Buonasera, sono una ragazza di ventisei anni e ho il dubbio di avere un problema: ho serie difficolt
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Buonasera, sono una ragazza di ventisei anni e ho il dubbio di avere un problema: ho serie difficoltà a memorizzare le cose, è come se ci mettessero tantissimo tempo a essere fissate. Ad esempio, vedo gente che impara canzoni a memoria ascoltandole poche volte, io conto sulle dita le canzoni che so (e ho scoperto da poco di essere capace di memorizzare, il mio ragazzo mette in loop delle canzoni e dopo due anni ne ho memorizzate un paio, nemmeno interamente in realtà). Altro esempio, non ho mai memorizzato per bene le tabelline, o i verbi, o il procedimento delle divisioni, non ricordo i nomi dei negozi o delle strade del posto DOVE VIVO, le capitali in geografia, le date in storia pur avendone incontrare alcune un centinaio di volte anche all'università...
Ho il dubbio di essere anche discalcula perché, ad esempio, quando ho lavorato dietro alla cassa mi sentivo perennemente agitata perché dovevo ragionare sul resto e non riuscivo a farlo subito (tranne in caso di cifre basse). Sono andata all'università e l'unica strategia che funzionava era prepararmi all'ultimo secondo (piena di stress), scrivere i punti chiave a mano ripetere fino allo stremo...ma la cosa fastidiosa è che dopo l'esame già avevo cancellato la maggior parte delle cose! Mi sono consolata dicendomi "dai, alla fine leggendo hai ragionato, i ragionamenti non si cancellano e ti hanno formata" ma alcune volte mi chiedo se è abbastanza, se non ho sprecato questi anni. Capisco l'inglese scritto ma non lo parlo perché non mi viene una risposta in automatico, è come se avessi il cervello vuoto; vedo il mio ragazzo riuscire a dare risposte articolate in nulla mentre a me molte volte escono prima le parole e poi collego il cervello. Ieri ho dovuto fare una simulazione: dovevo fingermi una professoressa. Io ho studiato per anni pedagogia (e quindi anche valutazione della didattica, i metodi, gli approcci ecc..), avrei dovuto avere subito in mente che cosa dire, invece ci ho dovuto ragionare molto, mentre un'altra mia collega riusciva a dire cose coerenti a manetta, l'ho invidiata...
Un fattore che potrebbe essere rilevante: ho avute pessime basi alle elementari, ho cambiato dieci volte la maestra di matematica, quella di italiano era spaventosa e ci prendeva sempre in giro (non riuscivo a leggere le parole lunghe e non ricordavo i verbi). In prima media sono stata bocciata perché non avevo nessuna base, sono dovuta andare a un doposcuola per tre anni e, quantomeno, ho imparato a scrivere e a leggere bene. Altro fattore: i miei genitori hanno un livello scolastico basso, io sono la prima laureata in famiglia. Non avendo attualmente una disponibilità economica, ho provato ad andare da una psicologa dell'ASL ma i tempi d'attesa sono lunghissimi e per ora non so quando potrò tornare, avevo fatto solo una seduta quindi non sono riuscita a toccare ancora nessun punto e ho pensato di chiedere un parere quì...mi sento così stupida
Ho il dubbio di essere anche discalcula perché, ad esempio, quando ho lavorato dietro alla cassa mi sentivo perennemente agitata perché dovevo ragionare sul resto e non riuscivo a farlo subito (tranne in caso di cifre basse). Sono andata all'università e l'unica strategia che funzionava era prepararmi all'ultimo secondo (piena di stress), scrivere i punti chiave a mano ripetere fino allo stremo...ma la cosa fastidiosa è che dopo l'esame già avevo cancellato la maggior parte delle cose! Mi sono consolata dicendomi "dai, alla fine leggendo hai ragionato, i ragionamenti non si cancellano e ti hanno formata" ma alcune volte mi chiedo se è abbastanza, se non ho sprecato questi anni. Capisco l'inglese scritto ma non lo parlo perché non mi viene una risposta in automatico, è come se avessi il cervello vuoto; vedo il mio ragazzo riuscire a dare risposte articolate in nulla mentre a me molte volte escono prima le parole e poi collego il cervello. Ieri ho dovuto fare una simulazione: dovevo fingermi una professoressa. Io ho studiato per anni pedagogia (e quindi anche valutazione della didattica, i metodi, gli approcci ecc..), avrei dovuto avere subito in mente che cosa dire, invece ci ho dovuto ragionare molto, mentre un'altra mia collega riusciva a dire cose coerenti a manetta, l'ho invidiata...
