Buongiorno , ho gia' raccontato di me in passato. Ma volevo un vostro parere. Due anni fa ho conosci
23
risposte
Buongiorno , ho gia' raccontato di me in passato. Ma volevo un vostro parere. Due anni fa ho conosciuto questa ragazza a lavoro. Entrambe sposate con figli piccoli. Ma tra di noi e' scattata subito una magia, quella sensazione mai avuta prima , di conoscerla da sempre come se ci appartenevamo da sempre. Tra di noi e' nata questa storia bellissima, da sogno per il primo anno con l' intenzione di tenere cmq la famiglia ma di non rinunciare a noi. Ma con il tempo ho cominciato a capire i nostri caratteri molto diversi. Io molto riflessiva e razionale ... Lei totalmente impulsiva e fa tutto d' impulso senza poi gestire le conseguenze. Io ho una situazione familiare completamente diversa dalla sua...lei una famiglia amorevole e molto aperta, io Sono vissuta sempre in gabbia da una madre opprimente che non mi ha lasciata mai vivere e una suocera idem, oltre che persone totalmente bigotte e chiuse. Ma avevo/ho bisogno di loro x le bimbe quindi non mi sono mai ribellata. Be' dopo un anno questa ragazza ha cominciato a parlare con ossessione di una quotidianità con me.... Che mi amava più dei suoi figli...passava il tempo a piangere e il tempo con me non le bastava mai, mentre io anche se so che forse e' sbagliato, ma quella doppia vita mi faceva stare bene perché da fuori la vivevo come un'amica e le ho sempre detto dall' inizio che ora non sarei riuscita a fare questo passo perché mi si sarebbe scatenato un inferno che non sarei riuscita a gestire.Ma che l'amavo da morire. Solo che avevo bisogno di tempo. Sono sempre stata sincera. E che volevo aspettare per sentirmi pronta psicologicamente per affrontare nel modo migliore la situazione . Lei comincia a stare sempre più male, comincia a diventare sempre più insistente e io continuo a ripeterle le stesse cose. Febbraio scorso la situazione degenera suo marito comincia a lamentarsi , lei sta sempre peggio e decidono di andare dalla psicologa insieme. Li e' uscito fuori di tutto, lui sapeva tutto della nostra storia e a casa e' successo un casino. Lei e' andata completamente fuori di testa, ha cominciato a rinfacciarmi di aver rovinato tutto, che io non ho fatto la stessa cosa sua e decide di non sentirmi più. Le poche volte che ci sentivamo erano solo sfoghi contro di me e accuse. Dopo qualche mese si rifa' sentire e mi fa pressioni di ogni tipo. Il nostro rapporto diventa un inferno, io che comincio a darmi colpe su colpe ecc. Dopo un mese mentre stavo lavorando lei mi scrive dicendo che il marito aveva trovato le mie lettere. Le lettere le aveva trovate pochi giorni prima che andassero dalla psicologa la prima volta, lui sapeva già tutto, le aveva anche salvate nel cellulare per usarle contro di me e lei. Be' io saputa questa notizia delle lettere sono rimasta sconvolta....e mi sono arrabbiata tantissimo e lei e' stata capace di farmi sentire in colpa anche per essermi arrabbiata. Ha cominciato a scrivermi anche il marito incolpandomi di aver rovinato la loro famiglia e aver fatto diventare lesbica la moglie. Ho dovuto cancellarmi dai social. Ho cominciato ad avere attacchi di panico e bruciori di stomaco. Passano mesi brutti e ricominciamo a vederci perché io l'amavo troppo e non potevo stare senza di lei. Ma lei continuava a mettermi pressioni di ogni tipo e io continuavo con le lacrime a dirle che io devo fare le cose quando me la sento e non perché sono costretta e non ho colpa di tutto il casino che ha fatto lei. Mi ha chiesto altre pause dove non ci siamo viste e poi ritornava. Il marito le ha fatto una guerra infinita facendole passare momenti tremendi e lei trascinava giù anche me. Continuavo a vederla ma nel frattempo io stavo sempre più male perché mi sentivo in trappola , scorretta , con timer sempre puntato in testa perché sapevo che lei aveva deciso di aspettarmi .... Poi la settimana scorsa finalmente ho avuto l'illuminazione . Ero completamente plagiata da lei...manipolata....in una relazione tossica da parte sua. Mentre io l'ho sempre amata in modo sano. La settimana scorsa dopo l'ennesima discussione ho detto BASTA.... Non posso andare avanti in una storia così. Io non sono prigioniera di nessuno e riesco a sistemare tutti i miei casini. Non posso fare passi che mi rovinerebbero definitivamente la vita solo perché lei ha agito di impulso, senza testa e si è messa nei casini. Non riesco a perdonare tutto quello che mi ha fatto in questo anno e ho deciso di allontanarla. Li le e' caduto il mondo addosso . Continui insistenze a non lasciarla. E ho dovuto spiegarle per la milionesima volta le stesse cose. Lei fa entrare solo quello che le fa comodo. Tutto quello che non vuole sentire lo elimina. Non ne posso più. Preferisco soffrire x non averla più e vederla con un altra ma sarebbe un dolore sano per una mia scelta che continuare a vivere un inferno dove lei mi ha trascinata.Lei non se ne fa una ragione e ho paura che possa farmela pagare..... Da quando ho preso questa decisione mi manca e mi dispiace che lei soffre ma io mi sento molto