Buongiorno. Ho 27 anni e sto con il mio ragazzo da 5 anni. Ci siamo conosciuti nella Città in cui io

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Buongiorno. Ho 27 anni e sto con il mio ragazzo da 5 anni. Ci siamo conosciuti nella Città in cui io vivo durante l'università, dopo aver finito lui è tornato nel suo paese nel sud Italia perché porta avanti l'azienda di famiglia. Scrivo perché ogni volta che vado a trovarlo e partecipo alle uscite con il suo gruppo di amici, mi annoio terribilmente, specialmente in estate. Ad esempio, loro usano stare ore e ore in piedi in una piazzetta adiacente a un bar, in mezzo alla calca, fino alle 4 o più. Io mi sento da sempre un pesce fuor d'acqua, anche perché parlano spesso in dialetto e non li comprendo benissimo. Premetto che anche io ho origini del sud e scendo sempre a passare del tempo con i parenti, ma lì nel paese del mio ragazzo proprio non mi piace e durante la serata inizio ad avere pensieri negativi, tipo di non essere sulla strada giusta e via dicendo. Con lui abbiamo un affinità speciale, stiamo molto bene, prima provavo una forte rabbia verso di lui in queste situazioni perché per miei problemi di insicurezza lo percepivo come "cattivo" nei miei confronti in quelle situazioni perché magari potrebbe dare piu peso al fatto che io non mi diverto, mentre ora riconosco che lui fa semplicemente quello che gli piace fare. L'unica cosa è che lui ci tiene tanto a fare queste uscite e io ho sempre sentito di dovermi adeguare oppure restare a casa mente lui esce. Io un po' mi sento in colpa per queste sensazioni ma davvero sono forti, odio questo posto. Con gli amici comunque ho un bel rapporto e anche con la famiglia, ma proprio non mi trovo come stile di vita in questo paese e un giorno dovrei anche avvicinarmi a lui visto che il suo lavoro è qui.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott. Simone Ciuffi
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Sambuceto
Buon pomeriggio. Lei ha 27 anni ed è un'età in cui ci poniamo delle domande esistenziali importanti per la nostra identità futura.
Quelle sensazioni che ha le stanno facendo capire che è arrivato il momento di riflettere con consapevolezza sul "SUO" futuro, il problema è che ogni persona che si avvicina a tale consapevolezza ha paura dei cambiamenti che vi possono essere richiesti.
Ogni vero cambiamento spaventa.
In questi casi, data la mia esperienza clinica, ci dovremmo porre un cambio di prospettiva che veda noi stessi al centro della "NOSTRA" vita.
A volte può bastare un lavoro introspettivo in autonomia, altre volte potrebbe essere utile avere un occhio clinico esterno.
Salve cara ragazza credo sia necessario tu risolva questo conflitto interno che ti porta ad odiare il posto molto caro al tuo ragazzo
mi spiego meglio un conto sono non amare uno stile diverso dal tuo e non essere riusita ad integrarti nel paese di origine del tuo ragazzo un conto provare rabbia versodi lui poco attenta aale tue esigenze
Ricorda che siamo sempre noi a trasmettere agli altri come ci possono trattare
Se non mi amo e ho poca stima di me accetto ogni cosa.
ti consiglio di fare chiarezza in te e cosa vuoi veramente
poi ovviamente diventa necessario un compromesso con iltuo ragazzo per trovare insieme un accordo...
non puo essere che solo uno accetta ogni cosa e poi sta male
pensaci e semmai fatti aiutare da un terapeuta che potra aiutarti a trovare le chiavi per aumentare autostima e valorizzazione del Sè
buon tutto
dott lorenzini maria santa psicoterapeuta
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Dott. Francesco Paolo Coppola, (Napoli on line o in presenza), psicologonapoli org – per info PROFILO su MioDottore
La noia come anestesia dell'essere: una riflessione clinico-esistenziale
Succede. Che pur amando qualcuno, si finisca in un posto che non ci appartiene. Che ci si trovi circondati da parole che non comprendiamo, da abitudini che non sentiamo, da una vita che non è nostra. E ci si sente colpevoli anche solo per pensarlo.
Viviamo immersi in una cultura che ci educa a sopravvivere più che a vivere. A essere funzionali, adeguati, presenti agli occhi altrui. Così, intere esistenze scorrono nella ripetizione inconsapevole di abitudini che spengono l’anima. Si confonde la sicurezza con la vita, la stabilità con l’amore, il paese con il destino.
La domanda clinica che ha dato origine a questa riflessione è semplice, quasi noiosa essa stessa: una donna giovane, da anni impegnata in una relazione amorosa, si lamenta del senso di vuoto, di noia, di insoddisfazione che prova nei luoghi e nelle dinamiche sociali del compagno. Ma a ben vedere, ciò che emerge non è solo il disallineamento tra due persone. È il segno di un’esistenza congelata nella paura di scegliere. Una rinuncia silenziosa alla possibilità di vivere.