Un fattore che potrebbe essere rilevante: ho avute pessime basi alle elementari, ho cambiato dieci volte la maestra di matematica, quella di italiano era spaventosa e ci prendeva sempre in giro (non riuscivo a leggere le parole lunghe e non ricordavo i verbi). In prima media sono stata bocciata perché non avevo nessuna base, sono dovuta andare a un doposcuola per tre anni e, quantomeno, ho imparato a scrivere e a leggere bene. Altro fattore: i miei genitori hanno un livello scolastico basso, io sono la prima laureata in famiglia. Non avendo attualmente una disponibilità economica, ho provato ad andare da una psicologa dell'ASL ma i tempi d'attesa sono lunghissimi e per ora non so quando potrò tornare, avevo fatto solo una seduta quindi non sono riuscita a toccare ancora nessun punto e ho pensato di chiedere un parere quì...mi sento così stupida
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza in modo così dettagliato e sincero. Non è facile aprirsi su difficoltà che toccano aspetti così personali, ma è un passo importante per cercare risposte e soluzioni. Voglio dirle subito che non è affatto "stupida". Ciò che descrive non riguarda l'intelligenza, ma possibili differenze nei processi di apprendimento e memorizzazione, che meritano di essere compresi meglio.
Da quanto racconta, emergono alcune aree che potrebbero essere collegate tra loro: difficoltà nel memorizzare, lentezza nell’elaborazione di risposte, ansia in situazioni che richiedono calcoli o ragionamenti rapidi, e una storia scolastica caratterizzata da insegnamenti frammentati e da esperienze frustranti. È probabile che queste difficoltà non siano una sua colpa, ma piuttosto il risultato di una combinazione di fattori ambientali e, forse, di caratteristiche cognitive personali.
Un aspetto che potrebbe essere approfondito è la possibilità di un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), come la discalculia o la dislessia, anche se queste condizioni non diagnosticano tutto ciò che sta vivendo. Avere difficoltà a memorizzare le tabelline, le capitali o le date, o sentirsi sopraffatta quando si tratta di fare calcoli mentali, sono segnali che potrebbero suggerire la necessità di un approfondimento in questa direzione. Anche la fatica a ricordare strutture linguistiche e rispondere rapidamente potrebbe essere legata a una combinazione di ansia e difficoltà nell’elaborazione delle informazioni.
Ci sono però anche molti aspetti positivi che emergono dal suo racconto: ha trovato strategie per affrontare gli esami, ha completato un percorso universitario, e dimostra un forte desiderio di comprendere meglio se stessa e migliorarsi. Questo dimostra resilienza, determinazione e una mente capace di trovare soluzioni, anche in situazioni difficili.
Un percorso di psicoterapia potrebbe essere particolarmente utile per affrontare le emozioni legate a queste difficoltà e lavorare sull'autostima. Inoltre, potrebbe valutare di richiedere una valutazione neuropsicologica attraverso il Sistema Sanitario Nazionale, che potrebbe aiutarla a identificare eventuali DSA o altre difficoltà cognitive. Questi esami possono richiedere tempo, ma rappresentano un passo importante per comprendere meglio le sue specificità.
Nel frattempo, ecco alcuni suggerimenti pratici che potrebbero aiutarla:
Strutturare l’apprendimento: Crei schemi, mappe mentali e riassunti visivi per memorizzare informazioni. Utilizzare colori e immagini può rendere il processo più efficace.
Ripetizioni dilazionate: Esponga i contenuti da memorizzare a intervalli regolari nel tempo. Questa tecnica, chiamata "spaced repetition", è particolarmente utile per consolidare le informazioni.
Registrare e ascoltare: Se trova difficile memorizzare leggendo, provi a registrare ciò che vuole imparare e ad ascoltarlo più volte, magari mentre svolge altre attività.
Tecniche di rilassamento: Se l’ansia gioca un ruolo nelle difficoltà di elaborazione rapida, pratiche come la respirazione profonda o la mindfulness possono aiutarla a ritrovare calma e lucidità.
Non deve affrontare tutto da sola. La invito a proseguire con il sostegno della psicologa quando sarà possibile e, nel frattempo, a non giudicarsi troppo severamente. Ha già dimostrato una grande capacità di adattarsi e di andare avanti, nonostante gli ostacoli. È un segno di forza e intelligenza che merita di essere valorizzato.
Rimango a disposizione.
Da quanto racconta, emergono alcune aree che potrebbero essere collegate tra loro: difficoltà nel memorizzare, lentezza nell’elaborazione di risposte, ansia in situazioni che richiedono calcoli o ragionamenti rapidi, e una storia scolastica caratterizzata da insegnamenti frammentati e da esperienze frustranti. È probabile che queste difficoltà non siano una sua colpa, ma piuttosto il risultato di una combinazione di fattori ambientali e, forse, di caratteristiche cognitive personali.
