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Buongiorno dottori, vorrei porvi una domanda perché sto nutrendo un dubbio abbastanza importante riguardo la mia psicoterapeuta. Da ormai 2 mesi ho iniziato un percorso di terapia per guarire dal mio doc e dal mio stato di depressione/ansia associandolo anche ad una terapia farmacologica. Ho iniziato questo percorso con una psicoterapeuta (in realtà psichiatra in primis ma come sapete in italia é concesso richiedere il titolo di psicoterapeuta) ma ora sto iniziando a nutrire dei dubbi. Le nostre sedute durano un’ora di solito, ma la scorsa volta ho perso 7 minuti perché dovevo dare una ricetta ad una cliente, minuti che pensavo di recuperare ma che alla fine della seduta non ho recuperato e mi ha interrotto prima per il sforare dell’ora, nonostante i minuti persi. Così le ho chiesto se potevo chiederle dei consigli per messaggio e mi ha risposto di sì. Le ho chiesto consigli in merito al litio, in quanto da poco ho dovuto cambiare psichiatra e non conoscendo questi farmaci ho voluto chiedere un opinione, anche in merito al fatto che essendo uno psichiatra romano (fatto colloquio online) per approfondire il mio caso dovrei spesso andare in presenza e son un po’ distante, inoltre essendo ora senza psichiatra effettivo ed essendo che sto finendo la confezione di farmaci antidepressivi non posso chiaramente interrompere di colpo. Inoltre la seconda cosa che ho chiesto era in merito al mio doc, chiedendole cosa dovessi fare quando la sera mi prendevano stati d’ansia enormi e non sapevo come controllarmi ne che esercizi fare per calmare l’ansia, la sua risposta in merito (dopo 4 giorni dall’inivio del mio messaggio che era chiaramente abbastanza urgente ) é stata : “Io credo che prima di preoccuparsi della cura è meglio occuparsi della persona. “
Ma il discorso é che la cura É in TUTTI i modi occuparsi della persona, soprattutto perché necessito (al momento) dei farmaci. La sua risposta onestamente non mi é piaciuta soprattutto perché avevo chiesto consigli riguardo al doc hypeawarness della qualle soffro. Ma mi é sembrato un po’ come se sia lavata le mani. Forse dovrei cambiare? Mi trovo bene con lei ma mi sento che non sto facendo nulla per il doc e soprattutto per i miei traumi e proprio per questo stavo valutando di cambiare terapeuta con uno specialista che pratichi emdr e anche terapie per il doc.
Grazie delle risposte e vi auguro una buona giornata
Buonasera Gentile Utente, credo che sia importante all'interno di una relazione terapeutica sentirsi capito e accolto e quindi la inviterei a parlarne con il suo terapeuta di come si è sentito in relazione alla sua risposta in modo da poterlo rendere un contenuto accessibile all'interno della vostra relazione, di cui si possa parlare e confrontarsi.
Poi qualora lei non si sentisse certa dell'alleanza terapeutica che a mio avviso è centrale per ogni processo terapeutico, allora può tentare un cambiamento di professionista.
rimango a disposizione.
Saluti
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Buon giorno a lei. Concordo con la collega sull importanza del dialogo con il proprio terapeuta proprio perché dice di trovarsi bene. Scappare per incomprensione è spesso la soluzione più immediata e facile ma non sempre la più opportuna. Provi a parlare con lei di questo suo disagio se poi non trova un punto di accordo può comunicarle la sua intenzione di cambiare specialista. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Salve, è importante dialogare con il suo terapeuta circa ciò che sta avvenendo non tanto per discutere sulle questioni che riporta ma per poter osservare la situazione "dall'esterno" e capire quali pensieri e vissuti emotivi le si attivano, così da poterli utilizzare in terapia.
Evitare serve solo a scappare.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno e grazie per la sua condivisione.
Due mesi di percorso non sono nulla. Abbia fiducia nella collega e si senta libero di parlarle di tutti questi aspetti. Più avrà modo di aprirsi, più velocemente i suo percorso avrà compimento. Un caro saluto.
Buongiorno, l'alleanza terapeutica e la fiducia che si deve instaurare con il professionista che la segue sono fondamentali per il buon esito di una terapia. Non esiti a parlare del suo disagio con chi la segue. 7 minuti in meno non sono rilevanti in un processo terapeutico, se per questo fatto lei si è sentito trascurato deve esplicitare il suo disagio. Il terapeuta le darà risposta.
Buon proseguimento
Gentile utente,

se si trova bene con la sua terapeuta ma nutre dei dubbi riguardo al vostro rapporto, potrebbe pensare di manifestare apertamente in seduta questi dubbi. Certo, potrebbe cambiare professionista, ma questo non le darà la garanzia che con il nuovo professionista le cose funzioneranno meglio e queste incomprensioni non si verificheranno. A volte evitare un problema e cambiare strada ci risulta (apparentemente) più semplice, ma con il passare del tempo questa modalità tende a metterci con le spalle al muro e a limitarci nella nostra esperienza. Muoverci in modo più attivo e chiedere delucidazioni in merito ad un qualche disagio che proviamo spesso è la chiave di accesso ad una nuova esperienza più gratificante. Qualora dopo un po' di tempo appurasse che con la sua terapeuta non si è creato il rapporto da lei cercato, può comunicarlo e indirizzarsi verso un altro professionista. Un caro saluto.
