Sintomi, cause e trattamento della sifilide

Ginecologia • 18 gennaio 2017 • Commenti:

La sifilide appartiene alle malattie infettive sessualmente trasmissibili ed è causata dal batterio Treponema pallidum scoperto nel 1905 dal biologo Schaudinn e dal sifilografo Hoffmann.

Questo batterio è in grado di diffondersi infettando erosioni della cute o delle mucose, quindi il contagio può avvenire durante un rapporto sessuale, ma non solo.

La sifilide può infatti essere contratta anche tramite trasfusioni di sangue infetto o per via transplacentare, da madre a figlio durante la gravidanza.

Secondo i rapporti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno compaiono dodici milioni di nuovi casi nel mondo e generalmente questo batterio colpisce persone sessualmente attive, nella fascia d’età compresa tra i 15 ed i 40 anni.

Quali sono le cause della sifilide?

Come anticipato, il contagio può avvenire per vie differenti, anche se il metodo di diffusione di gran lunga più comune è tramite rapporto sessuale con una persona infetta. Questa via ha una probabilità di trasmissione tra partner sessuali del 60%.

Quando l’infezione avviene dopo la nascita in seguito a contatto diretto col batterio attraverso lesioni si parla di sifilide acquisita, mentre nel caso la malattia venga trasmessa dalla madre al nascituro per via transplacentare durante la gravidanza si parla di sifilide congenita, la quale risulta particolarmente pericolosa per il feto a cui può causare malformazioni ed anche la morte.

In seguito al contagio il batterio entra nell’organismo. Una volta raggiunto il sistema circolatorio, può diffondere potenzialmente in qualunque tessuto o organo.

Sintomi e fasi della sifilide

L’infezione di sifilide segue generalmente quattro differenti stadi che presentano sintomatologia differente:

  1. sifilide primaria: in seguito al contagio, il periodo d’incubazione dura circa tre settimane, durante le quali il batterio si riproduce senza però mostrare alcun sintomo. Dopo questo periodo iniziano a comparire le prime manifestazioni, tra cui la principale è il sifiloma primario, cioè una piccola ferita indolore che compare nella zona ove è avvenuto il contagio (solitamente a livello di pene o vagina). Il sifiloma inizialmente è un nodulo duro e rossastro con diametro di circa 1 cm e non causa prurito né dolore, ma va presto incontro ad ulcerazione. In questo modo si forma una piccola ferita di colore rosso che di norma regredisce autonomamente in 25-45 giorni.
  2. sifilide secondaria o disseminata: una volta guarito il sifiloma primario, dopo alcune settimane dall’infezione, possono comparire diffuse eruzioni cutanee accompagnate da febbre ed ingrossamento dei linfonodi dovuti alla diffusione del batterio all’interno dell’organismo. Sulle mucose e sulla cute, principalmente degli arti superiori e del dorso, compaiono i cosiddetti sifilodermi eritematosi, cioè delle piccole macchie rosse non pruriginose che tendono ad estendersi su tutta la superficie del corpo e che generalmente permangono per un paio di mesi. In alcuni casi sono coinvolti nell’infezione anche i follicoli piliferi con la comparsa di alopecia e diradamento delle sopracciglia, e possono anche essere presenti febbre, cefalea, meningite e senso di malessere generale. Questa seconda fase ha una durata molto variabile ed i sintomi possono alleviarsi autonomamente in tempi che vanno da alcuni giorni fino a due mesi.
  3. sifilide latente: una volta scomparsa la sintomatologia delle fasi primaria e secondaria l’infezione può guarire spontaneamente (ciò avviene in un terzo dei casi) oppure entrare in una lunga fase asintomatica, nella quale la presenza del batterio può essere diagnosticata solamente tramite test di sieropositività. Questa fase può durare mesi o anche anni.
  4. sifilide terziaria: l’ultima fase, detta anche sifilide tardiva, è caratterizzata da manifestazioni sia cutanee che sistemiche, generalmente a livello dei sistemi cardiovascolare o nervoso. Queste manifestazioni possono colpire anche apparato digerente, apparato scheletrico, orecchio o lingua e, seppur siano normalmente circoscritte a determinate aree, risultano più lesive rispetto ai sintomi delle fasi precedenti, causando nei casi più gravi anche la morte.

Diagnosi e prevenzione della sifilide

Nella fase primaria, la sifilide può essere diagnosticata direttamente dall’osservazione delle manifestazioni cutanee ed essere confermata attraverso l’esame al microscopio di un campione di tessuto prelevato dalla ferita o attraverso un esame sierologico.

È importante avere una diagnosi precoce e quindi recarsi immediatamente dal medico nel momento si abbiano sintomi che ricordano quelli sopra-descritti.

Infatti, nonostante sia possibile una guarigione spontanea, questa potrebbe in realtà mascherare una fase di latenza asintomatica.

Poiché non vi è ancora un vaccino efficace in grado di prevenire le infezioni da sifilide, è importante seguire adeguate norme di prevenzione che riducono significativamente le possibilità di contagio:

  • utilizzare il profilattico;
  • evitare rapporti sessuali con soggetti a rischio e, nel caso di contagio, astenersi dai contatti sessuali ed informare il partner della propria patologia;
  • effettuare regolarmente analisi del sangue, soprattutto in seguito a rapporti sessuali frequenti con persone diverse;
  • sottoporsi a screening durante i primi mesi di una gravidanza.

Trattamento della sifilide

In rapporto alla severità dell’infezione possono essere utilizzati farmaci differenti, ma è fondamentale diagnosticare subito la sifilide, in quanto trattamenti nelle fasi precoci sono più rapidi ed efficaci.

Di seguito troviamo i principali farmaci utilizzati per questa patologia:

  • penicillina G: è il farmaco d’elezione nel trattamento della sifilide ed è somministrata per via intramuscolare nei casi di sifilide primaria o secondaria, ma anche per infezioni latenti;
  • tetraciclina: utile in tutte le fasi dell’infezione, viene somministrata per via orale nei casi in cui il paziente mostri intolleranza alla penicillina.
  • procaina: può essere utilizzata in tutte le diverse fasi dell’infezione, somministrata per via intramuscolare;
  • doxiciclina: utilizzata, a diversi dosaggi, sia nel trattamento della sifilide primaria che di quella terziaria. Somministrata per via orale;
  • Eritromicina: antibiotico indicato per la sifilide primaria assunto per via orale. In casi gravi può essere somministrata per iniezione endovenosa;
  • Ceftriaxone: indicato per la sifilide primaria, viene somministrato per via intramuscolare o endovenosa.

Questi farmaci necessitano di prescrizione medica ed è fondamentale seguire la terapia secondo le tempistiche ed i dosaggi indicati dal medico

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