Buonasera scrivo qua per cercare aiuto , sono un ragazzo di 20 anni quasi 21 , circa 3 anni fa quand

23 risposte
Buonasera scrivo qua per cercare aiuto , sono un ragazzo di 20 anni quasi 21 , circa 3 anni fa quando stavo con la mia ex in un periodo in cui avevo smesso di usare sostanze mi era venuto il dubbio di essere omosessuale cosa che è scomparsa dopo 3 giorni e tutto è tornato normale , da lì non è più successo avevo rinunziato l’uso di sostanze e tutto era tornato come prima . Premetto sono sempre stato attratto da donne mai da uomini dopo essermi lasciato con la mia ex circa un anno dopo mi sono messo con la mia attuale ragazza che stiamo insieme da quasi due anni la amo moltissimo infatti decisi di smettere con le sostanze per avere una vita tranquilla con lei , dopo aver smesso con le sostanze inizia a stare male attacchi di panico ansia e depressione avevo l’ossessione di morire da un momento al altro poi ho iniziato a fare uso di gocce ansiolitiche e ho avuto un calo della libido ed ali e iniziato il calvario della paura di essere omosessuale è durato circa 3 mesi poi iniziando una terapia per l’ansia con farmaci tutto è passato ed è tornato tutto normale fino a circa due settimane fa quando per positività al COVID sono stato in camera chiuso per ben 10 giorni e da lì sono tornati questi dubbi ossessivi di omosessualità . Non riesco più. A vivere amo la mia ragazza è non voglio perderla per nessun motivo voglio avere un futuro con lei e non riesco più ad avere una vita normale ? Può essere un doc omosessuale o una vera omosessualità ? Aiuto vi prego
Dott.ssa Giulia Antonelli Incalzi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
dal suo messaggio emerge un forte senso di angoscia.
Essendo lei molto giovane, e le sue difficoltà emerse qualche anno fa, i dubbi relativi all'orientamento sessuale mi sembrano leciti e naturali all'interno di un periodo di crescita così intenso com'è quello dell'adolescenza. Sembra, tuttavia, che il suo sintomo, che definisce essere "ossessivo", intorno a tali pensieri, rivelino qualcos'altro; un'ansia prevaricante che influenza negativamente la sua vita. Le consiglierei un percorso psicoterapeutico che possa indagare le origini profonde dei suoi sintomi. Inoltre, è utile poter incontrare uno psichiatra per comprendere meglio, a livello medico, come affrontare l'interruzione dell'assunzione di sostanze e che conseguenze possa aver avuto su di lei.
Un saluto.
Dott.ssa Giulia Antonelli Incalzi

