Buongiorno ho questo problema con la mamma del mio fidanzato. È una persona molto ansiosa si preoccu

18 risposte
Buongiorno ho questo problema con la mamma del mio fidanzato. È una persona molto ansiosa si preoccupa sempre e, se il figlio non gli risponde nel momento in cui lei ha deciso di contattarlo ,va nel panico. Spesso e volentieri in quei momenti chiama me per avere rassicurazioni su dove si trovi il figlio ma se la versione tra virgolette che io le fornisco (che poi è quella vera) non le torna, saluta e continua a richiamare il figlio, anche se magari io le avevo precedentemente detto nella nostra telefonata che non le rispondeva a causa di straordinari lavorativi oppure di mandargli un messaggio e che quando avrebbe potuto l'avrebbe richiamata lui. Nonostante le nostre ripetute rassicurazioni questo problema si presenta tutti i giorni. La volta che abbiamo deciso semplicemente di non rispondere più alle chiamate successive alla prima (nella quale le fornivamo i dettagli di tutta la giornata )ecco che in quel momento lei ha cominciato a chiamare i carabinieri o comunque telefonare nel negozio dove lavora il mio fidanzato. È sospettosa ed è come se non si fidasse delle nostre parole. Attualmente è seguita da uno psicologo da anni ma l'atteggiamento è sempre lo stesso.
Vi sarei grata se potesse aiutarmi e dirci come comportarci con questa persona perché siamo con le spalle al muro. Nel momento in cui non le rispondiamo, va nel panico fino a chiamare le forze dell'ordine, se anche le rispondiamo (per farla star tranquilla) lei è capace anche di telefonare fino a tre quattro volte al giorno fino a che non è soddisfatta della versione ricevuta. come possiamo muoverci? Grazie infinite
Salve grazie alla mia esperienza sistemico familiare posso esserle di supporto per il suo quesito clinico . Quando i figli diventano adulti a tutti gli effetti e iniziano a fare delle scelte che li portano ad avere una propria autonomia economica e a vivere fuori dalla casa d’origine, il ruolo dei genitori, necessariamente, si modifica e per poter mantenere una relazione efficace, funzionale e duratura nel tempo deve spostarsi da “one up” ovvero da una posizione di superiorità ad una di pari ruolo, che permetta di riconoscere al figlio la propria dignità di adulto.
In questa fase di vita è il figlio ormai adulto che deve chiedere un sostegno direttamente di fronte a qualche problematica, o può chiederlo la famiglia nella sua interezza.
I genitori possono essere aiutati e sostenuti a rivedere il proprio ruolo, a modificare le proprie strategie e la propria comunicazione in modo da imparare a gestire ed appianare i conflitti, a rivedere eventuali rigidità nelle proprie aspettative, ad elaborare il lutto di un figlio che va via di casa, a ricreare una nuova dinamica nella coppia che si ritrova dopo la crescita dei figli. Il mio approccio sarebbe quello di indagare con lei i vissuti che portano la mamma del suo fidanzato a comportarsi così ed elaborare una strategia di rete familiare in modo da dare respiro alla vostra condizione di disagio. Cordialmente dott.ssa Bachiorri Sara
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Salve, innanzitutto credo sia necessario che sia il suo fidanzato ad esporre la sua difficoltà alla madre, provando magari a parlarne con calma ed esponendole quanto questo vi faccia star male e crei disagio. Credo inoltre che se per il suo fidanzato, o per lei, questa condizione sia "insostenibile" sarebbe necessario un percorso personale che aiuti a sviluppare nuovi processi di relazione. Le auguro una buona giornata.
Buongiorno, in alcune famiglie i confini tra un individuo e l'altro sono deboli, ciò può comportare il rischio di invadenza e poco rispetto degli spazi altrui. Il processo di separazione tra una madre e un figlio è graduale e comincia dalla nascita, nel tempo dovrebbero cambiare le modalità con cui ci si relaziona e la "preoccupazione" - che possiamo per certi versi 'giustificare' quando un figlio è un bambino - può essere un modo per cercare di mantenere il controllo e rifiutare l'emancipazione dell'altro. Forse è il caso che il suo ragazzo cerchi lui stesso un aiuto psicologico che lo supporti nel rendersi indipendente e creare una 'distanza' da questa mamma così invadente.
Ciao, Mi dispiace per ciò che stai affrontando e comprendo quanto per te possa essere difficile. Spesso ci troviamo di fronte a delle difficoltà contingenti e non disponiamo di tutte le risorse necessarie per affrontarle e superarle. Ci sentiamo bloccati e questo, nella maggior parte dei casi, ci impedisce di svolgere una vita completa ed appagante.
Tutti riteniamo di conoscerci, di essere consapevoli delle nostre emozioni, pensieri e comportamenti, ma in realtà , non tutti gli aspetti del nostro carattere e della nostra personalità  sono per noi così chiari e consapevoli.
Un consulto psicologico potrebbe essere utile al fine di approfondire il vissuto,la situazione, l'origine e l’evoluzione, le risorse che è possibile attivare e le strade percorribili per alleviare il disagio, agevolando una conoscenza più profonda di noi stessi. Ciò consentirà il cambiamento di tutti quegli elementi, poco funzionali, che non ci permettono di stare bene e che amplificano i vissuti negativi e le nostre sofferenze.
Resto a disposizione anche online.
Saluti,
Dott.ssa Francesca Caterino
Salve, mi dispiace per la situazione difficile che vi trovate ad affrontare e capisco la volontà di trovare una via che porti ad un cambiamento. Comprendo che possa non essere facile entrare in rapporto con una madre così preoccupata e far in modo che possa diminuire le telefonate e "lasciarvi" i vostri spazi.
Penso che però questa possibilità esista e che un percorso con uno psicologo la possa aiutare sia a comprendere più in profondità cosa sta accadendo sia a ritrovare le sue risorse per trovare delle modalità per far fronte a questa situazione.
Spero che riuscirà a trovare le risposte che cerca.

