina. Ne parli con sua maglie, potreste farvi aiutare a risolvere una problematica assolutamente risolvibile.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, immagino la preoccupazione riguardo la sua bambina. Mi sembra che stia affrontando le tappe evolutive nei suoi tempi. La difficoltà rispetto al sociale può essere per la bambina uno scoglio un po' più complesso da superare. Potreste a mio avviso aiutarla con un percorso da una psicoterapeuta dell'età evolutiva che credo sosterrà voi e vs. figlia in questa tappa evolutiva. Cordiali saluti. Alessandra Domigno
Gentile genitore, da ciò che leggo penso che sua figlia abbia forse incontrato qualche criticità di relazione con i pari dato il trascorso descritto.... probabilmente ha necessità di sviluppare un po' di "anticorpi" in un ambiente che, per come la bambina lo percepisce, non sembra avere protezioni sicure rispetto al proprio ambiente familiare, con tutto quello che ne consegue.... a mio parere non è tanto farle fare attività, ma indagare come lei vive le situazioni e rinforzarla e potenziarla restituendole fiducia.... certo qualche colloquio familiare sarebbe una buona base per dare anche a voi strumenti comunicativi in tal senso.
Buonasera, comprendo la sua preoccupazione perché noi genitori pensiamo sempre di dover essere perfetti. Da come descrive la sua bambina è matura sia da un punto di vista evolutivo sia da un punto di vista emotivo. Non è assolutamente il bilinguismo anzi a questa età si possono imparare anche cinque lingue. Tutto ciò farà parte del bagaglio culturale e a mio modo di vedere è un vantaggio per vostra figlia. Quindi il mio consiglio è quello di abbassare il vostro livello di ansia e proporre sempre di più situazioni in cui vostra figlia possa sperimentarsi e socializzare con i coetanei. Inoltre penso non sia positivo per voi come coppia focalizzarsi essenzialmente su vostra figlia. Concedetevi più spazio per la coppia prendendovi anche un paio d'ore da passare insieme senza parlare di vostra figlia. Buon lavoro
Gentile genitore, comprendo le preoccupazioni e le ansie che possono insorgere in una situazione come quella descritta, ma vorrei rassicurarvi su alcuni punti.
I bambini bilingue possono avere qualche ritardo linguistico solo inizialmente, con il tempo queste difficoltà vengono recuperate e rimane la ricchezza e l'elasticità mentale di chi ha già un bagaglio culturale importante.
È normale che l'inserimento all'asilo di una bambina che è rimastaun po' isolata in casa fino ad un anno fa, abbia delle criticità.
La mamma non ha motivo di sentirsi in colpa, la situazione pandemica è stata difficile e critica per tutti.
Forse la vostra bambina ha bisogno di un po' di tempo in più; è figlia unica e da quel che si può capire, non si è relazionata con cugini o amichetti prima dell'asilo .
Vi consiglierei di non esagerare con video, tablet e videogiochi se già la bambina tende a prediligere giochi solitari.
Nelle biblioteche spesso ci sono delle letture animate per gruppi di bambini di tutte le età. Questa esperienza potrebbe predisporla ad amare la lettura, stimolerà le sue competenze linguistiche e potrà imparare a stare con gli altri senza sentirsi sotto stress.
Invitate ogni settimana un amico a casa, anche questo potrebbe essere molto utile.
Se non vi sentiste ancora sereni potreste ricorrere a qualche colloquio psicologico psicoeducativo.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Buongiorno, leggendo quanto da lei riportato emerge una bambina sicuramente in linea con lo sviluppo ma che ha vissuto questi anni un po' isolata da un punto di vista sociale, isolamento nato da una preoccupazione che l'incontro con gli altri avrebbe potuto danneggiarla ( contagiandosi con il covid). Sicuramente non era il vostro intento trasmetterle la preoccupazione che il portarla all'asilo a contatto con altri bambini sarebbe stato per lei "rischioso" ma questo è probabilmente il messaggio che lei ha percepito "solo a casa sei al sicuro" ecco perchè anche ora, che voi siete più tranquilli, lei fa fatica a staccarsi.
Immagino anche quanto sia stato difficile per la mamma vivere questi anni di pandemia lontano dal suo paese e probabilmente dalla sua famiglia senza la possibilità di scegliere quando potersi vedere. E quanto sia stato per lei un piacere avere la sua bambina accanto. Bisogna sapere che i bambini, soprattutto quando sono piccoli, percepiscono molto meglio le emozioni che le parole; può essere che la vostra bambina abbia interiorizzato le vostre paure e la voglia di proteggerla.
Mi colpisce che, proprio per le poche occasioni che aveva per poter parlare in Italiano, anche i cartoni li vedesse in coreano, sicuramente era la lingua a lei più famigliare ma forse c'è anche un desiderio da parte della mamma di tenerla molto legata alle sue radici. Il fatto che sia bilingue è per lei una fortuna. Può essere che inizialmente possa fare un po' più fatica ma questo non è comunque un problema. Da psicoterapeuta specializzata anche nell'età evolutiva vi consiglio di rivolgervi ad un terapeuta dell'età evolutiva che con alcuni incontri con voi genitori vi possa aiutare nel supportare la vostra bambina a vivere più serenamente i momenti della separazione. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti
Buonasera, innanzitutto mi sembra che abbiate descritto un quadro molto preciso e dettagliato della situazione che riguarda la bimba quindi vorrei tranquillizzarvi circa il fatto che mi sembra stiate facendo il possibile per starle vicino e sostenerla. Questo ultimi anni non sono stati affatto facili per i bimbi né per le famiglie. Penso che vi sia utile continuare con fiducia ad offrire a vostra figlia occasioni di stare con gli altri, più i bambini sentono che noi siamo sicuri, più loro si sentono sicuri. Se doveste avere bisogno di un confronto o una condivisione, non esitate a contattare uno psicologo che si occupi di età evolutiva. Un caro saluto!
