Buongiorno, mi trovo davanti a un dilemma ormai da qualche anno, da cui non riesco a uscire. Ho viss

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Buongiorno, mi trovo davanti a un dilemma ormai da qualche anno, da cui non riesco a uscire. Ho vissuto diversi anni a più di 1000 km da casa per motivi di lavoro. Mi sono ambientata bene, mi piaceva vivere lì. Ad un certo punto per volere più del mio compagno riusciamo a rientrare vicino casa con il lavoro e ci stabiliamo lì. Io non sarei mai voluta rientrare, da quel momento ho iniziato a sentirmi male, slegata dall’ambiente in cui vivo e avevo una gran voglia di ritornare dove ero. In questi anni continuo ad avere questa voglia, ma contemporaneamente non riesco a concretizzarla, perché quando provo a chiedere trasferimento mi viene un attacco di panico che mi blocca. Prima pensavo che fosse dovuto al fatto che il mio compagno non avrebbe voluto spostarsi di nuovo lì, per cui probabilmente io in maniera inconscia avevo interiorizzato questa cosa che mi bloccava. Poi ho pensato fosse dovuto al fatto che mi sarei di nuovo allontanata dai miei e avrei allontanato anche mio figlio dalle sue radici. Oggi mi trovo in una situazione assurda, perché il mio compagno vorrebbe tornare lì ( perché nel frattempo ha realizzato che in effetti ci sono più opportunità per noi come famiglia), io invece nonostante con la mente elaboro sempre pensieri di vita in quel posto ( nel senso che ho ricordi belli che vorrei diventassero di nuovo realtà), continuo a bloccarmi con questi attacchi di panico che non mi fanno vivere bene e che mi provocano vertigini, terrore, nausea, peso sul collo …. Questo mi fa desistere. Però contemporaneamente non vivo bene qui, perché ho delle sensazioni negative, che non sono così forti come quegli attacchi di panico, ma che sono comunque attacchi d’ansia, tristezza, sensazione di non essere completa e che mi bloccano dal comprare casa o fare passi più o meno definitivi. Non capisco come uscirne perché qualunque cosa io scelga di fare non va bene per la mia testa. È come se rifiutassi di fare scelte più o meno definitive.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, quella che descrive è una situazione di conflitto interiore profondo, dove desideri, paure e bisogni si intrecciano creando un blocco decisionale che ha un forte impatto sul suo benessere psicofisico. Gli attacchi di panico e l’ansia anticipatoria che sperimenta, anche di fronte a pensieri positivi, potrebbero indicare un sistema emotivo in allerta, legato a vissuti di separazione, senso di colpa o paura del cambiamento. È molto comune in questi casi che la mente razionale desideri una cosa, mentre il corpo reagisce come se fosse in pericolo. Un lavoro psicoterapeutico — in particolare con approcci come la psicoterapia umanistica unitamente all’utilizzo della mindfulness può aiutarla a comprendere e regolare questi vissuti.
Il senso di incompletezza e l’incapacità di fare scelte definitive possono nascere da dinamiche interne non ancora elaborate, forse legate all’identità, al ruolo familiare o alla paura di perdere qualcosa in ogni scelta. Un percorso con uno psicologo psicoterapeuta potrebbe offrirle uno spazio sicuro per distinguere il desiderio autentico dalla risposta ansiosa, e per trovare una direzione che non sia solo sopravvivenza, ma benessere reale.
Non c’è una soluzione giusta o sbagliata, ma c’è un modo più chiaro e consapevole di arrivarci.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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Salve paziente anonimo
Gli stati di panico sono una risposta fisica a dubbi ,ansie ecc legati alla nostra storia personale
È necessario risalire alla causa per poter risolvere
L' autoanalisi non aiuta perché si entra in un vortice da cui non si riesce ad uscire perché prima cosa fa fare imparare a gestire i sintomi
Solo dopo si potranno prendere le decisioni adatte alla persona
Il nostro inconscio e il nostro corpo parlano
Bisogna imparare ad ascoltarsi e darsi tempo
Si rivolga a Un buon terapeuta l' aiuterà ci sono molte tecniche oggi che possono raggiungere lo scopo anche con percorsi brevi
In bocca al lupo
Dott lorenzini Maria Santa psicoterapeuta
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buongiorno,
mi dispiace sinceramente per la situazione di forte tensione e incertezza che sta vivendo. Dal suo racconto emerge come si trovi in un vero e proprio “stallo emotivo”, dove qualunque direzione sembri portare con sé ansia, paura e sintomi fisici importanti. È comprensibile che questo la faccia sentire bloccata e senza via d’uscita.

