Esperienze

Il mondo degli adolescenti, in particolare quelli etichettati come “difficili” dalla societá, ha da sempre conquistato il mio interesse ed impegno: dal 2015 lavoro a Roma come psicologo per il Servizio di Integrazione e Sostegno ai Minori In Famiglia (S.I.S.M.I.F.) Su richiesta del Servizio Sociale e dei Servizi territoriali del Municipio V del Comune di Roma, svolgo interventi educativi domiciliari ed extradomiciliari, al fine di stimolare le risorse e le capacità relazionali, tesi a favorire lo sviluppo dell’autonomia personale dei minori segnalati, con interventi a sostegno del rapporto del minore con la famiglia, atti a motivare e coinvolgere progressivamente le figure significative in relazione ai processi maturativi del minore stesso.
Altro Su di me

Approccio terapeutico

Psicoterapia sistemico relazionale

Aree di competenza principali:

  • Psicologia clinica
  • Psicodiagnostica

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Adulti
Bambini

Indirizzo

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Studio Privato di Psicologia

Via Muzio Scevola, 62, Roma 00181

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Pazienti accettati

  • Pazienti senza assicurazione sanitaria
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Prestazioni e prezzi

  • Colloquio psicologico clinico

    Da 70 €

18 recensioni

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  • D

    Ho iniziato da poco un percorso psicologico con il Dott. Denicolo e ne sono molto soddisfatta. Il dott.re mette subito a proprio agio e ciò rende molto naturale il dialogo. Oltre alla preparazione e alla professionalità denota molta umanità e sensibilità. Sono molto soddisfatta della mia scelta e del percorso positivo che sicuramente faremo. Consigliato.

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  • M

    altamente professionale, empatico, trainante, estremamente disponibile. Grande capacità di centrare gli aspetti complessi da elaborare

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    Un terapeuta professionale ma allo stesso tempo dotato di una spiccata empatia. Nulla da eccepire!!!

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    Il Dott. Denicolo ha la capacità di entrare in empatia con me, mi ascolta e mi aiuta nel percorso psicologico.

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    Anche quando non abbiamo un appuntamento mi manda sempre un messaggio o una chiamata in privato per sapere come va “ si prende sempre cura di me “

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  • C

    Parlare con lui mi ha aiutato tantissimo a superare un momento di crisi profonda durante questa quarantena . Grazie

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    Dott. Diego Denicolo

    Ha tutta la mia gratitudine C,
    per il suo coraggio: siamo noi a poter trasformare un momento di difficoltà in un 'opportunità, di crescita personale...


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 1 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su psicoanalisi

Buongiorno, sono mamma di una bimba di 9 anni e di un maschietto di 6. Vorrei parlare di quest'ultimo. E' un bimbo molto sensibile e affettuoso. Predilige le compagnie femminili, non gli piacciono i giochi di confusione. Gioca tantissimo con la sorella e nel gioco libero lui impersonifica spesso ruoli femminili. Si fa i capelli con sciarpe, si traveste con i vestiti in maschera della sorella.
Per noi questo è sempre stato solo un gioco e non ci abbiamo mai dato troppo peso. Il papà è un uomo molto presente e attento, pur lavorando e rientrando a casa la sera. Mio figlio non esprime sofferenza o disagio, è molto sereno sia a casa che a scuola (1 elementare). Quando parla di se e quando si disegna lo fa sempre al maschile, però nel gioco gli piace essere una femmina e si comporta proprio come se lo fosse. Gioca anche con altro, ma quello è il suo gioco preferito. Lo fa però solo in casa o a scuola con qualche compagnetta, senza usare travestimenti però. Anche nel disegno, tende sempre a riprodurre figure femminili, imitando spesso quelli delle compagne e della sorella. Non mi ha mai detto apertamente di sentirsi una bambina, anche perché ha un buon rapporto co i suoi genitali e percepisco la sua consapevolezza di essere maschietto.
Sono un pochino confusa sul da farsi. La nostra pediatra, nel corso di una chiacchierata mi ha invitato a "farlo valutare", termine per me terribile. Non credo di avere un figlio malato.

Buongiorno Signora,
come lei stessa ha scritto il bambino è sereno e per voi genitori non ci sono “problematiche” particolari da sottoporre a valutazioni. Comprendo che l’ansia possa prendere il sopravvento: ci si chiede se questo atteggiamento non preluda a un disturbo dell’identità. La preoccupazione, di per sé, può essere fondata: ed è bene cercare di capire i motivi profondi espressi da questo atteggiamento. Un conto, però, è chiedersi il perché di una data situazione, un altro è farsi prendere dall’angoscia o mettere troppo precocemente un’etichetta di “diversità” addosso al figlio. Numerosi studi dimostrano infatti che solo il 10-15 per cento dei bambini che preferiscono i giochi dell’altro sesso (il discorso vale anche per le bambine) ha poi un orientamento omosessuale o problemi di identità.

Dott. Diego Denicolo

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