Questa donna si racconta come "un pesce fuor d'acqua". Ma non si interroga mai sul mare che desidera. È come se non avesse il diritto di desiderare. Si sente colpevole per non amare ciò che piace al compagno. Si adegua. Resta a casa. Si odia un po'. Ma continua. E intanto gli anni passano. Come ogni sera, sorride senza desiderio, fingendo di essere lì per amore, mentre la sua anima siede altrove.
È una vita vissuta accanto, ma non dentro. Un io costruito su pensieri, ricordi, identificazioni transitorie. E non riconosce la propria natura mutevole. Sotto di essa, c'è la presenza viva e immutabile di ciò che siamo. Ma questa presenza resta ignorata, sepolta sotto il peso dell'abitudine.
In psicoterapia, spesso si confonde la richiesta di cambiamento con una richiesta di conferma: "Aiutami a vivere questa vita che non amo senza dolore". Ma la clinica profonda non può restare in superficie. A volte si costruisce un falso io per sopravvivere in ambienti che non ci ascoltano davvero. Quando nessuno ci contiene, i pensieri si trasformano in sintomi. E spesso siamo parlati da un discorso che non ci rappresenta.
La noia non è solo assenza di stimoli. È assenza di Sé. È il segnale che il soggetto ha evacuato la propria presenza, rifugiandosi in una maschera che garantisce approvazione ma non senso. È un tempo senza tempo. È una fuga da se stessi. È la morte lenta di un desiderio mai osato.
Queste strutture comportamentali tradizionali diventano allora armature impolverate. Servivano un tempo, ma ora immobilizzano. Sono la negazione stessa del dono della vita. Non servono più né alla sopravvivenza né alla felicità. Sono solo anestesia. E la persona, maschio o femmina, si sveglia spesso solo quando l’altro se ne va. Quando l’illusione crolla.
La psicologia non può rispondere a queste domande in pillole. Non si tratta di "capire l’altro" o di "farsi capire dall’altro". Si tratta di riscoprire una possibilità di sé. Di fare spazio al vuoto fertile. Di attraversare la confusione senza scappare. Di prendere su di sé il rischio del cambiamento.
Non è facile. Soprattutto quando si è stati a lungo invisibili anche a se stessi. Ma quando non ci si trova in un luogo, spesso è perché ci si è perduti dentro. Solo allora si apre un nuovo tempo. Solo allora vivere può iniziare davvero.
Dott.ssa Elisa Folliero
Psicologo, Psicoterapeuta
Spino d'Adda
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso qualcosa di così personale e sentito. Quello che descrive è un conflitto molto umano e complesso: da una parte l’amore per una persona con cui sente una forte affinità, dall’altra un contesto ambientale e sociale che la fa sentire profondamente fuori posto. Non c'è niente di strano o sbagliato in quello che prova— anzi, è un segnale importante che qualcosa dentro di lei sta cercando di essere ascoltato.
Consideri come la noia non sia mai un'emozione negativa o da trascurare, anzi può essere interpretata come il segnale che qualcosa non la sta nutrendo abbastanza: ovvero, probabilmente non sta soddisfacendo a sufficienza i suoi bisogni personali. Difatti, ha fatto un passaggio importante quando afferma di riconoscere ora che lui non è "cattivo", ma semplicemente si diverte con i suoi amici. Questo è un segno di maturità emotiva. Ma la domanda ora diventa: lei si sente libera di soddisfare i propri bisogni, realizzare i propri specifici desideri, in quello specifico contesto?
Il senso di colpa non va combattuto forzandosi ad amare qualcosa che non piace. Piuttosto, consiglierei di parlare al suo compagno, spiegando come necessiti, in questo momento, di un suo vissuto che merita spazio. Provi ad investire in spazi suoi personali, sviluppare interessi nello specifico contesto del suo fidanzato, più affini ai suoi personali gusti, che a quelli di quest'ultimo. Al contempo, può provare a proporre alternative, che possono esistere in modo concomitante alle uscite tipiche amate dal suo compagno, che siano però più affini agli interessi di entrambe.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Dott. Luca Guglielmi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Sicuramente una situazione faticosa da vivere e che meriterebbe un ascolto più ampio. Forse può essere importante tenere a mente che i progetti di coppia si costruiscono insieme: non spettano solo a una delle due persone, ma richiedono un confronto autentico e una certa flessibilità reciproca. Adattarsi all'intrno di una relazione è spesso necessario e anche possibile ma non dovrebbe mai tradursi in un sacrificio continuo di sé.

