Buongiorno,ho un ernia discale l5 S1 con forte sciatalgia e glutalgia acuta con interessamento alla
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Buongiorno,ho un ernia discale l5 S1 con forte sciatalgia e glutalgia acuta con interessamento alla pianta del piede sx,in sostanza non riesco a stare in piedi più di un minuto che mi devo risedere.terapie conservative fatte ma con scarso esito, fatto infiltrazione con tac guidata ma beneficio di neanche 24h .pure la fisioterapia sta avendo poco successo alla terza seduta ,il neurochirurgo mi sconsiglia il chiropratico poiché potrebbe peggiorare la situazione.consigli?
Buongiorno,
SOno dottoressa chiropratica e ogni giorno come chiropratici trattiamo pazienti con questa tipologia di problemi. Le consiglio di farsi visitare da un vero laureato in chiropratica, che saprà valutare attentamente il suo caso, capire dove si trova la causa sottostante questa sintomatologia e trattarla nella maniera più adeguata a lei.
A disposizione,
Un caro saluto
SOno dottoressa chiropratica e ogni giorno come chiropratici trattiamo pazienti con questa tipologia di problemi. Le consiglio di farsi visitare da un vero laureato in chiropratica, che saprà valutare attentamente il suo caso, capire dove si trova la causa sottostante questa sintomatologia e trattarla nella maniera più adeguata a lei.
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Salve, qualora non l'avesse già fatto, le suggerisco di prendere in considerazione l’intervento di un osteopata qualificato per una valutazione biomeccanica e funzionale accurata. Questo approccio è fondamentale per correggere eventuali disallineamenti posturali e migliorare i sintomi in modo naturale e non invasivo. L’intervento chirurgico, seppur talvolta necessario, dovrebbe essere preso in considerazione esclusivamente come ultima risorsa, qualora gli altri trattamenti, come l’approccio osteopatico, non abbiano dato i risultati attesi.
Resto a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti,
Dott. Gabriele Principato
Resto a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti,
Dott. Gabriele Principato
Salve, per non infiammare l’area dovrebbe farsi curare con terapie manuali ma che comprendano solo tecniche indirette, ovvero non invasive. Le consiglio un bravo osteopata che non lavora con lo ‘stile chiropratico’
Buongiorno,
Un primo consiglio semplice ma spesso efficace è applicare del ghiaccio in zona lombare, precisamente in corrispondenza del disco L5-S1, per 15 minuti, poi toglierlo, e ripetere l’applicazione per 3 volte a intervalli per 3-4 volte al giorno. È un approccio che può dare un buon sollievo nei momenti più critici.
Per quanto riguarda la chiropratica, esiste un protocollo specifico e molto utilizzato in questi casi che si chiama “Flexion Distraction”, una tecnica dolce eseguita su un lettino particolare progettato proprio per le condizioni discali e per alleviare la compressione sui nervi, come quella che sta affrontando lei. È un metodo non invasivo, indicato in casi come il suo, senza ricorrere a manovre ad alta velocità (H.V.L.A.), che infatti sono controindicate in certe situazioni come le ernie gravi.
Purtroppo, c’è ancora molta confusione: anche su questa piattaforma, ci sono professionisti che si definiscono “chiropratici” pur non essendo dottori formati all'estero in quanot in italia non eisste un percorso di laurea. Il mio consiglio è di cercare il nome del professionista che torva su mio dottore sul sito dell’Associazione Italiana Chiropratici (AIC), che raccoglie solo chiropratici realmente formati e riconosciuti.
Il parere del neurochirurgo è comprensibile, ma probabilmente non conosce nel dettaglio questo tipo di protocolli chiropratici avanzati, molto dolci e studiati proprio per situazioni delicate come la sua.
Resto a disposizione se ha bisogno di ulteriori chiarimenti.
Un primo consiglio semplice ma spesso efficace è applicare del ghiaccio in zona lombare, precisamente in corrispondenza del disco L5-S1, per 15 minuti, poi toglierlo, e ripetere l’applicazione per 3 volte a intervalli per 3-4 volte al giorno. È un approccio che può dare un buon sollievo nei momenti più critici.
