Tutto quello che dovresti sapere sugli impianti dentali

Odontoiatria • 30 marzo 2017 • Commenti:

L'implantologia dentale è quella branca dell'odontoiatria che si occupa di sostituire i denti mancanti con radici artificiali posizionate nell'osso. Gli impianti dentali possono sostituire denti singoli, gruppi di denti o possono anche fungere da supporto per una protesi completa (quella che comunemente chiamiamo dentiera).

La mancanza di denti causa, oltre a problemi di tipo estetico, problemi importanti di occlusione e di masticazione e condiziona fortemente l’alimentazione della persona, permettendole di mangiare solo certi cibi piuttosto morbidi e non variando la propria dieta. Con il passare degli anni poi, la mancanza di denti crea un progressivo riassorbimento a livello dell’osso mascellare, assottigliandolo e modificando il profilo facciale, e, quindi, estetico, della persona.

In linea generale tutti i pazienti in buona salute e motivati possono affrontare un intervento di implantologia dentale e beneficiare quindi di un sorriso ritrovato. È opportuno sottolineare, però, che un esperto chirurgo implantologo dovrà necessariamente valutare “la situazione clinica globale” del paziente.

In pratica sarà molto importante anche conoscere quali sono le abitudini del paziente riguardo l’igiene orale, indagare sulle sue eventuali abitudini errate (fumo, alcol etc.) o allergie ai farmaci. Singolarmente, da caso a caso, il medico deciderà poi se e come intervenire.

I pazienti forti fumatori che accedono all’implantologia dentale devono sapere che il fumo rallenterà i processi di osteointegrazione e guarigione. Per loro ci vorrà più tempo per ripristinare i denti mancanti. Per tali pazienti sarebbe meglio quindi impegnarsi a ridurre il consumo di tabacco.

L’età del paziente, infine, non influisce sulla possibilità di sottoporsi ad un intervento di implantologia dentale. Se si escludono i pazienti giovani (sotto i 18-20 anni) che sono ancora in fase di crescita ossea, per cui è sconsigliabile intervenire con l’inserimento di impianti dentali, non esistono limiti massimi di età per selezionare un paziente che decida di mettere degli impianti dentali.

Come funzionano gli impianti dentali

Per pianificare l’intervento il dentista avrà bisogno di far ricorso alle tecniche di imaging (TAC, TAC 3D, RMN), comunemente chiamate “lastre”, allo scopo di valutare la quantità e la qualità dell’osso, per poter fissare la posizione del nervo e stabilire la lunghezza, lo spessore e la direzione dell’inserzione dell’impianto dentale.

L’impianto dentale è composto essenzialmente di tre parti:

  • la vite
  • il pilastro (o moncone)
  • la corona

La vite viene inserita chirurgicamente nell’osso mascellare del paziente, mentre il moncone ha il ruolo di creare una connessione fra la vite e la corona che può essere di differenti materiali. Insieme, questi 3 elementi sostituiscono il dente o i denti mancante/i.

I materiali: Titanio vs Zirconio

Dal punto di vista dei materiali, gli impianti possono essere in lega di Titanio, un metallo, o in Zirconio. Quest’ultimo è una ceramica con spiccate caratteristiche di biocompatibilità che sta trovando largo riscontro in odontoiatria, tuttavia bisogna precisare che, ad oggi, il titanio risulta essere il materiale più utilizzato essendo stato testato negli anni in misura enormemente maggiore rispetto a tutti gli altri materiali. L’impianto in zirconio è particolarmente indicato per i denti anteriori perché risolve il problema dei colletti gengivali grigi visibili, che si presenta con i normali impianti in titanio e permette quindi un’estetica maggiore.

Tipi di impianti dentali

Per quanto riguarda i tipi di impianto, se ne distinguono essenzialmente due:

  • impianto a carico immediato (in 1 fase): in una singola seduta s’inseriscono gli impianti e si fissano le corone. Questo tipo d’impianto dentale richiede una buona qualità e quantità dell’osso.
  • impianto dentale in 2 fasi: nella prima fase s’inserisce l’impianto che si deve integrare con l’osso, successivamente, dopo 3-4 mesi per l’arcata inferiore e 5-6 mesi per quella superiore, si procede, con la seconda fase ad avvitare il moncone e a cementare la corona.

La percentuale di successo è identica per i due metodi; è il dentista implantologo che valuta, di volta in volta, la tecnica idonea in base alla situazione clinica, al tipo di impianto dentale ed alle caratteristiche del paziente.

L’intervento non è doloroso ed è eseguito in anestesia locale.

I possibili rischi degli impianti

Sebbene sia un intervento piuttosto sicuro, l’implantologia non è esente da rischi e/o complicazioni. I rischi più comuni sono dati dal sanguinamento post-operatorio, eventuale dolore, gonfiore, ematoma, infezioni, o, se ci si avvicina molto al nervo durante l’inserimento dell’impianto, eventuali formicolii alla gengiva che si potrebbero protrarre per alcune settimane.

Non esiste il rigetto degli impianti dentali, si parla di “insuccesso impiantare”, in questo caso l’impianto inizia a muoversi e può cadere. La causa principale della mancata integrazione ossea degli impianti dentali è data dall’infezione batterica dei tessuti molli e duri intorno all’impianto che può essere dovuta a:

  • Preparazione inadeguata del paziente all’intervento
  • Intervento chirurgico non sterile
  • Inadeguata profilassi antibiotica e antisettica del paziente dopo l’intervento, con scarsa igiene
  • Scarso mantenimento igienico professionale nel tempo

La causa batterica, però, non è la sola, infatti vi sono delle cause secondarie che portano alla mancata integrazione degli impianti, come:

  • fumo di sigaretta
  • inadeguata regolazione dell’occlusione
  • uso di farmaci per osteoporosi e chemioterapici che interferiscono con la guarigione dell’osso

Per quanto riguarda la durata a lungo termine degli impianti, essa è oggetto di studi scientifici da circa 30 anni. I risultati finora ottenuti sono incoraggianti e lasciano supporre che, con un'accurata igiene orale e controlli regolari, gli impianti inseriti correttamente da un implantologo esperto possano durare per tutta la vita.

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