Buonasera. Sono una ragazza di 17 anni e odio me stessa. Sono sempre stata una bimba timida e me lo

23 risposte
Buonasera. Sono una ragazza di 17 anni e odio me stessa. Sono sempre stata una bimba timida e me lo hanno fatto sempre pesare, vivo nell'imbarazzo e nella paura di essere giudicata o di non piacere a qualcuno, da quando ho 13/14 anni più o meno, ma dopo il primo lockdown è peggiorato.Quando mi guardo allo specchio, o nelle foto o in quest'ultimo periodo dal computer durante la dad vedo mille difetti in me, vedo solo difetti. Quando parlo mi sento "stupida" e fuori luogo. Non ne parlo con i miei non mi capiscono, sono dei bravi genitori non mi fanno mancare niente ma queste cose non le capiscono.
Sono sempre stata rifiutata dai ragazzi, o comunque quei pochi non sono davvero interessati ma vogliono semplicemente divertirsi. Forse la mia bassa autostima si basa anche un po' su questo...
Non ne parlo tanto, neanche con i miei amici perché non voglio essere/risultare "pesante"...so solo che tengo tanto dentro e poi esplodo e arrivo a farmi del male, non troppo, ma quando mi arrabbio tanto mi do qualche pugno o mi stringo la pelle con le unghia. Spesso ultimamente mi capita di piangere a scuola e le persone vogliono parlare con me cercando di aiutarmi, ma ho paura, perché una semplice parola fuori posto come "non devi piangere,non hai motivo di farlo" mi fa stare peggio...mi fa sentire ancora più fuori luogo o sbagliata. Ho pensato varie volte di contattare uno psicologo ma ho paura che i miei problemi non siano tanto importanti, oppure ho paura di non riuscire a fare capire bene come mi sento realmente. Ogni volta chei chiudo in bagno a piangere mi ripeto sempre che sono esausta di piangere sempre per lo stesso motivo da anni.
Come ho detto prima con i miei non parlo di queste cose, per loro dallo psicologo ci vanno le persone depresse o malate con problemi seri e io sono solo in una fase...quindi i soldi per pagare uno psicologo privato non li ho...
Però a scuola metteranno una psicologa...secondo il vostro parere professionale..ci devo andare? Può essermi utile?
Grazie
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Ciao, mi permetto di darti del tu vista la tua giovane età.
Mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per te convivere con questa situazione riportata.
Ritengo importante che tu possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarti ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
'Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
'Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Aurora Felicetti
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, mi sento di rimandarle, innanzitutto, che è stata molto chiara e coraggiosa nell'esprimere il proprio malessere e sono riuscita a comprendere bene quello che voleva comunicare. Questo periodo di pandemia ci ha messo tutti a dura prova , e ancor di più, viverlo in un età critica e di grandi e forti cambiamenti come la sua. E ancor di più se già alcuni disagi e sofferenze si avvertivano da prima. Sono stati molti i cambiamenti a cui ha dovuto far fronte, alcuni tipici del periodo di crescita, altri costretti da questa situazione pandemica, e forse troppi e troppo grandi da poterli gestire da sola, visto che, come lei stessa riporta, non è riuscita e non riesce a confrontarsi con le persone che le sono vicino e a trovare da loro il giusto conforto. Comprensibile anche questo. A volte si riesce meglio ad aprirsi con chi non ci conosce, non ci critica, non ci giudica e non ci vede sotto una lente in cui noi stessi fatichiamo a vederci. E' come se si necessitasse davvero di nuovi occhi e nuove lenti, che ci rimandino possibili nuovi riflessi di noi stessi. Concludo dicendole che dallo psicologo ci va chi ha il coraggio e la volontà di conoscere più a fondo se stesso e di riconoscere quando è il momento di chiedere aiuto, perchè nessuno di noi può farcela da solo. Ed è una consapevolezza che in pochi hanno, lei ce l'ha. Per qualsiasi cosa resto a disposizione e se decidesse di intraprendere questo nuovo percorso io sono pronta a darle un aiuto. Cari saluti. Dott.ssa Aurora Felicetti
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Salve sicuramente può essere una buona possibilità per lei parlare con lo psicologo messo a disposizione dalla sua scuola sempre che questo servizio sia stato autorizzato anche dai suoi genitori. Le rammento che data la sua età un professionista per svolgere la propria attività ha bisogno del consenso dei suoi genitori. Nella sua nota lei mette in evidenza come i suoi familiari non siano favorevoli ad ascoltare questo suo bisogno. Nonostante questo può essere una buona possibilità per lei tornare su questo tema con loro e spiegagli quelle che sono le sue attuali difficoltà, così come ha fatto con la sua nota dove ha messo chiaramente in luce il suo bisogno di fare chiarezza sui motivi che la portano a vivere con difficoltà le relazioni. Certo è stata molto chiara nel dire che parlare con i genitori non è semplice ma è molto probabile che se spiega le sue difficoltà così come ha fatto con la sua nota, certamente avrà la loro attenzione. La sua frase "Non ne parlo con i miei non mi capiscono, sono dei bravi genitori non mi fanno mancare niente ma queste cose non le capiscono" è molto chiara da una parte mette in luce il suo limite e la sua difficoltà ma dall'altra evidenzia come loro sono attenti alle sue difficoltà. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marianna Pasello
