Algodistridlfia caviglia dopo frattura composta malleolo esterno. Cura Clody 200mg per 7 gg poi so
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risposte
Algodistridlfia caviglia dopo frattura composta malleolo esterno.
Cura Clody poi sospesa nonostante miglioramento.
Mi chiede di effettuare in ospedale cura con Neridronato.
Mi date un Consiglio
Grazie
Cura Clody poi sospesa nonostante miglioramento.
Mi chiede di effettuare in ospedale cura con Neridronato.
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Il trattamento farmacologico di scelta è quello che le hanno proposto.
In una quota discreta di algodistrofie refrattarie alla terapia si ottengono benefici con la magnetoterapia.
Cordialmente
In una quota discreta di algodistrofie refrattarie alla terapia si ottengono benefici con la magnetoterapia.
Cordialmente
Assolutamente d'accordo
L’algodistrofia (oggi chiamata anche CRPS) dopo una frattura, come nel caso del malleolo esterno, è purtroppo una complicanza non rara. Il fatto che ci fosse stato un miglioramento con il clodronato è già un segnale positivo: significa che il dolore ha risposto a una terapia mirata sull’osso e sull’infiammazione neuro-vascolare.
Il neridronato è oggi considerato, secondo le evidenze e le linee guida più aggiornate, una delle terapie di prima scelta per l’algodistrofia, soprattutto se iniziato quando la diagnosi è ben posta e la malattia è ancora attiva. È un farmaco con un razionale solido e con buoni risultati clinici in termini di riduzione del dolore e recupero funzionale.
Un aspetto importante è che non è più vero che debba essere somministrato esclusivamente in ambiente ospedaliero:
oggi il neridronato può essere effettuato anche in regime domiciliare o ambulatoriale, tramite infusione endovenosa controllata, purché ci sia una corretta indicazione, un adeguato monitoraggio e un team esperto che segua il trattamento.
Ovviamente la decisione va sempre personalizzata: dipende dallo stadio dell’algodistrofia, dai sintomi attuali, dalle terapie già fatte e dalle condizioni generali del paziente. Ma, in linea generale, la proposta di neridronato è assolutamente appropriata e coerente con l’approccio moderno a questa patologia.
Se posso dare un consiglio finale: affidarsi a uno specialista in terapia del dolore che abbia esperienza specifica nella gestione dell’algodistrofia permette non solo di scegliere il farmaco giusto, ma anche di inserirlo in un percorso terapeutico completo, fondamentale per ottenere il miglior risultato possibile.
Il neridronato è oggi considerato, secondo le evidenze e le linee guida più aggiornate, una delle terapie di prima scelta per l’algodistrofia, soprattutto se iniziato quando la diagnosi è ben posta e la malattia è ancora attiva. È un farmaco con un razionale solido e con buoni risultati clinici in termini di riduzione del dolore e recupero funzionale.
Un aspetto importante è che non è più vero che debba essere somministrato esclusivamente in ambiente ospedaliero:
oggi il neridronato può essere effettuato anche in regime domiciliare o ambulatoriale, tramite infusione endovenosa controllata, purché ci sia una corretta indicazione, un adeguato monitoraggio e un team esperto che segua il trattamento.
Ovviamente la decisione va sempre personalizzata: dipende dallo stadio dell’algodistrofia, dai sintomi attuali, dalle terapie già fatte e dalle condizioni generali del paziente. Ma, in linea generale, la proposta di neridronato è assolutamente appropriata e coerente con l’approccio moderno a questa patologia.
Se posso dare un consiglio finale: affidarsi a uno specialista in terapia del dolore che abbia esperienza specifica nella gestione dell’algodistrofia permette non solo di scegliere il farmaco giusto, ma anche di inserirlo in un percorso terapeutico completo, fondamentale per ottenere il miglior risultato possibile.
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