Gentile Papà, la situazione è complessa e relativamente preoccupante. Dico relativamente perché a fronte di ciò che a descritto la bambina ha delle difficoltà nel solo contesto scolastico a fronte, inoltre, degli anni trascorsi con la pandemia, che a livello psicologico ha intaccato la serenità della maggior parte di noi. L'esperienza scolastica è iniziata 'da poco' perciò le suggerisco di prendervi del tempo ma soprattutto di non colpevolizzarvi. Vedrei invece positivo un prendersi cura degli aspetti legati all'attaccamento e alla separazione in un'ottica più preventiva che di intervento. Rimango a disposizione e vi mando un caro saluto e l'augurio di un sereno Natale. Dr. Maria Zaupa
Gentile Papà, comprendo la preoccupazione che descrive nel suo racconto, ma ogni bambino è diverso da un altro, ha i suoi tempi di sviluppo e le sue modalità per affrontare e superare le tappe. L'ingresso a scuola è una di queste. Probabilmente aver ritardato l'ingresso a scuola e non aver socializzato con altri bambini, ha reso sua figlia un pò insicura, ma avere un comportamento diverso rispetto a quello a casa e in vostra compagnia, è abbastanza frequente. Rimanere un pò in disparte a scuola è il suo modo di ambientarsi ed entrare in contatto con gli altri e con le regole che la scuola comporta, e non va forzata a fare diversamente. Sicuramente il bilinguismo può diventare un limite in un ambiente in cui si parla esclusivamente italiano, perchè come lei stesso sottolinea, la bambina è più insicura rispetto al coreano. Io le consiglio di mantenere un dialogo aperto e costante con le insegnanti e potreste consultare un professionista per una consulenza genitoriale, potrebbe aiutarvi a gestire le vostre paure e a trovare le strategie giuste per aiutare la bambina a essere più serena.
Resto a disposizione, Dott.ssa Marina Colangelo
Caro genitore, non è colpa di nessuno ma comprendo che quando si hanno figli si cerchi l'errore commesso. Ogni figlio nasce da una storia e si inserisce in un rapporto con chi a sua volta ha un passato e specifiche modalità emotive relazionali. Mi pare di capire che nel mondo esterno sua figlia senta l'esigenza di avere un supporto, una base sicura che spesso è stata la madre. Le suggerirei di cercare uno psicoterapeuta infantile che nella sua tecnica preveda colloqui con voi genitori. Non per cercare una colpa ma per valutare storia e vissuti e modificare qualcosa dell'ambiente che circonda la piccola. Vedrà che con pochi accorgimenti otterrete repentini miglioramenti. Con i più piccoli i progressi sono rapidi proprio perché ancora non sono strutturati.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, mi spiace per la preoccupazione che state vivendo! A primo acchito mi sembra che la bimba abbia sviluppato molte competenze in alcuni campi, forse anche più avanzate rispetto alla sua età (bilinguismo, riconoscimento scrittura nelle due lingue, etc) e in altri campi, come quello relazionale, abbia bisogno di recuperare passaggi evolutivi. Non mi pare una situazione grave, penso che, rivolgendovi a una/uno psicoterapeuta esperta/o nell'età evolutiva, potrete trovare la chiave per stare vicini alla vostra bambina e permetterle di fare quei passaggi evolutivi che in questo momento le fanno preferire la vicinanza alla mamma rispetto alle relazioni con gli altri bambini. Mi auguro possiate trovare una/un professionista con cui intraprendere il percorso! Un caro saluto
Buonasera Papà,
mi sembra che nonostante sia a una bimba energica, bilingue ed autonoma a casa, fuori sembrerebbe non riuscire ad essere se stessa probabilmente perché non abituata ,visto che ha vissuto per molto tempo in casa e che è stato un ambiente molto protetto; la mamma sembrerebbe essere il suo ponte "rassicurante" con l'esterno visto che riporta che le piace stare ai giochi del parco ma con voi . La bambina avrebbe bisogno di sperimentarsi fuori ma con la vostra presenza (rassicurazione) che nel tempo si dovrebbe andrebbe a diminuire sempre di più.
Credo sia importante essere tempestivi con i tempi e velocizzarsi nell'iniziare un percorso su vari fronti, sia con l'aiuto e le consulenze di un terapeuta che si occupa di età evolutiva che vi accompagni nel progetto del percorso e su il come strutturarlo anche all'asilo in maniera semplice e proficua e che non é una cosa compromettente se vi attivate subito.
Io mi occupo di età evolutiva se volete o avete atre domande resto volentieri a disposizione. Dr.Jasmine Scioscia

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