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Ferrara
Carissima,
sei stata molto chiara e lucida nell’ esprimere la tua situazione e soprattutto quello che sentì, per cui non mi farei alcuno scrupolo di questo nell’,affrontare un confronto con uno psicologo. Certamente comprenderà’ appieno il tuo vissuto e considerando la tua dimestichezza nell’,analizzare quanto vivi potrà’ certamente esserti d’aiuto. Se c’è la possibilità’ di affidarsi ad uno psicologo scolastico fai benissimo a coglierla. Certamente è necessario che i tuoi genitori diano il consenso (in genere quando gli psicologi scolastici iniziano i propri interventi entro un istituto viene chiesta un’autorizzazione ai genitori sia per le attività’ con il gruppo classe sia per quelle eventualmente individuali). Anche di questo non mi preoccuperei, i genitori spesso hanno delle resistenze perché pensano siano ‘capricci’, ma parli loro emotivamente cercando di trasmettere il tuo disagio, sono convinta che ti verranno incontro.
Spero di averti dato qualche spunto Cari saluti
Marianna Pasello
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Nella mia lunga esperienza, non sento di avere di fronte malati ma persone che stanno affrontando le difficoltà della vita appesantite da condizionamenti che impediscono di vivere serenamente, condizionamenti che possono causare malesseri più o meno importanti. Ogni malessere deve ricevere la giusta attenzione, non giudicarsi sentendosi sbagliati o esagerati. Faccio un lavoro un lavoro di integrazione psicorporea, con base bioenergetica e lavoro molto sulla stimolazione della fiducia in se stessi e sul rispetto delle proprie fragilità. Rispetti il suo malessere e la sua fragilità non svaluti e sminuisca il suo dolore e disagio. Si conceda la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico, per affrontare il futuro con più fiducia in sé che, nel confronto con le sue fragilità, le farà scoprire le sue qualità e le sue potenzialità. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Dott.ssa Concetta Bellomo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Cara giovane, nelle sue parole si percepisce il disagio che sta vivendo e che ha bisogno di emergere nelle sue forme e di essere canalizzato con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione. Purtroppo, molti di noi siamo messi di fronte in questo particolare periodo storico alle nostre fragilità che rischiano di amplificarsi, per quello occorre prevenire. Si evince dalla descrizione quanto lei abbia nonostante tutto la voglia di aprirsi e di tirar fuori tutto ciò (non è un caso il fatto che abbia scelto di scriverci)...
Provi a far presente questa situazione che sta vivendo ai suoi genitori e in ottica preventiva chieda tutto il sostegno di cui ha bisogno. Molti giovani come lei stanno chiedendo aiuto, non si senta sola.
L'idea dello sportello scolastico è ottima per iniziare, si accerti che venga garantita continuità almeno fino a fine anno scolastico.
Le auguro il meglio
Un caro saluto
Dott.ssa Concetta Bellomo
Dott. Luca Pezzano
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Rosignano Marittimo
Salve, quello che leggo mi dispiace! È come se descrivesse un estremo senso di intimità con se stessa, una sensibilità forte, una necessità di esprimersi e, contemporaneamente una impossibilita di comunicare le sue sensazioni a qualcuno… Questo succede con l’adolescenza, è uno dei tranelli, delle trappole di questo periodo! Però credo sia necessario che qualcuno ascolti quello che ha da dire… Che la sua voce trovi due orecchie disponibili all’ascolto! Lo psicologo è solo una delle possibilità… Buona fortuna!
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Cara utente, la situazione che stai vivendo è indubbiamente degna di attenzione. Potrebbe si, usufruire dello sportello psicologico della scuola, come primo supporto e uno spazio che sia suo per parlare apertamente di cosa le accade. Inoltre potrebbe farsi aiutare dalla psicologa della scuola per trovare la soluzione migliore, e condividere con la sua famiglia il momento di grande fatica che stai attraversando.
Rimango a sua disposizione
Cordiali Saluti Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dr. Michele Arnaboldi
Psicologo, Psicologo clinico
Bovisio Masciago
Gentile utente,
Da quello che hai scritto emerge chiaramente il disagio che stai vivendo e la tua richiesta di aiuto.
La situazione che stiamo vivendo ha messo im difficoltà molti adolescenti come te ma vedo anche che hai molta consapevolezza rispetto Al momento di difficoltà che stai attraversando.
Ti consiglio col consenso dei tuoi genitori di iniziare un percorso con lo psicologo scolastico.
Resto eventualmente a disposizione per delle consulenze online.
Dott. Michele Arnaboldi
Dr. Festo Terenzio
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Provare vergogna di sé, sentirsi fuori luogo, difettata, stupida e sbagliata dev'essere molto doloroso. Non sentirsi nella possibilità di condividere le proprie difficoltà ed essere capita aggiunge poi sofferenza ad un dolore già importante.