Può essere utile, in questi casi, cercare di mettere a fuoco con maggiore chiarezza che cosa si desidera davvero, almeno in questo momento della sua (vostra) vita, al di là di ciò che si sente di dover accettare per far andare bene le cose. Avere consapevolezza di sé può facilitare anche il dialogo all'interno della relazione. Che direzione si vuole prendere? in che modo farlo? Le scelte si possono costruire insieme e c'è sempre la possibilità di rivederle o modificarle nel tempo.
Ciò che conta è poter sentire di esistere nella relazione con i propri bisogni e che questi trovino spazio e dignità tanto quanto quelli dell’altro.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Buonasera, grazie per aver condiviso una parte così personale della sua esperienza. Comprendo quanto possa essere difficile trovarsi in un contesto che non sente come proprio, specialmente quando riguarda aspetti importanti della vita di coppia.
È evidente che lei ha già fatto un grande lavoro su di sé, riconoscendo l’origine di alcune emozioni passate e distinguendo tra ciò che appartiene a lei e ciò che riguarda il comportamento del suo compagno. Questo è un passo molto importante, che denota consapevolezza emotiva e maturità affettiva. Detto questo, sentirsi fuori posto in un determinato ambiente non è una colpa, ma un segnale da ascoltare. È normale che in una relazione di lungo periodo emergano differenze anche profonde nello stile di vita, nei bisogni sociali e nei modi di vivere il tempo libero. Il disagio che prova non va ignorato, perché parla di un bisogno di appartenenza, autenticità e benessere personale.
Valutare l’idea di costruire un futuro in un luogo che le suscita disagio è una riflessione delicata, ma importante. Non si tratta solo di adattarsi, ma di comprendere se quella realtà possa accogliere anche i suoi desideri e le sue inclinazioni, o se il prezzo da pagare sarebbe troppo alto in termini di equilibrio personale.
Le suggerirei di continuare a esplorare questi vissuti, anche con uno spazio terapeutico personale se non lo sta già facendo. Successivamente potrà poi volendo, inserire una terapia di coppia. A volte, da questo confronto profondo possono nascere nuove modalità di stare in relazione che non passano né per l’adattamento forzato, né per la rinuncia, ma per la co-costruzione di un equilibrio più sostenibili per entrambi.
Resto a disposizione se vorrà approfondire
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera, sicuramente ciò che lei descrive può costituire un frte impaccio nella vostra vita di coppia. Lei rispetto all'aspetto sta provando un forte malessere. L'unica strada mi sembra condividere francamente con lui le sue sensazioni ascoltando le sue argomentazioni. Una possibilità potrebbe essere aumentare gli spazi individuali di ciascuno di voi, ma comunque rendendo chiaro questo processo comunicando molto fra di voi. Se ha bisogno di confronto a disposizione anche online. Saluti Dario Martelli
Dott.ssa Iulia Murrocu
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, ci sono varie situazioni che richiedono una maggiore comprensione.