Per quanto riguarda la chiropratica, esiste un protocollo specifico e molto utilizzato in questi casi che si chiama “Flexion Distraction”, una tecnica dolce eseguita su un lettino particolare progettato proprio per le condizioni discali e per alleviare la compressione sui nervi, come quella che sta affrontando lei. È un metodo non invasivo, indicato in casi come il suo, senza ricorrere a manovre ad alta velocità (H.V.L.A.), che infatti sono controindicate in certe situazioni come le ernie gravi.
Purtroppo, c’è ancora molta confusione: anche su questa piattaforma, ci sono professionisti che si definiscono “chiropratici” pur non essendo dottori formati all'estero in quanot in italia non eisste un percorso di laurea. Il mio consiglio è di cercare il nome del professionista che torva su mio dottore sul sito dell’Associazione Italiana Chiropratici (AIC), che raccoglie solo chiropratici realmente formati e riconosciuti.
Il parere del neurochirurgo è comprensibile, ma probabilmente non conosce nel dettaglio questo tipo di protocolli chiropratici avanzati, molto dolci e studiati proprio per situazioni delicate come la sua.
Resto a disposizione se ha bisogno di ulteriori chiarimenti.
Buonasera,
la condizione che descrivi – ernia L5-S1 con sciatalgia intensa, glutalgia e coinvolgimento plantare – rientra in un quadro radicolare severo, soprattutto considerando il fatto che non riesci a mantenere la stazione eretta per più di un minuto. Questo indica una sofferenza attiva del nervo sciatico, con possibile rischio di cronicizzazione o peggioramento.
Hai già seguito le tappe conservative principali (farmaci, fisioterapia, infiltrazione TAC-guidata), purtroppo senza beneficio significativo, il che ci orienta verso un momento decisionale delicato.
Ecco alcune considerazioni e consigli:
1. Il consiglio di evitare la chiropratica in questa fase è condivisibile, soprattutto per le manipolazioni ad alta velocità (HVLA), che possono aggravare il quadro radicolare.
2. La fisioterapia da sola può non bastare, se non è orientata su un piano neurodinamico, decompensativo e progressivo, con approcci che riducano la pressione discale (McKenzie, esercizi in estensione, terapia in sospensione, decompressione assistita). Tre sedute sono comunque ancora troppo poche per trarre conclusioni definitive.
3. Se il dolore non migliora nel giro di qualche altra settimana, e continua a limitare così pesantemente la vita quotidiana, è corretto valutare con il neurochirurgo l’ipotesi chirurgica mininvasiva, come una discectomia o una foraminotomia, che spesso risolvono la sintomatologia acuta con tempi di recupero relativamente brevi, soprattutto in soggetti giovani e attivi.
4. Se vuoi tentare ancora un’opzione conservativa prima della chirurgia, valuta:
• Ozonoterapia intraforaminale o sistemica, con medici esperti in terapia del dolore.
• Trazione meccanica progressiva (sotto controllo).
• Percorsi combinati in centri specialistici multidisciplinari (fisiatra, terapista manuale, terapista del dolore).
In sintesi:
• No a manipolazioni spinali in questa fase.
• Sì a fisioterapia mirata e specialistica, ma solo se tollerata.
• Se il quadro non migliora in breve tempo, è ragionevole considerare l’intervento, che in questi casi può restituire rapidamente una buona qualità di vita.
Resto a disposizione se vuoi una seconda opinione o un’indicazione su dove rivolgerti.
Un caro saluto,
Denis
la condizione che descrivi – ernia L5-S1 con sciatalgia intensa, glutalgia e coinvolgimento plantare – rientra in un quadro radicolare severo, soprattutto considerando il fatto che non riesci a mantenere la stazione eretta per più di un minuto. Questo indica una sofferenza attiva del nervo sciatico, con possibile rischio di cronicizzazione o peggioramento.
Hai già seguito le tappe conservative principali (farmaci, fisioterapia, infiltrazione TAC-guidata), purtroppo senza beneficio significativo, il che ci orienta verso un momento decisionale delicato.
