Buongiorno da circa 1 mesetto mi sento come disconesso dal mio corpo nel senso mi guardo attorno e q

20 risposte
Buongiorno da circa 1 mesetto mi sento come disconesso dal mio corpo nel senso mi guardo attorno e quello che vedo lo vedo diverso o come se non riesco a vederlo come lo vedevo prima una sensazione strana tipo guardo il cellulare e lo vedo come diverso, guardo un video che ho sempre visto e sembra come se non lo mai visto, oppure guardo un film e non mi riesco a concentrare, in più nelle cose che mi piacevano fare non trovo più piacere come prima cioè li faccio ma non provo quella gioia come dire non vedo l'ora di farla... in più a tutto questo si e unito una sensazione strana anche se mi era successo in passato tipo; se non tocco quella cosa per 3 volte mi succede qualcosa a me oppure hai miei genitori quindi lo tocco per 3 volte e sto tranquillo, oppure pensieri di fare del male a me oppure a chi ho vicino... tutto questo da cos'è causato? DOC? DELIRO? Oppure cosa?
in tutto questo sono in cura con il daparox da circa 12 anni se non di più..
Dr. Andrea Polidoro
Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico certificatore
Roma
gentilissimo , vorrei rassicurarla sul fatto che questi fenomeni cosiddetti di depersonalizzazione o derealizzazione possono derivare da fasi di stress molto importanti, con ansia e deflessione del tono dell'umore. Mi sento di consigliarle una consulenza psichiatrica e/o psicologica al fine di attivare quanto prima i rimedi del caso. vedrà, ne gioverà molto.
Un cordiale saluto

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Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

I sintomi che descrive, come la sensazione di disconnessione dal proprio corpo e dalla realtà, la perdita di piacere nelle attività abituali e la presenza di pensieri intrusivi e rituali compulsivi, possono essere riconducibili a diverse condizioni psicologiche. La derealizzazione e la depersonalizzazione, ad esempio, sono fenomeni che possono verificarsi in momenti di forte stress, ansia o in associazione a disturbi come il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) o i disturbi dissociativi. Anche la presenza di pensieri intrusivi e rituali compulsivi rientra nei sintomi del DOC, ma per una valutazione accurata è necessario un approfondimento clinico.

L’assunzione di Daparox (paroxetina) da molti anni può aver stabilizzato alcuni sintomi, ma se sta sperimentando un cambiamento nel suo stato psicologico, potrebbe essere utile una revisione del trattamento da parte di uno specialista. Le variazioni nella risposta ai farmaci o nella sintomatologia nel tempo sono aspetti che meritano attenzione e un monitoraggio adeguato.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa valutare nel dettaglio la sua situazione, comprendere l’origine dei sintomi e individuare il percorso terapeutico più adeguato.

Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dott.ssa Chiara Quinto
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, quello che descrivi sembra essere una combinazione di derealizzazione (la sensazione che ciò che ti circonda sia strano, diverso, quasi irriconoscibile) e di sintomi ossessivo-compulsivi (come il bisogno di toccare un oggetto un certo numero di volte per evitare conseguenze negative o la presenza di pensieri intrusivi e indesiderati legati a far del male a te stesso o agli altri).
Questi sintomi possono essere legati a diversi fattori: ansia elevata, stress prolungato, depersonalizzazione/derealizzazione legata all’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), o un possibile effetto collaterale o assuefazione al farmaco che stai assumendo da molto tempo. Il fatto che tu stia vivendo una perdita di piacere nelle attività che prima ti interessavano potrebbe anche far pensare a una componente depressiva.
La cosa fondamentale è non spaventarti per questi pensieri e per queste sensazioni. La derealizzazione spesso nasce da un eccesso di ansia che manda il cervello in una sorta di "modalità di protezione", facendoti sentire scollegato dalla realtà per ridurre il carico emotivo. I pensieri ossessivi di fare del male a te o agli altri sono molto comuni nel DOC puro e non significano assolutamente che tu voglia davvero farlo. Sono pensieri automatici, intrusivi e molto angoscianti, ma restano solo pensieri, senza una reale intenzione dietro.
Dopo 12 anni di Daparox sarebbe utile fare una valutazione con lo psichiatra per capire se la terapia farmacologica è ancora la più adatta per te o se serve un aggiustamento. A volte il corpo si abitua ai farmaci e si può perdere efficacia nel tempo. Allo stesso modo, un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarti a gestire queste sensazioni, comprendere meglio le ossessioni e lavorare sulle tue emozioni.
Se vuoi approfondire, possiamo parlarne in un percorso mirato a trovare strategie per ridurre questi sintomi e riprendere il controllo del tuo benessere.
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile utente, grazie per essersi aperto e per aver condiviso quello che sta vivendo. Capisco che lei stia attraversando un momento davvero difficile e che queste sensazioni siano molto sconcertanti per lei. È importante che sappia che ciò che sta descrivendo potrebbe essere correlato a una serie di fattori che andrebbero indagati. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione anche per consulenze online.
UN caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Brescia
Dott.ssa Dafne Zikos De Santis
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
la sintomatologia che descrive può far pensare ad uno stato di dissociazione, un tono dell'umore basso associato a delle compulsioni legate probabilmente a dei pensieri di tipo intrusivo. Lei assume daparox da 12 anni e questo mi fa pensare che lei è stato affetto da una sindrome depressiva?
La invito a rivolgersi ad uno specialista per modificare eventualmente la sua cura farmacologica se dovesse essere necessario.
Per qualsiasi cosa rimango a disposizione,
Cordiali saluti,
Dott.ssa Dafne Zikos
Dott.ssa Simona Olivero
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
buongiono,
la situazione clinica che descrive è importante da indagare con lo psichiatra di riferimento in primis. sicuramente possono essere sintomi del doc (lei usa daparox e dunque deduco che lo psichiatra le abbia fatto una diagnosi di questo tipo)I sintomi psicotici spesso si accompagnano alle ossessione e ai comportamenti compulsivi. Ovviamente le posso consigliare (ma anche su questo chieda specifiche al suo psichiatra) di accompagnarsi ad una psicoterapia che possa sostenerla attraverso analisi funzionali e schemi specifici per gestire momenti di crisi
Dott.ssa Sara Baraccani
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Cesena
Da come descrive la sua situazione sembra che il suo umore si sia abbassato; è un periodo particolarmente stressante per lei? Alcune persone tendono a sviluppare pensieri di tipo ossessivo-compulsivo in risposta a condizioni ambientale avverse, come se fossero un modo per affrontarle. Provi a capire se c'è qualcosa che le genera ansia al di là di questo tipo di pensiero e ad astenersi dal mettere in atto le compulsioni. Ricordi che il fatto che la nostra mente ci dica qualcosa non significa che quella cosa corrisponda alla realtà.
Dr. Jonathan Santi Pace La Pegna
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Palermo
Salve, la sua descrizione comprende una serie di sintomi complessi che potrebbero essere associati a diverse condizioni. Per quanto riguarda la sensazione di "disconnessione" dal corpo e dall'ambiente, ciò che descrive assomiglia a episodi di depersonalizzazione (sentirsi distaccati da sé stessi) o derealizzazione (percezione alterata della realtà, come se fosse irreale o strana). Queste esperienze possono essere legate a stress intenso, ansia, traumi o anche a disturbi dell’umore; non sono necessariamente indicative di psicosi o delirio, ma è importante valutarne la frequenza e l’impatto sulla sua vita quotidiana.
La perdita di piacere nelle attività che prima la entusiasmavano potrebbe essere un segnale di anedonia, un sintomo spesso associato alla depressione o ad altri disturbi dell’umore; anche la difficoltà di concentrazione potrebbe rientrare tra i possibili sintomi depressivi o ansiosi.
I rituali (toccare una cosa 3 volte) e i pensieri intrusivi relativi al ricevere o a fare del male a sé o agli potrebbero suggerire la presenza di ossessioni e compulsioni, tipiche del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). Rispetto ai contenuti deliranti, dal suo racconto non sembrano emergere questi componenti, in ogni caso per valutare la complessità dei sintomi da lei rimportati, una visita specialistica sarebbe fondamentale.
Dott.ssa Ramona Borla
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Orbassano
Gentile Utente, per poter rispondere alla sua domanda servirebbe indagare meglio cosa le sta succedendo. Le consiglio una consulenza con uno specialista per poter inquadrare correttamente la situazione e di conseguenza intraprendere il giusto percorso per affrontarla. Un caro saluto, Dott.ssa Ramona Borla
Dott.ssa Anna Maria Inzerillo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trapani
Quello che stai vivendo può sembrare spaventoso, ma ha una spiegazione. Da quello che descrivi, sembra che tu stia sperimentando una combinazione di derealizzazione e depersonalizzazione, insieme a sintomi ossessivo-compulsivi.