Gli attacchi di panico e l’ansia che descrive possono essere un segnale che, oltre alla decisione pratica, ci sono vissuti più profondi legati al cambiamento, al distacco e alla sensazione di sicurezza. A volte, dietro questi blocchi, si intrecciano diversi fattori: la paura di perdere punti di riferimento, il timore di fare una scelta irreversibile, il peso delle responsabilità verso la famiglia, ma anche la fatica di accettare che ogni scelta comporta inevitabilmente una rinuncia.

Un percorso di terapia ad esempio sistemica o focalizzata sull’ansia e sui processi decisionali potrebbe aiutarla a comprendere l’origine di questi blocchi e a gestire le reazioni fisiche ed emotive, così da recuperare la libertà di scegliere in modo più sereno. Le insicurezze non spariscono del tutto, ma si possono affrontare e trasformare in consapevolezza, imparando a tollerare il dubbio senza farsi paralizzare da esso.

Resto a disposizione per aiutarla a lavorare su questi aspetti e mi farebbe piacere poterla accompagnare nel ritrovare un equilibrio e una direzione più chiara per sé stessa e per la sua famiglia.
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Dott. Francesco Paolo Coppola, (Napoli on line o in presenza), psicologonapoli org - per info PROFILO su MioDottore
Quello che descrivi non è solo un “problema di dove vivere”, ma un conflitto più profondo tra due bisogni fondamentali: da una parte il desiderio di libertà e realizzazione personale, dall’altra la paura di perdere i legami importanti, le radici e la sicurezza affettiva.
Il corpo reagisce in modo intenso — con panico, vertigini, nausea — quando la scelta sembra portarti lontano da ciò che ti dà sicurezza, anche se razionalmente sai che potrebbe essere la strada giusta. Allo stesso tempo, restare dove sei alimenta un senso di incompletezza e blocco.
Questo tipo di impasse non si risolve forzando una decisione, ma esplorando con calma i significati emotivi e profondi che i “luoghi” hanno per te: non solo sulla mappa, ma nella tua storia, nei legami e nei desideri. Un percorso psicologico può aiutarti a distinguere ciò che davvero vuoi da ciò che temi di perdere, e a trovare una scelta che non sia guidata solo dall’ansia.
Se vuoi, possiamo lavorarci insieme, passo dopo passo, per sciogliere il blocco e restituirti la possibilità di scegliere in libertà.
Dott. Simone Ciuffi
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Sambuceto
Buongiorno. Nell'ultima parte di ciò che scrive riferisce che ha la sensazione come se rinunciasse a prendere decisioni definitive. A volte, gli attacchi di panico, che sono "corpo che parla" ci dicono che ci troviamo di fronte ad un bivio e che la scelta che prenderemo potrebbe essere definitiva. Le chiedo se ha mai lavorato a fondo, con un professionista, su queste dinamiche? Grazie in anticipo per la sua condivisione.
Dott.ssa Carla Otilia Sno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Sesto Ulteriano
Buongiorno Gentile Paziente anonimo,
Potrebbe trattarsi di avere paura di affrontare di nuovo un'altro cambiamento.
Ci riferisce che non capisce come uscirne, perché qualunque cosa sceglie di fare non va bene per la sua testa. È come se rifiutassi di fare scelte più o meno definitive.
Cambiare luogo di vivere non è solo una sfida, ma anche un’opportunità per crescere, per allargare i propri orizzonti, per diventare più flessibili e adattabili. È un’occasione per imparare a fare affidamento su sé stessi, per scoprire le proprie risorse, per abbandonare vecchi schemi e abbracciare nuove possibilità. Con le giuste strategie, il sostegno degli altri, e la volontà di aprirsi al nuovo, è possibile superare l’ansia e trasformare il trasferimento in un viaggio di esplorazione e rinascita.
Ogni cambiamento spaventa, ma ogni cambiamento porta con sé il seme della crescita e della felicità. Accettare la paura, non combatterla, e lasciarsi guidare dalla curiosità e dalla fiducia: questa è la chiave per vivere il cambiamento in modo positivo.
Le auguro un buon viaggio di rinascita.
Dott.ssa Carla Otilia Sno
Dott.ssa Orianna Miculian
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trieste
Gentilissima, posso solo provare a immaginare le fatiche che sta vivendo. E non è facile trovare una soluzione, ogni possibile scelta lascia spazio a mille dubbi e mille pensieri. Il problema però è proprio questo. Da dove nascono questi pensieri? Che emozioni suscitano in lei? Come poterli gestire e pian piano renderli più lontani? Il mio consiglio è di rivolgersi a un professionista che la aiuti a raggiungere una migliore conoscenza di lei, dei pensieri che sostengono il suo malessere, trovando assieme le strategie più funzionali per poterli affrontare. Pian piano inizierà a guardare al futuro in modo più sereno.
I migliori auguri
Dott.ssa Miculian
Qualora lo volesse resto a disposizione, anche online.
Dott.ssa Chiara Campagnano
Psicologo, Psicoterapeuta
Modena
Capisco bene quanto possa essere difficile trovarsi in questa situazione: da un lato il desiderio e i ricordi positivi legati a un luogo che ha significato molto per lei, dall’altro i blocchi e l’ansia che emergono ogni volta che pensa di concretizzare questo desiderio. È come se si trovasse sospesa tra due luoghi, ma soprattutto tra due parti di sé: quella che vorrebbe cambiare e quella che teme le conseguenze del cambiamento.

