Avrei una domanda.. Vorrei finalmente rivolgermi ad uno psicologo per cercar di risolvere il mio pro

18 risposte
Avrei una domanda.. Vorrei finalmente rivolgermi ad uno psicologo per cercar di risolvere il mio problema continuo con l'ansia e la depressione,vorrei però sapere, nelliniziare un percorso con uno specialista, si apre per caso una specie di fascicolo a nome mio che poi risulterà in altri registri medici? Chiedo perché sto studiando per fare un lavoro in futuro che potrei non riuscire a fare qualora risultasse che vado da un dottore per questi problemi...
Grazie
Buongiorno, il professionista ha in genere una propria modalità di avere una sua cartella clinica, cartacea o digitale, che è assolutamente privata e secretata. L'obbligo di privacy è garantito e sancito dal codice deontologico. Quindi può stare tranquillo/a sulla riservatezza del suo percorso. Le auguro di trovare su questa piattaforma il terapeuta adatto alle sue esigenze. Resto a disposizione, anche online. Dott.ssa Franca Vocaturi

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Gentile utente, lo psicologo deve rispettare il segreto professionale, quindi nessun altro (tranne lei ed il suo psicologo) saprà che sta iniziando un percorso di terapia psicologica.
Le auguro il meglio!
Se avesse dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Gentile utente, non corre nessun pericolo, andare dallo psicologo non implica essere etichettati, in ogni caso come più volte detto dai colleghi ognuno di noi ha un codice deontologico e una privacy da rispettare. Se sente il bisogno di rivolgersi a qualcuno lo faccia serenamente non potrà che giovarne per la sua vita … un caro saluto
Gentile utente, come già detto dai colleghi è suo diritto e nostro dovere rispettare il segreto professionale che il lavoro dello psicologo comporta. Si tratta peraltro di una prestazione sanitaria, ma qualora preferisse che questa non figurasse tra le sue spese, basta rifiutare il consenso al trasferimento dei dati all'agenzia delle entrate in fase iniziale.
Resto a disposizione per colloqui di supporto psicologico online. Cordialmente, Dott.ssa Sara Torregrossa
Gentile utente, qualsiasi cartella clinica venga aperta è coperta dal segreto professionale. Nessuno saprà dei suoi incontri, non viva disagio per ciò.
Cordialmente
Gentile utente, ogni professionista apre una cartella clinica che la riguarda ma a scopo di archiviazione del materiale clinico, documenti, questionari, test, appunti dello specialista. Ma tutto ciò è coperto dal segreto professionale e dalla tutela della privacy. Quindi nessuno potrà risalire a tali informazioni. Cordiali saluti Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno,
Come già detto dai colleghi lo psicologo-psicoterapeuta deve rispettare il segreto professionale perciò tutti i dati sui pazienti sono archiviati in modo sicuro e non accessibili. La psicoterapia/il sostegno psicologico sono prestazioni sanitarie, dunque detraibili, ma se non le si vuole far figurare nelle spese (per motivi X che forse sarebbe utile approfondire in terapia) basta rifiutare il consenso al trasferimento dei dati nel circuito sistema tessera sanitaria (ovvero all'agenzia delle entrate) in fase iniziale di contratto terapeutico.
Cordiali saluti
Salve, il terapeuta sarà obbligato al segreto professionale, i dati dei suoi pazienti non saranno mai accessibili a terzi. La sua prestazione risulterà solo dalle fatture a suo carico, in quanto una prestazione sanitaria.
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Buongiorno, ogni terapeuta ha un modo personale per raccogliere e conservare i dati del suo paziente. Indipendentemente da questo, deontologicamente è tenuto all'obbligo di privacy, per questo motivo può stare tranquillo relativamente al suo lavoro futuro.
Saluti, dott. Ssa Chiara Carraro
Gentile utente, il professionista aprirà una cartella clinica dove verranno inseriti protocolli e appunti clinici. Personalmente tendo a non riportare nemmeno in cartella i dati sensibili del paziente ma utilizzo un acronimo del nome e cognome proprio per salvaguardare ancora di più la sua privacy. Tuttavia quello che emerge in terapia non potrà essere divulgato su nessun sistema digitale perché siamo tenuti al segreto professionale.

Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Buongiorno gentile utente, lo psicologo che la segue privatamente non può comunicare a nessuno (segreto professionale) di avere in corso una terapia con lei.
Diversamente accadrebbe se si rivolgesse ad uno psicologo presso una struttura pubblica in quanto anche egli deve mantenere il segreto professionale ma la cartella clinica si troverà all’interno di un software protetto ma consultabile da altri professionisti che saranno tenuti alla riservatezza (es consultorio).
Rimango a disposizione le auguro una buona giornata
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Salve, uno psicologo che lavora privatamente ha una cartella clinica per il paziente, ma che sia essa cartacea o digitale, è assolutamente privata e secretata. L'obbligo di privacy è garantito e sancito dal codice deontologico. Inoltre c'è l'obbligo del segreto professionale su quanto emerge durante le sedute. Quindi le consiglio di intraprendere il suo percorso senza timori. Un caro saluto.
Buongiorno,
Nel caso in cui lei si rivolga a un professionista privato, l'eventuale cartella clinica e i dati sensibili e anagrafici che servono per il percorso non appaiono in registri o archivi consultabili da altri. Nel caso specifico di alcuni particolari lavori che potrebbero risentire della presenza di informazioni simili, è comunque necessario che sia certificata una diagnosi.
Nell'ambito di un percorso di terapia, in molti approcci non viene utilizzata o effettuata una diagnosi specifica.
Resto a disposizione,
Dott. Lorenzo Atti
Salve, comprendo le sue preoccupazioni riguardo alla riservatezza delle informazioni personali. Come psicologa, sono tenuta al segreto professionale e alla tutela della privacy dei pazienti. Le informazioni condivise durante le sessioni di terapia sono generalmente confidenziali e non vengono divulgate senza il consenso del paziente, a meno che non vi sia un rischio grave per la sua sicurezza o quella di altri. Tuttavia, è importante discutere direttamente con lo psicologo di eventuali dubbi o preoccupazioni riguardo alla riservatezza, in modo da ottenere chiarimenti specifici sulle politiche dello studio o dell'istituzione. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti, Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Salve, ha fatto bene ad esporre questa domanda perché le risposte che troverà sull’argomento oltre alla mia potranno essere utili a tutte quelle persone preoccupate come Lei di mantenere riservata la propria condizione di salute.
Siamo tenuti ad informare la Persona che si rivolge a noi rispetto le modalità con le quali conserveremo segretamente le informazioni rese dalla stessa durante gli incontri.
All’inizio del percorso verrà stilato tra le Parti ( Psicologo-Paziente) un contratto di presa in carico con annessa informativa sul trattamento dei dati personali ai sensi dell’art. 13 D.lgs 196/03 (Codice Privacy) e dell’art. 13 del Regolamento UE 2016/679 (GDPR).
Il documento è facilmente reperibile su internet qualora avesse voglia di approfondire la conoscenza.
Mi auguro di essere stato esauriente e Le faccio gli auguri di risolvere con soddisfazione il Suo problema.
Buonasera gentile richiedente, penso proprio di confermare le varie risposte che leggerà in questa bacheca. Esistono leggi nazionali e regolamenti dell'Ordine degli Psicologi che vietano l'uso e la divulgazione di ogni dato personale del paziente. Può, se vuole, leggerli personalmente: Normativa privacy 2016/679 GDPR e D. Lgs. 196/2003
Cordialmente Dott. Claudio Pieroni
Buongiorno,
Ogni professionista ha una sua modalità di lavoro specifica e esiste in questo una differenza di base anche tra contesto pubblico e privato, dove il primo dei due solitamente prevede una compilazione di una cartella clinica un po' più dettagliata (tuttavia è qualcosa di variabile). In ogni caso però i suoi dati e le informazioni condivise in colloquio con il suo psicologo/a sono tutelati dal segreto professionale e pertanto non accessibili assolutamente da alcun datore di lavoro.
Mi sento per altro di aggiungere che il fatto di aver sperimentato ansia o depressione non dovrebbe costituire un impedimento per alcun tipo di lavoro, specialmente perchè è possibile, come lei desidera, prendersene cura e venirne fuori. Credo anzi che riconoscere di avere bisogno di un supporto psicologico e adoperarsi per averlo sia un segno di consapevolezza e responsabilità.
Qualora lo desiderasse sono a disposizione per un colloquio conoscitivo e un eventuale percorso di cura.

Dott.ssa Giulia Campana
Gentile utente, lo psicologo adotta tutte le precauzioni per garantirle un completo rispetto della privacy. sarà lei a decidere se, quando e come verrà condivisa ogni genere di informazione (anche e soprattutto fiscale) a suo nome. Non si faccia il problema di parlarne in sede di primo colloquio, poichè sarà dovere del professionista darle tutte le informazioni di cui ha bisogno.
In bocca al lupo per i concorsi!
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