Saluti, Dott.ssa Emanuela Craca
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera,
mi sembra dalle sue parole che lei e il suo compagno stiate vivendo una situazione davvero complessa rispetto ad una madre morbosa e incapace di separarsi dal figlio.
A mio parere però la soluzione non è tanto da ricercare in strategie volte al sapere come dare “ripetute rassicurazioni” o nel come “evitare il panico” della madre del suo ragazzo, (per quello purtroppo non bastano le parole, ma come lei dice bene serve un lavoro su di sé), quanto piuttosto bisognerebbe comprendere quali sono le dinamiche psichiche profonde che sottostanno a tali vissuti ansiosi e ad un tale comportamento.
Sono certa che comprendere certi meccanismi umani sottostanti attraverso un percorso di terapia, permetterebbe a lei e soprattutto al suo ragazzo di capire come reagire a certe intromissioni aggressive.
Spero di esserle stata utile e attendo di poterla conoscere presto.
Barbara
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Salve, credo che abbiate già tentato la strada del colloquio con la signora nel tentativo di modificare questo tipo di atteggiamento. La scelta del percorso psicologico è ottima e forse il figlio dovrebbe parlare con chi la sta seguendo per comprendere cosa spinge la mamma a questo comportamento e cosa fare per contenerla. Il collega saprà sicuramente aiutarvi avendo contezza della situazione della signora-. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, immagino che la situazione sia complicata e dalle sue parole si evince anche, giustamente, la sua difficoltà. Sarebbe opportuno pensare, anche in base all'età della signora in questione, ulteriori visite specialistiche da suggerirle.
Cordialmente, Dott.ssa Costantini
Gentilissima,
comprendo il suo malessere e mi rendo conto di quanto possa essere difficile per lei convivere con le difficoltà riferite.
Ed è encomiabile che lei si faccia carico di cercare risposte per la situazione relazionale del suo fidanzato e di sua madre. La signora tuttavia è già seguita da uno specialista al quale il figlio potrebbe in primo luogo, insieme alla mamma, fare riferimento. In quanto il problema è soprattutto nella loro relazione ed è solo in tale ambito che può essere compreso pienamente e indirizzato al cambiamento funzionale, nel senso dello svincolo del figlio.
Per quanto riguarda lei, invece, suggerirei di spostare il focus sui suoi bisogni più autentici, sul valore che apportiamo e riceviamo in tutto ciò che facciamo e su ciò che ci fa stare bene e in pace con noi stessi e con gli altri.
Per questo le suggerisco vivamente un consulto psicologico, per esplorare insieme le sue risorse personali e le potenzialità del vostro rapporto, individuando in tempi brevi strategie utili alla comprensione e alla possibile risoluzione dello stato di disagio che sta vivendo.
Un caro saluto
dr.ssa Laura Tofani
Buongiorno,
il suo malessere nell'essere in mezzo a questa situazione complessa è assolutamente comprensibile.
Credo che spetti al suo fidanzato prendere una posizione netta con la madre, per arginare i suoi comportamenti.