Gli attacchi di panico e l’ansia non parlano tanto di “scelte sbagliate”, quanto della fatica di prendere decisioni definitive in un momento in cui sente di non avere ancora sufficiente sicurezza interiore. In questi casi, più che forzarsi a scegliere, può essere utile provare a comprendere cosa le impedisce di sentirsi stabile ovunque si trovi, e come costruire un senso di radicamento dentro di sé, indipendentemente dal luogo.

Forse più che chiedersi “dove vivere”, la domanda potrebbe diventare: “di cosa ho bisogno per sentirmi a casa con me stessa?”. Uno spazio di supporto psicologico potrebbe aiutarla a dare un significato nuovo a questi blocchi, e trasformarli in un’occasione per conoscersi meglio.
Un caro saluto
Dott.ssa Daniela Voza
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Carissima, rispetto alle problematiche da lei lamentate e alla sua richiesta, le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva, un approccio che si colloca nell'ambito della terza generazione delle terapie Cognitivo-Comportamentali e che vanta crescenti evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Daniela Voza
Dott.ssa Federica Bellò
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Treviso
Quello che stai vivendo sembra un conflitto profondo tra due bisogni fondamentali: da un lato il desiderio di stabilità e appartenenza (vicinanza ai tuoi cari, radici, famiglia), dall’altro il bisogno di autenticità e libertà personale (essere dove ti sentivi davvero bene, realizzata). Quando questi bisogni si scontrano e nessuno dei due può essere davvero “sacrificato”, il corpo e la mente possono iniziare a mandare segnali forti, come gli attacchi di panico o l’ansia diffusa.

Quello che descrivi – sentirti bloccata quando si avvicina una decisione, anche se desiderata – è molto comune nelle situazioni in cui la scelta porta con sé un’idea (reale o simbolica) di perdita o di colpa. Potresti inconsciamente temere di “abbandonare” qualcuno o qualcosa, oppure temere di sbagliare di nuovo e non poter più tornare indietro. Queste emozioni, se non riconosciute e affrontate, spesso si traducono in sintomi fisici.

Non sei “sbagliata” perché ti senti così. Anzi, stai ascoltando due parti di te molto vere, che però ora stanno cercando di tirare la coperta in due direzioni opposte.