meglio ...senza ansia....bruciori ecc. Preferisco rimanere in un matrimonio infelice dove non ho ansia che stare con una persona come lei....che finché sta bene stai in paradiso e quando ha momenti neri ti trascina negli abissi. Non avrebbe senso stare con una donna che non mi ascolta...o ascolta solo quello che le fa comodo. Tanto vale rimanere dove sto. Sto cambiando, e sto diventando giorno per giorno sempre più forte grazie all' aiuto di psicologa e altro e sono sicura che se un giorno riuscirò a lasciare la mia zona confort sarò anche in grado di stare da sola. Mentre lei né e' totalmente incapace. Mi scuso per il poema. HO sintetizzato molto...ci sono tante altre cose brutte che ho vissuto a causa sua ma non finirei più di raccontare.... Ma mi serve un parere esterno su questa situazione. E' stata una relazione tossica? Grazie
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
È stata sicuramente una storia complessa e complicata nella quale non avete avuto paura comunque di esprimere i vostri sentimenti.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli ed elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
È stata sicuramente una storia complessa e complicata nella quale non avete avuto paura comunque di esprimere i vostri sentimenti.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli ed elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Salve, essendo lei in cura con una psicologa dovrebbe rivolgere a lei questo dubbio. Quello che le posso dire è che dare un'etichetta ad una relazione non cambierà le cose. Aver vissuto una relazione complessa e turbolenta è un dato di fatto. Riappropriasi di sé, di ciò che si prova e cercare di mettere in pratica ciò che si sente è sicuramente la via migliore per andare avanti.
Dott.ssa Camila Ballerini
Dott.ssa Camila Ballerini
Le consiglio di parlare di questo con la psicologa che la sta seguendo.
Dott. Michele Arnaboldi
Per quanto riguarda la relazione con suo marito che in questo momento non la rende felice sicuramente troverà modi e tempi eventualmente per uscirne.
Le consiglio di parlare di questo con la psicologa che lo sta seguendo.Sicuramente non è stata una relazione positiva perché per quanto lei è stata chiara fin da subito sulle sue intenzioni e sulle sue tempistiche e modalità di gestire questa relazione dall’altra parte questa cosa non è stata rispettata.
È come se dall’altra parte non sono state minimamente considerate le sue esigenze, per poi farla sentire in colpa e darle la responsabilità di tutto.
Personalmente penso che abbia fatto bene ad allontanare questa persona dalla sua vita.
Per quanto riguarda la sera con suo marito che in questo momento non la rende felice sicuramente troverà modi e tempi eventualmente per uscirne.
Buongiorno
Sicuramente non è stata una relazione positiva perché per quanto lei è stata chiara fin da subito sul su intenzioni e sulle sue tempistiche dall’altra parte questa cosa non è stata rispettata.
Dott. Michele Arnaboldi
Per quanto riguarda la relazione con suo marito che in questo momento non la rende felice sicuramente troverà modi e tempi eventualmente per uscirne.
Le consiglio di parlare di questo con la psicologa che lo sta seguendo.Sicuramente non è stata una relazione positiva perché per quanto lei è stata chiara fin da subito sulle sue intenzioni e sulle sue tempistiche e modalità di gestire questa relazione dall’altra parte questa cosa non è stata rispettata.
È come se dall’altra parte non sono state minimamente considerate le sue esigenze, per poi farla sentire in colpa e darle la responsabilità di tutto.
Personalmente penso che abbia fatto bene ad allontanare questa persona dalla sua vita.
Per quanto riguarda la sera con suo marito che in questo momento non la rende felice sicuramente troverà modi e tempi eventualmente per uscirne.
Buongiorno
Sicuramente non è stata una relazione positiva perché per quanto lei è stata chiara fin da subito sul su intenzioni e sulle sue tempistiche dall’altra parte questa cosa non è stata rispettata.
Buongiorno. Ho letto con interesse la sua storia, e nel farlo ho provato quella sensazione che potrà ricordare, di essere sulle montagne russe. Emozioni forti ed intense che oscillano da un polo fortemente positivo al suo opposto. Ho però avuto delle difficoltà ad immedesimarmi nel momento in cui ha detto di vivere dall'esterno la sua ex partner come un’amica, mentre poco dopo di esserne invece fortemente innamorata.
Nel suo racconto descrive la famiglia della sua ex partner come amorevole ed aperta, al contrario della sua che sente opprimente ed asfissiante. Lungo tutto ciò che racconta della vostra storia, questi due estremi si intrecciano. Il desiderio della sua ex partner di una quotidianità che veda vicinanza ed aperture concrete, anche a discapito delle rispettive famiglie, contro il suo desiderio che quella distanza esistente fin dall'inizio, pur nel crescente coinvolgimento rimanga immutata.
Ha però scelto di continuare a vivere la relazione anche in fasi critiche e per lei pericolose, motivata dal fatto che l'amava troppo e non voleva stare senza di lei.