Piangere da anni in perfetta solitudine, quella tristezza, paura, vergogna, ed ogni altra sofferenza che descrivi, devono essere ascoltate e capite per poter divenire altro. La rabbia che ti porta a ferirti nasce da altre ferite, che hanno bisogno essere viste e comprese perchè non facciano più così male.

Concederti di parlarne un pò di più con una persona di cui ti fidi davvero, magari la tua migliore amica può essere molto importante. Può permetterti ad esempio di condividere le emozioni spiacevoli, riducendole, e dire all'altro della tua fiducia in lui. Sono anche i momenti difficili affrontati insieme che rendono un'amicizia più forte, intima. Parlarne con uno psicologo ti permetterà invece di capire meglio ciò che stai vivendo, le reali cause, e fare esperienza di ciò che davvero può permetterti di superare queste difficoltà ed essere più serena.

Sei stata molto chiara nel descrivere ciò che vivi e la sofferenza che provi. Non può essere trascurata, non avere dubbi sull'idea di fissare un incontro con la psicologa della scuola. Coraggio, sei nella giusta direzione vai fino in fondo.
Dott. Alessandro Gasperi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Senago
Buonasera, il fatto che soffri e non sei felice ti da gia la ragione per rivolgerti alla collega, la nostra funzione è quella alla fine di migliorare la qualità della vita, poi comprendo il tuo timore di non riuscire a spiegarti ma è il suo lavoro provarci e provare curiosità nei tuoi confronti senza sminuirti. Ti auguro di trovare quello che stai cercando. :)

Alessandro
Dott. Antonino Savasta
Psicologo, Psicologo clinico
Pistoia
Salve,
grazie per avere condiviso la tua esperienza. Nel mondo della psicologia non conta tanto quanto "oggettivamente" accade, ma come io "personalmente" lo recepisco. Se una cosa mi fa stare male, mi dà fastidio o è importante per me, basta quello perché sia qualcosa su cui porre l'attenzione. Del servizio di ascolto a scuola ne approfitterei il prima possibile, perché questo ti potrebbe dare la possibilità di trovare le parole più adeguate per raccontare anche ai tuoi come tu stia vivendo questo periodo, ma anche agli amici, perché no.
Se avessi bisogno, non esitare a ricontattaci.
Cordialmente Dott Savasta.
Dott. Gianpaolo Bocci
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Latina
Ciao,
lo psicologo è una persona esterna (con una formazione specifica) con la quale confrontarsi. Spesso non abbiamo occasione di farlo con chi è intorno a noi, ci possono essere aspettative, emozioni, avvenimenti passati, che possono bloccare l'espressione di quanto ci sta accadendo.
Credo sia un'ottima idea quella di andare dalla psicologa scolastica, potrai comprendere meglio quanto sente e quanto pensi nei confronti di te stessa e degli altri.