A lei potrebbe essere utile qualche colloquio psicologico di sostegno per elaborare il disagio che sta vivendo e capire come affrontarlo anche all'interno della coppia.
Le faccio i miei migliori auguri. Dottoressa Cristina Costanzi
Buongiorno, la situazione che lei descrive è evidentemente insostenibile e deleteria per la coppia. La signora sta mostrando delle chiare difficoltà nella separazione con il figlio e con l'accettare e riconoscere la sua indipendenza, probabilmente per una sua necessità di appoggiarsi costantemente a lui per colmare delle sue insicurezze. Sarebbe bene, sebbene molto difficile che accetti, provare a invitarla a seguire un percorso di approfondimento. Il suo fidanzato dovrebbe provare a porre lui stesso maggiori confini nel rapporto e lavorare sui sentimenti che questo cambio di rotta potrebbe suscitargli. Un caro saluto, Dott.ssa Beatrice Gaboardi
Buongiorno, mi dispiace per ciò che sta avvenendo e comprendo quanto questo possa essere difficile da affrontare e possa oltretutto andare a minare il vostro benessere di coppia. Innanzitutto è di fondamentale importanza che la signora in questione stia affrontando un percorso psicologico che mi auguro la porti a comprendere quali siano le dinamiche relazionali (disfunzionali) e le ragioni più profonde di questo suo atteggiamento nei confronti del figlio. A mio parere sarebbe consigliabile per il suo ragazzo intraprendere un percorso di aiuto psicologico con l'obiettivo di comprendere il perché questo legame indissolubile e nocivo con la mamma "debba" essere mantenuto. Sua suocera non sta accettando l'essere adulto/l'uscita di casa del figlio e lui si sente in colpa perché la sta lasciando sola? Il suo fidanzato aveva un ruolo centrale nella proprio famiglia di origine ed ora non riesce più a rispettarlo con l'uscita di casa? Possono essere mille le ipotesi e le ragioni sottostanti a quello che ci rende noto con il suo messaggio. Un'altra valida alternativa sarebbe quella di intraprendere uno stesso percorso di aiuto, ma familiare (quindi in primis il suo ragazzo e sua madre insieme, ma non so se ci siano altre figure in famiglia oltre a loro due). Lei, durante questo processo, potrà chiaramente essere una valida spalla per il suo fidanzato, che si troverà sicuramente a dover indagare vissuti importanti e intraprendere magari consistenti "aggiustamenti" nei confronti della propria madre e non solo. Resto a disposizione anche online. Un caro saluto! Dott.ssa Valentina Terruzzi
Gentile utente, mi dispiace stia vivendo insieme al suo fidanzato una situazione così faticosa da gestire.
Dalle sue parole mi sembra di intuire che lei ed il suo fidanzato abbiate la stessa visione della situazione e che condividiate anche lo stesso malessere nel viverla.
Sicuramente alla base del comportamento della signora c'è un vissuto psichico nel quale si possono trovare tutte le risposte dei "perchè". Allo stesso tempo posso immaginare che per voi sia difficile affrontare tutto questo, ma ritengo anch'io che un percorso di psicoterapia possa aiutarvi ad elaborare tutti questi vissuti e ad affrontare nel modo migliore e sereno possibile questa situazione, così emotivamente faticosa.
Vi auguro di ritrovare una serenità, un saluto.
Resto a disposizione
Buongiorno,