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Dott. Giacomo Carella
Psicologo, Psicologo clinico
Pistoia
Buongiorno, è complicato rispondere alla sua domanda con così poche informazioni. Nello specifico, dovrebbe dirmi questi pensieri cosa riguardano e ogni quanto si presentano. Può rispondermi anche in privato. Rimango a disposizione
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Ritengo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Giorgio Antoniazzi
Psicologo, Psicoterapeuta
Bologna
Dubbi e perplessità in quanto tali possono creare ansia, che a sua volta può suscitare un senso di panico. Per affrontare ed esplorare questi dubbi può essere utile un percorso di supporto psicologico in cui scoprire, senza giudizi nè pregiudizi, quali paure o quali stereotipi smuovono le tematiche relative a sessualità e omosessualità. L'utilizzo di sostanze stupefacenti è inoltre un elemento da tenere in considerazione perchè tra gli effetti collaterali comprovati vi sono anche sentimenti paranoici e pensieri ricorsivi.
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Vizzolo Predabissi
Buongiorno,
Ci sono tante tematiche da trattate, ma credo che la prima sia legata alle dipendenze primis tra tutte all'abuso di sostanze...
Sono disponibile per colloqui o per un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Dott.ssa Rosalia Bellavia
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
San Benedetto del Tronto
Salve, nonostante il suo stato di angoscia e di ansia che la sta affliggendo in questo periodo mi sembrava utile sottolineare che lei sia riuscito a interrompere l'utilizzo delle sostanze; fatto non scontato e comportamento molto difficile da attuare, per tale motivo le faccio i miei complimenti.
In secondo luogo comprendo la sua sofferenza e solo con un'analisi approfondita è possibile fare una diagnosi differenziale tra omosessulità e Doc omosessuale cercando di capire come è nata questa paura ed esplorando quali vissuti emotivi accompagnano i suoi stati ansiosi.
Rimango a disposizione
Cordiali saluti
dott.ssa Bellavia
Dott.ssa Elisa Pappacena
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Latina
Salve caro utente! Credo sia stato complicato smettere l'uso di sostanze e quindi bravo, Purtroppo le sostanze coprono tante situazioni e poi trovo normale alla sua età farsi domande sull'orientamento sessuale.
Se è troppo angosciato di confronti con uno psicoterapeuta che le darà aiuto e contenimento
Dott. Stefano Scaccia
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
C'è qualcosa che lei cerca con forza di tenere sepolto. C'è in lei un mondo che necessita di essere compreso e ascoltato. Questa esplorazione ha bisogno di tempo e di pazienza. L'attende un viaggio straordinario.
Dott.ssa Sonia Cannavò
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentilissimo, grazie per averci raccontato la sua storia e i suoi vissuti. Emerge una profonda sofferenza, quello che mi sentirei di consigliarle, dato anche dalla sua storia di uso di sostanze e di difficoltà legate all'ansia e alla ruminazione, di iniziare a intraprendere un percorso individuale di psicoterapia, oltre al percorso farmacologico. In questo modo si potrà indagare maggiormente sulle possibili cause dei suoi timori e fare chiarezza su una possibile psicodiagnosi. Resto a disposizione per un consulto, Cordiali Saluti.
Dott.ssa Glenda Nibbioli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buonasera gentile utente, dalle sue parole emerge molta sofferenza, mi spiace. Le consiglio di iniziare un percorso psicologico per capire da dove ha origine tale sofferenza e per risolvere tutti i suoi dubbi. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dottoressa Nibbioli.
Dott.ssa Fabiola Ribechini
Psicologo
Castelfiorentino
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso questa situazione che capisco le provochi disagio e sofferenza.
Quello che mi sento di consigliarle è di intraprendere un percorso psicologico per imparare anche a gestire l'utilizzo dei farmaci ansiolitici e la comparsa dei sintomi e poter affrontare meglio tutti i dubbi sul suo orientamento sessuale. Purtroppo non è possibile capire a priori, senza un'anamnesi, dei colloqui ed eventualmente dei test, se sia presente una diagnosi come quelle da lei proposte.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Dott.ssa Fabiola Ribechini
Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Psicologo, Psicologo clinico
Alessandria
Gentile utente, mi dispiace molto per come ha trascorso quest'ultimo periodo di vita. Noto da subito che quanto la preoccupa non è tanto il suo orientamento sessuale quanto la paura di non corrispondere all'immagine di sé che si è da sempre creato. Non è possibile farle una diagnosi accurata in questa sede, sia per la mancanza di elementi fondamentali, sia per motivi legali e deontologici. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico quanto prima per poter indagare meglio il suo stato di salute, vista anche la sua vulnerabilità a sostanze e ricadute. Le auguro il meglio. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Dott.ssa Cristina Mitola
Psicologo, Psicologo clinico
Bari
Buon giorno, si, potrebbe essere disorientamento da ossessioni e fobie un po' per la non assunzione di sostanze ( delle quali però non si sa la natura, non la menziona) un po' per una sensazione di mancanza di controllo sulle circostanze esterne, specialmente covid ed isolamento costretto di conseguenza.
La invito ad affrontare un percorso psicologico approfondito per comprendere il disagio psicologico che la tormenta sottostante.
Sono disponibile anche online
Forza.
Dr.ssa Cristina Mitola
Dott. Gianpaolo Bocci
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Latina
Buongiorno,
premesso che l'omossessualità non è un disturbo, in quanto da lei scritto colgo il suo tentativo di gestire una sintomatologia che si esprime con attacchi di panico, depressione e ansia con le sostanze (siano esse illegali o legali). Quando le assume è tutto sotto controllo, quando smette tornano i sintomi. Mi sembra sia questo il focus sul quale concentrarsi e potrebbe essere il caso di approfondire da cosa i sintomi sono generati e perché il suo corpo le sta mandando questi segnali. La puara di essere omosessuali potrebbe essere semplicemente un catalizzatore, che attira tutte le attenzioni e la distoglie dalle vere motivazioni dello star male.