Il modo in cui parliamo della nostra realtà, non descrive per lo più i fatti in sé quanto indizi di chi siamo e del modo in cui la interpretiamo e viviamo.
Il concetto di relazione tossica è spesso un'approssimazione pericolosa, in cui possiamo vedere qualunque significato vicino alla nostra esperienza. Ha il vantaggio apparente e rassicurante di portare del tutto fuori da sé la responsabilità di un nostro vissuto, che abbiamo tuttavia in più modi scelto.
E' quindi a volte poco utile intendersi come persone plagiabili o manipolabili, perché non ci riconosce alcun ruolo attivo. Preclude lo sguardo verso parti di noi che è importante conoscere. Ci impedisce di spiegare davvero perché abbiamo scelto di appartenere a persone ed eventi per noi così importanti, potercene separare se lo vogliamo, e non ricadere in modo automatico in dinamiche che consapevolmente non avremmo mai scelto.
Nel suo racconto descrive la famiglia della sua ex partner come amorevole ed aperta, al contrario della sua che sente opprimente ed asfissiante. Lungo tutto ciò che racconta della vostra storia, questi due estremi si intrecciano. Il desiderio della sua ex partner di una quotidianità che veda vicinanza ed aperture concrete, anche a discapito delle rispettive famiglie, contro il suo desiderio che quella distanza esistente fin dall'inizio, pur nel crescente coinvolgimento rimanga immutata.
Ha però scelto di continuare a vivere la relazione anche in fasi critiche e per lei pericolose, motivata dal fatto che l'amava troppo e non voleva stare senza di lei.
Il modo in cui parliamo della nostra realtà, non descrive per lo più i fatti in sé quanto indizi di chi siamo e del modo in cui la interpretiamo e viviamo.
Il concetto di relazione tossica è spesso un'approssimazione pericolosa, in cui possiamo vedere qualunque significato vicino alla nostra esperienza. Ha il vantaggio apparente e rassicurante di portare del tutto fuori da sé la responsabilità di un nostro vissuto, che abbiamo tuttavia in più modi scelto.
E' quindi a volte poco utile intendersi come persone plagiabili o manipolabili, perché non ci riconosce alcun ruolo attivo. Preclude lo sguardo verso parti di noi che è importante conoscere. Ci impedisce di spiegare davvero perché abbiamo scelto di appartenere a persone ed eventi per noi così importanti, potercene separare se lo vogliamo, e non ricadere in modo automatico in dinamiche che consapevolmente non avremmo mai scelto.
Salve sicuramente lo psicologo con cui lavora avrà molti più elementi di quelli che lei ha condiviso nella sua nota pertanto la cosa migliore per lei è parlare con lui di questi temi nonché del suo bisogno di condividerli qui su questo sito. Sicuramente parlare con lui di questi fatti sarà molto utile al vostro lavoro. Un cordiale saluto
Gentilissima,
possiamo parlare di una relazione tossica, invischiante o in altro modo...quello che conta è che lei abbia preso coscienza degli atteggiamenti manipolatori e di quanto potessero recarle danno.
Mi sorprende il fatto che pur avendo un supporto psicologico lei senta la necessità di ulteriori pareri, come se avesse bisogno di ulteriori conferme rispetto alla disfunzionalità dlella relazione con questa donna; probabilmente la scelta che lei ha deciso di intraprendere è stata elaborata razionalmente ma deve ancora essere digerita sul piano emotivo, deve separarsi davvero da questa donna, e convivere con l'idea di non averla più al proprio fianco. E' come un lutto, e per questo richiede tempo e tanto lavoro psicologico!
Cordiali saluti
Marianna Pasello
possiamo parlare di una relazione tossica, invischiante o in altro modo...quello che conta è che lei abbia preso coscienza degli atteggiamenti manipolatori e di quanto potessero recarle danno.
Mi sorprende il fatto che pur avendo un supporto psicologico lei senta la necessità di ulteriori pareri, come se avesse bisogno di ulteriori conferme rispetto alla disfunzionalità dlella relazione con questa donna; probabilmente la scelta che lei ha deciso di intraprendere è stata elaborata razionalmente ma deve ancora essere digerita sul piano emotivo, deve separarsi davvero da questa donna, e convivere con l'idea di non averla più al proprio fianco. E' come un lutto, e per questo richiede tempo e tanto lavoro psicologico!
Cordiali saluti
Marianna Pasello
Salve, credo che la persona più adatta a darle una risposta sia senza dubbio la sua psicologa che ben conosce la sua storia. Tuttavia la scelta di interrompere una relazione che a suo dire è malsana è condivisibile ma rimanere nel guscio sicuro del matrimonio se pur " infelice " come da lei definito non è la soluzione. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno,
rispondo alla sua domanda con un'altra domanda: cosa ne pensa la sua psicologa?
Le posso dare il mio parere, ma la persona che ha più elementi per aiutarla è quella a cui si è rivolta per un aiuto.
Lei è riuscita a venir fuori da una situazione difficile e di questo bisogna renderle merito, è stata molto brava.