Un aspetto che potrebbe essere approfondito è la possibilità di un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), come la discalculia o la dislessia, anche se queste condizioni non diagnosticano tutto ciò che sta vivendo. Avere difficoltà a memorizzare le tabelline, le capitali o le date, o sentirsi sopraffatta quando si tratta di fare calcoli mentali, sono segnali che potrebbero suggerire la necessità di un approfondimento in questa direzione. Anche la fatica a ricordare strutture linguistiche e rispondere rapidamente potrebbe essere legata a una combinazione di ansia e difficoltà nell’elaborazione delle informazioni.
Ci sono però anche molti aspetti positivi che emergono dal suo racconto: ha trovato strategie per affrontare gli esami, ha completato un percorso universitario, e dimostra un forte desiderio di comprendere meglio se stessa e migliorarsi. Questo dimostra resilienza, determinazione e una mente capace di trovare soluzioni, anche in situazioni difficili.
Un percorso di psicoterapia potrebbe essere particolarmente utile per affrontare le emozioni legate a queste difficoltà e lavorare sull'autostima. Inoltre, potrebbe valutare di richiedere una valutazione neuropsicologica attraverso il Sistema Sanitario Nazionale, che potrebbe aiutarla a identificare eventuali DSA o altre difficoltà cognitive. Questi esami possono richiedere tempo, ma rappresentano un passo importante per comprendere meglio le sue specificità.
Nel frattempo, ecco alcuni suggerimenti pratici che potrebbero aiutarla:
Strutturare l’apprendimento: Crei schemi, mappe mentali e riassunti visivi per memorizzare informazioni. Utilizzare colori e immagini può rendere il processo più efficace.
Ripetizioni dilazionate: Esponga i contenuti da memorizzare a intervalli regolari nel tempo. Questa tecnica, chiamata "spaced repetition", è particolarmente utile per consolidare le informazioni.
Registrare e ascoltare: Se trova difficile memorizzare leggendo, provi a registrare ciò che vuole imparare e ad ascoltarlo più volte, magari mentre svolge altre attività.
Tecniche di rilassamento: Se l’ansia gioca un ruolo nelle difficoltà di elaborazione rapida, pratiche come la respirazione profonda o la mindfulness possono aiutarla a ritrovare calma e lucidità.
Non deve affrontare tutto da sola. La invito a proseguire con il sostegno della psicologa quando sarà possibile e, nel frattempo, a non giudicarsi troppo severamente. Ha già dimostrato una grande capacità di adattarsi e di andare avanti, nonostante gli ostacoli. È un segno di forza e intelligenza che merita di essere valorizzato.
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Buonasera, da quanto riportato le suggerisco di effettuare una visita/valutazione neuropsicologica presso il servizio pubblico (solitamente per gli aulti si effettuano presso i CSM o le Unità di Psicologia Clinica della ASL).
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Buonasera e grazie per la cura nella condivisione di questi suoi dubbi e riflessioni. Le condivido qualche spunto sperando possa essere utile. Innanzitutto credo sia importante sottolineare che il valore personale non dipende dalla velocità con cui si memorizzano le informazioni o dalla capacità di calcolo. Non definiscono "chi siamo" come persone, ma possono suggerire una complessità che necessita di essere esplorata.
Le difficoltà nel memorizzare e nel recuperare informazioni potrebbero essere influenzate da vari fattori, inclusi il modo in cui il cervello elabora le informazioni e le esperienze scolastiche e personali. Il cervello di ciascuno funziona in modo diverso, e spesso gli stili di apprendimento variano. Se durante l’infanzia l’ambiente scolastico è stato emotivamente difficile, ciò potrebbe aver influito sul percorso di apprendimento.
Per quanto riguarda la carriera universitaria, prepararsi all'ultimo momento per gli esami potrebbe aver funzionato grazie alla pressione dello stress, che aumenta temporaneamente la capacità di concentrazione. Tuttavia, livelli elevati di stress non favoriscono una memorizzazione a lungo termine. Inoltre, l’ansia descritta nelle situazioni lavorative, come il calcolo del resto alla cassa, può aver ulteriormente ostacolato le capacità cognitive in quei momenti.
