Tutto quello che c’è da sapere sull’anestesia odontoiatrica

Odontoiatria • 30 marzo 2017 • Commenti:

In base al problema da trattare, il dentista può aver bisogno di anestetizzare una zona all’interno della bocca. L’anestesia è una procedura che viene eseguita per aiutare a diminuire il dolore e/o a sedare un paziente nervoso o ansioso: la forma più comune di anestesia è quella locale, che si esegue iniettando un farmaco anestetico in un’area localizzata della bocca prima dell’intervento.

Quali sono i tipi di anestesia?

L’anestesia locale non addormenta il paziente, ma desensibilizza e intorpidisce solo l’area interessata: il suo effetto si dissolve nel giro di circa due o tre ore dopo l’intervento. Viene principalmente utilizzata quando si eseguono interventi di:

  • otturazioni

  • cure canalari

  • estrazioni

  • protesi

  • impianti

  • ecc

In alcuni casi invece potrebbe essere eseguita l’anestesia generale, con cui il farmaco iniettato causa una temporanea perdita di coscienza. Nei bambini o nei pazienti con disabilità o ansia in forma severa, si potrebbe rendere necessaria una sedazione cosciente, ottenuta somministrando sedativi a base di protossido di azoto e ossigeno.

La sedazione profonda e l’anestesia generale potrebbero essere raccomandate in alcune procedure, come:

  • estrazione del dente del giudizio;

  • pazienti (bambini o adulti) che presentino ansia di forma severa;

  • pazienti che abbiano difficoltà nel controllare i propri movimenti.

In che cosa consiste l’anestesia locale?

L’anestesia locale consiste in un’iniezione, che può essere composta da vari farmaci. Il farmaco anestetizzante è una delle componenti dell’iniezione, ma il liquido che viene iniettato può includere anche:

  • vasocostrittore, che restringe i vasi sanguigni e conferisce all’anestesia una durata maggiore;

  • idrossido di sodio, che favorisce l’azione intorpidente del farmaco;

  • cloruro di sodio, che aiuta il farmaco ad entrare in circolo nel sangue.

Fra gli anestetici, la lidocaina - un alcaloide a bassa tossicità – è il più utilizzato dai dentisti, ma ne esistono anche altri, i cui nomi spesso terminano con il suffisso “caina”, che normalmente non determinano reazioni allergiche.

Se si rende necessaria l’anestesia locale, il vostro dentista procede prima asciugando parte della bocca con l’aspiratore o con dei rotolini di cotone, successivamente intorpidisce l’area con un gel, per poi iniettare delicatamente l’anestetico nel tessuto gengivale. Molti pazienti non sentono la penetrazione dell’ago, ma solo il pizzicore dell’anestetico che entra in circolo.
 

Quali sono gli effetti collaterali di anestesia?

Dopo aver lasciato lo studio dentistico, è possibile che abbiate difficoltà nel parlare, mangiare o bere. Finchè l’effetto anestetico non passa del tutto, dovrete fare molta attenzione a non mordere o urtare con i denti o la lingua sull’area anestetizzata: potreste causare dei danni senza che ve ne rendiate conto.

Se si rende necessario intervenire con il protossido di azoto, sappiate che è una procedura molto semplice, che consiste nell’inalare l’anestetico miscelato con ossigeno attraverso una maschera indossata sul naso. Vi viene richiesto di respirare profondamente e il sedativo agisce in poco tempo.

Gli effetti collaterali di un’anestesia sono molto rari, quando si verificano potrebbero causare:

  • un ematoma, che si forma nel punto in cui è penetrato l’ago;

  • torpore al di fuori dell’area anestetizzata, arrivando fino alla palpebra. Il problema si risolve appena termina l’effetto dell’anestesia;

  • tachicardia, che dura solo qualche minuto e che va riportata al medico;

  • un danno al nervo causato dall’ago, che può provocare dolore della durata di qualche settimana;

  • raramente si presentano reazioni allergiche all’anestetico.

È davvero molto raro che si verifichino allergie all’anestesia, tuttavia meglio comunicare al proprio dentista se si stanno assumendo farmaci (inclusi quelli da banco), integratori o sostanze omeopatiche, poiché alcune sostanze possono interagire con gli anestetici locali.

Durante il primo trimestre di gravidanza, è meglio evitare i principali e i più invasivi interventi odontoiatrici. Successivamente ai primi tre mesi, meglio discutere assieme al proprio dentista l’eventualità o la necessità di un’anestesia. Solitamente i medici consigliano i trattamenti prima della gravidanza o dopo, a meno che non si tratti di condizioni urgenti.

L’anestesia non è una procedura che deve preoccupare o creare stati d’ansia. Se ritenete di essere soggetti facilmente agitabili, parlatene tranquillamente con il vostro dentista: vi rassicurerà, spiegandovi i passaggi e chiarendo che lo scopo dell’anestesia è proprio quello di evitarvi inutili dolori e sofferenze.

Si raccomanda di ricorrere al dentista all’insorgere di problemi dentali, in quanto intervenire tempestivamente rende più facile il trattamento, evitando inutili degenerazioni della vostra condizione.

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