Esperienze

Sono Antonino Savasta, Psicologo Clinico iscritto all’Albo degli Psicologi della Toscana, n°5804.
Fin da piccolo, mi sono chiesto come funzionassero le cose. Se un giocattolo si rompeva, lo smontavo cercando la causa del malfunzionamento e quale soddisfazione quando il giocattolo tornava a funzionare.
Anche se con una complessità decisamente maggiore, l’essere umano alle volte si rompe o non funziona più come un tempo. Cercando di capire il perché, puntando verso l’obiettivo, potremo cercare insieme di tornare ad una condizione di benessere, perché no, migliore anche del benessere precedente.
Aree di competenza principali:
- Psicologia clinica
- Psicologia clinica-dinamica
- Psicologia scolastica
- Psicologia clinica
- Psicologia clinica-dinamica
Indirizzi (3)
Via Porta Lucchese 5, Pistoia
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- Pazienti senza assicurazione sanitaria
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Via Orly 35, Campi Bisenzio
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57 recensioni
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Ep
Il dottor Antonino è stato la svolta di ogni percorso psicologico che io abbia mai fatto.
Tramite il percorso dettagliato con lui sono riuscita a conoscermi e definire gli obbiettivi su cui lavorare
Consigliatissimo
TR1984
Consigliatissimo. Preparato, molto empatico, attento ad ogni dettaglio e assolutamente efficace nel proporre spunti di riflessione molto utili. Puntuale e cordiale.
S. F
Il Dott. Antonio Savasta lo consiglio vivamente, per esperienza personale mi è stato di grandissimo aiuto, molto preparato e professionale, grazie a lui ho preso consapevolezza e risolto traumi vissuti in età infantile e adolescenziale mai risolti. Grazie ad Antonio Savasta intraprendere il percorso insieme a lui ho raggiungimento positivamente gli obiettivi prefissati.
Antonio
....in passato , circa 20 anni fa, ho avuto già modo di "frequentare" psicologi...devo dire che ho notato un bel salto di qualità grazie al dottore in questione...
D.F.
In base alla mia personale esperienza, oltre alla puntualità e professionalità del dott. Savasta, bisogna riconoscere la sua estrema empatia e la sua ironia leggera e piacevole, che permettono di affrontare il percorso serenamente.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 10 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve
Da qualche settimana frequento un uomo molto più grande di me e sposato. Spesso ci vediamo nella sua auto ma non abbiamo mai avuto rapporti completi. Questa sera, dopo una serie di baci molto intensi, lui raggiunge l'orgasmo. Tutto molto bello e soddisfacente se non fosse che appena qualche istante dopo mi PARLA DI TUTTO ALTRO,chiedendomi, nello specifico, di una situazione di lavoro che lui non riusciva a risolvere e mi chiedeva come potesse farlo. Io mi domando: perché ? Perché non aspettare un po’ prima di affrontare un discorso che nulla c’entrava con quello che avevamo appena fatto? Questo dimostra che lui non è per niente interessato a me, tranne per quei momenti di “felicità” di cui gode grazie a me e poi niente più ? Vorrei un parere al riguardo. Grazie mille
Salve, grazie per aver scritto.
Ritiene possibile che condividendo le domande che ha posto a noi, direttamente a lui, potesse sentirsi più libera? Se ho ben capito ha provato un forte disagio e risentimento nei confronti di lui perché ha sbagliato tempi e modi ed a lui non ha detto nulla. Quale potrebbe essere il motivo per non parlarne a lui direttamente? Come si sarebbe sentita se invece lo avesse detto a lui direttamente?
Pensa potrebbe essere interessante cercare un modo per aprirsi maggiormente proprio nel momento in cui vive qualcosa, anziché tenere dentro il tutto portando a lungo questo "carico"?
Se ne volesse parlare, non esiti a contattarmi. Cordialmente, Dottor Savasta.

Buongiorno,
Mi trovo bloccata in una situazione complicata. Sto con un ragazzo da poco meno di un anno, prima avevamo un intenso rapporto di amicizia. L'ho sempre stimato per la sua spiccata intelligenza e inizialmente questo era tutto ciò che mi bastava per giustificare una relazione difficile. Inoltre abbiamo iniziato a frequentarci amorosamente in un momento estremamente difficile della nostra vita, entrambi durante la pandemia abbiamo sviluppato problematiche ossessive e depressive. Io sono fortunata ad avere una famiglia alle spalle ed un indole molto risoluta e forte. Ho risolto con l'aiuto di una specialista la maggior parte della mia sintomatologia ed ho ripreso in mano la mia normalità. Lui rimane a distanza di un anno ancora bloccato. Ha provato a rivolgersi a svariati psicologi e psicoterapeuti, ognuno naturalmente da lui giudicato incapace. Si è infine rivolto ad una terapia farmacologica, in maniera però totalmente dissoluta. Ha smesso e ricominciato i farmaci più e più volte nel silenzio sconcertante della sua famiglia. Pian piano ho scoperto cose della sua vita personale che non conoscevo. Ho scoperto di malattie mentali, suicidi, maltrattamenti e difficoltà economiche fino a quel momento tenuti nascosti. In famiglia viene coltivato un vittimismo a me insopportabile, sono sempre gli altri ad essere stupidi; a non capire; a congiurare contro di loro. Io naturalmente sono un outsider e non sono bene accetta. I suoi comportamenti inizialmente erano estremamente ambivalenti, ho perso totalmente fiducia in lui. Ad un certo punto però qualcosa è cambiato, lui si è innamorato veramente ed ora da un punto di vista relazionale le cose vanno molto bene. Mi sento rispettata da lui e mi tratta con dolcezza e comprensione. Nonostante questo cambiamento, non riesco a vedere un futuro con lui. Non studia; slavoricchia a tempo perso; quando siamo con altre persone ha così tanto bisogno di attenzione da diventare ridicolo; non ha la patente e devo scarrozzarlo ovunque. Non sono certa dei miei sentimenti, ma soprattutto non capisco come io possa essere finita in una relazione con una persona così diversa da me. Non so come e se lasciarlo. Tutti i miglioramenti avvenuti nell'ultimo periodo sono dati,a detta sua, dall'amore che prova per me. Io non voglio distruggerlo, ma al contempo ho perso tutta la voglia di combattere con e per lui. Vorrei avere un vostro parere.
Buongiorno,
le relazioni e le storie d'amore possono essere molto importanti e farci un gran bene. Se però "il lavoro" che si svolge insieme, stando in coppia, è qualcosa di malsano, verso cui manca la fiducia verso il futuro, forse la domanda è: "cosa mi tiene vicino a lui? l'idea di chiudere questa relazione come mi fa stare? Ritengo giusto stare in una situazione che non mi fa stare bene?".
Se volesse potremmo parlarne insieme.
Cordialmente Dottor Savasta.

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