Le auguro una buona giornata,
Gianpaolo Bocci
Dott.ssa Carla Nesci
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Calabria
Gentile utente, dei colloqui clinici la aiuterebbero a far luce sulla domanda che ci pone. Con l'aiuto di un professionista potrà capire la sua identità sessuale, com'è nata questa idea dell'omosessualità e che cosa prova al riguardo.
I migliori auguri
Dott. Nesci
Dott. Saber Sassi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bologna
Gentile utente, la ringrazio per essersi rivolto al portale. I pensieri ricorsivi ed intrusivi, al di là del tema che si portano dietro, possono avere varia natura: a volte sono la rappresentazione cognitiva di un vissuto emotivo, altre volte sono semplici pensieri ai quali noi attribuiamo significati particolari. Dunque prima di porre una diagnosi è bene fare una valutazione accurata. Le consiglio di rivolgersi ad un/a professionista che la aiuti a demarcarsi da tali pensieri.
Cordialmente,
Dott. Sassi
Dott. René Galante
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Gentile utente, le questioni che pone sono molto complesse. Valuti l'opportunità di approfondirle in un contesto terapeutico appropriato e in grado di fornirle adeguato supporto.
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Psicologo, Psicoterapeuta
Forte dei Marmi
Buonasera

Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia psicoanalitica per capire la causa del suo disagio .
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti .
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Dott.ssa Martina Orzi
Psicologo, Psicologo clinico
Collegno
Buonasera.
E’ necessario conoscerla in colloquio per approfondire ed esplorare meglio, non solo la sua storia di vita ma anche i pensieri intrusivi sul tema dell’omosessualità in relazione agli avvenimenti che ha raccontato (dall’uso di sostanze, alla precedente relazione etc).
Soprattutto è importante esplorarne l’impatto emotivo, e cosa la turba profondamente di questi dubbi.
Ciò che si percepisce è la sua preoccupazione e il suo malessere, quindi mi sento di suggerirle di rivolgersi ad uno psicologo per poter essere supportato sia da un punto di vista eventualmente diagnostico ma soprattutto psicoterapeutico.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Dott. Valerio Borzi
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera, grazie per la sua condivisione.
La presenza di pensieri ossessivi può sfociare, tra le altre cose, in doc nel momento in cui va a compromettere il suo funzionamento nei vari contesti della sua vita, tuttavia non avendo questo tipo di informazioni non si può sapere. Allo stesso tempo, esulano dall'etichetta diagnostica che è poco utile presa a se stante, può essere forse più utile parlarne direttamente con un professionista per approfondire la motivazione per cui questo tipo di pensiero scatena in lei queste forti preoccupazioni e quale è la funzione di tale ossessioni in questo momento, per depotenziarle e acquisire maggiore consapevolezza del suo funzionamento.
A presto
VB
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Da ciò che descrive, i suoi pensieri sembrano avere una natura intrusiva e ossessiva, legata a momenti di forte ansia e stress. Il ritorno di questi dubbi dopo un periodo di isolamento e difficoltà emotive potrebbe indicare un Disturbo Ossessivo-Compulsivo di tipo omosessuale (DOC HOCD), che porta a dubbi persistenti e angoscianti sulla propria identità, nonostante la propria storia e attrazione affettiva e sessuale consolidata. Tuttavia, solo un professionista può confermare una diagnosi e aiutarla a gestire questa situazione. Le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta, preferibilmente con esperienza nei disturbi d’ansia e DOC, per affrontare queste ossessioni in modo efficace e ritrovare la serenità.
Grazie per aver trovato il coraggio di condividere qualcosa di così intimo e doloroso. Quello che descrivi ha tutte le caratteristiche del **DOC a tema omosessualità** (noto anche come *HOCD – Homosexual Obsessive Compulsive Disorder*), una **forma di disturbo ossessivo-compulsivo** centrato su dubbi intrusivi e persistenti riguardo al proprio orientamento sessuale, che causano forte ansia, confusione e disagio.
Cosa suggerisce che si tratti di DOC e non di un orientamento reale?

- **I dubbi sono intrusivi e non desiderati**: non derivano da un reale desiderio, ma da un'ansia intensa che nasce *contro la tua volontà*.
- **Hai una lunga storia di attrazione verso le donne** e una relazione attuale che ami e desideri mantenere.
- **I pensieri emergono in momenti di vulnerabilità emotiva o isolamento** (dopo aver smesso le sostanze, durante il COVID), proprio quando la mente è più esposta ai pensieri ossessivi.
- **C’è un forte bisogno di “verificare” o rassicurarti** (es. “Se penso questo, vuol dire che è vero?”).
- **I pensieri non ti portano piacere, ma angoscia** – al contrario dell’accettazione di un orientamento autentico, che porta spesso un senso di chiarezza o sollievo, anche se con fatica iniziale.