Il prossimo passo, dopo aver riacquistato un po' di stabilità rispetto al 'terremoto' che c'è stato, sarà quello di iniziare a cambiare anche la situazione del "matrimonio infelice" nel quale non viene ascoltata.
Relazione tossica? E' probabile. A queste situazioni bisogna dare degli stop netti, fino ad arrivare, nel momento in cui ci fossero i presupposti, ad attenzionarle alle autorità preposte.
Le auguro una buona giornata
Gianpaolo Bocci
rispondo alla sua domanda con un'altra domanda: cosa ne pensa la sua psicologa?
Le posso dare il mio parere, ma la persona che ha più elementi per aiutarla è quella a cui si è rivolta per un aiuto.
Lei è riuscita a venir fuori da una situazione difficile e di questo bisogna renderle merito, è stata molto brava.
Il prossimo passo, dopo aver riacquistato un po' di stabilità rispetto al 'terremoto' che c'è stato, sarà quello di iniziare a cambiare anche la situazione del "matrimonio infelice" nel quale non viene ascoltata.
Relazione tossica? E' probabile. A queste situazioni bisogna dare degli stop netti, fino ad arrivare, nel momento in cui ci fossero i presupposti, ad attenzionarle alle autorità preposte.
Le auguro una buona giornata
Gianpaolo Bocci
Gentile Utente, arriva in modo chiaro quante e quali emozioni lei abbia attraversato nel corso di questa storia. Oggi sente di aver preso la giusta direzione, non solo per sé stessa ma per entrambe, ma nonostante ciò è come se tale scelta si giustificasse solo a fronte della comprovata tossicità della relazione tra voi. In altre parole, l'impressione è che (comprensibilmente aggiungo) ci siano momenti in cui vacilla nella dolorosa scelta che ha fatto, e in questo nasce la domanda che ci pone. E' secondario che la relazione fosse oggettivamente tossica, ma è fondamentale che lei la stesse vivendo come tale, e che abbia negoziato lo spazio che sentiva più giusto. Porti questi dubbi nella propria terapia, sarà un'occasione per legittimarsi in una spinta che ha saputo ascoltare e assecondare. Un caro saluto
Buongiorno gentile utente di mio dottore, grazie per aver condiviso con noi questa sua esperienza e il suo vissuto.
E' molto interessante questa sua domanda, mi verrebbe da chiederle se ne ha già parlato con la sua psicologa, ma quasi sicuramente credo che l'abbia già fatto. Credo che affidandosi alla sua psicologa potrà "trovare" ciò di cui ne ha bisogno per sciogliere quei nodi che la fanno rimanere a volte "ferma"nel passato.
Cordiali saluti d.ssa Giakoumi Alexandra
E' molto interessante questa sua domanda, mi verrebbe da chiederle se ne ha già parlato con la sua psicologa, ma quasi sicuramente credo che l'abbia già fatto. Credo che affidandosi alla sua psicologa potrà "trovare" ciò di cui ne ha bisogno per sciogliere quei nodi che la fanno rimanere a volte "ferma"nel passato.
Cordiali saluti d.ssa Giakoumi Alexandra
Gentile utente, ho immaginato la sua difficoltà nel gestire una relazione di questo tipo ed è comprensibile la sua scelta di non rischiare una relazione con una persona, che le genera instabilità a fronte invece di una relazione meno felice, ma più stabile come quella con suo marito. Nel raccontare di sé ha toccato vari tipi di relazione: quella con suo marito, quella con sua madre, quella con sua suocera e infine quella con la sua ex amante, per cui ho immaginato quanto meriti un posto l’espressione dei suoi vissuti nei confronti di ognuna di questa figure. In merito all’aspetto della relazione “tossica”, di cui ha parlato, allargherei leggermente il focus: ho immaginato che con la sua ex amante si sia trovata a rivivere una situazione “in gabbia” e “opprimente” come quelle che ha vissuto con sua madre e sua suocera; tuttavia qui ha scelto di uscire dalla gabbia e di fare qualcosa di diverso per il suo benessere. La invito a riflettere e a esplorare tali dinamiche con la psicologa, che la segue già, in modo che possiate affrontare tali dimensioni in modo più approfondito e capire ciò che è buono per lei in questo momento.
Le mando il mio in bocca al lupo per il percorso che sta affrontando,
Dott.ssa Martina A. Cerelli
Le mando il mio in bocca al lupo per il percorso che sta affrontando,
Dott.ssa Martina A. Cerelli
Prenota subito una visita online: Primo colloquio psicologico - 60 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Buongiorno, mi sembra importante possa condividere con il collega che la segue, queste considerazioni.
Buona giornata
MT
Buona giornata
MT
Buonasera, sarebbe importante parlare con lo psicologo che la segue di questi dubbi e pensieri che l'assalgono. Ciò che posso dirle è che per andare avanti il primo passo è prendere consapevolezza di ciò che si desidera, si prova, si sente. Lavori su se stessa, su ciò che la fa stare bene, non deve per forza vivere infelice.