Un lavoro psicologico può aiutarti a:

•⁠ ⁠Indagare le emozioni legate a entrambe le scelte (paura di deludere, senso di colpa, insicurezza).
•⁠ ⁠Capire se ci sono schemi del passato che si ripropongono (es. difficoltà a scegliere per te stessa, paura dell’autonomia, ecc.).
•⁠ ⁠Lavorare sul corpo e sui segnali fisici per rendere gestibile l’ansia, non farla più decidere per te.
Dott. Mario Arena
Psicoterapeuta, Psicologo
Cinisello Balsamo
E se si trova qui a scrivere, forse sente la necessità di fare una seduta di psicoterapia e non importa se non ne abbia mai fatta una. Interessante anche il non porre nessuna domanda, le occorrerebbe proprio un interlocutore con cui pensare insieme. In bocca al lupo per le sue scelte.
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Buongiorno,
dalle sue parole emerge con chiarezza quanto sia bloccata in un circolo difficile: da una parte il desiderio di tornare in un luogo che ha amato e dove si è sentita bene, dall’altra la paura e gli attacchi di panico che la paralizzano ogni volta che cerca di prendere una decisione concreta. È una condizione molto dolorosa, perché sembra che qualunque scelta porti con sé sofferenza: restare dove si trova significa provare ansia e incompletezza, ma tentare di trasferirsi scatena il panico.

Quello che descrive non è segno di “incapacità di scegliere”, ma di un meccanismo tipico dell’ansia anticipatoria: la mente proietta scenari catastrofici e il corpo reagisce con sintomi intensi (vertigini, nausea, senso di terrore), come se stesse davvero correndo un pericolo. Questo spiega perché, pur desiderando razionalmente un cambiamento, le sia così difficile attuarlo.

In situazioni come la sua può essere molto utile:

Un percorso di psicoterapia, in particolare ad approccio cognitivo-comportamentale o integrato, per lavorare sia sulla gestione degli attacchi di panico sia sui pensieri che li alimentano.

Tecniche di esposizione graduale: non passare subito alla decisione definitiva del trasferimento, ma fare piccoli passi (ad esempio brevi viaggi, brevi permanenze in quel luogo) per abituare corpo e mente a tollerare la possibilità del cambiamento.

Lavoro sul significato delle scelte definitive: dal suo racconto sembra che dietro il panico ci sia anche una difficoltà più ampia ad accettare decisioni “irreversibili” (comprare casa, radicarsi). Questo è un aspetto che in terapia può essere esplorato, per capire se rappresenti un timore di perdita di libertà, un bisogno di controllo o altro.

Non c’è nulla di “sbagliato” in lei: sta solo vivendo un conflitto tra desideri e paure, e il panico è diventato il modo in cui il corpo esprime questo conflitto. Con un percorso mirato, può imparare a gestire i sintomi, riconoscere i pensieri che li alimentano e tornare a sentirsi libera di scegliere senza sentirsi sopraffatta.

Un incoraggiamento sincero: non deve rassegnarsi a vivere in questo stallo, ci sono strumenti efficaci per uscirne e ritrovare la possibilità di costruire la sua vita senza paura.
Dott.ssa Alessandra Uliano
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torremaggiore
Buongiorno,
sradicarsi dalla propria terra e ricostruirsi una vita in un posto molto lontano da casa denota che lei abbia delle ottime risorse, si può ipotizzare che il trasferimento voluto da suo marito e non da lei abbia comportato uno scompenso di natura ansiosa che non è mai andato in remissione. E' presumibile che non siano le nuove ipotesi di trasferimento, ed il ritorno nel posto che la accolta a generarle ansia e a mantenere il disturbo, probabilmente non è mai stato risolto e trascinato avanti finora.
Dovrebbe indagare diversi aspetti e approfondire con un professionista per comprendere quali sono i suoi bisogno reali, al fine di dare a loro voce.
Un caro saluto
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,
dal suo racconto emerge come, qualunque strada lei provi a immaginare, finisca per trasformarsi in un vicolo cieco. È interessante notare che da un lato desidera tornare in quel luogo che le ha dato benessere, dall’altro quando si avvicina alla possibilità concreta sente paura e panico.
Viene da chiedersi: è più spaventoso restare dove non si sente “completa” o rischiare di muoversi verso ciò che desidera, affrontando la paura che l’accompagna? Oppure la vera difficoltà non è tanto scegliere dove vivere, quanto decidere di vivere una scelta senza più rimandarla?
A volte non è la città a tenerci in ostaggio, ma il conflitto tra ciò che desideriamo e ciò che temiamo.
Rimango a disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Chiara Ronchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, quello che descrivi sembra proprio un conflitto interiore: da una parte il desiderio di ritornare in un luogo che ti ha fatto sentire viva, dall’altra la paura e i sintomi fisici che ti bloccano ogni volta che provi a fare un passo concreto. È come se dentro di te ci fossero due parti che tirano in direzioni opposte, lasciandoti in sospeso.