Le difficoltà riportate, come quelle nel calcolo o nella memorizzazione di procedure matematiche, potrebbero suggerire la presenza di una condizione come la discalculia o altre difficoltà specifiche dell’apprendimento. Si tratta di una diversa modalità con cui il cervello elabora le informazioni. Una valutazione approfondita potrebbe aiutare a comprendere meglio queste difficoltà. Potrebbe essere utile sperimentare strategie diverse per apprendere nuove informazioni, come l’uso di mappe mentali, associazioni tra concetti e immagini, oppure esercizi di potenziamento cognitivo. Sarebbe importante approfondire queste difficoltà con uno specialista, come un neuropsicologo o uno psicologo dell’apprendimento. Anche se i tempi di attesa presso l’ASL possono essere lunghi, proseguire il percorso potrebbe fornire una comprensione più chiara. Forse potrebbe valutare di rivolgersi a un professionista privato?
È naturale confrontarsi con gli altri, ma è importante ricordare che ogni persona ha un percorso unico. E se posso permettermi, la determinazione che ha mostrato cercando di esporsi e mettersi in gioco per comprendere meglio se stessa mi sembra indice di grande coraggio e intelligenza emotiva, altro che "stupida".
Cordialmente,
dott.ssa Magnani
Le difficoltà nel memorizzare e nel recuperare informazioni potrebbero essere influenzate da vari fattori, inclusi il modo in cui il cervello elabora le informazioni e le esperienze scolastiche e personali. Il cervello di ciascuno funziona in modo diverso, e spesso gli stili di apprendimento variano. Se durante l’infanzia l’ambiente scolastico è stato emotivamente difficile, ciò potrebbe aver influito sul percorso di apprendimento.
Per quanto riguarda la carriera universitaria, prepararsi all'ultimo momento per gli esami potrebbe aver funzionato grazie alla pressione dello stress, che aumenta temporaneamente la capacità di concentrazione. Tuttavia, livelli elevati di stress non favoriscono una memorizzazione a lungo termine. Inoltre, l’ansia descritta nelle situazioni lavorative, come il calcolo del resto alla cassa, può aver ulteriormente ostacolato le capacità cognitive in quei momenti.
Le difficoltà riportate, come quelle nel calcolo o nella memorizzazione di procedure matematiche, potrebbero suggerire la presenza di una condizione come la discalculia o altre difficoltà specifiche dell’apprendimento. Si tratta di una diversa modalità con cui il cervello elabora le informazioni. Una valutazione approfondita potrebbe aiutare a comprendere meglio queste difficoltà. Potrebbe essere utile sperimentare strategie diverse per apprendere nuove informazioni, come l’uso di mappe mentali, associazioni tra concetti e immagini, oppure esercizi di potenziamento cognitivo. Sarebbe importante approfondire queste difficoltà con uno specialista, come un neuropsicologo o uno psicologo dell’apprendimento. Anche se i tempi di attesa presso l’ASL possono essere lunghi, proseguire il percorso potrebbe fornire una comprensione più chiara. Forse potrebbe valutare di rivolgersi a un professionista privato?
È naturale confrontarsi con gli altri, ma è importante ricordare che ogni persona ha un percorso unico. E se posso permettermi, la determinazione che ha mostrato cercando di esporsi e mettersi in gioco per comprendere meglio se stessa mi sembra indice di grande coraggio e intelligenza emotiva, altro che "stupida".
Cordialmente,
dott.ssa Magnani
Carissima, la ringrazio per aver condiviso una situazione che sicuramente le sta causando molta preoccupazione. Da quello che mi descrive, le consiglierei di approfondire ed effettuare una Valutazione Neuropsicologica completa per accertare la natura delle difficoltà che vive e ha vissuto. Resto a disposizione, anche online.
Un caro saluto
Dott.ssa Arianna Forcelli
Un caro saluto
Dott.ssa Arianna Forcelli
Salve,
Le difficoltà che descrive possono essere l'esito di un intreccio di fattori, sia cognitivi che emotivi. Sicuramente potrebbe essere utile un percorso di valutazione neuropsicologica: questo tipo di intervento permette di esplorare il suo profilo cognitivo, in particolare approfondendo i domini che nei quali fa più fatica. Oltre a chiarire eventuali difficoltà specifiche, questa valutazione può aiutarla a conoscere meglio le sue modalità di funzionamento, individuando i suoi punti di forza. Inoltre, non va trascurato il ruolo delle emozioni e della possibile agitazione che può accompagnare alcune situazioni, come il lavoro alla cassa o la preparazione degli esami. L'ansia e la preoccupazione possono, infatti, aumentare la fatica mentale e ostacolare il recupero delle informazioni già immagazzinate, oltre che minare il nostro senso di adeguatezza e la nostra autostima.
L'ASL può essere un ottimo servizio, ma se le attese dovessero essere troppo lunghe per le sue necessità può provare a cercare associazioni, cooperative, enti privati o colleghi che operano in contesti privati, ma che mettano a disposizione prestazioni a prezzi calmierati.
Non si scoraggi e pensi anche a tutti i bei e importanti risultati che ha ottenuto nonostante le difficoltà!