Gentilissimo, in merito alla questione che lei pone, specificando che rispetto ai dati che lei da , è possibile solo dare indicazioni di massima, detto questo a me sembra che: 1) la questione dei "sette minuti" mi appare marginale e appare più avere un significato soggettivo per lei e le consiglio di parlarne con la psichiatra di questo suo vissuto di "torto subito" 2) lei dice di trovarsi bene con questa psichiatra quindi non vedo motivi per cambiare 3) lei sottolinea come lo psichiatra in Italia può fare psicoterapia pur a volte senza avere fatto scuola specializzazione; potrebbe pensare ad affiancare al suo psichiatra una figura di uno psicoterapeuta in modo da massimizzare i risultati. Il DOC , come lei saprà, gode di una certa resistenza al cambiamento , i massimi risultati si ottengono con l'unione di farmacoterapia e psicoterapia. Inoltre ciò le permetterebbe di gestire e diluire meglio l'ambivalenza che si prova verso il terapeuta.
Buon pomeriggio. Per prima cosa mi sento di dire che due mesi di terapia (cioè immagino 8 sedute più o meno) non siano sufficienti per valutare la bontà di un intervento su una problematica che probabilmente esiste da molto tempo e che si è strutturata in una serie di sintomi e tentativi di risoluzione peggiorativi. Se sente di trovarsi bene credo che potrebbe approfittare di questo vissuto per portare direttamente al prossimo incontro questi suoi interrogativi. A partire dai minuti persi e non recuperati e dalla sensazione che le ha suscitato, per continuare con i giorni di attesa dopo l'invio del messaggio, per finire con il contenuto del messaggio stesso, ovvero la cura della persona vs cura farmacologica. Portare i propri vissuti rispetto alla relazione con il terapeuta è il miglior modo di fare terapia. A mio avviso le tecniche, che pure esistono e che anche io utilizzo a volte, non servono a molto se alla base non si usa la relazione stessa come forma principale di intervento. Spero di averle dato una mano nello sciogliere alcuni dei suoi dubbi, le auguro una buona giornata e un soddisfacente percorso terapeutico.
Dott.ssa Giuditta Fagnani
Buon pomeriggio, le difficoltà che si incontrano in terapia, per quanto frustranti, sono sempre delle occasioni di crescita molto preziose, se in questo tempo si è costruita una relazione di fiducia, è un' opportunità per parlarne in modo aperto con la sua terapeuta. È a partire dal riconoscere i vissuti,soprattutto quelli scomodi,che possiamo fare la differenza nel modo di gestirli in futuro.
Buon cammino! Dott.ssa Marialba Conticello
Salve, la invito a parlare con schiettezza con la sua terapeuta manifestandole tutte le perplessità di cui ci ha parlato e stabilire con lei quali sono le sue aspettative e su cosa conta con forza tipo una risposta immediata alle sue richieste se molto importanti ovviamente. Due mesi sono un periodo troppo breve per valutare i risultati e per questo motivo attenda il giusto tempo. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Caro utente, ciò che contribuisce al successo di un percorso terapeutico, oltre al retroterra teorico e tecnico specifico, per la cura dei vari disturbi psichici è sicuramente il clima di reciproca fiducia che si stabilisce nella relazione terapeutica. L’ingrediente fondamentale e imprescindibile è lo spazio e il tempo dell’incontro in cui lei avverte il beneficio dell’ascolto empatico e ne sperimenta tutta la positività per la soluzione del suo problema. Cordiali saluti
Maria Nasti
E' importante concedere almeno un po' di fiducia al professionista. Se la fiducia manca forse è meglio cambiare. Prima però potrebbe provare a chiarire i motivi della sua insoddisfazione e sconcerto e valutare la risposta di chi lo ha in cura.
Buonasera! Sembra essere una situazione non semplice da affrontare, forse un po' confusa. Lei ha ragione quando sottolinea che la terapia si rivolge alla persona, condivido. Allora gettiamo uno sguardo alla persona, anzi alle persone coinvolte. Lei e la terapeuta. Può apparire un corto circuito, ma potrebbe essere che la collega abbia cercato di riportare il focus proprio sulla persona, su di Voi come coppia terapeutica, su di Lei? Non mi chiederei se cambiare, ma perché cambiare? Condivida con la collega il suo vissuto, i suoi dubbi, la sensazione di non essere stato accolto e compreso. Forse, in questo modo, le persone (Lei e la terapeuta) torneranno al centro della terapia. Buon lavoro
Gentile Utente, ciò che accade nella relazione terapeutica è un'ottimo materiale per la psicoterapia. Quindi ne parli pure con la sua terapeuta che sarà sicuramente disponibile ad affrontare con lei il tema della fiducia. Buon lavoro dott lorenzo truffi
Salve, affronti i suoi dubbi insieme alla sua terapeuta se ce la fa e , ricordi sempre, che le psicoterapie funzionano solo in presenza di una forte alleanza terapeutica. Se le risposte della sua terapeuta non le piacciono, prima di cambiare, potrebbe dirglielo in modo da verificare se è la terapeuta che non va e non la capisce o se state affrontando qualche nodo importante.

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