Lei ha 27 anni e da 5 anni vive una relazione sentimentale ma nutre dubbi sulla possibilità di essere adatta alla vita che le si prospetta per il futuro.
Ci si incontra da ragazzi, si cresce insieme e si cambia , ci si definisce e si capisce sempre meglio cosa si vuole ed è possibile che le vostre esigenze divergano, che non siate più sulla stessa lunghezza d'onda.
Bisogna capire quanto è importante il progetto di coppia rispetto alle esigenze di ciascuno e bisognerebbe fare questo con molta onestà, magari con l'aiuto di un terapeuta di coppia che vi aiuti a chiarirvi reciprocamente quello che sentite e quello che volete e siete disposti a mettere in gioco per un progetto di vita comune.
Le auguro di arrivare a conoscersi meglio e acquisire la consapevolezza dei suoi obiettivi che è la chiave per una vita serena e fonte di soddisfazioni.
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Credo che, se l'unica cosa che non combacia nella sua relazione sono le uscite con questo gruppo di amici, non ci sia reale motivo di preoccuparsi di essere sulla strada sbagliata, e che contemporaneamente lei non abbia nessun obbligo di seguirlo se non si trova bene: forse le sto suggerendo una soluzione banale, ma potrebbe pensare che mentre lui fa questo tipo di uscite con i suoi amici, lei potrebbe fare qualcosa di diverso, che non sia necessariamente stare a casa ad annoiarsi. A maggior ragione nell'ottica di avvicinarsi a lui geograficamente, credo possa essere importante per lei crearsi una propria rete sociale con cui fare quello che le piace, e che non necessariamente in coppia bisogna fare tutto insieme. Se volesse approfondire la questione mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Giulia Solinas
Psicologo, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
buongiorno le sensazioni e gli stati emotivi sperimenatati nelle situazioni riferite orientano verso la necessità di una chiarificazione sui rispettivi progetti personali e del progetto di vita di coppia; appare chiaro che non tutto si " deve" fare insieme e nell'equilibrio di coppia occorre prinicpalmente esplicitare il proprio disagio attraverso una comunicazione assertiva ( non accusando l'altro di cio che ci fa stare male ma prinicpalmente riferire come stiamo noi in quelle situazioni). Solo così è possibile trovare il giusto equilibrio e venirsi incontro nel profondo rispetto delle propensioni dell'altro. A partire da questa situazioni è possibile iniziare anche un dialogo aperto, non giudicante ma profondamente rispettoso dell'altro e di sè stessi. La situazione potrebbe essere affrontatat anche in una terapia di coppia.
Dott.ssa Federica Bellò
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Treviso
Buongiorno, la situazione che descrivi è comune in molte relazioni, soprattutto quando emergono differenze nei modi di vivere il tempo libero e nei contesti sociali. È positivo che tu abbia riconosciuto l'affinità speciale con il tuo partner e che tu stia cercando di comprendere meglio le tue sensazioni.