Può aiutare intanto imparare a distinguere il “pensiero” dalla “sensazione”: quando immagini il trasferimento, prova a scrivere in un diario cosa pensi (le parole, le paure, i ragionamenti) e poi cosa senti nel corpo (vertigini, peso sul collo, nausea). Questo ti permette di dare un posto a entrambe le dimensioni senza confonderle.

Ti propongo una riflessione: se non dovessi decidere subito per “tutta la vita”, ma solo fare un piccolo passo esplorativo, quale sarebbe?
Dott.ssa Giuliana Azzaro
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Gentile utente, mi spiace per il malessere di cui sta facendo esperienza ormai da un po' di tempo per via di questi cambiamenti avvenuti nella sua vita. Trasferimenti/traslochi/cambiamenti più o meno radicali sugli stili e ambienti di vita sono sempre eventi di grossa portata che possono causare anche molto stress e malessere. Inoltre, come ben dice lei stessa sul finale, potrebbe essersi bloccata e rifiutata di fare delle scelte (in questo caso di un certo calibro) poichè scegliere comporta sempre una qualche presa di responsabilità. Per sciogliere questo nodo e tornare a stare meglio suggerirei di parlare con un professionista della questione, ed iniziare un percorso per trovare la via per risolvere questo conflitto e i suoi sintomi.
Un saluto
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, sembra lei abbia individuato nella sua ultima frase cosa le crea questo grande disagio. Per la maggior parte delle persone affrontare un cambiamento non è semplice, questo può creare paura, ansia ma anche euforia, farci sentire motivati, determinati quando siamo noi a decidere. Ecco sembra che nella sua vita tutte le decisioni importanti le prenda suo marito e questo nel corso degli anni le ha causato un grande disagio dato che la situazione in cui si trova oggi sembra quella di una trappola, é in un luogo in cui non vorrebbe essere e al tempo stesso non riesce ad accettare l'idea di andarsene.
Potrebbe aver sviluppato un disturbo d'ansia generalizzata e/o di panico dato che non esce più di casa.
Le consiglio vivamente di vedere uno specialista.
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Dott.ssa Marilyn Imperioso
Psicoterapeuta, Psicologo
Melegnano
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con chiarezza ciò che sta vivendo.

La sua situazione sembra caratterizzata da una forte ambivalenza: da un lato il desiderio di tornare in un luogo che sente più “suo”, dall’altro un blocco accompagnato da ansia intensa e attacchi di panico ogni volta che prova a prendere una decisione concreta.

Questi sintomi possono riflettere paure profonde legate alla separazione, alla perdita di riferimenti affettivi e ai cambiamenti importanti nella sua identità e nella vita familiare. Spesso, il corpo esprime così conflitti interiori non ancora del tutto consapevoli.

Approfondire questi aspetti con un professionista può aiutarla a comprendere meglio cosa si nasconde dietro questo blocco.

Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno gentile paziente,
credo che uno dei nodi principali stia in quella sua volontà tradita, "per volere del mio compagno", come se lei, rispetto a quella scelta non c'entrasse, da li poi tutto il resto. Varrebbe la pena approfondire, chiarire, comprendere, valutare, sperimentare e magari, anziché pensare alla "fuga" come strategia risolutiva, pensare ad un cambiamento di prospettiva.
Un saluto cordiale
DOtt.ssa Marzia Sellini

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