Un buon proseguimento e un caro saluto
Le difficoltà che descrive possono essere l'esito di un intreccio di fattori, sia cognitivi che emotivi. Sicuramente potrebbe essere utile un percorso di valutazione neuropsicologica: questo tipo di intervento permette di esplorare il suo profilo cognitivo, in particolare approfondendo i domini che nei quali fa più fatica. Oltre a chiarire eventuali difficoltà specifiche, questa valutazione può aiutarla a conoscere meglio le sue modalità di funzionamento, individuando i suoi punti di forza. Inoltre, non va trascurato il ruolo delle emozioni e della possibile agitazione che può accompagnare alcune situazioni, come il lavoro alla cassa o la preparazione degli esami. L'ansia e la preoccupazione possono, infatti, aumentare la fatica mentale e ostacolare il recupero delle informazioni già immagazzinate, oltre che minare il nostro senso di adeguatezza e la nostra autostima.
L'ASL può essere un ottimo servizio, ma se le attese dovessero essere troppo lunghe per le sue necessità può provare a cercare associazioni, cooperative, enti privati o colleghi che operano in contesti privati, ma che mettano a disposizione prestazioni a prezzi calmierati.
Non si scoraggi e pensi anche a tutti i bei e importanti risultati che ha ottenuto nonostante le difficoltà!
Un buon proseguimento e un caro saluto
Gentile utente, capisco dalle sue parole quanto questa situazione possa pesare sulle sue attività di vita quotidiana.
Quello che posso consigliarle, come lei ha già accennato alla fine, è di vedere una psicologa e di fare delle valutazioni specifiche legate alla presenza o meno di un DSA, da quello che leggo potrebbe esserci una difficoltà specifica nella memorizzazione delle informazioni. Ha notato se ci sono cose che ricorda meglio di altre o se c'è una difficoltà a memorizzare un po' estesa in vari campi?
Come dice lei la mancanza di basi solide e di una maestra che le sia stata accanto per tutta la durata del ciclo della primaria possono aver inciso, anche solo per il fatto che è mancata una persona che potesse rendersi conto di queste sue difficoltà persistenti.
Può essere che ad oggi questa sua preoccupazione si sia intensificata, sia per lo stress e l'ansia degli esami sia per il confronto che involontariamente fa con le altre persone: alcune persone utilizzano dei metodi personalizzati e "non canonici" per affrontare lo studio e per memorizzare informazioni, perchè magari hanno bisogno di un supporto in più (anche di tipo cartaceo) ma ciò non va ad intaccare assolutamente il livello intellettivo, semplicemente un modo differente del cervello di funzionare!
Spero di esserle stata d'aiuto, dott.ssa Ilaria Bresolin
Quello che posso consigliarle, come lei ha già accennato alla fine, è di vedere una psicologa e di fare delle valutazioni specifiche legate alla presenza o meno di un DSA, da quello che leggo potrebbe esserci una difficoltà specifica nella memorizzazione delle informazioni. Ha notato se ci sono cose che ricorda meglio di altre o se c'è una difficoltà a memorizzare un po' estesa in vari campi?
Come dice lei la mancanza di basi solide e di una maestra che le sia stata accanto per tutta la durata del ciclo della primaria possono aver inciso, anche solo per il fatto che è mancata una persona che potesse rendersi conto di queste sue difficoltà persistenti.
Può essere che ad oggi questa sua preoccupazione si sia intensificata, sia per lo stress e l'ansia degli esami sia per il confronto che involontariamente fa con le altre persone: alcune persone utilizzano dei metodi personalizzati e "non canonici" per affrontare lo studio e per memorizzare informazioni, perchè magari hanno bisogno di un supporto in più (anche di tipo cartaceo) ma ciò non va ad intaccare assolutamente il livello intellettivo, semplicemente un modo differente del cervello di funzionare!
Spero di esserle stata d'aiuto, dott.ssa Ilaria Bresolin
Gentile paziente, innanzitutto, voglio ringraziarti per aver condiviso la tua esperienza con così tanta sincerità. Voglio rassicurarti che il tuo percorso e i tuoi dubbi non sono segno di "stupidità" (come hai detto), ma piuttosto una testimonianza di quanto tu stia riflettendo su te stessa e cercando di migliorarti. Questo è già un segnale di grande intelligenza emotiva e forza personale.
Dal tuo racconto emergono diverse tematiche che meritano attenzione. Cercherò di rispondere punto per punto, evidenziando sia i tuoi punti di forza che le difficoltà che potrebbero essere affrontate.