Un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Buonasera, vorrei essere la sua psicologa per poterla supportare e darle uno spazio come ha fatto nel suo "poema". Seppure la definissi una relazione tossica, termine va molto di moda, è bene che lei ripercorra il suo vissuto. Fondamentale è ricreare armonia intorno. La saluto e buon percorso. Dott.ssa Maria Lombardo
Gentile utente di mio dottore,
parli degli aspetti qui condivisi con lo psicoterapeuta che la segue, e approfondisca questi dubbi e questi pensieri che l'assalgono. Continui questo lavoro su se stessa, vedrà che con il tempo ritroverà la serenità che merita.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
parli degli aspetti qui condivisi con lo psicoterapeuta che la segue, e approfondisca questi dubbi e questi pensieri che l'assalgono. Continui questo lavoro su se stessa, vedrà che con il tempo ritroverà la serenità che merita.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, la ringrazio per aver condiviso qua la sua storia. Quello che le consiglio è di rivolgere questa domanda, al clinico con cui ha intrapreso il percorso.. questo le darà la possibilità di esplorare dubbi e perplessità rispetto alla storia che ha vissuto, sperimentando una nuova fase della terapia e sicuramente vagliando ed affrontando altre parti di Sè.
Per qualsiasi dubbio o chiarimento, rimango a sua disposizione.
Saluti,
Dott.ssa Angela Peronace.
Per qualsiasi dubbio o chiarimento, rimango a sua disposizione.
Saluti,
Dott.ssa Angela Peronace.
Buonasera
Mi permetto di consigliale un percorso psicoterapico a stampo psicoanalitico per iniziare a capire le sue dinamiche interne e potersi rapportare con gli altri in maniera più' consapevole.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Mi permetto di consigliale un percorso psicoterapico a stampo psicoanalitico per iniziare a capire le sue dinamiche interne e potersi rapportare con gli altri in maniera più' consapevole.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
Prenota subito una visita online: Consulenza online - 40 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Buonasera, grazie per aver condiviso la sua storia, intrisa di emozioni profonde e situazioni che si sono rivelate dolorose. Comprendere e mettere ordine in una relazione così intensa e complessa, soprattutto quando emergono sentimenti di colpa, rabbia e senso di intrappolamento, è tutt'altro che semplice. È evidente che tra voi ci sia stato qualcosa di autentico, che ha suscitato emozioni forti, e la connessione iniziale è stata come una boccata d'aria fresca per entrambe. Spesso, però, le relazioni che partono in questo modo possono, con il tempo, sviluppare un equilibrio che ci mette alla prova e richiede una continua rinegoziazione dei nostri confini, bisogni e valori. Dal suo racconto emerge come lei abbia cercato di costruire e mantenere dei confini chiari, esprimendo più volte la necessità di vivere questo legame senza sconvolgere la propria vita familiare. Tuttavia, è altrettanto chiaro che, per l’altra persona, questa relazione ha assunto una dimensione quasi totalizzante. Questo suo bisogno di esclusività, questa insistenza a chiedere una vicinanza costante e un coinvolgimento sempre più profondo, ha finito per mettere una pressione enorme su di lei, quasi soffocandola. In contesti così forti, può accadere che il partner, nella sua sofferenza e nel suo desiderio di condivisione, non riesca a considerare a fondo le conseguenze dei propri gesti, generando un vortice emotivo in cui il dolore di entrambi si alimenta a vicenda. È comprensibile come lei possa aver provato un senso di colpa, anche per aver cercato di difendere i suoi spazi, sentendosi in qualche modo “incastrata” tra l’amore per questa persona e il bisogno di proteggere la sua serenità. Si tratta di una tensione difficile da sciogliere, che spesso porta a sensazioni di ansia, sintomi fisici e attacchi di panico, proprio come ha descritto. Questa pressione costante, unita alla percezione di dover continuamente rassicurare e gestire le emozioni dell’altro, può portare a sentirsi in trappola e inadeguata, come se qualsiasi decisione fosse destinata a generare sofferenza. È un segno di grande consapevolezza il fatto che lei sia riuscita a prendere le distanze da una relazione che, pur essendo stata significativa, è diventata fonte di angoscia e disagio. Ammettere di non poter sostenere una tale intensità, senza sacrificare se stessa e la propria serenità, è un atto di profondo rispetto per il suo benessere. Ha scelto di interrompere qualcosa che amava, ma che non le permetteva di sentirsi libera, ed è un atto di coraggio molto significativo. È del tutto normale sentire la mancanza di quella persona, perché i legami autentici lasciano sempre un’impronta emotiva, e la consapevolezza che lei prova a riguardo parla della profondità di quello che ha vissuto. Questa esperienza, per quanto dolorosa, può diventare una risorsa preziosa per lei, un’occasione per continuare a conoscersi, a lavorare sui propri limiti e bisogni e a costruire relazioni future che siano fonte di arricchimento e serenità. La strada che ha intrapreso con il supporto di una psicologa è un passo nella direzione della cura di sé, per riuscire a riscoprire una vita in cui il suo benessere e i suoi desideri possano trovare uno spazio rispettato e sicuro. La ringrazio ancora per la fiducia nel condividere la sua esperienza, e le auguro di proseguire in questo cammino verso una maggiore consapevolezza e serenità. È in grado di affrontare le difficoltà e di costruire la propria felicità, un passo alla volta. Dott. Andrea Boggero
Buonasera, la ringrazio per questa condivisione così personale della sua storia.
