Buonasera, desidererei chiedere un parere ai Dottori, di cui ho davvero bisogno, e nel farlo cerch

19 risposte
Buonasera,
desidererei chiedere un parere ai Dottori, di cui ho davvero bisogno, e nel farlo cercherò di essere chiaro e conciso.
Sono un ragazzo di 22 anni e faccio psicoterapia in modo continuativo da 4 anni, con enormi progressi fatti.
Il problema che vi sottopongo è questo: solo ora, a 22 anni, sto cominciando a vivere la mia adolescenza, che all'età giusta mi è stata negata a causa di "non vissuti" e di dipendenze affettive. Ho finalmente fatto il distacco dai miei genitori e sto cominciando a fare tutti i pensieri che a suo tempo facevano i miei amici, pensieri riguardo il sesso, le stronzate fatte in compagnia, il divertirsi semplicemente uscendo insieme il sabato sera (tutte cose che allora per me erano del tutto prive di significato). Colgo l'occasione per dirvi che, anche se questo è evidentemente un risultato dei progressi fatti in terapia, io non mi sento per niente bene, anzi sono incredulo al pensiero che sono un 22enne con la mente - o perlomeno le sensazioni - di un 14enne.
Sono due le cose che mi riempiono di angoscia e che mi spingono a scrivervi. Uno, in questo momento della mia vita non ho nemmeno un amico né una comitiva, tanto meno una ragazza, perché ho recentemente perso tutti gli amici; e all'università non ho stretto amicizia con nessuno. E il non poter vedermi con i miei coetanei mi fa impazzire - il tutto aggravato dal fatto, lo dico perché ovviamente non mi conoscete, che l'amicizia è sempre stata la cosa più importante della mia vita, e la mancanza di amici, che oramai dura da più di un anno, mi sta letteralmente alienando. Due, e forse è la cosa che è più drammatica: non ho la minima idea se "comportarmi" da adulto, ignorando tutti i pensieri che sto facendo in questo momento, oppure se comportarmi da adolescente, cioè facendo tutte le cose che facevano i miei ex amici a suo tempo (ma in questo caso ci sarebbero due problemi, il "come", visto che non ho nessuno, e soprattutto l'imbarazzo di comportarmi da adolescente all'età di ventidue anni, con più di una persona che mi ha già rivolto sguardi interrogativi e di evidente curiosità per il mio linguaggio che è "retrocesso" pure lui). Insomma, riducendo alla chiarezza: il problema è che da un lato questo è davvero il momento in cui sto facendo scelte, davvero considerevoli, per il mio futuro, ma dall'altro queste stesse scelte, che devo fare per forza adesso, le sta facendo un ragazzino di 14 anni. Mi sento completamente un pesce fuor d'acqua, perché è come se avessi due età mentali, come se fossi due persone.
Chiedo a voi perché il mio terapeuta si è mostrato del tutto indifferente a questo "tema", cioè io ricevo l'impressione come se volesse trasmettermi l'idea che "quello che sta avvenendo è tutto normale proprio grazie alla psicoterapia" (e fin lì ci arrivo), ma senza darmi una minima dritta (sotto mia richiesta) su cosa diavolo mi sta succedendo e su come trovare una soluzione al mio dramma interiore. O meglio, lui mi dice sempre che le risposte le devo trovare io, ma credo, e credo di essere nel giusto, che a una risposta ci arrivi quando hai chiari i dati, chiare le domande, chiari I PRESUPPOSTI di una situazione, altrimenti è impensabile giungervi.