Ti auguro una buona serata,
Gianpaolo Bocci
Dott. Andrea Brumana
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno e grazie per averci parlato della tua situazione con tanto coraggio e precisione. Penso che andare a parlare con lo psicologo scolastico possa essere un'ottima idea ed un ottimo inizio. Penso anche ch un lavoro svolto privatamente possa permetterti di affrontare con più serenità quanto tu ci hai portato. Dallo psicologo non vanno solo depressi o ansiosi...dallo psicologo va chi vuole essere ascoltato e chi vuole diventare sempre più padrone della propria vita. Puoi provare a chiedere ai tuoi genitori un aiuto, magari capiranno e questo potrebbe essere un primo grande passo. Se lo desidererai resto a tua disposizione, anche online. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Dott.ssa Zena Ballico
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, ti sei spiegata benissimo. Certamente rivolgersi ad uno psicologo è la scelta giusta. Partendo dallo sportello scolastico potrai far chiarezza sul tuo disagio e decidere successivamente di intraprendere un percorso privato. Tieni conto, però, che essendo tu minorenne è necessario il consenso dei tuoi genitori, anche per incontrare la psicologa della scuola. Parlarne con loro, magari facendoti aiutare da un professore di cui ti fidi se può servire…
Ti faccio i miei migliori auguri!
Dott.ssa Zena Ballico
Dott.ssa Francesca Ghislanzoni
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Conegliano
Cara Diciasettenne, ti consiglio di parlarne con i tuoi genitori e di chiedere il loro consenso per intraprendere un percorso psicologico che ti aiuti. Non sei l'unica a rivolgerti a uno psicologo, ce ne sono molti di ogni età, non sentirti in imbarazzo. A disposizione Dott.ssa Francesca Ghislanzoni - Psicologa
Dott.ssa Moana Anna Ambroselli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Formia
Carissima, grazie per esserti aperta e aver condiviso così nitidamente le tue emozioni. Sicuramente il supporto dello psicologo scolastico può essere un buon inizio. Ti ricordo che, in questo caso, i tuoi genitori potranno dare il consenso all'utilizzo dello sportello d'ascolto senza però venire a sapere se tu ne farai uso oppure no. Ti consiglio però di provare a parlare con i tuoi genitori per spiegare loro le tue esigenze. Buona fortuna!!! Dott.ssa Moana Anna Ambroselli- Psicologa clinica, perfezionata in psicologia perinatale e pediatrica
Dott. Mauro Simonetti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile utente, in realtà descrive in maniera molto chiara e ricca la faticosa situazione che vive da tempo, segno del fatto che su queste cose ci ha riflettuto molto e ha elaborato molto.
L’unica informazione tecnica che posso dare é che non esiste proprio nella psicologia il concetto di “problemi non importanti”, noi lavoriamo con il disagio e la sofferenza dell’individuo, il fatto stesso che un problema crei un disagio e/o una sofferenza rende quel problema oggetto valido di lavoro psicologico.
Il fatto che le sue difficoltà non le abbiano causato una psicopatologia grave non significa che siano “di serie B”, così come la sua sofferenza non é di serie B, dietro all’insorgenza di una psicopatologia ci sono moltissimi fattori ed é quindi fallimentare ragionare semplicisticamente che se uno non sviluppa una psicopatologia allora ha sofferto più di uno che non la sviluppa.
Il consiglio é quindi di approfittare della collega a scuola, risolvendo così il problema economico attuale.
Uno degli obbiettivi con quella collega potrebbe essere trovare un modo per comunicare in maniera più efficace ai suoi genitori i suoi bisogni di supporto psicologico smitizzando che dallo psicologo ci vanno solo i matti.
A prescindere da ciò lasciarsi aiutare ed affidarsi agli altri sono cose molto difficili, non é animalo che lei fatichi a farlo ed é un grosso passo andare spontaneamente a chiedere aiuto ad un professionista.
Spero di esseee stato utile, per altri dubbi o chiarimenti resto a disposizione mi contatti pure, senza impegno alcuni.

Dottor Mauro Simonetti
Dott.ssa Giulia Del Bene
Psicologo clinico, Psicologo
Firenze
Buongiorno. È una sensazione, così leggendo dalle parole che trascrivi, quasi intollerabile, tanto da arrivare a non essere più contenuta dentro, e la manifestazione fisica del “farsi male”, forse ne è una conseguenza.
Purtroppo mi sento di convalidare che ancora viviamo molto immersi nell’idea che “lo psicologo è per i pazzi”, forse a causa di una molto misera informazione su cosa sia effettivamente un lavoro terapeutico.
Intraprenderlo è un impegno per tutte le persone che ne fanno parte, poiché richiede un coinvolgimento di tutti gli aspetti di sé, anche quelli brutti e fastidiosi. Si crea così una relazione professionale, ed al contempo tutelante e curativa, andando a conoscere, lenire e validare tutti gli aspetti di sé, belli e brutti, permettendo una crescita ed uno sviluppo della persona. Di qualsiasi età. Un regalo che non dovrebbe essere circoscritto al mondo della “pazzia” tanto declamata.
Spero tu possa trovare uno spazio per te, in cui esprimerti ed iniziare con un piccolo viaggio dentro te stessa.
Ti auguro un buon proseguimento,
Dott.ssa Giulia
Dott.ssa Monica D'Ettorre
Psicologo, Psicologo clinico
Roma