Dalle tue descrizioni, potrebbero emergere difficoltà specifiche nell'elaborazione e nel consolidamento delle informazioni. Questo aspetto potrebbe essere approfondito con una valutazione neuropsicologica. Non è raro che difficoltà scolastiche precoci, come quelle che hai vissuto, influenzino il modo in cui apprendiamo e memorizziamo. Anche il metodo di apprendimento basato sullo stress e sulla preparazione all’ultimo minuto può essere meno efficace per il consolidamento a lungo termine. Esistono tecniche e strategie che possono aiutarti a migliorare queste competenze e a gestire lo studio in modo più funzionale.
La tua difficoltà con la matematica, i calcoli e le tabelline potrebbe suggerire la presenza di una condizione come la discalculia, una difficoltà specifica nell'elaborazione numerica. Questo non significa che tu sia meno capace, ma che il tuo cervello potrebbe elaborare i numeri in modo diverso. Una valutazione neuropsicologica potrebbe chiarire questa situazione e aiutarti a individuare strategie pratiche per affrontarla.
Il fatto che tu ti senta "lenta" nel rispondere o che le parole ti vengano in mente dopo un po’ potrebbe indicare una difficoltà nel recupero lessicale o nella velocità di elaborazione. È importante sottolineare che molte persone hanno ritmi diversi nel formulare pensieri complessi. Il fatto che tu riesca a ragionare in profondità e a strutturare idee dimostra che possiedi ottime capacità analitiche, anche se queste potrebbero essere rallentate in situazioni di pressione.
Le esperienze scolastiche precoci, specialmente quelle negative o instabili, possono lasciare segni significativi sul nostro modo di apprendere e di percepire noi stessi. Cambiare tanti insegnanti, subire derisioni o pressioni, o sentirsi bocciati da un sistema educativo può minare la fiducia nelle proprie capacità. È importante rivalutare questa parte della tua storia con gentilezza verso te stessa: sei riuscita a superare queste difficoltà e a laurearti, che è un traguardo enorme.
Sarebbe utile, come hai già provato a fare, intraprendere una valutazione neuropsicologica completa per comprendere meglio le tue difficoltà, che possono essere legate a fattori cognitivi, emotivi o entrambi. Ti incoraggio a contattare nuovamente l’ASL o a informarti su enti, associazioni o università della tua zona che offrono valutazioni gratuite o a costi ridotti.
Cosa puoi fare intanto? Nel frattempo, ci sono alcune cose che puoi fare per migliorare il tuo benessere e le tue abilità:
Organizza il tuo apprendimento: Usa schemi, mappe concettuali o strategie visive per consolidare le informazioni e prova diverse tecniche per capire quale si adatta meglio a te.
Lavora sulla gestione dell'ansia: Tecniche come la respirazione profonda, la mindfulness o il journaling possono aiutarti a ridurre la pressione che senti in situazioni di apprendimento o stress.
Accetta il tuo ritmo: Ognuno ha un modo unico di apprendere. Concentrati sui tuoi progressi e non paragonarti agli altri.
Cerca un supporto psicologico continuativo: Anche se hai avuto difficoltà con i tempi dell’ASL, potresti valutare consultazioni online o rivolgerti a associazioni di volontariato per ricevere supporto.
Il fatto che tu stia riflettendo su queste difficoltà e cercando soluzioni dimostra quanto tieni a te stessa e alla tua crescita. Le difficoltà che descrivi non ti definiscono: sono solo parte di un quadro più grande. Con il giusto supporto e le strategie adeguate, puoi migliorare notevolmente il tuo benessere e la tua fiducia. Spero che queste parole possano esserti utili come primo punto di partenza. Chiedere aiuto è il primo passo verso un cambiamento positivo. Non sei sola in questo percorso.
Dal tuo racconto emergono diverse tematiche che meritano attenzione. Cercherò di rispondere punto per punto, evidenziando sia i tuoi punti di forza che le difficoltà che potrebbero essere affrontate.
Dalle tue descrizioni, potrebbero emergere difficoltà specifiche nell'elaborazione e nel consolidamento delle informazioni. Questo aspetto potrebbe essere approfondito con una valutazione neuropsicologica. Non è raro che difficoltà scolastiche precoci, come quelle che hai vissuto, influenzino il modo in cui apprendiamo e memorizziamo. Anche il metodo di apprendimento basato sullo stress e sulla preparazione all’ultimo minuto può essere meno efficace per il consolidamento a lungo termine. Esistono tecniche e strategie che possono aiutarti a migliorare queste competenze e a gestire lo studio in modo più funzionale.