Sarò grato a chiunque mi risponderà, anzi debitore, e mi auguro di avere usato molta cortesia nel formulare la mia richiesta. Buona sera
Gentile Ragazzo,
comprendo il desiderio di ricevere una risposta ad un interrogativo tanto presente nella mente, ma trovo che più che rispondere circa l'adeguatezza o meno di sentire delle spinte interne più leggere e appartenenti ad una fase della vita precedente, sia importante chiederci cos'è che ci porta ad avvicinarci a loro con diffidenza, quasi crinassero un modello ideale di funzionamento al quale crediamo di dover tendere. In altre parole, abbiamo 22 anni e sappiamo di venire da anni trascorsi a non sentirci liberi di muoverci come avremmo voluto; oggi siamo guidati da un desiderio di inclusione e appartenenza, da voglia di condividere e goliardia: cos'è esattamente che rende queste spinte inadatte a questa età? la domanda sembra più rispondere al bisogno di spegnere uno sguardo critico sui nostri comportamenti, che però siamo noi stessi ad avere (definisci "retrocesso" il tuo linguaggio), assecondando un modello che forse ci è stato proposto ed abbiamo assunto. Se in questo momento senti di voler portare il dialogo terapeutico su questi interrogativi fai bene a chiederlo e concordarlo con il tuo psicoterapeuta; è naturale, dopo anni di lavoro insieme, che terapeuta e paziente possano vivere qualche disallineamento, ma sono certo che parlandone in modo aperto, come fatto con noi, saprete coordinarvi nuovamente su un obiettivo comune. Un caro augurio di buona fortuna

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Buongiorno, lei sembra avere molto chiara la differenza tra la scelta che compie un 14enne e quella che compie un 22enne.
Mi pare questo il punto su cui riflette.
La risposta più semplice sarebbe quella di imboccare la strada che la fa stare meglio, che la rasserena di più. Ma ho come l'impressione che sia alla ricerca della "giusta" scelta. E la maggior parte della volte, la scelta giusta non esiste. A tutte le età.

SM
Gentile utente, capisco cosa vuole dire e credo anche che il suo terapeuta abbia fatto un ottimo lavoro. Concordo che molte risposte debba trovarle da solo, forse per stimolare una parte di indipendenza che lei magari in passato non ha avuto. Penso anche che molti degli adolescenti di oggi concludano questa fase di vita anche intorno ai 20 anni come lei; per cui non è il solo a sentirsi così. Una fase di vita "non vissuta" ritorna in qualche modo e assecondarla ritengo che sia indispensabile per passare a quella successiva. Sarebbe interessante indagare la sua "vergogna" (?) nel far convivere queste due parti. Ritengo che possa parlarne con il suo terapeuta e proporre delle soluzioni ad eventi quotidiani che la mettono in crisi su come far convivere queste due parti che albergano in lei, in modo da parlarne insieme.
Saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, è capitato spesso ai miei pazienti giovani come lei e con un passato "non vissuto" di avere il desiderio di recuperare un pezzo di quel non vissuto durante il percorso terapeutico(quindi avere una regressione) che è preparatorio al sentirsi grande per scelta o non come obbligo. La invito a parlarne con il suo terapeuta e sono certa che troverete insieme la giusta chiave di lettura.
Cari Saluti
Wanda
Le faccio i complimenti! Il suo modo di ragionare , riflettere è veramente degno di una persona che sebbene è nel pieno di un cambiamento riesce a ragionare su priorità, valori, e sentimenti.
Ritengo che la gestione di queste cose non sia per nulla facile da parte di chiunque. Però sono convinto che se metterà l'impegno che ha messo per arrivare fino a qui otterrà tutte le risposte che spera.
Se vuole un consiglio, forse è arrivato il m omento di fidarsi anche della sua parte più inconscia quella che si sta mettendo in moto per farle ottenere quello che desidera lasciando che il naturale processo di crescita faccia il suo corso.
Si fidi del lavoro fatto e della sua voglia di ottenere risultati.
Buona Vita
Gentile utente mi sembra che in questo momento il punto su cui si concentra la sua angoscia sia dettato da una profonda solitudine e da una discrepanza, diciamo così, fra la dimensione del desiderio e quella del bisogno. La ricerca di se stesso non può prescindere dal coraggio di accettarsi e di assumere la responsabilità del proprio desiderio, aldilà della immagine ideale che si insegue, alienandosi. Se il suo terapeuta l ha giudata fin qui, vuol dire che la vostra relazione terapeutica ha un fondamento. Continui a crederci. Un saluto,
MG
Gentile utente,

Le sue riflessioni nascono dalla evoluzione del percorso terapeutico. Anche se sento un po’ di confusione dal punto di vista delle suoi pensieri ritengo sia utile per lei portare queste ultime in seduta al suo terapeuta.Non prenda tale spunto come un non voler accogliere la sua richiesta, dico semplicemente però nei casi di un percorso psicoterapico già molto avviato come il suo sarebbe utile parlarne in terapia. Pareri esterni rischierebbero di influenzare negativamente su tale percorso, mettendo a repentaglio quanto di buono fatto da lei sino ad ora.