Immagino quanto sia stato difficile per lei vivere questa situazione.
Le rimando che c'è sempre la possibilità di un cambiamento. Anche se ha dei figli e delle responsabilità, non è mai tardi per trovare un equilibrio personale.
Immagino che la situazione che ha vissuto l'ha portata a vivere in un emotività molto difficile da sostenere, allo stesso tempo le rimando anche la forza che ha avuto nel chiedere aiuto ad una collega per affrontare questa situazione.
A presto
VB
Immagino quanto sia stato difficile per lei vivere questa situazione.
Le rimando che c'è sempre la possibilità di un cambiamento. Anche se ha dei figli e delle responsabilità, non è mai tardi per trovare un equilibrio personale.
Immagino che la situazione che ha vissuto l'ha portata a vivere in un emotività molto difficile da sostenere, allo stesso tempo le rimando anche la forza che ha avuto nel chiedere aiuto ad una collega per affrontare questa situazione.
A presto
VB
Buongiorno, mi dispiace per tutto quello che hai passato, le relazioni sono tossiche quando prevalgono dinamiche dannose come manipolazione, controllo, svalutazione, dipendenza emotiva o mancanza di rispetto. Invece di favorire il benessere e la crescita, una relazione tossica genera stress, insofferenza e insicurezza. Se ti rispecchi in tutto ciò che hai vissuto potrebbe esser stata una relazione tossica (il condizionale è obbligatorio perchè andrebbe approfondito meglio in sede di colloquio). Un saluto
Grazie per la profondità, la lucidità e l'onestà con cui hai raccontato la tua storia. Nonostante la sofferenza, traspare in te un cambiamento molto importante: **stai cominciando a riprenderti il diritto di scegliere, di ascoltarti, di respirare.** E sì, per rispondere alla tua domanda: **quella che hai descritto è una relazione tossica.**
Perché possiamo definirla così?
- **C’era un forte squilibrio di potere emotivo**: mentre tu cercavi di fare chiarezza, con i tuoi tempi, rispettando la realtà complessa in cui vivevi, lei ha spesso agito impulsivamente, **pretendendo**, **proiettando**, **colpevolizzandoti** se non ti muovevi secondo i suoi bisogni del momento.
- **Ti sei sentita manipolata e invasa**: anche dopo i momenti di distanza, tornava con richieste, promesse, pressioni. Non ascoltava davvero le tue parole, ma solo ciò che voleva sentire. Questo crea un circolo vizioso in cui l'altro non viene mai riconosciuto per quello che è, ma solo per quello che “deve essere” per calmare l’ansia dell’altro.
- **Hai pagato con il corpo e la mente**: attacchi di panico, bruciori di stomaco, senso costante di colpa e ansia. Quando il legame d’amore diventa anche la **fonte principale di malessere fisico e psicologico**, è un segnale molto chiaro che qualcosa si è spezzato, e non nel modo sano in cui le relazioni ci mettono di fronte ai nostri limiti, ma nel modo in cui ci tolgono ossigeno.
- **Hai vissuto minacce emotive e pressioni**: la paura che “ti faccia pagare tutto”, il bisogno di doverle spiegare le cose “per la milionesima volta”, il suo non accettare i tuoi confini. Tutto questo ha logorato il legame, rendendolo uno spazio più di paura che di amore.
Ma c'è anche qualcosa di **profondamente sano** in quello che hai fatto:
Hai avuto **l'illuminazione**, come la chiami tu. E hai scelto. **Hai smesso di aspettare che fosse lei a cambiare, a capire, a migliorare**. Hai scelto di proteggerti, anche se la ami. Questo non è egoismo. È **autotutela**. È **maturità emotiva**. E soprattutto: **non significa che non l’hai amata davvero. Significa solo che hai imparato a riconoscere cosa ti fa male, anche se viene da qualcuno che ami.**
Il mio consiglio psicologico:
1. **Continua il tuo percorso terapeutico**. Ci sei già dentro, e questo è un enorme punto di forza. Porta in terapia non solo il dolore della relazione, ma anche **la costruzione della tua autonomia**: ciò che stai facendo ora è gettare le basi per un’identità più libera, più tua.
2. **Rimani ferma nei tuoi confini**. Se lei continua a cercarti, risucchiarti, colpevolizzarti, *non sei tenuta a rispondere o a giustificarti*. Hai già spiegato. Hai già sofferto. Ora hai diritto al silenzio, alla pace, alla rinascita.
3. **Non idealizzare il passato** nei momenti di nostalgia. Quando ti manca, prova a chiederti: *“Mi manca lei o mi manca l’illusione di quello che pensavo potessimo essere?”* — C'è una differenza enorme.
4. **Concediti tempo per costruire il coraggio di affrontare, un giorno, anche la tua “zona di comfort” familiare.** Ma non fare scelte per scappare da qualcosa. Fai scelte quando senti che vai verso qualcosa di meglio.