Prima di tutto voglio dirti che è davvero coraggioso da parte tua riconoscere quello che provi e cercare un aiuto. Questo è un passo importante e significativo, che dimostra la tua forza interiore.
Quello che descrivi sembra legato a un conflitto interno che probabilmente ha radici nelle esperienze del tuo passato e nei messaggi che hai interiorizzato su di te e sul tuo valore.
L'imbarazzo, la paura del giudizio e il sentirti fuori luogo possono derivare da messaggi interiorizzati che ti fanno credere di dover essere perfetta per essere accettata.
Tutti abbiamo bisogno di essere visti, ascoltati e accettati per quello che siamo. Se non riceviamo questo riconoscimento in modo positivo, tendiamo a cercarlo, a volte in modi che non ci fanno bene.
Un percorso ti aiuterebbe a esplorare i messaggi e le credenze che hai sviluppato su di te stessa. Ad esempio, potresti scoprire che l'idea di essere "sbagliata" o "non abbastanza" non è realmente tua, ma proviene da aspettative o commenti esterni.
L'aspetto più importante e che tu possa imparare a riconoscere e accogliere i tuoi sentimenti senza giudicarli. Piangere, sentirsi tristi o arrabbiati sono segnali che qualcosa dentro di te ha bisogno di attenzione.
Parlare con uno psicologo, anche quello della scuola, potrebbe essere un buon inizio per condividere quello che senti. Spesso il timore di non essere compresi diminuisce una volta che trovi qualcuno disposto ad ascoltarti senza giudizio.
Assolutamente vale la pena parlarle. Non devi temere che i tuoi problemi non siano "abbastanza importanti". Il dolore emotivo non si misura in "quanto è grave", ma nel fatto che ti sta impedendo di vivere serenamente. La psicologa scolastica è lì per aiutarti, e il suo compito è proprio ascoltarti senza giudicare e capire come supportarti al meglio.
Il tuo dolore è reale e merita attenzione, così come tu meriti di sentirti meglio. Fare il primo passo verso una psicologa potrebbe essere la svolta per iniziare a prenderti cura di te.
Dott.ssa Simona Giulivi
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Ciao, a volte è normale non sentirsi capiti, soprattutto in un periodo di grande cambiamento come quello dell’adolescenza in cui si vivono enormi trasformazioni. Per questo può essere davvero utile parlare con qualcuno che può ascoltarti senza giudizio e quella della psicologa a scuola potrebbe essere una buona occasione perché potrebbe offrirti uno spazio sicuro per esplorare ciò che stai vivendo e aiutarti a comprendere meglio te stessa, senza sentirti in dovere di giustificare i tuoi sentimenti. Non c'è un problema troppo piccolo o troppo grande per chiedere aiuto!
Un caro saluto

Dott.ssa Simona Giulivi
Dott.ssa Angela Ritella
Psicologo, Psicologo clinico
Turi
I tuoi problemi, come tu stessa li definisci, sono importanti tanto quanto quelli di chiunque altro.
Rivolgerti ad uno psicologo può sicuramente esserti di grande aiuto in questo momento.
Non precluderti la possibilità di farlo.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Cara
Sì, andarci può esserle molto utile. La sofferenza che descrive — sentirsi inadeguata, sbagliata, non capita — non è una “fase” passeggera ma un disagio che merita ascolto e cura. La psicologa scolastica non è lì solo per i casi gravi: serve proprio a offrire uno spazio di ascolto sicuro, gratuito e riservato a chi, come lei, si sente sopraffatto da emozioni difficili.

Non deve preoccuparsi di “spiegarsi bene”: il lavoro dello psicologo è proprio aiutarla a trovare le parole per capire cosa succede dentro. L’importante è iniziare, anche solo raccontando come si sente e cosa la fa stare male.

Ciò che vive non è debolezza: è il segnale che ha bisogno di sostegno per ritrovare fiducia in sé e imparare a gestire la rabbia e la tristezza in modo meno doloroso. Fare questo passo sarà già un atto di forza e di amore verso se stessa.


Dott.ssa Sara Petroni

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