BUONGIORNO. IO SCRIVO PER CONTO DI MIA MADRE. MIA MADRE SOFFRE DI ANSIA DA PIU' DI VENT'ANNI. E' IN

21 risposte
BUONGIORNO. IO SCRIVO PER CONTO DI MIA MADRE. MIA MADRE SOFFRE DI ANSIA DA PIU' DI VENT'ANNI. E' IN CURA DA ANNI APPUNTO CON PSICOLOGI E PSICHIATRI MA QUEST'ANSIA AD OGGI NON RIESCE A SUPERARLA. IN TUTTI QUESTI ANNI HA CAMBIATO UN SACCO DI MEDICINE. DA UN BEL PO' DI MESI PRENDE LO XANAX DA 1 MG A RILASCIO PROLUNGATO E DA UN MESETTO PRENDE LA QUIETAPINA DA 25 MG PER DEGLI ATTACCHI DI NERVOSISMO ABBASTANZA ACCENTUATI CHE LE PRENDEVANO A CAUSA DI UNA SITUAZIONE CREATA DA MIA ZIA (SUA SORELLA) CHE SI E' RIVOLTATA DI NUOVO CONTRO DI LEI COME MOLTE ALTRE VOLTE. SUA SORELLA: CAUSA DELLA SUA ANSIA,DEL SUO SENTIRSI INUTILE ECC,ECC,ECC. ULTIMAMENTE APPUNTO CI SONO STATI DEI PROBLEMI CON SUA SORELLA PER IL QUALE E' STATA ANCHE ALLONTANATA DA CASA MIA (ABIATAVA CON NOI DA MESI TEMPORANEAMENTE A CASA MIA). IO NON SO SE SIA DEPRESSIONE O MENO. MIA MAMMA DICE SEMPRE CHE SOFFRE DI DEPRESSIONE MA DICIAMO CHE TANTE VOLTE QUESTO SUO PROBLEMA GLIEL'HANNO IDENTIFICATO COME ANSIA PIU' CHE ALTRO. E' MOLTO ANSIOSA E NON DEPRESSA LE DISSERO. ANCHE IERI SERA MI DISSE: VEDI? NONOSTANTE PRENDO LE PASTIGLIE (SI RIFERIVA ALLE XANAX),QUESTO PESO (ANSIA) CHE MI SENTO NEL PETTO NON MI VA VIA. PARLA SEMPRE DI QUESTO PESO NEL PETTO CHE SENTE. E' CONSAPEVOLE DI TUTTO. RAGIONA PERFETTAMENE E FA DI LAVORO L'INSEGNANTE. SI E' SEMPRE VOLUTA FAR AIUTARE DA QUALCUNO COMPETENTE APPUNTO PERCHE' SA DI AVERNE BISOGNO SOLO CHE IO DA FIGLIA DI POSSO DIRE CHE CREDO LEI NON CI METTA TUTTA LA VOLTA' CHE SERVE PER SUPERARE QUESTO "AMMOSCIAMENTO EMOTIVO" (COME LEI LO CHIAMA). QUESTO PESO NEL PETTO DICE CHE LE FA PASSARE LA VOGLIA DI "FARE" QUALSIASI COSA CHE PUO' ESSERE DAL LAVARE I PIATTI AL CUCINARE AD ESEMPIO,INFATTI DENTRO CASA FACCIO TUTTO IO PERCHE' LEI NON HA LO "STIMOLO". ECCO PERCHE' DICE CHE E' DEPRESSA. NON SO SE ESISTE UN MEDICINALE CHE ALLEVIA O CHE TOGLIE DEL TUTTO QUESTO "PESO" CHE LEI SI SENTE. (SAREBBE FANTASTICO). COME DICO SEMPRE A LEI: LE MEDICINE NON FANNO MIRACOLI. UNA MEDICINA MOLTO POTENTE SI CHIAMA: FORZA DI VOLONTA' E LEI MI RISPONDE DICENDO: FACILE A DIRSI MA NON A FARSI. E' UNA SITUAZIONE MOLTO CRITICA CHE ULTIMAMENTE SI E' ACCENTUATA CON IL PROBLEMA DI SUA SORELLA CHE REPUATAVA COME UNA MAMMA E QUESTO "TRADIMENTO" EMOTIVO NON LO RIESCE AD ACCETTARE (E' COME SE LE AVESSERO FATTO UNA FATTURA DICE LEI DA CUI NON RIESCE A LIBERARSI)..ED IO HO 22 ANNI. CONSIGLI? GRAZIE MILLE. CORDIALI SALUTI.