La sensazione di distacco dalla realtà
Il fatto che tutto ti sembri "diverso", quasi estraneo, e che le cose che prima ti piacevano ora ti sembrino piatte o prive di senso è una sensazione che molte persone provano in momenti di forte ansia o stress. Si chiama derealizzazione, ovvero la percezione che il mondo intorno a te non sia più come lo ricordavi, come se fosse cambiato improvvisamente. A volte, questa sensazione si accompagna anche alla depersonalizzazione, ovvero la sensazione di essere distaccati da se stessi, quasi come se ti osservassi dall'esterno.

Questi stati possono essere scatenati da un periodo di stress prolungato, da un carico emotivo eccessivo o, in alcuni casi, anche dall'uso prolungato di farmaci antidepressivi, che nel tempo possono avere effetti sulla percezione della realtà.

I pensieri intrusivi e le compulsioni
Il bisogno di toccare certi oggetti più volte per sentirti tranquillo e il timore di poter fare del male a te stesso o agli altri rientrano nei sintomi tipici del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). È importante sapere che questi pensieri non significano che tu voglia davvero fare del male a qualcuno: il DOC funziona proprio così, generando pensieri indesiderati che creano paura e ti spingono a cercare rassicurazioni o a mettere in atto rituali per placare l’ansia.

So che questo può essere molto frustrante, ma è importante ricordare che non sei solo e che esistono strategie efficaci per gestire questi sintomi.

Il senso di vuoto e la perdita di piacere
Il fatto che le cose che prima ti davano gioia ora non ti suscitino più emozioni potrebbe essere legato a diversi fattori. A volte, può dipendere dal DOC stesso, perché quando la mente è costantemente impegnata a combattere i pensieri intrusivi, rimane poca energia emotiva per provare piacere. In altri casi, potrebbe trattarsi di un effetto collaterale della terapia farmacologica o di una componente depressiva che si è sovrapposta nel tempo.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDLSalve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Giulia Lo Muto
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, mi dispiace per il suo vissuto e le difficoltà. Ne parli con lo psichiatra che la segue dal punto di vista farmacologico e/o con uno/a psicoterapeuta, in modo tale da approfondire bene la questione e far sì che mano a mano stia meglio.
Un saluto
Dr. Andrea Ferella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Monza
Buongiorno. Il fatto che lei sia in cura con il Daparox (paroxetina) da circa 12 anni suggerisce che potrebbe avere una storia di disturbi dell'umore o dell'ansia. È importante discutere con il suo medico la possibilità di aggiustare la sua terapia o di eseguire ulteriori valutazioni per determinare la causa esatta dei suoi sintomi attuali. In ogni caso le consiglio di non interrompere la terapia: continua a prendere il Daparox come prescritto dal suo medico. Inoltre le suggerisco di cercare supporto da un terapeuta, in modo da esplorare in modo più approfondito la sua sintomatologie ed aprire un percorso di cure finalizzate ad una migliore qualità della vita.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, non è possibile fare un diagnosi senza un accurata valutazione. Tuttavia credo però che i sintomi che lei descrivi siano degni di attenzione e osservazione clinica. Pertanto le suggerisco di rivolgersi ad un professionista psicologo o direttamente ad un medico psichiatra che farà la valutazione clinica migliore per lei. Cordialmente dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
i significati del suo malessere andrebbero ricercati in uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Affianchi alla terapia farmacologia un percorso psicologico, vedrà che con il tempo troverà le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dr. Michele Martino
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Monteroni di Lecce
Buongiorno, da quello che racconta ci sono delle condotte ossessive e sensazioni di derealiz/distacco; le consiglio di approfondirle con chi le ha prescritto la cura citata, valutando successivamente che strada intraprendere .
Dr. Jacopo Modoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno,
da come descrive i sintomi, è possibile che stia attraversando un episodio di derealizzazione e anedonia (cioè la perdita del piacere nelle attività abituali), spesso legati a stati d’ansia elevata o depressione. I pensieri intrusivi (come le compulsioni o le paure di fare del male) possono essere caratteristici del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), soprattutto quando sono vissuti con angoscia e senso di colpa, come sembra nel suo caso.