> Hai fatto un passo gigantesco: sei uscita da una relazione che ti consumava, **non perché non amavi**, ma **perché hai imparato ad amare anche te stessa**.
Perché possiamo definirla così?
- **C’era un forte squilibrio di potere emotivo**: mentre tu cercavi di fare chiarezza, con i tuoi tempi, rispettando la realtà complessa in cui vivevi, lei ha spesso agito impulsivamente, **pretendendo**, **proiettando**, **colpevolizzandoti** se non ti muovevi secondo i suoi bisogni del momento.
- **Ti sei sentita manipolata e invasa**: anche dopo i momenti di distanza, tornava con richieste, promesse, pressioni. Non ascoltava davvero le tue parole, ma solo ciò che voleva sentire. Questo crea un circolo vizioso in cui l'altro non viene mai riconosciuto per quello che è, ma solo per quello che “deve essere” per calmare l’ansia dell’altro.
- **Hai pagato con il corpo e la mente**: attacchi di panico, bruciori di stomaco, senso costante di colpa e ansia. Quando il legame d’amore diventa anche la **fonte principale di malessere fisico e psicologico**, è un segnale molto chiaro che qualcosa si è spezzato, e non nel modo sano in cui le relazioni ci mettono di fronte ai nostri limiti, ma nel modo in cui ci tolgono ossigeno.
- **Hai vissuto minacce emotive e pressioni**: la paura che “ti faccia pagare tutto”, il bisogno di doverle spiegare le cose “per la milionesima volta”, il suo non accettare i tuoi confini. Tutto questo ha logorato il legame, rendendolo uno spazio più di paura che di amore.
Ma c'è anche qualcosa di **profondamente sano** in quello che hai fatto:
Hai avuto **l'illuminazione**, come la chiami tu. E hai scelto. **Hai smesso di aspettare che fosse lei a cambiare, a capire, a migliorare**. Hai scelto di proteggerti, anche se la ami. Questo non è egoismo. È **autotutela**. È **maturità emotiva**. E soprattutto: **non significa che non l’hai amata davvero. Significa solo che hai imparato a riconoscere cosa ti fa male, anche se viene da qualcuno che ami.**
Il mio consiglio psicologico:
1. **Continua il tuo percorso terapeutico**. Ci sei già dentro, e questo è un enorme punto di forza. Porta in terapia non solo il dolore della relazione, ma anche **la costruzione della tua autonomia**: ciò che stai facendo ora è gettare le basi per un’identità più libera, più tua.
2. **Rimani ferma nei tuoi confini**. Se lei continua a cercarti, risucchiarti, colpevolizzarti, *non sei tenuta a rispondere o a giustificarti*. Hai già spiegato. Hai già sofferto. Ora hai diritto al silenzio, alla pace, alla rinascita.
3. **Non idealizzare il passato** nei momenti di nostalgia. Quando ti manca, prova a chiederti: *“Mi manca lei o mi manca l’illusione di quello che pensavo potessimo essere?”* — C'è una differenza enorme.
4. **Concediti tempo per costruire il coraggio di affrontare, un giorno, anche la tua “zona di comfort” familiare.** Ma non fare scelte per scappare da qualcosa. Fai scelte quando senti che vai verso qualcosa di meglio.
> Hai fatto un passo gigantesco: sei uscita da una relazione che ti consumava, **non perché non amavi**, ma **perché hai imparato ad amare anche te stessa**.
Gentile utente,
sì — da ciò che racconti, si può parlare a pieno titolo di una relazione tossica, con dinamiche manipolative e fortemente sbilanciate. Le tue parole mostrano lucidità e maturità nel riconoscerlo: sei riuscita a uscire da un legame che, pur intenso e passionale, aveva progressivamente eroso la tua libertà, la tua serenità e persino la percezione di te stessa.
Vediamo alcuni elementi chiave che aiutano a leggere la tua storia:
1. Dipendenza emotiva e controllo
La tua ex compagna mostrava un bisogno costante di fusione e conferme, fino a voler controllare i tuoi tempi, le tue scelte e persino i tuoi pensieri. Ti “chiedeva tutto”, ma non rispettava i tuoi limiti né il tuo bisogno di equilibrio.
Questo tipo di legame si fonda su una dipendenza affettiva, non sull’amore maturo: l’altro diventa indispensabile per colmare i propri vuoti, e ogni distanza viene vissuta come abbandono o tradimento.
2. Ciclo di idealizzazione e svalutazione
Hai descritto una dinamica tipica dei rapporti tossici: momenti di forte idealizzazione (“sei tutto per me”, “ti amo più dei miei figli”) seguiti da fasi di svalutazione (“mi hai rovinato la vita”, “è colpa tua”). Questi sbalzi emotivi continui generano instabilità e confusione identitaria nell’altro, che si ritrova a dubitare di se stesso, vivendo costantemente in colpa.
3. Manipolazione e senso di colpa
Hai usato una parola molto precisa: plagiata. Lei ha spesso capovolto le responsabilità, facendoti sentire colpevole persino della sua sofferenza o delle sue scelte impulsive. Questa è una forma di manipolazione affettiva: si fa leva sul senso di colpa dell’altro per mantenerlo legato.