Ecco alcune considerazioni e consigli:
1. Il consiglio di evitare la chiropratica in questa fase è condivisibile, soprattutto per le manipolazioni ad alta velocità (HVLA), che possono aggravare il quadro radicolare.
2. La fisioterapia da sola può non bastare, se non è orientata su un piano neurodinamico, decompensativo e progressivo, con approcci che riducano la pressione discale (McKenzie, esercizi in estensione, terapia in sospensione, decompressione assistita). Tre sedute sono comunque ancora troppo poche per trarre conclusioni definitive.
3. Se il dolore non migliora nel giro di qualche altra settimana, e continua a limitare così pesantemente la vita quotidiana, è corretto valutare con il neurochirurgo l’ipotesi chirurgica mininvasiva, come una discectomia o una foraminotomia, che spesso risolvono la sintomatologia acuta con tempi di recupero relativamente brevi, soprattutto in soggetti giovani e attivi.
4. Se vuoi tentare ancora un’opzione conservativa prima della chirurgia, valuta:
• Ozonoterapia intraforaminale o sistemica, con medici esperti in terapia del dolore.
• Trazione meccanica progressiva (sotto controllo).
• Percorsi combinati in centri specialistici multidisciplinari (fisiatra, terapista manuale, terapista del dolore).
In sintesi:
• No a manipolazioni spinali in questa fase.
• Sì a fisioterapia mirata e specialistica, ma solo se tollerata.
• Se il quadro non migliora in breve tempo, è ragionevole considerare l’intervento, che in questi casi può restituire rapidamente una buona qualità di vita.
Resto a disposizione se vuoi una seconda opinione o un’indicazione su dove rivolgerti.
Un caro saluto,
Denis
buonasera, sicuramente servirebbe una copertura farmacologica e normalmente quando si tratta di interessamento nervoso è molto utila terapia a base di cortisone che il tuo neurochirurgo dovrebbe consigliarti. utile anche una visita presso un fisioterapista specializzato OMPT nella tua zona
Le consiglio caldamente un percorso di trattamento con un osteopata preparato.
Le auguro una pronta guarigione.
Dott.ssa Beatrice Saporito
Le auguro una pronta guarigione.
Dott.ssa Beatrice Saporito
Io sono un chiropratico laureato in Inghilterra e le assicuro che di persone nella sua situazione ne ho aiutate tante; inoltre nella letteratura scientifica la chiropratica è stata analizzata e apprezzata più volte come metodo conservativo efficace.
Ad ogni modo un bravo terapeuta, qualunque sia la sua specializzazione, sa valutare i rischi e i benefici della terapia che sceglie con il paziente. Generalmente le discopatie peggiorano stando seduti e sono più dolorose al mattino o dopo aver guidato, mentre mi pare di capire che la sua la costringe a sedersi?
Le opzioni generalmente sono:
- non fare nulla e attendere
- terapia farmacologica per os e attesa
- terapia conservativa tipo ozonoterapia, infiltrazioni, terapia fisica, esercizio, terapia psicologica
- terapia non conservativa: operazione effettuata dal neurochirurgo
Ogni strada ha rischi e benefici e purtroppo nessuno di questi metodi può garantire la completa risoluzione dei sintomi.
Ad ogni modo un bravo terapeuta, qualunque sia la sua specializzazione, sa valutare i rischi e i benefici della terapia che sceglie con il paziente. Generalmente le discopatie peggiorano stando seduti e sono più dolorose al mattino o dopo aver guidato, mentre mi pare di capire che la sua la costringe a sedersi?
Le opzioni generalmente sono:
- non fare nulla e attendere
- terapia farmacologica per os e attesa
- terapia conservativa tipo ozonoterapia, infiltrazioni, terapia fisica, esercizio, terapia psicologica
- terapia non conservativa: operazione effettuata dal neurochirurgo
Ogni strada ha rischi e benefici e purtroppo nessuno di questi metodi può garantire la completa risoluzione dei sintomi.
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