La tua difficoltà con la matematica, i calcoli e le tabelline potrebbe suggerire la presenza di una condizione come la discalculia, una difficoltà specifica nell'elaborazione numerica. Questo non significa che tu sia meno capace, ma che il tuo cervello potrebbe elaborare i numeri in modo diverso. Una valutazione neuropsicologica potrebbe chiarire questa situazione e aiutarti a individuare strategie pratiche per affrontarla.
Il fatto che tu ti senta "lenta" nel rispondere o che le parole ti vengano in mente dopo un po’ potrebbe indicare una difficoltà nel recupero lessicale o nella velocità di elaborazione. È importante sottolineare che molte persone hanno ritmi diversi nel formulare pensieri complessi. Il fatto che tu riesca a ragionare in profondità e a strutturare idee dimostra che possiedi ottime capacità analitiche, anche se queste potrebbero essere rallentate in situazioni di pressione.
Le esperienze scolastiche precoci, specialmente quelle negative o instabili, possono lasciare segni significativi sul nostro modo di apprendere e di percepire noi stessi. Cambiare tanti insegnanti, subire derisioni o pressioni, o sentirsi bocciati da un sistema educativo può minare la fiducia nelle proprie capacità. È importante rivalutare questa parte della tua storia con gentilezza verso te stessa: sei riuscita a superare queste difficoltà e a laurearti, che è un traguardo enorme.
Sarebbe utile, come hai già provato a fare, intraprendere una valutazione neuropsicologica completa per comprendere meglio le tue difficoltà, che possono essere legate a fattori cognitivi, emotivi o entrambi. Ti incoraggio a contattare nuovamente l’ASL o a informarti su enti, associazioni o università della tua zona che offrono valutazioni gratuite o a costi ridotti.
Cosa puoi fare intanto? Nel frattempo, ci sono alcune cose che puoi fare per migliorare il tuo benessere e le tue abilità:
Organizza il tuo apprendimento: Usa schemi, mappe concettuali o strategie visive per consolidare le informazioni e prova diverse tecniche per capire quale si adatta meglio a te.
Lavora sulla gestione dell'ansia: Tecniche come la respirazione profonda, la mindfulness o il journaling possono aiutarti a ridurre la pressione che senti in situazioni di apprendimento o stress.
Accetta il tuo ritmo: Ognuno ha un modo unico di apprendere. Concentrati sui tuoi progressi e non paragonarti agli altri.
Cerca un supporto psicologico continuativo: Anche se hai avuto difficoltà con i tempi dell’ASL, potresti valutare consultazioni online o rivolgerti a associazioni di volontariato per ricevere supporto.
Il fatto che tu stia riflettendo su queste difficoltà e cercando soluzioni dimostra quanto tieni a te stessa e alla tua crescita. Le difficoltà che descrivi non ti definiscono: sono solo parte di un quadro più grande. Con il giusto supporto e le strategie adeguate, puoi migliorare notevolmente il tuo benessere e la tua fiducia. Spero che queste parole possano esserti utili come primo punto di partenza. Chiedere aiuto è il primo passo verso un cambiamento positivo. Non sei sola in questo percorso.
Cara, una diagnosi non può essere fatta online ma da ciò che descrive sarebbe per lei di gran sollievo se trovasse sul suo territorio qualcuno che possa farle una valutazione degli apprendimenti e delle funzioni esecutive, affinché possa togliersi ogni dubbio.
Purtroppo non sono sicura esistano delle strutture pubbliche non a pagamento per adulti, ma spero qualche collega mi possa smentire. Non si deve sentire stupida in ogni caso, guardi fin dove è arrivata: la prima laureata in famiglia! Pure se avesse una diagnosi di DSA (faccio per dire), nessuno le toglierebbe i suoi meriti e le sue preziose risorse.
Dott.ssa Mirea Colantuono
Purtroppo non sono sicura esistano delle strutture pubbliche non a pagamento per adulti, ma spero qualche collega mi possa smentire. Non si deve sentire stupida in ogni caso, guardi fin dove è arrivata: la prima laureata in famiglia! Pure se avesse una diagnosi di DSA (faccio per dire), nessuno le toglierebbe i suoi meriti e le sue preziose risorse.
Dott.ssa Mirea Colantuono
“Per affrontare il suo problema, le consiglio di considerare la psicoterapia breve strategica. Se desidera ulteriori chiarimenti o informazioni, non esiti a contattarmi. Cordiali saluti, Dr. Michele Scala
Cara,
ti ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la tua esperienza: quello che descrivi non è affatto “stupidità”, ma la testimonianza di una persona che ha dovuto faticare il doppio per costruirsi degli strumenti cognitivi stabili in condizioni di partenza difficili. È importante partire proprio da qui: non sei tu a “non essere capace”, ma molto probabilmente il tuo cervello ha dovuto trovare vie alternative per apprendere, spesso in un contesto scolastico poco favorevole e senza un supporto adeguato.