Non c’è alcun segno di delirio, né dai sintomi emerge nulla che faccia pensare a una psicosi. Si tratta di pensieri disturbanti ma comuni nei disturbi d’ansia o nei disturbi ossessivi, e che possono essere trattati molto bene, soprattutto con un intervento di tipo cognitivo-comportamentale (CBT), che insegna a riconoscere e disinnescare questi pensieri.

Il fatto che stia già assumendo Daparox (paroxetina) da molti anni è importante, ma se da qualche tempo sente un peggioramento, potrebbe essere utile rivedere il trattamento con il medico o lo psichiatra, sia dal punto di vista farmacologico che psicologico.

Nella CBT, uno dei primi passi è distinguere tra pensieri involontari e realtà: non tutto ciò che pensiamo ha valore o potere, e possiamo imparare a non farci spaventare dai nostri pensieri.

Resto a disposizione,
dott. Jacopo Modoni
Dott.ssa Elena Tortoriello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casoria
Buongiorno,
le sensazioni che descrive — come percepire le cose “diverse”, avere difficoltà a concentrarsi, non provare più piacere in attività che prima erano gratificanti, accompagnate da pensieri intrusivi e rituali — meritano un ascolto attento e approfondito.

La descrizione che fa richiama diversi vissuti: da un lato, sintomi che possono rientrare nello spettro ossessivo-compulsivo (come i pensieri ricorrenti e i comportamenti ripetitivi per gestire l’ansia), dall’altro sensazioni più legate a un possibile stato di derealizzazione o distacco emotivo, che spesso si presentano in momenti di forte stress o sofferenza psicologica. Anche la anedonia (cioè la difficoltà a provare piacere) è un sintomo che può comparire in quadri depressivi o in periodi di profonda disconnessione da sé.

È molto positivo che lei sia già in trattamento farmacologico, ma è importante sapere che i farmaci, da soli, a volte non bastano ad affrontare la complessità del vissuto emotivo. Un percorso psicoterapeutico integrato potrebbe aiutarla a dare un senso a ciò che sta accadendo, a riconoscere i fattori scatenanti o mantenenti, e soprattutto a riscoprire uno spazio di contatto autentico con sé stesso, con le sue emozioni e con la realtà circostante.

Il fatto che queste esperienze siano tornate, nonostante la cura con Daparox, è un segnale che va accolto con attenzione, ma non è un segnale di “pazzia” o di delirio. È invece un messaggio interno che chiede ascolto, tempo e sostegno.

La invito a non rimanere solo con queste domande e a rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta, con cui poter esplorare in modo sicuro e graduale tutto ciò che sta vivendo. Sta già facendo un passo importante chiedendo aiuto: da qui può partire un percorso di comprensione e cambiamento.

Un caro saluto, Elena Tortoriello.
Dott. Alessandro Cazzato
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, comprendo la preoccupazione che la muove a formulare la domanda sulla presente piattaforma. Penso che sia opportuno, considerato quel che descrive, rivolgersi a un professionista psicoterapeuta per avere un confronto diretto ed esplorare meglio la situazione o contattare il proprio psichiatra per un aggiornamento qualora non avesse ancora provveduto; non si allarmi.

Un cordiale saluto

A. C.
Dott.ssa Luana Lauretta
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno,
sicuramente ciò che sta provando deve generare un carico importante di sofferenza.
Ciò che descrive sembrerebbe legato a una percezione della realtà che muta a seconda del momento che sta vivendo e sembrerebbero essere presenti dei comportamenti messi in atto per rassicurare una angoscia che prova in quel determinato momento.
Sicuramente un tipo di percorso psicologico risulterebbe essere di aiuto per identificare e trattare ciò che riporta.

Augurando una buona serata, porgo cordiali saluti!

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