Capisco che stai affrontando una situazione complessa e delicata con la mamma del tuo fidanzato. La sua ansia e preoccupazione costanti possono creare tensioni e difficoltà nella gestione delle comunicazioni e delle dinamiche familiari.

È positivo sapere che lei sta ricevendo supporto da uno psicologo da anni, ma comprendo che l'atteggiamento rimanga ancora problematico e influisca sulla vostra vita quotidiana. La situazione può essere difficile da gestire, poiché sembra che i tentativi di rassicurazione non abbiano portato a un cambiamento significativo nel suo comportamento.

In queste situazioni, può essere utile cercare di adottare un approccio calmo e rispettoso nei confronti della madre del tuo fidanzato. Ecco alcuni suggerimenti da considerare:

1. **Comunicazione chiara e rispettosa:** Cerca di comunicare con lei in modo chiaro e rispettoso, fornendo informazioni accurate e sincere sulla situazione del tuo fidanzato. Rendila consapevole dei motivi per cui non rispondete subito alle chiamate o dei momenti in cui potreste essere impegnati.

2. **Stabilire confini sani:** Potrebbe essere utile stabilire dei confini chiari riguardo alle chiamate e ai contatti. Ad esempio, potreste concordare orari in cui sarete disponibili per rispondere alle sue chiamate o messaggi. In questo modo, potrebbe sentirsi più sicura sapendo quando potrà ottenere delle risposte.

3. **Coinvolgimento dello psicologo:** Se ritenete opportuno, potreste valutare la possibilità di coinvolgere lo psicologo che sta seguendo la madre del tuo fidanzato. Potrebbe essere utile organizzare una sessione in cui tu, il tuo fidanzato e la madre partecipate, in modo da discutere le dinamiche e trovare insieme strategie per affrontare queste situazioni.

4. **Empatia e pazienza:** Riconoscere le preoccupazioni e le ansie della madre del tuo fidanzato con empatia e pazienza potrebbe contribuire a creare un ambiente di comprensione reciproca. Potrebbe essere utile cercare di mettersi nei suoi panni e capire le ragioni dietro il suo comportamento.

5. **Sostegno per te e il tuo fidanzato:** Affrontare situazioni complesse come queste può essere stressante. Assicurati di avere un sostegno emotivo, sia per te che per il tuo fidanzato. Potrebbe essere utile parlare con amici di fiducia o cercare il supporto di uno psicologo per discutere delle tue reazioni e delle tue emozioni.

Ricorda che ogni situazione è unica e potrebbe richiedere un approccio personalizzato. Se la situazione continua a essere difficile da gestire, potrebbe essere vantaggioso cercare una consulenza professionale per affrontare meglio le dinamiche familiari e trovare strategie efficaci per gestire le preoccupazioni della madre del tuo fidanzato.

Spero che queste considerazioni possano essere di aiuto. Se hai ulteriori domande o dubbi, non esitare a chiedere.

Cordiali saluti,
Ilaria
Salve, è evidente quanto disagio possa causare l'essere oggetto di ansie continue e di una presupposta mancanza di fiducia ma ci sono due aspetti sui quali mi concentrerei per trovare una soluzione. Innanzitutto, è evidente che questa ansia abbia una qualche origine o radice, una motivazione che spinge la signora ad essere così apprensiva e provare ad esplorare questo aspetto potrebbe essere di grande aiuto per rendere le rassicurazioni fornite più efficaci. Generalmente, se la nostra mente ci spinge in una direzione, per quanto apparentemente irrazionale, c'è sempre un qualche motivo ed intervenire in tal senso può portare giovamento. Il secondo aspetto da considerare è la dinamica famigliare in cui tale ansia è inserita: se legata alle relazioni con la specifica persona (madre-figlio) oppure alla famiglia in generale o anche ad altri aspetti della vita di tutti i giorni.
Il fatto che la signora sia seguita da uno psicologo può essere di grande aiuto nella lettura di queste dinamiche e mi sento di consigliarvi di avvalervi di tale supporto per cercare di trovare una "comunicazione mediata" tra le parti in modo da migliorare la relazione. Per qualsiasi altra domanda o chiarimento rimango a vostra disposizione. Dott. Federico Valeri
Buongiorno, il suo compagno come prende quest'ansia e invadenza di sua madre? Per lui è un problema?
Ha mai provato a lavorarci, ad approfondire la relazione?
Ognuno può partire da sé, e lavorare su di sé e sulla relazione con l'altro
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Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. In primo luogo le consiglio di parlarne apertamente con il suo compagno, allo scopo di indagare anche i suoi vissuti al riguardo. Eventualmente potrebbe suggerirgli di confrontarsi con la madre, se queste continue chiamate lo mettono a disagio.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio

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