Nella speranza che possa seguire le indicazioni fornite.
Un caro Saluto
Dott. Diego Ferrara
Gentile, grazie per aver richiesto un parere. Mi complimento per la sua capacità di scrittura così chiara e per le sue riflessioni così profonde. Leggendo la sua richiesta ho pensato che ha fatto un grnade lavoro su di sè, nonostante la sua giovane età si è messo tanto in gioco. Ho avuto la sensazione dalla lettura, che si trovi in un passaggio delicato sia del suo ciclo di vita (passaggio alla fase di giovane adulto) sia del suo percorso terapeutico, in cui ora sta cominciando a muoversi con maggiore consapevolezza ed autonomia. A volte i processi necessitano di tempi per maturare sia la direzione da intraprendere che le modalità in cui farlo. ne parlerei con il suo terapeuta, anche provando ad esplorare il suo vissuto di "dramma interiore" cosa veramente la spaventa e la fa chiudere verso la socialità. Buon lavoro. Dot.sa Demontis Maria Gonaria
Buonasera, evidentemente la terapia ha sbloccato una parte di lei che per molto tempo è rimasta sopite e che le ha in qualche modo impedito di condividere con i suo coetanei esperienze significative per la crescita individuale, questo l'ha aiutata a svincolarsi dai suoi genitori, passo decisivo per i giovani adulti, d'altronde è legittimo il suo disorientamento perché se da una parte lei vive una vita da giovane adulto congrua alla sua età anagrafica, sente invece maggiori affinità con l'età adolescenziale che le è stata preclusa e che sente di dover recuperare. In realtà proseguendo il suo percorso potrà appacificarsi con il fatto che probabilmente non è necessario recuperare ogni esperienza non vissuta in adolescenza, che lei sente come una perdita, per diventare adulti risolti. Il rischio che si corre nel cercare di recuperare le esperienze del passato è quello di rimanere intrappolati in un perpetuo inseguimento che impedisca di vivere il presente, aiuta invece lavorare sulla ferita emotiva che questa perdita ha provocato in modo da potersi poi concentrare e assaporare le sue esperienze attuali. Un saluto Dott.ssa Michela Campioli
Carissimo comprendo il senso della sua confusione. E vero che le risposte le deve trovare lei, ma di sicuro qualche indicazione su come affrontare la quotidianità sarebbe opportuno. Mi sembra però che lei stia vivendo più nella sua testa che nella realtà. Alla sua età ci sta essere a volte immaturi e altre volte più responsabili. Mi domanderei piuttosto come mai non e riuscito a fare amicizia all'università, in modo da trovare una soluzione pratica al suo bisogno di socializzazione.
Cordiali saluti
Caro 22enne, grazie per la chiarezza e la precisione del suo racconto. Si nota che ha una buona consapevolezza di sé e questo è importante. Per quanto riguarda la sua domanda di aiuto, credo che insieme al suo terapeuta dovrebbe indagare la sfera sociale oggi, nello specifico il suo bisogno di avere amici ma le sue difficoltà nell'istaurare e portare avanti rapporti interpersonali(lei dice di aver perso tutti gli amici da circa un anno). Sarebbe interessante capire perché queste amicizie sono terminate e se oggi le può e vuole fare qualcosa per recuperarle. Le faccio tanti auguri per tutto. Se ha dubbi sono qui.
Dott.ssa Federica Leonardi
Bentrovato,
credo che lei possa trovare dei benefici nel creare equilibrio in tutti questi opposti che descrive, sia rispetto all' età, sia rispetto alle amicizie che prima c'erano ed ora non ci sono. Visto che che questi opposti vivono entrambi in lei, cerchi di ampliare il suo modo di pensare ed agire in modo da eliminare gli estremi e potersi vivere in modo più equilibrato.