Buongiorno, e’ comprensibile la sua preoccupazione di figlia per il malessere emotivo che sua madre lamenta. Non ci dice da quanto tempo sua madre segua una psicoterapia, tuttavia se la terapia perdura da tempo e sua madre continua ad andarci, questo dovrebbe significare che, nonostante i risultati non evidenti ai suoi occhi di figlia, in realtà la terapia sia utile per sua madre: a volte le persone vicine a chi sta male non percepiscono gli effetti della terapia, proprio perché sono, come è ovvio, essi stessi coinvolti nel malessere della persona che sta effettuando un percorso psicoterapico. Forse, data la sua giovanissima età, e dato che la situazione di sua madre evidentemente è per lei causa di grande preoccupazione, potrebbe pensare di rivolgersi lei stessa ad uno psicoterapeuta, che la possa aiutare anche a sostenere il peso della relazione con sua madre, relazione che ora è resa gravosa proprio a causa del malessere di lei. Resto a disposizione per un eventuale confronto, un caro saluto, Marta Corradi.

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Buongiorno, come ben descrive nella sua richiesta di aiuto, sua mamma soffre da moltissimi anni di disturbi d'ansia. Sicuramente è attualmente seguita da uno psichiatra che la sostiene dal punto di vista farmacologico, non è chiaro se ad oggi sia sostenuta da una psicoterapia appropriata.
Comprendo la sua preoccupazione; è pur vero che possiamo aiutare chi ci sta a cuore solo se stiamo bene noi stessi. La sua giovane età, e le sue energie, sono di certo una risorsa importante, e necessitano di un sostegno, esterno alle note dinamiche familiari, per poter essere convogliate nella giusta direzione. Potrebbe essere utile, a questo scopo, confrontarsi con un professionista per imparare la modalità migliore di sostenere la mamma.
Isabella Vecchi
Buongiorno, da quanto scrive mi sembra di capire che gran parte del peso di questa situazione sia sulle sue spalle, comprendo dunque sia la preoccupazione per sua madre, sia il suo bisogno di cambiamento nello spronare sua madre a reagire. Da ciò che emerge sembra che sua madre abbia gli strumenti che le occorrono per prendere in mano la sua vita in modo diverso, ma ognuno ha il proprio tempo interiore di elaborazione.
Nel frattempo però, lei è una ragazza giovane, con sogni, desideri ed energie che non deve mettere da parte. Il tempo di reazione di sua madre potrebbe non corrispondere alle sue aspettative. In questo senso potrebbe essere utile per lei confrontarsi con un professionista per trovare un giusto equilibrio all'interno di questa situazione. Un equilibrio che le permetta di essere vicina a sua madre ma anche, contemporaneamente, di non mettere da parte se stessa e il suo percorso di crescita personale. Saluti, Ornella Di Carlo.
Buonasera. Concordo con quanto già detto dalle colleghe. Vorrei aggiungere che la "forza di volontà" di cui lei parla è proprio che ciò che viene meno in questi casi. Per chi guarda la situazione dall'esterno viene naturale esortare la persona a metterci forza di volontà, ma la persona che sta male proprio non riesce a fare appello a quella risorsa. Mi sento di consigliare la cura farmacologica in sinergia con la psicoterapia. Aggiungo che forse anche per lei, giovane ragazza, un aiuto da parte di uno/una psicoterapeuta potrebbe essere utile per affrontare la situazione. Cordiali saluti.
Salve, concordo con quanto fin qui scritto dai colleghi,
aggiungo che ogni percorso di terapia ha un inizio e a volte sarebbe giusto avesse una fine! Seppur sua madre è in cura da molto puó decidere, solo se lei lo crede, di cambiare psicoterapeuta, magari chiudere un percorso e cominciarne un altro con un professionista diverso potrebbe dare i suoi frutti! Se invece sua madre sente che il rapporto con il suo psicoterapeuta è ancora nutriente e contenitivo e se sua madre sarà disposta a mettere in discussione il suo modo di gestire l’ansia e vorrà cambiare, allora le cose andranno avanti con i loro tempi!