Che cos’è il DOC omosessuale?
Il DOC non riguarda solo “lavarsi le mani” o “controllare se la porta è chiusa”: può assumere **forme mentali**, come il continuo tormento di pensieri che mettono in discussione la propria identità, anche sessuale. Non si tratta di repressione dell'orientamento: **la differenza sta nell’emozione dominante**. L’omosessualità reale non è vissuta come un tormento ossessivo e fobico, ma come una parte della propria identità, che può magari creare dubbi, ma non *questo tipo di sofferenza mentale costante*.

Cosa puoi fare adesso?

1. **Parla con uno psicoterapeuta specializzato in disturbo ossessivo-compulsivo**: è fondamentale per uscire dal ciclo delle ruminazioni. Il DOC può migliorare molto, ma serve il trattamento giusto (terapia cognitivo-comportamentale con approccio *ERP* è la più indicata).

2. **Evita di cercare conferme o rassicurazioni continue**, anche dentro di te o in rete (questo mantiene vivo il meccanismo ossessivo). Lo so, è difficilissimo, ma fa parte del processo di guarigione.

3. **Accetta il pensiero senza cercare di scacciarlo**: la chiave sta nel disinnescare la paura, non nel cercare di “dimostrare” che non sei omosessuale. Il problema non è ciò che pensi, ma quanto ti tormenta quel pensiero.

4. **Sii paziente con te stesso**: il DOC è una condizione reale, che va trattata con delicatezza e cura, **non come un difetto personale o una debolezza**.

In sintesi:
Non sei solo, né “impazzito”. I pensieri che stai avendo non sono una verità nascosta su di te, ma **un sintomo di un disturbo d’ansia che può essere trattato**. Il primo passo importante lo hai già fatto: riconoscere che c’è qualcosa che ti fa stare male e chiedere aiuto.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,

dalle parole che condividi emerge una forte sofferenza legata a pensieri ricorrenti e intrusivi sull’orientamento sessuale, che ti spaventano e ti fanno mettere in dubbio qualcosa che fino a poco tempo fa sentivi come chiaro e coerente. Il modo in cui descrivi il tutto – la comparsa improvvisa dei dubbi, l’ansia intensa, la paura di “non essere più te stesso”, la necessità di controllare e rassicurarti – è molto coerente con il funzionamento tipico del disturbo ossessivo a tema omosessualità (HOCD), cioè una forma di DOC in cui il contenuto dell’ossessione riguarda l’identità sessuale.

In questi casi il problema non è l’orientamento, ma il dubbio stesso che diventa un pensiero intrusivo e incontrollabile. La mente cerca di “testarsi” continuamente (“provo attrazione?”, “e se fossi gay?”), ma ogni tentativo di analisi o di rassicurazione finisce per alimentare il ciclo dell’ansia. Non è raro che questi sintomi riemergano nei momenti di maggiore vulnerabilità fisica o emotiva, come nel tuo caso dopo il periodo di isolamento per il Covid, quando l’equilibrio emotivo si è indebolito.

Il fatto che tu descriva una storia coerente di attrazione verso le donne, un legame affettivo stabile e il desiderio di un futuro con la tua compagna, unito al carattere improvviso e ansiogeno dei pensieri, indica che non stai scoprendo un nuovo orientamento, ma che stai lottando contro un meccanismo ossessivo che utilizza proprio il tema più spaventoso per te.

Il passo più utile ora è riprendere un percorso psicologico mirato al trattamento dell’ansia e del DOC, magari integrando la terapia farmacologica già impostata dal tuo medico. Il lavoro terapeutico ti aiuterà a:
– riconoscere i pensieri ossessivi per quello che sono (pensieri, non realtà);
– ridurre i comportamenti di controllo e rassicurazione che mantengono l’ansia;
– ricostruire un senso di fiducia e sicurezza interiore.

Con il giusto supporto, questi pensieri possono attenuarsi fino a perdere forza e diventare irrilevanti. Non sei “impazzito” né stai cambiando orientamento: stai solo attraversando un momento di forte riattivazione ansiosa che può essere affrontato e risolto con l’aiuto adeguato.


Dott.ssa Sara Petroni

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