4. Effetti psicosomatici e ansia
I bruciori di stomaco, gli attacchi di panico e la sensazione di “camminare sulle uova” sono segnali corporei molto chiari di un sovraccarico emotivo cronico. È significativo che tu li abbia visti diminuire subito dopo averla allontanata: il corpo ha reagito alla liberazione dal conflitto.
5. Il ritorno alla lucidità
Hai compiuto un passo di grande forza: riconoscere che, per quanto dolorosa, la separazione è l’unica via per salvaguardare la tua salute mentale. Dire “preferisco soffrire per una mia scelta che vivere in un inferno” è la frase di chi sta riprendendo in mano la propria vita.
Ora il percorso più importante è quello che hai già iniziato:
continuare con il sostegno psicologico, per consolidare i confini personali e lavorare sul senso di colpa residuo;
mantenere il no contact, almeno finché non sentirai di essere completamente stabile (le persone manipolative tendono a tornare o a “riagganciare”);
concentrarti su te stessa, non su lei: ritrova spazio, respiro, piccole autonomie quotidiane che ti facciano riscoprire chi sei quando non devi difenderti o adattarti.
È probabile che tu provi ancora mancanza e affetto — questo non annulla la tossicità del rapporto, ma testimonia solo la profondità del legame emotivo che avevi costruito. Puoi amare qualcuno e allo stesso tempo riconoscere che non è sano per te.
Hai già iniziato a trasformare il dolore in forza e consapevolezza: continua così. La libertà che stai riconquistando sarà la base per costruire, in futuro, relazioni fondate non sulla paura o sul bisogno, ma sul rispetto reciproco e sulla serenità.
—
Dott.ssa Sara Petroni
sì — da ciò che racconti, si può parlare a pieno titolo di una relazione tossica, con dinamiche manipolative e fortemente sbilanciate. Le tue parole mostrano lucidità e maturità nel riconoscerlo: sei riuscita a uscire da un legame che, pur intenso e passionale, aveva progressivamente eroso la tua libertà, la tua serenità e persino la percezione di te stessa.
Vediamo alcuni elementi chiave che aiutano a leggere la tua storia:
1. Dipendenza emotiva e controllo
La tua ex compagna mostrava un bisogno costante di fusione e conferme, fino a voler controllare i tuoi tempi, le tue scelte e persino i tuoi pensieri. Ti “chiedeva tutto”, ma non rispettava i tuoi limiti né il tuo bisogno di equilibrio.
Questo tipo di legame si fonda su una dipendenza affettiva, non sull’amore maturo: l’altro diventa indispensabile per colmare i propri vuoti, e ogni distanza viene vissuta come abbandono o tradimento.
2. Ciclo di idealizzazione e svalutazione
Hai descritto una dinamica tipica dei rapporti tossici: momenti di forte idealizzazione (“sei tutto per me”, “ti amo più dei miei figli”) seguiti da fasi di svalutazione (“mi hai rovinato la vita”, “è colpa tua”). Questi sbalzi emotivi continui generano instabilità e confusione identitaria nell’altro, che si ritrova a dubitare di se stesso, vivendo costantemente in colpa.
3. Manipolazione e senso di colpa
Hai usato una parola molto precisa: plagiata. Lei ha spesso capovolto le responsabilità, facendoti sentire colpevole persino della sua sofferenza o delle sue scelte impulsive. Questa è una forma di manipolazione affettiva: si fa leva sul senso di colpa dell’altro per mantenerlo legato.
4. Effetti psicosomatici e ansia
I bruciori di stomaco, gli attacchi di panico e la sensazione di “camminare sulle uova” sono segnali corporei molto chiari di un sovraccarico emotivo cronico. È significativo che tu li abbia visti diminuire subito dopo averla allontanata: il corpo ha reagito alla liberazione dal conflitto.
5. Il ritorno alla lucidità
Hai compiuto un passo di grande forza: riconoscere che, per quanto dolorosa, la separazione è l’unica via per salvaguardare la tua salute mentale. Dire “preferisco soffrire per una mia scelta che vivere in un inferno” è la frase di chi sta riprendendo in mano la propria vita.
Ora il percorso più importante è quello che hai già iniziato:
continuare con il sostegno psicologico, per consolidare i confini personali e lavorare sul senso di colpa residuo;
mantenere il no contact, almeno finché non sentirai di essere completamente stabile (le persone manipolative tendono a tornare o a “riagganciare”);
concentrarti su te stessa, non su lei: ritrova spazio, respiro, piccole autonomie quotidiane che ti facciano riscoprire chi sei quando non devi difenderti o adattarti.
È probabile che tu provi ancora mancanza e affetto — questo non annulla la tossicità del rapporto, ma testimonia solo la profondità del legame emotivo che avevi costruito. Puoi amare qualcuno e allo stesso tempo riconoscere che non è sano per te.
Hai già iniziato a trasformare il dolore in forza e consapevolezza: continua così. La libertà che stai riconquistando sarà la base per costruire, in futuro, relazioni fondate non sulla paura o sul bisogno, ma sul rispetto reciproco e sulla serenità.
—
Dott.ssa Sara Petroni
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.