D’altro canto sarebbe il caso che anche lei imparasse a gestire le sue emozioni e il suo bisogno di “accudire” sua madre prendendosi a sua volta cura di se stessa! Posso immaginare la difficoltà di crescere e stare accanto ad una madre costantemente “giù di tono” e preoccupata! Le faccio un gran in bocca al lupo!
Dott.ssa Federica Serafini Psicologa Psicoterapeuta
Buonasera. Concordo con le colleghe. Bisogna accettare che aiutare gli altri è veramente molto difficile se non ci prendiamo cura prima di noi. Quindi, magari consigliata anche dagli specialisti che vi seguono, prenda in considerazione l'idea di fare lei stessa qualche seduta di supporto che l'aiuti a gestire meglio il suo rapporto con la mamma.
Per quanto riguarda appunto sua madre invece, sento di scrivere questo:
mi sembra strano che dopo tanti anni di psicoterapie l'ansia non sia ancora passata. Ho trattato molte persone, e l'ansia presto o tardi tutti hanno sempre imparato a gestirla. Avete provato con la terapia cognitivo comportamentale? E' molto efficace per i disturbi d'ansia. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti a proposito.
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Salve! Potrebbe essere davvero utile rivolgervi ad un terapeuta familiare che possa aiutarvi a ridefinire ruoli e funzioni all'interno della famiglia perché ho la sensazione molto forte che si siano invertiti i ruoli...come se fosse lei la madre di sua madre...Inoltre nella sua domanda non si fa riferimento a suo padre che potrebbe diventare una risorsa molto significativa nella gestione del problema.
Successivamente sua madre dovrebbe finalmente farsi carico del suo problema e delle cause evidentemente mai affrontate fino in fondo con il suo terapeuta.
Inoltre per la gestione dell'ansia consiglio di praticare le piu note Tecniche di Rilassamento sempre con l'aiuto di un terapeuta.
Cordiali saluti Adriana Princigalli
Salve. Come hanno osservato già alcuni colleghi nella sua famiglia la figura di riferimento emotivo sembra essere lei. Penso sia utile che lei si faccia aiutare da un professionista per riprendersi il suo ruolo di figlia e incoraggiare sua madre (ed anche suo padre) ad assumersi delle responsabilità che lei da sola non può sostenere.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
L'argomento "forza di volontà" è il più usato dalle persone affettivamente vicine ad una persona depressa, ma non funziona! Inoltre fomenta il senso di colpa e di inadeguatezza che già pervade l'idea di sé di sua madre.
Se i farmaci e la psicoterapia non producono sostanziali miglioramenti... qualcosa andrebbe modificato.
Fossi in lei farei verificare la funzionalità della tiroide, essendo questa una condizione che produce sintomatologia psichiatrica e contro la quale la psicoterapia non serva.
Cordialmente,
Ivano Ancora
Salve, dalla sua richiesta di aiuto risulta evidente che ciò che la spinge a formulare questo tipo di domanda sembra risiedere nel desiderio di alleviare la sofferenza di sua madre il che è comprensibile e legittimo ma ciò su cui la vorrei invitare a riflettere è un eventuale consulto psicologico che supporti lei in questo momento delicato, che da figlia si trova a fare da caregiver alla propria madre e probabilmente sente mancare quel punto di riferimento prezioso in questa fase della sua vita.