Da ciò che racconti emergono alcuni elementi che meritano una valutazione più approfondita da parte di un professionista in ambito neuropsicologico o dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA):
difficoltà persistenti nella memorizzazione a lungo termine di nozioni verbali e numeriche;
fatica nel recupero rapido di informazioni apprese;
lentezza nei calcoli e nel ragionamento numerico;
senso di “vuoto mentale” nella produzione linguistica spontanea.
Questi aspetti non indicano necessariamente un deficit cognitivo globale, ma possono riflettere un profilo di funzionamento specifico — ad esempio un disturbo dell’apprendimento non diagnosticato in età evolutiva, una memoria di lavoro più fragile o un deficit nell’automatizzazione delle informazioni. Tutti aspetti che, se valutati con test neuropsicologici mirati, possono essere compresi e compensati con strategie efficaci.
Inoltre, il contesto che descrivi (stress, autostima ridotta, pressione nel confronto con gli altri) può amplificare notevolmente la percezione di difficoltà cognitive: l’ansia, in particolare, “ruba” risorse alla memoria di lavoro e alla concentrazione, peggiorando le prestazioni proprio nei momenti in cui vorresti dare il meglio.
Ti consiglio quindi di:
richiedere una valutazione neuropsicologica (anche presso il servizio pubblico: puoi farlo tramite richiesta del medico di base al Centro di Neuropsicologia o al Servizio di Psicologia dell’ASL);
nel frattempo, allenare la memoria in modo consapevole, utilizzando tecniche di visualizzazione, mappe mentali, associazioni e strategie multisensoriali (ascoltare, scrivere, ripetere a voce, collegare immagini);
lavorare sull’autostima cognitiva, magari con il supporto psicologico che hai già avviato: riconoscere che il tuo modo di apprendere è diverso, non sbagliato.
Molte persone con percorsi simili al tuo, una volta compreso il proprio profilo cognitivo, riescono non solo a migliorare la memoria ma anche a trasformare questa consapevolezza in un punto di forza: più empatia, più resilienza, più capacità di osservare come funziona la mente umana.
Saluti
ti ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la tua esperienza: quello che descrivi non è affatto “stupidità”, ma la testimonianza di una persona che ha dovuto faticare il doppio per costruirsi degli strumenti cognitivi stabili in condizioni di partenza difficili. È importante partire proprio da qui: non sei tu a “non essere capace”, ma molto probabilmente il tuo cervello ha dovuto trovare vie alternative per apprendere, spesso in un contesto scolastico poco favorevole e senza un supporto adeguato.
Da ciò che racconti emergono alcuni elementi che meritano una valutazione più approfondita da parte di un professionista in ambito neuropsicologico o dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA):
difficoltà persistenti nella memorizzazione a lungo termine di nozioni verbali e numeriche;
fatica nel recupero rapido di informazioni apprese;
lentezza nei calcoli e nel ragionamento numerico;
senso di “vuoto mentale” nella produzione linguistica spontanea.
Questi aspetti non indicano necessariamente un deficit cognitivo globale, ma possono riflettere un profilo di funzionamento specifico — ad esempio un disturbo dell’apprendimento non diagnosticato in età evolutiva, una memoria di lavoro più fragile o un deficit nell’automatizzazione delle informazioni. Tutti aspetti che, se valutati con test neuropsicologici mirati, possono essere compresi e compensati con strategie efficaci.
Inoltre, il contesto che descrivi (stress, autostima ridotta, pressione nel confronto con gli altri) può amplificare notevolmente la percezione di difficoltà cognitive: l’ansia, in particolare, “ruba” risorse alla memoria di lavoro e alla concentrazione, peggiorando le prestazioni proprio nei momenti in cui vorresti dare il meglio.
Ti consiglio quindi di:
richiedere una valutazione neuropsicologica (anche presso il servizio pubblico: puoi farlo tramite richiesta del medico di base al Centro di Neuropsicologia o al Servizio di Psicologia dell’ASL);
nel frattempo, allenare la memoria in modo consapevole, utilizzando tecniche di visualizzazione, mappe mentali, associazioni e strategie multisensoriali (ascoltare, scrivere, ripetere a voce, collegare immagini);
lavorare sull’autostima cognitiva, magari con il supporto psicologico che hai già avviato: riconoscere che il tuo modo di apprendere è diverso, non sbagliato.
Molte persone con percorsi simili al tuo, una volta compreso il proprio profilo cognitivo, riescono non solo a migliorare la memoria ma anche a trasformare questa consapevolezza in un punto di forza: più empatia, più resilienza, più capacità di osservare come funziona la mente umana.
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