Le differenze culturali e di stile di vita possono influenzare significativamente una relazione. Come evidenziato in alcune fonti, è importante:

•⁠ ⁠Comunicare apertamente: Esprimere i propri sentimenti e ascoltare quelli del partner senza giudizio può aiutare a trovare un terreno comune

•⁠ ⁠Coltivare l'empatia: Cercare di comprendere il punto di vista dell'altro, anche quando differisce dal proprio, può rafforzare il legame

•⁠ ⁠Stabilire confini chiari: Rispettare lo spazio e i limiti dell'altro è fondamentale per evitare incomprensioni.

Nel tuo caso, potresti considerare di discutere con il tuo partner su come bilanciare le vostre esigenze durante le visite al suo paese. Ad esempio, potreste concordare su alcune serate da trascorrere insieme in modo che entrambi vi sentiate a vostro agio, alternando momenti con i suoi amici a momenti più intimi o attività che piacciono a entrambi.
Inoltre, riflettere su come immaginate il vostro futuro insieme, considerando le differenze nei vostri stili di vita, può essere utile per prendere decisioni consapevoli e condivise.
Dott.ssa Giulia Napoli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Baronissi
Buon pomeriggio,
si evince una relazione di coppia solida, in cui riconosce affinità e benessere insieme al suo ragazzo. Allo stesso tempo, descrive con chiarezza una difficoltà importante: la sensazione di non sentirsi a proprio agio nello stile di vita del luogo in cui lui vive e nelle abitudini sociali del gruppo di amici.

È comprensibile che questo le generi pensieri negativi e dubbi sul futuro. Non si tratta di “colpa” né di una mancanza di amore: semplicemente i contesti e le modalità di vivere il tempo libero possono essere molto diversi, e questo può pesare nella quotidianità di una coppia.

Il fatto che oggi riesca a riconoscere che il suo ragazzo non agisce “contro di lei”, ma che sta semplicemente facendo ciò che lo fa stare bene, è già un passo importante di consapevolezza. Ora il punto centrale è chiedersi quali siano i suoi bisogni e come possano conciliarsi con i suoi.
Può essere utile parlarne apertamente con lui, spiegando come si sente senza giudizio, e cercare insieme alternative che rispettino entrambi: ad esempio, valutare la possibilità di condividere alcune uscite e allo stesso tempo ritagliarsi momenti che piacciano anche a lei. Sul piano più profondo, un percorso personale può aiutarla a comprendere meglio cosa desidera per sé, quale stile di vita sente più vicino e come immagina il suo futuro accanto a lui.
Riconoscere questi vissuti non significa mettere in discussione l’amore, ma dare valore anche ai propri bisogni, così da costruire una relazione equilibrata e sostenibile.
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Buongiorno,
quello che descrive è un conflitto molto comprensibile: da una parte il legame profondo con il suo compagno, dall’altra la fatica di sentirsi a suo agio nello stile di vita del paese in cui lui vive. Non c’è nulla di “sbagliato” in ciò che prova: non tutti ci si trovano bene in contesti sociali affollati, prolungati fino a notte fonda o in cui si fatica a condividere il linguaggio e le abitudini.

È importante che lei abbia già riconosciuto come la sua rabbia iniziale fosse legata a insicurezze personali: oggi riesce a distinguere i gusti e le scelte del suo compagno dal suo valore personale, e questo è un passo molto significativo. Tuttavia, rimane la questione di fondo: adattarsi sempre alle preferenze dell’altro può portare con il tempo a un senso di frustrazione e di “sacrificio silenzioso”.

La chiave sta nel trovare un equilibrio: comunicare con sincerità al suo compagno che per lei queste uscite sono faticose, senza colpevolizzarlo, e nello stesso tempo costruire insieme modalità che rispettino entrambi. Non significa dover fare tutto insieme o tutto separato, ma imparare a integrare spazi diversi in cui ciascuno si senta libero e riconosciuto.