Cordialmente
Elisa Taverniti
gentilissima lei è una donna giovane che è molto in empatia con il dolore di sua madre e che soffre la situazione proprio come sua madre. Comprendo e reputo amorevole il suo desiderio di vederla stare bene d'altro canto sua madre sembra una donna con strumenti che ha ricorso alla terapia farmacologica che però cura più il sintomo che la causa di quel peso nel petto. Infatti dal suo resoconto non è chiaro se sua madre oltre al percorso farmacologico affianchi anche un percorso terapeutico. Visto che come figli non abbiamo la possibilità di guarire i nostri genitori e che in generale non ci è dato il potere di cambiare gli altri ma solo noi stessi, le consiglio vivamente di rivolgersi ad un collega della zona per farsi supportare lei stessa in questo stress emotivo familiare. Inoltre le consiglio di suggerire a sua madre di intraprendere un percorso terapeutico per sciogliere piano piano quel peso nel petto....non esistono pillole o soluzioni magiche ma risultati frutto di lavoro, costanza e perseveranza. Rimango a disposizione per ulteriori domande o chiarimenti Un caro saluto Ilaria Capaccioli
Salve, immagino che per lei sia molto difficile stare a contatto con la grande sofferenza di sua madre e si capisce bene il suo desiderio di aiutarla. A volte può essere molto difficile per una persona come sua mamma affrontare il proprio dolore e ci vuole molta pazienza, costanza e dedizione. Questo può far sentire le persone che le sono accanto impotenti, deluse, in colpa, ma soprattutto stanche e demoralizzate. Lei è molto giovane e sarebbe importante se potesse trovare uno spazio di confronto su quello che questa situazione, ormai antica, può provocare dentro di lei. Certamente una psicoterapia potrebbe aiutarla a trovare un equilibrio che le permetta di rimanere vicina a sua madre senza tuttavia farsi inghiottire dal suo disagio. Resto a disposizione. Saluti. Dott.ssa Aloisi
Carissima leggendo il suo intervento risulta chiaro che si trova in una condizione estremamente difficile per una ragazza di 22 anni. Al di là delle diagnosi, dei farmaci e dei diversi interventi ai quali è stata sottoposta sua madre quello che sembra lampante é la sua difficoltà ad aiutarla. Ciò che può fare a mio giudizio è rivolgersi al CSM di appartenenza e verificare attraverso lo psichiatra che ha incarico sua madre quali cliniche convenzionate possono essere utili per un ricovero durante il quale possa essere seguita in maniera assidua da psichiatri, psicologi e riabilitatori.
Lei può guidarla nel percorso terapeutico ma non può certo fare per lei!
Cara utente, dal Suo messaggio risulta evidente tanto l'affetto che prova per la mamma quanto il peso di gestire una situazione che assorbe il Suo tempo e le Sue energie, impedendoLe di viverla con serenità. Rispetto al quesito diagnostico, è verosimile che la mamma soffra di uno stato ansioso-depressivo; è frequente che questi due aspetti si mostrino intrecciati e in questo senso la finezza diagnostica ha un peso scarsamente rilevante. La mamma è l'unica che può assumersi la responsabilità del proprio cambiamento; capisco che l'inedia e l'apatia che si accompagnano allo stato depressivo possano indurre a credere che la persona "non si impegni abbastanza", ma non credo che porsi in questo modo, per quanto è evidente che Lei lo faccia per il bene della mamma, possa in qualche modo smuovere la situazione - è verosimile anzi che la mamma si senta ulteriormente colpevolizzata e pertanto si amplifichi la sensazione depressiva. Il farmaco da solo non è sufficiente, come Lei giustamente sottolinea, ma è della mamma la responsabilità di assumere su di se il compito del cambiamento. Deve essere Lei a chiedere aiuto, a impegnarsi nel percorso, a responsabilizzarsi. E Al contempo È necessario riconoscerle la difficoltà della cosa, anche alla luce della cronicità della situazione. Se il percorso ad oggi compiuto non ha dato frutti può considerare di rivolgersi a un centro specializzato o a un nuovo terapeuta che in sinergia con lo psichiatra possa istituire un percorso multidisciplinare che unisca L'aspetto farmacologico a quello psicologico. Per quanto La riguarda, invece, la Sua sola responsabilità è quella di prendersi cura di sè perché è evidente che la situazione Le pesa (giustamente!) e rischia di esserne eccessivamente assorbita e di perdere momenti significativi, che alla Sua età merita invece di vivere appieno. Si rivolga a un terapeuta (diverso da quello della mamma!) per un supporto: potrebbe giovarne immensamente. In bocca al lupo, cordialità. DMP
Buongiorno,
nelle Sue parole si sentono l'Amore per la mamma e anche il dolore per questa situazione. Possiamo Amare, ma non siamo la soluzione al malessere altrui; la ricerca del proprio benessere è un percorso personale che ciascuno può fare su di sè e per sè. Il mio invito è quello di trovare uno spazio per se, per poter gestire al Meglio le proprie emozioni e creare la Vita migliore per se stessa; operare per la nostra Felicità è il modo migliore per Essere di aiuto anche agli altri. Siamo abituati a pensare all'aiuto nella dimensione del "sacrificio" e si sottovaluta invece l'enorme potere che prende la forma di energia psichica che passa inconscio a inconscio quando ci occupiamo della nostra Felicità restando aperti verso l'altro con un atteggiamento amorevole, di comprensione e rispetto anche verso la scelta inconscia di malessere, ma portando in maniera dolce e ferma le attenzioni a noi stessi. Le auguro il Meglio. Francesca Castelli
Buonasera. Mi trovo in linea con il parere dei colleghi. Aggiungo, con non poco rammarico che spesso la forza interiore è proprio che ciò che viene meno in questi casi così particolari. A volte questa risorsa può non bastare. Purtroppo. Mi sento di consigliare un consulto medico/farmacologico a stretto contatto con unaterapia psicologica.