Le auguro buone cose.

Un linguaggio adulto in un'adolescenza non vissuta. Ora che è libero quali Ansie o addirittura fobie sociali la prevengono dal socializzare? Questa è la lecita domanda da affrontare e risolvere.
Dr. Gianpietro Rossi
Buonasera, continuando un rapporto terapeutico da 4 anni è auspicabile che con fiducia si rivolga al suo terapeuta per trovare insieme la via da percorrere. Auguri
Buonasera, certamente ha usato cortesia e tatto nel formulare la richiesta; elementi questi che sembrano essere buoni indicatori di come si orienta e muove nel suo mondo interno. A volte può capitare di sentirsi lasciati soli a scegliere, anche quando si è in una relazione terapeutica. Questo accade in quanto alcune scelte non si possono delegare a nessuno, neanche al proprio psicoterapeuta, ma è utile assumerle. Vale la pena attraversare questi momenti in quanto dal conflitto che si vive si possono aprire strade del tutto originali ma soprattutto autenticamente sue. Continui a parlarne con la sua persona di riferimento.
Un saluto e in bocca al lupo.
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Salve.
La psicoterapia è un percorso di crescita che va a recuperare ciò che ha causato un blocco ed è importante riattivare tutto ciò che possa portare a vivere i passaggi che portano a maturare esperienze che fanno crescere in modo sano.
Se non si vivono i passaggi si resta fermi nel blocco che porterà ad aderire a dei comportamenti adulti, senza riuscire ad essere adulti, con tutte le problematiche che ne possono derivare.
Si ritenga fortunato perché tutto ciò si è attivato a 22 anni, avrebbe potuto sentire il disagio molto più avanti, dopo i 40, con delle responsabilità molto più grandi, come una famiglia, dei figli, un ruolo importante nella società.
Si viva la sua adolescenza e non si giudichi, se riuscisse a perdere anche un po' di formalismo sarebbe ancora più sano.
Le faccio i migliori auguri per la sua crescita.
Distinti saluti
Buona domenica. Innanzitutto mi complimento per la sua capacità letteraria nel descrivere la sua situazione. E' rilevante quello che lei afferma: "faccio psicoterapia in modo continuativo da 4 anni, con enormi progressi fatti.": questo è un dato che, a mio parere, è molto positivo e che lei deve tener ben presente. In questo momento sta vivendo con disagio una situazione che a lei appare paradossale: "sono incredulo al pensiero che sono un 22enne con la mente - o perlomeno le sensazioni - di un 14enne." Anche in questo caso le consiglierei di cogliere l'aspetto importante di avere, in qualche modo, recuperato una fase fondamentale per ognuno di noi cioè l'adolescenza. Afferma poi -non ho la minima idea se "comportarmi" da adulto, ignorando tutti i pensieri che sto facendo in questo momento, oppure se comportarmi da adolescente- ; io commento questo suo conflitto dicendole che per ognuno di noi non esistono comportamenti a compartimenti stagni, ma che "i comportamenti", migliori per ognuno di noi, nascono da una sinergia tra quello che Edward Bach (medico fondatore della Floriterapia) ha denominato "Vero Se" e quello che Sigmund Freud (medico fondatore della Psicoanalisi) ha denominato "Principio di realtà". Dal connubio di queste istanze nascono stati d'animo piacevoli e comportamenti creativi e di buon senso. La risposta al suo "dramma interiore" può, dunque, essere questa: ascoltare la parte più autentica di se stesso e farla relazionare con la realtà attraverso un'adattamento creativo che però non deve mai tradire il Vero Se. Sperando di esserle stato, sia pur di poco, di aiuto, le invio cordiali saluti.
Buongiorno, quello che le deve essere chiaro è che sta crescendo e non invecchiando. Se non cresce, invecchia e basta perché la natura fa il suo corso. Noi siamo animali evolutivi. E' importante evolversi.
Ovviamente questa è una provocazione per farle vedere le cose da una prospettiva diversa.
A disposizione per ulteriori chiarimenti, la saluto cordialmente
dr.ssa Elena Santomartino

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