Un messaggio rassicurante: il fatto che lei si ponga queste domande non indica una mancanza di amore, ma il desiderio di costruire un futuro realistico e sano. Parlare apertamente con il suo compagno dei suoi vissuti, senza accusarlo né colpevolizzarsi, potrà aiutarla a capire se e come questo legame può armonizzarsi con le esigenze di entrambi.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,
mi colpisce come lei descriva con chiarezza il conflitto tra ciò che vive con il suo compagno e ciò che sperimenta nel suo ambiente. A volte la domanda non è tanto “mi trovo bene con lui?” quanto “riesco a immaginarmi a vivere nella sua realtà senza sentirmi costretta a spegnere parti di me?”.
E ancora: è più faticoso adeguarsi a un contesto che non sente suo, o affrontare il rischio di chiedersi se l’affinità di coppia possa bastare quando lo stile di vita pesa come un ostacolo?
Il punto, forse, non è scegliere se restare o andare, ma capire se vuole continuare a “resistere” in un posto che non sente suo, o aprire uno spazio in cui queste sensazioni possano trasformarsi in indicazioni preziose per il suo futuro.
Rimango a disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, ne ha parlato con il suo ragazzo? Lei ha degli amici o amiche con cui esce? Se si trova bene con lui, non necessariamente deve trovarsi bene nel luogo in cui vive e con le persone che frequenta, ma è importante farglielo presente e coltivare delle proprie amicizie al di fuori della coppia. Sarà importante in vista di un suo avvicinamento chiarire che lei non vuole vivere in quel luogo ed esplicitarne i motivi cosi da trovare un compromesso se possibile. Se non esplicita il suo disagio e malessere non è detto che l'altra persona riesca a rendersene conto. Non esplicitare i propri sentimenti negativi non fa che accrescerli e questo spiega come mai lei lo percepisse come cattivo. Sembra quasi si costringa a stare con lui.
Cordiali saluti
Dott.ssa Mariachiara Rossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
San Benedetto del Tronto
Buonasera,
credo che la soluzione più giusta potrebbe essere quella di parlare con lui per trovare un punto d'incontro che possa permettere ad entrambi di stare bene. Questo significa che nei giorni in cui è da lui potete trascorrere del tempo a fare ciò che fa stare bene lui e altre serate facendo cose diverse, che le permetterebbero di avere una maggiore serenità.
Accogliere completamente l'altro senza far emergere i propri bisogni è qualcosa che a lungo termine può essere disfunzionale per la coppia, soprattutto se in un futuro lei si trasferirà da lui.
Cercare l'incontro può essere la giusta strada da percorrere, insieme.
Dott.ssa Silvia Avanzati
Psicologo, Psicoterapeuta
Siena
Buongiorno,
credo prima di tutto che sia necessario parlare con il suo ragazzo di questa difficoltà che trova, qualora non l'avesse già fatto. Sarebbe importante condividere insieme la questione per poter trovare delle alternative. In coppia è necessaria una comunicazione chiara e trasparente ed è sano che ognuno abbia le proprie esigenze che se non condivise, non devono lasciare spazio a critiche nei confronti di sé stessi o dell'altro, ma piuttosto al mantenimento di un proprio spazio personale. Ad esempio, potreste trovare dei momenti da condividere insieme agli amici, senza che le viva come noiosi, magari scegliendo lei, le occasioni che ritiene più comode ed altri momenti in cui si ritaglia del tempo per sé, facendolo presente al suo ragazzo. L'importante è che non si giudichi troppo. Leggo molte critiche nei suoi confronti e timori che lasciano spazio a vissuto di colpa, come ha scritto. Prenda questa difficoltà relazionale come un'opportunità di comunicare apertamente con lui.
Un caro saluto.
Buonasera, sicuramente tutte le emozioni contrastanti che prova (odio, senso di colpa, senso do costrizione,...) sono l'apice di un processo che l'ha portata fino a questo punto. Per poter affrontare una comunicazione efficace, il punto di partenza è conoscere sè stessi senza giudicarsi. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno gentile ventisettenne,
mi pare tu abbia le idee molto chiare, forse sin troppo, nel senso che hai stabilito in modo categorico già che quello stile di vita non ti piace e che sempre sarà solo cosi. Vedi, forse, puoi pensare a come crearti, eventualmente li, un tuo particolare stile di vita.
Delle tue abitudini, portarti un pò di quel che fai e sei alltrove, li.
Che ne pensi?
Se vuoi un aiuto per creare il tuo progetto e stile di vita del futuro, contattami.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini

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