Cordialità

Dott. Massimiliano Trossello
Buongiorno, il suo racconto porta in evidenza il peso che lei sente, tenendo conto della sua giovane età ,dell'impossibilità di osservare un cambiamento per ciò che riguarda lo stato di salute di sua madre. Raccontando che è sotto terapia farmacologica e psicoterapica .In questo caso bisogna fare degli esami di medicina interna e specialmente controllare i valori per ciò che riguarda la ghiandola tiroidea. In seguito sarebbe opportuno che lei si rivolgesse ad uno psicoterapeuta per un supporto. Cordiali saluti
Gentile utente, immagino quanto sia difficile per lei gestire questa situazione che sicuramente comporta un investimento considerevole in termini di risorse fisiche ed emotive. Dal suo racconto, in base alla sintomatologia che descrive, è probabile che mamma soffra appunto di un quadro ansioso-depressivo. In tali circostanze, sicuramente la terapia farmacologica può fare ma fino a un certo punto (come lei stessa ha peraltro intuito). Per comprendere meglio la sua sofferenza occorrerebbe dar spazio a quel peso che la mamma descrive, contestualizzandolo all'interno della sua storia di vita e dei suoi progetti. Tuttavia, nonostante l'affetto che prova per mamma "giustifichi" l'intento, nessuno può farsi carico di un'altra esistenza! Infatti dovrebbe essere direttamente sua madre a chiedere aiuto, impegnandosi in un percorso terapeutico che la aiuti a responsabilizzarsi rispetto alla sua vita e alle problematiche vissute. Nonostante ciò, sappiamo entrambe che non sarà affatto facile compiere questo passo per lei, proprio perché questa difficoltà fa parte della problematica depressiva che si porta dietro.. Quello che lei può comunque fare è confrontarsi con mamma e magari aiutarla a cercare una rete di supporto multidisciplinare, che preveda una presa in carico congiunta in termini sia farmacologici che psicologici.
Ultima cosa (ma la più importante) non si dimentichi di se stessa! Spesso chi si trova a prendersi cura dell'altro ha altrettanto bisogno di uno spazio per riconfigurare tale sofferenza alla luce del proprio vissuto, soprattutto se come nel suo caso avrebbe tutto il diritto di dedicarsi appieno alla propria esistenza e ai propri progetti di vita.
Le consiglio di valutare un consulto psicologico anche per lei! Indipendentemente dalle scelte di mamma... A disposizione. In bocca al lupo! AC
Salve, mi dispiace per la situazione che al momento sta vivendo.
Riguardo l'utilizzo dei farmaci continui a parlarne con il suo medico di fiducia.
Inoltre, sua madre potrebbe essere aiutata da rete di supporto multidisciplinare.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, la parte relativa ai farmaci può essere discussa solo con un medico. Purtroppo non si può costringere nessuno a fare un percorso psicologico se non lo vuole. Provi a insistere un pò, magari anche aiutata da altri parenti (zii, cugini, etc. etc)
Un saluto,
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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